La mia gelosia
Salve a tutti, sono una studentessa di 25 anni. Sto insieme ad un ragazzo da parecchi anni, il mio problema è che non riesco a liberarmi dal pensiero della gelosia: presto lui entrerà nel mondo del lavoro ed il solo pensiero che possa conoscere delle colleghe mi fa stare male. Sono già in cura da uno psicologo per altri motivi ma con lui non riesco assolutamente a cambiare questo lato del mio carattere. Sono sempre stata molto gelosa nelle mie relazioni passate e probabilmente questo è dovuto alla mia insicurezza e al rapporto con mia madre. Lei mi ama ma ogni pretesto è buono per criticarmi..per come mi vesto, per il modo che ho di relazionarmi con gli altri, per la mia timidezza. Insomma lei ha riversato su di me tutte le sue frustazioni. Comunque, con il mio lui sta diventando una vera e propria tortura perchè questo pensiero non mi fa vivere tranquillamente il rapporto. Penso che il problema derivi anche dal fatto che per lui io sono stata ''la prima': la sua prima volta in tutto. E questo anzichè rendermi felice mi terrorizza perchè parto dalla convinzione che un uomo non sia capace di passare il resto della sua vita con un'unica donna. Ho provato a spiegargli le mie paure e lui ha pure cercato di tranquillizzarmi ma non c'è stato verso. Da un paio di mesi sto tenendo tutto dentro perchè comunque non voglio assillarlo con queste sciocchezze e perchè ho paure si stancherebbe di me. Non so più cosa fare. Sono convinta di essere inferiore a tutte le altre ragazze, che tutte le altre avranno sempre qualcosa di meglio da offrirgli. Tutte. Vorrei lasciare il mio psicologo perchè sento che non mi sta dando l'aiuto che cerco. Si limita a chiedermi cosa ho fatto durante la settimana. Tutto qui. Ma temo che non riuscirei mai a dirgli che non voglio più andarci. Potreste darmi qualche consiglio? Ve ne sarei molto grata.
[#1]
Cara Utente,
quali sono gli altri motivi per cui sta andando da uno psicologo?
Si tratta di uno psicologo psicoterapeuta? Che tipo di percorso sta facendo?
Da quanto tempo ci va?
Sa dirci di che orientamento è?
La gelosia "malata" può rientrare a pieno titolo nella sfera dei disturbi di natura ansiosa... tuttavia avremmo bisogno di qualche informazioni in più per poterle dare qualche indicazione.
Se non è soddisfatta del percorso che sta facendo è comunque un suo diritto parlarne apertamente con lui e decidere di rivolgersi a qualcun altro.
Un caro saluto
quali sono gli altri motivi per cui sta andando da uno psicologo?
Si tratta di uno psicologo psicoterapeuta? Che tipo di percorso sta facendo?
Da quanto tempo ci va?
Sa dirci di che orientamento è?
La gelosia "malata" può rientrare a pieno titolo nella sfera dei disturbi di natura ansiosa... tuttavia avremmo bisogno di qualche informazioni in più per poterle dare qualche indicazione.
Se non è soddisfatta del percorso che sta facendo è comunque un suo diritto parlarne apertamente con lui e decidere di rivolgersi a qualcun altro.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua risposta. Si tratta di uno psicoanalista. Sinceramente non saprei dirle il suo orientamento. Sono in cura da lui da circa cinque anni perchè in passato sono rimasta fortemente traumatizzata da un ricovero in ospedale legato a problemi al sangue. Poi ho avuto sempre problemi legati all'ansia: quando stavo a pranzo o a cena con altre persone che non fossero i miei genitori avevo sempre nausea, mi si chiudeva lo stomaco e spesso vomitavo davanti a tutti. Mi sentivo inadeguata, avevo paura del giudizio altrui e questa mia paura, non so perchè, si manifestava con tutta la sua forza proprio davanti al cibo. Fortunatamente sono riuscita a superare questo problema perchè ho cominciato a guardarmi intorno ed ho capito che non dovevo necessariamente apparire perfetta agli occhi della gente e che tutti hanno le loro debolezze. Ma questo problema della gelosia è un problema che non mi ha mai abbandonata. L'unico miglioramento che ho riscontrato, se così si può chiamare, è che mentre prima ero convinta di essere nel giusto, ora capisco che la gelosia è un sentimento che non fa assolutamente bene al rapporto e che può essere paragonata alla mancanza di rispetto nei confronti del partner. Ne sono consapevole ma questo non basta. A volte penso che la soluzione migliore sarebbe lasciarlo perchè non voglio vivere nella paura di essere tradita ma non voglio che questa gelosia ''malata'' (come lei giustamente la chiama) rovini la mia vita.
[#3]
Cara ragazza,
giusto per chiarezza, in senso stretto psicoanalista significa che si tratta di uno psicoterapeuta di orientamento psicodinamico.
In questo caso mi sembra, quantomeno, strano che <<Si limita a chiedermi cosa ho fatto durante la settimana>>.
Spero si tratti di una sua semplificazione perché ci dovrebbe essere, invece, una elaborazione dei suoi processi inconsci e, a distanza di cinque anni, lei dovrebbe averne giovato.
Lei ha parlato con lui di questa sua gelosia? Lui che ne pensa?
Avete stabilito degli obiettivi al riguardo?
<<Ma temo che non riuscirei mai a dirgli che non voglio più andarci>>
Se sente che il suo aiuto è venuto meno, per quanto lei possa aver avuto un'esperienza positiva in questi 5 anni, credo sia giusto elaborare questo suo sentimento in seduta.
A volte le psicoterapie arrivano a termine in maniera naturale, non ci sono nuovi spunti di riflessione e non si trae più alcun beneficio.
In questi casi, se non è il professionista a rendersi conto di non poter fare più nulla per il paziente, è legittimo, e direi anche sano, che il paziente se ne renda conto e decida di cercare l'aiuto che ancora manca altrove.
Un caro saluto
giusto per chiarezza, in senso stretto psicoanalista significa che si tratta di uno psicoterapeuta di orientamento psicodinamico.
In questo caso mi sembra, quantomeno, strano che <<Si limita a chiedermi cosa ho fatto durante la settimana>>.
Spero si tratti di una sua semplificazione perché ci dovrebbe essere, invece, una elaborazione dei suoi processi inconsci e, a distanza di cinque anni, lei dovrebbe averne giovato.
Lei ha parlato con lui di questa sua gelosia? Lui che ne pensa?
Avete stabilito degli obiettivi al riguardo?
<<Ma temo che non riuscirei mai a dirgli che non voglio più andarci>>
Se sente che il suo aiuto è venuto meno, per quanto lei possa aver avuto un'esperienza positiva in questi 5 anni, credo sia giusto elaborare questo suo sentimento in seduta.
A volte le psicoterapie arrivano a termine in maniera naturale, non ci sono nuovi spunti di riflessione e non si trae più alcun beneficio.
In questi casi, se non è il professionista a rendersi conto di non poter fare più nulla per il paziente, è legittimo, e direi anche sano, che il paziente se ne renda conto e decida di cercare l'aiuto che ancora manca altrove.
Un caro saluto
[#5]
Mi perdoni,
ci siamo fraintesi.Intendevo dire se ne avesse parlato con il suo terapeuta.
<<Lei ha parlato con lui di questa sua gelosia? Lui che ne pensa?
Avete stabilito degli obiettivi al riguardo?>>
Le domande erano tutte riferite al suo psicoterapeuta
Un caro saluto
ci siamo fraintesi.Intendevo dire se ne avesse parlato con il suo terapeuta.
<<Lei ha parlato con lui di questa sua gelosia? Lui che ne pensa?
Avete stabilito degli obiettivi al riguardo?>>
Le domande erano tutte riferite al suo psicoterapeuta
Un caro saluto
[#6]
Utente
Si, infatti.. stavo per modificare il mio messaggio. Cmq ne ho parlato con lui ma non abbiamo stabilito alcun obiettivo..Mi ha solo consigliato di concentrarmi maggiormente su come far andare bene il rapporto con il mio lui perchè, e su questo sono d'accordo con lui, se ci si trova bene con una persona e ci si sente totalmente appagati, non si sente il bisogno di provare nuove esperienze. E' un ottimo consiglio, lo so. Ma io vorrei affrontare un percorso che mi porti ad avere più fiducia in me stessa e a combattere questa mia gelosia. Lui invece si è limitato a darmi un consiglio che avrebbe potuto darmi anche un'amica..
[#7]
<<Ma io vorrei affrontare un percorso che mi porti ad avere più fiducia in me stessa e a combattere questa mia gelosia. Lui invece si è limitato a darmi un consiglio che avrebbe potuto darmi anche un'amica..>>
è totalmente condivisibile il suo punto di vista e per questo credo che sia giusto che lei lo esprima chiaramente al suo terapeuta chiedendo espressamente di occuparvene.
<<A volte penso che la soluzione migliore sarebbe lasciarlo perchè non voglio vivere nella paura di essere tradita ma non voglio che questa gelosia ''malata'' (come lei giustamente la chiama) rovini la mia vita.>>
Questa frase deve averla aggiunta dopo perché l'ho vista solo ora.
E quindi le chiedo: se lei avesse male a un piede si taglierebbe la gamba? O cercherebbe forse di curarlo?
In sintesi: da quanto scrive sembra che i motivi che l'hanno portata a consultare il suo terapeuta 5 anni fa sono venuti meno. Se è così, si tratta ora di rivedere le sue necessità e di condividere nuovi obiettivi con il suo terapeuta o, se sente che non riesce ad ottenere alcun aiuto, ad un altro professionista.
Nel suo caso, avendo già fatto quella che potremmo definire un'analisi personale (5 anni di terapia psicodinamica non sono pochi!!!), forse sarebbe più opportuno un orientamento maggiormente direttivo (es. cognitivo comportamentale, breve strategico...) che si concentri sul disagio specifico che la tormenta: la sua gelosia.
Un caro saluto
è totalmente condivisibile il suo punto di vista e per questo credo che sia giusto che lei lo esprima chiaramente al suo terapeuta chiedendo espressamente di occuparvene.
<<A volte penso che la soluzione migliore sarebbe lasciarlo perchè non voglio vivere nella paura di essere tradita ma non voglio che questa gelosia ''malata'' (come lei giustamente la chiama) rovini la mia vita.>>
Questa frase deve averla aggiunta dopo perché l'ho vista solo ora.
E quindi le chiedo: se lei avesse male a un piede si taglierebbe la gamba? O cercherebbe forse di curarlo?
In sintesi: da quanto scrive sembra che i motivi che l'hanno portata a consultare il suo terapeuta 5 anni fa sono venuti meno. Se è così, si tratta ora di rivedere le sue necessità e di condividere nuovi obiettivi con il suo terapeuta o, se sente che non riesce ad ottenere alcun aiuto, ad un altro professionista.
Nel suo caso, avendo già fatto quella che potremmo definire un'analisi personale (5 anni di terapia psicodinamica non sono pochi!!!), forse sarebbe più opportuno un orientamento maggiormente direttivo (es. cognitivo comportamentale, breve strategico...) che si concentri sul disagio specifico che la tormenta: la sua gelosia.
Un caro saluto
[#8]
Utente
La ringrazio per i suoi consigli e per la sua disponibilità.. Secondo Lei, quindi, dovrei consultare un altro psicoanalista o sarebbe meglio uno psicoterapeuta o uno psicologo? Le potrebbe sembrare una domanda un po' banale, ma non ho ancora capito, almeno dal punto di vista pratico, le differenze tra i vari specialisti.
[#9]
Non si preoccupi... è un dubbio legittimo e molto comune.
Per le diffenze tra le varie figure provi a dare un'occhiata a questo link:
http://www.robertocallina.com/p/quale-professionista.html
Lo psicoanalista (che non è incluso nella lista del link) è uno psicoterapeuta che ha un certo tipo di orientamento teorico (psicodinamico) ed ha, solitamente, eseguito una lunga analisi personale per "fregiarsi" del titolo di analista.
Il consiglio è quello di chiarire la sua posizione con il suo attuale curante e, solo dopo, rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta di orientamento diverso (cognitivo comportamentale, strategica breve...).
Di seguito un paio di link per avere un'idea dei numerosi orientamenti teorici:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Capisco che nella "giungla delle proposte terapeutiche" possa crearsi un po' di confusione per l'utente. Il consiglio che posso darle, una volta deciso di chiudere il rapporto con l'attuale curante, è quello di consultare un altro professionista chiarendo da subito cosa si aspetta.
La sintonia emotiva è un fattore determinante ma, visto il suo lungo percorso, oltre a questa dovrà trovare anche risposte precise sugli obiettivi che vi porrete insieme.
Un caro saluto
Per le diffenze tra le varie figure provi a dare un'occhiata a questo link:
http://www.robertocallina.com/p/quale-professionista.html
Lo psicoanalista (che non è incluso nella lista del link) è uno psicoterapeuta che ha un certo tipo di orientamento teorico (psicodinamico) ed ha, solitamente, eseguito una lunga analisi personale per "fregiarsi" del titolo di analista.
Il consiglio è quello di chiarire la sua posizione con il suo attuale curante e, solo dopo, rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta di orientamento diverso (cognitivo comportamentale, strategica breve...).
Di seguito un paio di link per avere un'idea dei numerosi orientamenti teorici:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Capisco che nella "giungla delle proposte terapeutiche" possa crearsi un po' di confusione per l'utente. Il consiglio che posso darle, una volta deciso di chiudere il rapporto con l'attuale curante, è quello di consultare un altro professionista chiarendo da subito cosa si aspetta.
La sintonia emotiva è un fattore determinante ma, visto il suo lungo percorso, oltre a questa dovrà trovare anche risposte precise sugli obiettivi che vi porrete insieme.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 1.7k visite dal 21/05/2012.
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