Sindrome abbandonica: si guarisce?
Salve.Espongo qui il mio caso per avere alcuni chiarimaneti.
A causa del rapporto molto travagliato con i miei genitori (padre poco accudente,spesso violento soprattutto durante la mia infanzia,con me e mia madre,attualmente tendente allo stato depresso;madre assolutamente dedita al lavoro,episodi di isterismo e comportamento ossessivo,episodi di scontro violento con mio padre soprattutto durante la mia infanzia in cui io mi frapponevo tra i due e diventavo l'accuditrice di mia madre;forti tensioni in famiglia durante la mia adolescenza,bisogno di evadere da questo clima soffocante e angosciante) mi sono rivolta presso una dottoressa psicologa intermediatrice familiare,nel 2007,e vi sono stata in cura per 2 anni.Durante e grazie a questo periodo ho avuto il coraggio di andar via di casa-nonostante grandi avversità da parte dei miei- e abitare con un'altra ragazza.Dal 2005 sono fidanzata con un ragazzo con cui ci sono state grandi difficoltà legate alla distanza per motivi di studio,alla mia gelosia,alle mie ansie.Nel 2009 dopo un periodo di rottura di due mesi,superato con l'aiuto della psicologa,siamo tornati insieme e mi sembrava di aver acquistato un discreto benessere.Da un anno abbiamo cominciato a cercar casa,senza esito positivo,e abbiamo più volte rimandato la data di un previsto matrimonio.Da ciò si sono riaccesi in me sentimenti di grande angoscia e frustrazione,associati alle difficoltà nel mio portare a conclusione gli studi-da almeno due anni sono quasi bloccata-,e considerando che io e quello che sarebbe dovuto diventare mio marito abitiamo a 70 km di distanza e i nostri incontri avvengono sempre 'in trasferta' nei week end con forte disagio e ripercussioni sulla vita di coppia in generale.A causa delle mie forti crisi di rabbia e gelosia nei suoi confronti,complice la vita sociale praticamente separata che conduciamo,ho chiesto l'aiuto di uno psichiatra (che ha ascoltato sia me sia il mio fidanzato sia entrambi nella stessa seduta) il quale mi ha diagnosticato una 'sindrome abbandonica':secondo il suo parere la mia rabbia nei confronti di lui si acuisce nel momento in cui mi sento esclusa dalla sua vita,cosa che si ripete abitualmente,a ciò si associa la frustrazione per 7 anni di relazione praticamente a distanza e 10 anni di studi che non trovano compimento.Il suddetto specialista non mi ha proposto alcun rimedio,dopo una decina di incontri mi ha semplicemente salutata.Io sono sempre più angosciata e ho lasciato il mio fidanzato perchè sono arrivata alla disperazione più totale,ogni cosa lui faccia o dica è per me sintomo del suo non capirmi nonostante abbia anche lui preso coscienza dei miei problemi.Vi chiedo se qualcuno è in grado di dirmi cosa si deve fare esattamente per guarire,e se è una condizione da cui si guarisce.Vi ringrazio per l'attenzione.
A causa del rapporto molto travagliato con i miei genitori (padre poco accudente,spesso violento soprattutto durante la mia infanzia,con me e mia madre,attualmente tendente allo stato depresso;madre assolutamente dedita al lavoro,episodi di isterismo e comportamento ossessivo,episodi di scontro violento con mio padre soprattutto durante la mia infanzia in cui io mi frapponevo tra i due e diventavo l'accuditrice di mia madre;forti tensioni in famiglia durante la mia adolescenza,bisogno di evadere da questo clima soffocante e angosciante) mi sono rivolta presso una dottoressa psicologa intermediatrice familiare,nel 2007,e vi sono stata in cura per 2 anni.Durante e grazie a questo periodo ho avuto il coraggio di andar via di casa-nonostante grandi avversità da parte dei miei- e abitare con un'altra ragazza.Dal 2005 sono fidanzata con un ragazzo con cui ci sono state grandi difficoltà legate alla distanza per motivi di studio,alla mia gelosia,alle mie ansie.Nel 2009 dopo un periodo di rottura di due mesi,superato con l'aiuto della psicologa,siamo tornati insieme e mi sembrava di aver acquistato un discreto benessere.Da un anno abbiamo cominciato a cercar casa,senza esito positivo,e abbiamo più volte rimandato la data di un previsto matrimonio.Da ciò si sono riaccesi in me sentimenti di grande angoscia e frustrazione,associati alle difficoltà nel mio portare a conclusione gli studi-da almeno due anni sono quasi bloccata-,e considerando che io e quello che sarebbe dovuto diventare mio marito abitiamo a 70 km di distanza e i nostri incontri avvengono sempre 'in trasferta' nei week end con forte disagio e ripercussioni sulla vita di coppia in generale.A causa delle mie forti crisi di rabbia e gelosia nei suoi confronti,complice la vita sociale praticamente separata che conduciamo,ho chiesto l'aiuto di uno psichiatra (che ha ascoltato sia me sia il mio fidanzato sia entrambi nella stessa seduta) il quale mi ha diagnosticato una 'sindrome abbandonica':secondo il suo parere la mia rabbia nei confronti di lui si acuisce nel momento in cui mi sento esclusa dalla sua vita,cosa che si ripete abitualmente,a ciò si associa la frustrazione per 7 anni di relazione praticamente a distanza e 10 anni di studi che non trovano compimento.Il suddetto specialista non mi ha proposto alcun rimedio,dopo una decina di incontri mi ha semplicemente salutata.Io sono sempre più angosciata e ho lasciato il mio fidanzato perchè sono arrivata alla disperazione più totale,ogni cosa lui faccia o dica è per me sintomo del suo non capirmi nonostante abbia anche lui preso coscienza dei miei problemi.Vi chiedo se qualcuno è in grado di dirmi cosa si deve fare esattamente per guarire,e se è una condizione da cui si guarisce.Vi ringrazio per l'attenzione.
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Non avrebbe senso dire a qualcuno "dal tal disturbo si può guarire", perché poi la domanda immediatamente successiva sarebbe: "e io ne posso guarire?" Ed è qui che sorge l'impossibilità di rispondere, soprattutto a distanza, perché ogni caso è un caso e non si possono dare pareri così rassicuranti. È difficile di persona, si figuri da qui.
In ogni caso si possono curare anche disturbi più gravi, quindi anche per il suo caso c'è speranza.
Si è rivolta a anche a uno psicologo o solo a uno psichiatra?
In ogni caso si possono curare anche disturbi più gravi, quindi anche per il suo caso c'è speranza.
Si è rivolta a anche a uno psicologo o solo a uno psichiatra?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Pardon mi era sfuggito.
L'etichetta diagnostica di sindrome abbandonica non è condivisa da tutti gli addetti al settore. Nei manuali diagnostici più usati da psichiatri e psicologi la categoria che più vi si avvicina è quella di disturbo di personalità, ad es. il disturbo di personalità dipendente.
La forma di terapia più efficace con i disturbi di personalità è proprio la psicoterapia, anche se si tratta di solito di disturbi di non immediata soluzione. Può essere necessario essere seguiti per anni per venirne a capo. Ma ci si può riuscire.
Nel suo caso, l'essere riuscita ad andare a vivere per conto suo è un risultato importante, che rischia però di passare in secondo piano a causa della difficoltà che ora sta incontrando nel creare un legame sicuro con il suo fidanzato. La tematica è la stessa: insicurezza e angoscia relazionale.
Per questo sarebbe importante, ritengo, che fosse seguita da uno psicologo psicoterapeuta anche in questa fase. Il fatto che lo psichiatra abbia ritenuto d'interrompere le consultazioni dopo 10 sedute, potrebbe non essere una garanzia che lei non abbia ancora bisogno di essere seguita.
Ripeto, i risultati che ha ottenuto finora devono essere considerati più che incoraggianti. Però forse c'è rimasto ancora del lavoro da fare.
L'etichetta diagnostica di sindrome abbandonica non è condivisa da tutti gli addetti al settore. Nei manuali diagnostici più usati da psichiatri e psicologi la categoria che più vi si avvicina è quella di disturbo di personalità, ad es. il disturbo di personalità dipendente.
La forma di terapia più efficace con i disturbi di personalità è proprio la psicoterapia, anche se si tratta di solito di disturbi di non immediata soluzione. Può essere necessario essere seguiti per anni per venirne a capo. Ma ci si può riuscire.
Nel suo caso, l'essere riuscita ad andare a vivere per conto suo è un risultato importante, che rischia però di passare in secondo piano a causa della difficoltà che ora sta incontrando nel creare un legame sicuro con il suo fidanzato. La tematica è la stessa: insicurezza e angoscia relazionale.
Per questo sarebbe importante, ritengo, che fosse seguita da uno psicologo psicoterapeuta anche in questa fase. Il fatto che lo psichiatra abbia ritenuto d'interrompere le consultazioni dopo 10 sedute, potrebbe non essere una garanzia che lei non abbia ancora bisogno di essere seguita.
Ripeto, i risultati che ha ottenuto finora devono essere considerati più che incoraggianti. Però forse c'è rimasto ancora del lavoro da fare.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 13k visite dal 31/05/2012.
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