Senso di inadeguatezza

Buonasera.
Io, purtroppo o per fortuna, non sono dedita ad affidarmi a psicologi, nè online nè tanto meno corporei, ma credo di essere arrivata al limite.
Non sono mai stata molto brava a scuola e avendo una sorella maggiore molto più brava di me, mi sono sempre sentita inferiore e poco intelligente rispetto a lei e rispetto ai miei amici. Non ho mai avuto grandi ambizioni e ho sempre lasciato che gli altri prendessero decisioni al posto mio. Dopo il diploma classico i miei mi hanno indirizzato verso una facoltà che mi desse opportunità lavorative, una magistrale, nonostante avessi più volte espresso il desiderio di poter diventare da grande se non una giornalista, quanto meno un'editrice (scrivere è la cosa che in assoluto mi fa stare meglio, sebbene per loro sia una perdita di tempo nonostante abbia vinto anche alcuni concorsi letterari e pubblicato pochi articoli). Attualmente ho una media del 27 che sembra non accontentarli affatto seppure sia in pari con gli esami. L'anno scorso sono stata bocciata ad uno degli esami più importanti e da allora ho perso completamente la fiducia in me stessa. Dopo quell'esperienza quelle che erano piccole crisi sono diventati frequenti attacchi di panico che sono peggiorati con il tempo. Ansia, sudore freddo, tachicardia, paura e talvolta voglia di morire, impossibilità di respirare o persino muovermi.
I miei si sono resi conto del problema e mentre mia madre sembra quasi si senta in colpa, mio padre sembra non accorgersi neanche di me.
Mi sembra talvolta di essere totalmente inesistente.Come se non mi ascoltassero o non mi vedessero.
All'inizio mi sembrava fosse un atteggiamento imputabile solo a loro, invece ora mi sono resa conto che anche io non riesco più a parlare. Ho paura che possano giudicarmi ancora così preferisco isolarmi nel mio mondo, nella mia testa. Non riesco a smettere. Ho iniziato a parlare di rado e uscire ancor meno. Ho paura che anche gli altri possano non vedermi.
In aggiunta a ciò oramai sono due anni che soffro di autolesionismo. Non so se si possa definire così.
Ogni tanto, quando mi sembra di non riuscire più a respirare, mi capita di prendere un oggetto appuntito e provocarmi graffi sulle braccia. Non mi rendo neanche conto del momento in cui lo faccio, so solo che vedere il sangue riesce a calmarmi e mi aiuta a riprendere a respirare,
Pochi giorni fa stavo talmente male che ho cercato in tutti i modi di farlo capire ai miei e soprattutto a mia madre, le ho mostrato le cicatrici e le ho chiesto aiuto. Vorrei poter buttare fuori tutto il dolore anzicchè farmi del male, ma in quei momenti sono talmente confusa da non riuscire a capire niente.
ll sangue, invece, lo capisco bene.
Perciò, eccomi qui, spinta dall'anonimato a cercare di parlare di questo mio problema.Non voglio una soluzione, capisco che sia impossibile, ma spero almeno che qualcuno di voi possa darmi qualche consiglio.
Mi scuso per le così tante parole, ma è stato bello poter scrivre.
grazie per l'attenzione
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazza,dice di non essere stata molto brava a scuola, però si è pur presa la maturità classica, ora studia all'università, media 27 in regola con gli esami. C'è stato un esame sbagliato, capita spesso, davvero spesso, magari lo si affronta con ansia perchè è definito dai compagni come difficile, impossibile.
E' stato un normale incidente di percorso, non c'entra l'intelligenza ,, non ci sono giudizi tragici da dare..Le consiglio di ridimensionare l'episodio, di rimettersi a studiare e dare un esame , un altro, quello lo faccia dopo, quando si sarà certamente dimostrata che ha superato gli ostacoli.
Parli con la mamma e cerchi uno psicologo per uscire da questo vissuto di frustrazione ,amplificato e sofferto, Il farsi male, tagliarsi deriva dalla aggressività, dalla rabbia che c'è dentro di lei che viene spesa per farsi male , per dimostrarsi che un potere, una volontà ce l'ha.
Sia buona con sè stessa, a me sembra sensibile ed intelligente , si conceda di fare un passo avanti, per stare meglio, studiare tranquilla, vivere più felicemente la sua giovinezza.
Con molti auguri

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
affidarsi agli psicologi, non è una confitta o un fallimneto, ma un eventuale valore aggiunto alla sua esistenza, in tremini di chiarezza emozionale e consapevolezza di sè.
Che bel progetto fare la giornalista o l'editrice, mi sembra coraggioso ed andrebbe coltivato e concimato in segreto, affinchè questo suo sogno possa crescere e germogliare, non lo abbandoni, anche contro tutti, ma fedele a se stessa!
L'autolesionismo, capita spesso, quando il dolore psichico è troppo cupo, sordo e profondo.
Il tagliarsi, sposta l'attenzione dal dolore dell'anima, insopportabile, a quello corpore, che anche se sanguinolente, è sicuramente più tollerabile.
Chieda una consulenza psicologica de visu, non aspetti di farsi ancora del male , parli con i suoi genitori, dicendo chiaramente cosa ha detto a noi, vedrà che con un aiuto specialsitico, la rabbia ed il dolore, si potranno trasformare in creatività e fertilità per la sua vita nascente.
Cari auguri.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Annalisa De Filippo Psicologo, Psicoterapeuta 113 4
Gentile ragazza,

dice "credo di essere arrivata al limite" e forse questo può darle la spinta per "affidarsi a psicologi" o, meglio, per occuparsi del suo benessere rivolgendosi ad un professionista che saprà accogliere il suo disagio; un primo passo in tale direzione l'ha fatto scrivendo qui.

La scrittura può essere un modo per dar voce ai propri pensieri ed emozioni e, vista la sua passione, può essere un buon canale da utilizzare ("vorrei buttar fuori tutto il mio dolore" "cercare di parlare di questo mio problema"). Il suo malessere merita di essere condiviso in un contesto accogliente e non giudicante che potrebbe aiutarla nell'attribuzione di significati e nella scoperta delle sue potenzialità, sentendosi "vista" e "ascoltata" con l'obiettivo di superare il "senso di inadeguatezza" a cui accenna.

Saluti.

Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
c'è un aspetto che non mi è chiaro, la facoltà che sta frequentando è attinente al giornalismo?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Gentilissime dottoresse, vi ringrazio per le vostre celeri risposte.
Cercherò, come da voi consigliato, di parlare ancora di questi miei problemi con la mia famiglia.
Convincermi a rivolgermi ad uno psicologo, invece, mi costa ancora un pò di fatica; l'idea di espormi in prima persona mi terrorizza, ma il non riuscire più a vivere in maniera serena è un incentivo a spingermi avanti.
Per rispondere in particolare alla Dr.ssa Camplone no, attualmente sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza. Mio padre voleva mi iscrivessi ad Architettura, ma non riuscii a passare il test d'ingresso. Io, invece, avrei voluto iscrivermi a Lettere e Filosofia, ma i miei non hanno voluto seppure sia mia madre che mia sorella invece si siano laureate a pieni voti in questa stessa facoltà.
L'anno scorso sono stata bocciata all'esame di diritto privato e nonostante il fatto che abbia poi recuperato l'esame e sia andata avanti, continuo a soffrire di attacchi di panico che si concentrano soprattutto il giorno prima e il giorno stesso dell'esame, impedendomi molto spesso anche di sostenere l'esame stesso.
Non so se la mancanza di fiducia in me stessa e i miei attacchi di panico derivino da questa scelta sbagliata della facoltà, so solo che in questi ultimi anni capita sempre più spesso che io perda il controllo di me,o perchè sono arrabbiata contro la mia famiglia e me stessa o perchè sono delusa dal mio carattere debole, ma fatico sempre di più ad uscire o semplicemente ad aprirmi agli altri.
Temo sempre di essere sbagliata o peggio ancora giudicata, come del resto la mia famiglia fa giudicando il mio interesse per la scrittura e la lettura inutile e pretenzioso per me.
So bene che quelli che io chiamo problemi in confronto ad altri non sono nulla, ma mi sembra di essere entrata in un circolo vizioso di paura, dolore e alla fine male fisico da cui fatico ad uscire.
Grazie ancora per avermi prestato attentizione.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Un ambiente familiare giudicante e richiedente, crea insicurezza e paure, non indulgi sulla scelta dello psicologo, il suo corpo grida aiuto ed andrebbe ascoltato.