Paura di morire e dell'ignoto
Salve dottori,
Sono una ragazza di 24 anni, e da sempre sono una persona timida e abbastanza insicura. Da circa un anno ho dovuto affrontare dei problemi legati alla vista. Ho subito un trapianto di cornea a Gennaio. Sono anche una studentessa universitaria fuori corso. Ho sempre rimandato alcuni esami per paura di fare brutta figura, di non raggiungere lo scopo prefisso. In tutto questo tempo sono sempre stata tranquilla e ho affrontato le giornate giorno per giorno, fiduciosa. Anche se la paura di non riuscire a laurearmi aleggia da sempre.
Da un paio di settimane però qualcosa si è rotto. Dopo aver risolto la questione degli occhi sono tornata a studiare. Ho dato un esame piuttosto duro che è andato inaspettatamente bene. In teoria sarei dovuta essere felice e soddisfatta di me stessa. Finalmente avrei dovuto essere tranquilla, pronta a ripartire e vivere una vita felice. Ma il giorno dopo l'esame ho cominciato ad avvertire palpitazioni, nausea, giramenti di testa. Poi qualche giorno dopo ho cominciato a pensare al senso della vita. A come essa un giorno sia destinata a finire. A cosa ci aspetta dopo. A quanto possa fare paura l'eternità. All'esistenza di Dio. E ogni volta che ci penso, torno ad avvertire questi sintomi. Ancora tremore, palpitazioni, nausea, insonnia.
A volte mi ritrovo a pensarci per ore.
Mia madre mi sta molto accanto e cerca di farmi uscire, di tenermi impegnata e farmi sorridere. Preciso che in genere non sono una che esce molto perché vivo in un piccolo paesino e non è il massimo. Molti dei miei amici si sono trasferiti per studiare e la mia migliore amica, si è trasferita anch'essa per lavoro da poche settimane. Ed io mi ritrovo sola.
Sento che se anche un giorno uscirò da questa specie di "crisi", l'ormai presa di coscienza concreta che tutto un giorno possa finire, non mi farà vivere bene la mia vita. Ma contemporaneamente che non ha senso godere delle piccole cose, se poi tutto un giorno si spegnerà.
Vorrei soltanto essere serena e spensierata, su cose alle quali forse nessuno può dare una risposta. Sono molto spaventata, tanto che a volte temo di morire.
Perché mi succede questo? Andava tutto bene e ora...Mi sento smarrita completamente.
Forse farmi seguire da uno psicologo potrebbe farmi bene a uscire da questo circolo vizioso?
Sono una ragazza di 24 anni, e da sempre sono una persona timida e abbastanza insicura. Da circa un anno ho dovuto affrontare dei problemi legati alla vista. Ho subito un trapianto di cornea a Gennaio. Sono anche una studentessa universitaria fuori corso. Ho sempre rimandato alcuni esami per paura di fare brutta figura, di non raggiungere lo scopo prefisso. In tutto questo tempo sono sempre stata tranquilla e ho affrontato le giornate giorno per giorno, fiduciosa. Anche se la paura di non riuscire a laurearmi aleggia da sempre.
Da un paio di settimane però qualcosa si è rotto. Dopo aver risolto la questione degli occhi sono tornata a studiare. Ho dato un esame piuttosto duro che è andato inaspettatamente bene. In teoria sarei dovuta essere felice e soddisfatta di me stessa. Finalmente avrei dovuto essere tranquilla, pronta a ripartire e vivere una vita felice. Ma il giorno dopo l'esame ho cominciato ad avvertire palpitazioni, nausea, giramenti di testa. Poi qualche giorno dopo ho cominciato a pensare al senso della vita. A come essa un giorno sia destinata a finire. A cosa ci aspetta dopo. A quanto possa fare paura l'eternità. All'esistenza di Dio. E ogni volta che ci penso, torno ad avvertire questi sintomi. Ancora tremore, palpitazioni, nausea, insonnia.
A volte mi ritrovo a pensarci per ore.
Mia madre mi sta molto accanto e cerca di farmi uscire, di tenermi impegnata e farmi sorridere. Preciso che in genere non sono una che esce molto perché vivo in un piccolo paesino e non è il massimo. Molti dei miei amici si sono trasferiti per studiare e la mia migliore amica, si è trasferita anch'essa per lavoro da poche settimane. Ed io mi ritrovo sola.
Sento che se anche un giorno uscirò da questa specie di "crisi", l'ormai presa di coscienza concreta che tutto un giorno possa finire, non mi farà vivere bene la mia vita. Ma contemporaneamente che non ha senso godere delle piccole cose, se poi tutto un giorno si spegnerà.
Vorrei soltanto essere serena e spensierata, su cose alle quali forse nessuno può dare una risposta. Sono molto spaventata, tanto che a volte temo di morire.
Perché mi succede questo? Andava tutto bene e ora...Mi sento smarrita completamente.
Forse farmi seguire da uno psicologo potrebbe farmi bene a uscire da questo circolo vizioso?
[#1]
Cara ragazza,
la morte è l'estremo limite dell'uomo, ciò che da sempre spaventa perchè ignoto, perché ci da il senso e la dimensione della nostra finitudine.
Ci sono momenti della vita in cui tutti, anche se magari in maniera differente, ci interroghiamo sul senso della vita e sul significato della morte.
Alcuni si affidano alla fede per poter compensare il grandissimo sentimento di inferiorità che il confronto con la morte ci procura, altri non sono credendi e quindi hanno più difficoltà ad accettare serenamente che non ci possa essere un "dopo".
Ciò detto, l'insicurezza e la timidezza di cui lei riconosce aver sempre "sofferto" non possono che incrementare questo sentimento e, associati all'ansia che riferisce di questo ultimo periodo, potrebbero spiegare la sua grande preoccupazione sulla morte e sul senso della vita.
L'aiuto di uno psicologo, senza dubbio, potrebbe aiutarla ad elaborare questo sentimento e a superarlo così da potersi riappropriare serenamente della sua vita.
Un caro saluto
la morte è l'estremo limite dell'uomo, ciò che da sempre spaventa perchè ignoto, perché ci da il senso e la dimensione della nostra finitudine.
Ci sono momenti della vita in cui tutti, anche se magari in maniera differente, ci interroghiamo sul senso della vita e sul significato della morte.
Alcuni si affidano alla fede per poter compensare il grandissimo sentimento di inferiorità che il confronto con la morte ci procura, altri non sono credendi e quindi hanno più difficoltà ad accettare serenamente che non ci possa essere un "dopo".
Ciò detto, l'insicurezza e la timidezza di cui lei riconosce aver sempre "sofferto" non possono che incrementare questo sentimento e, associati all'ansia che riferisce di questo ultimo periodo, potrebbero spiegare la sua grande preoccupazione sulla morte e sul senso della vita.
L'aiuto di uno psicologo, senza dubbio, potrebbe aiutarla ad elaborare questo sentimento e a superarlo così da potersi riappropriare serenamente della sua vita.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Ex utente
Grazie per il consiglio e per aver risposto con sollecitudine.
Spero di riuscire a trovare un modo per vivere serenamente con l'aiuto di uno psicologo. Da un lato sento che può farmi bene, dall'altro però ho paura che nemmeno questo possa fermare questi pensieri così mesti. Ma proverò.
Cordiali saluti
Spero di riuscire a trovare un modo per vivere serenamente con l'aiuto di uno psicologo. Da un lato sento che può farmi bene, dall'altro però ho paura che nemmeno questo possa fermare questi pensieri così mesti. Ma proverò.
Cordiali saluti
[#3]
Carissima,
i pensieri che ci riferisce sembrano proprio essere sintomi di natura ansiosa e in particolare di tipo ossessivo.
Se le cose stanno così uno psicologo potrà sicuramente aiutarla a risolvere il problema, esplorando e risolvendo anche le cause che lo sottendono.
Nelle ultime settimane lei ha vissuto un intervento importante e delicato, il ritorno in università e l'allontanamento della sua più cara amica, ultima di una serie di persone che hanno già lasciato il luogo dove vivevate tutti assieme.
E' comprensibile che un preesistente stato ansioso non resosi manifesto in precedenza (o forse sì?) sia stato sollecitato ad emergere da tutti i fatti che si sono succeduti in così breve tempo.
La cosa migliore che può fare è ricorrere quanto prima all'assistenza di uno psicologo, perchè in questi casi prima si interviene e prima si risolve il problema, evitando di lasciarlo lievitare e cronicizzare.
i pensieri che ci riferisce sembrano proprio essere sintomi di natura ansiosa e in particolare di tipo ossessivo.
Se le cose stanno così uno psicologo potrà sicuramente aiutarla a risolvere il problema, esplorando e risolvendo anche le cause che lo sottendono.
Nelle ultime settimane lei ha vissuto un intervento importante e delicato, il ritorno in università e l'allontanamento della sua più cara amica, ultima di una serie di persone che hanno già lasciato il luogo dove vivevate tutti assieme.
E' comprensibile che un preesistente stato ansioso non resosi manifesto in precedenza (o forse sì?) sia stato sollecitato ad emergere da tutti i fatti che si sono succeduti in così breve tempo.
La cosa migliore che può fare è ricorrere quanto prima all'assistenza di uno psicologo, perchè in questi casi prima si interviene e prima si risolve il problema, evitando di lasciarlo lievitare e cronicizzare.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Ex utente
Grazie mille per la sua risposta.
In realtà sono per natura ansiosa, nel senso che in genere se devo fare una cosa vivo sempre in uno stato di insicurezza. E questo mi ha portato spesso a rimandare, evitare, impigrirmi. Inoltre prima di un esame o di un controllo medico, sono sempre abbastanza tesa, e impaziente che la giornata finisca in modo da buttarmi alle spalle quella mole d'ansia.
Già domani andrò da una psicologa che esercita in zona. Ho voglia di risolvere, di riuscire a fare pace con me stessa, ma soprattutto con questi pensieri che mi ossessionano tutto il giorno, tanto da non farmi godere le piccole cose.
Cordiali Saluti
In realtà sono per natura ansiosa, nel senso che in genere se devo fare una cosa vivo sempre in uno stato di insicurezza. E questo mi ha portato spesso a rimandare, evitare, impigrirmi. Inoltre prima di un esame o di un controllo medico, sono sempre abbastanza tesa, e impaziente che la giornata finisca in modo da buttarmi alle spalle quella mole d'ansia.
Già domani andrò da una psicologa che esercita in zona. Ho voglia di risolvere, di riuscire a fare pace con me stessa, ma soprattutto con questi pensieri che mi ossessionano tutto il giorno, tanto da non farmi godere le piccole cose.
Cordiali Saluti
[#5]
Quindi quello che le sta succedendo da un paio di settimane configura un peggioramento e non una comparsa improvvisa di pensieri ossessivi e sintomi d'ansia.
Ha fatto bene a prendere appuntamento senza lasciar passare altro tempo, così inizierà subito a lavorare sul problema.
Se vuole ci aggiorni sulla situazione, le faccio tanti auguri perchè possa risolvere quanto prima le sue difficoltà.
Cordialmente,
Ha fatto bene a prendere appuntamento senza lasciar passare altro tempo, così inizierà subito a lavorare sul problema.
Se vuole ci aggiorni sulla situazione, le faccio tanti auguri perchè possa risolvere quanto prima le sue difficoltà.
Cordialmente,
[#8]
Si tratta di un'esperienza per lei nuova e lo "sfogo" è solo un primo passo che le consente di spiegare alla dottoressa sia la situazione sia quello che prova.
In seguito lavorerete sul problema a seconda del tipo di orientamento teorico della psicologa che ha iniziato a vedere.
Le auguro dunque buon lavoro!
In seguito lavorerete sul problema a seconda del tipo di orientamento teorico della psicologa che ha iniziato a vedere.
Le auguro dunque buon lavoro!
[#9]
Cara ragazza,
lo sfogo è un primo importante passo per scaricare la sua tensione e per fornire alla psicologa tutti gli elementi che servono per un'accurata analisi del problema.
Lo sfogo è anche un "sintomo buono" perchè significa che lei riesce ad aprirsi e ad avere fiducia nella dottoressa; questo è indispensabile per un buon percorso terapeutico.
Un caro augurio perché tutto proceda per il meglio.
lo sfogo è un primo importante passo per scaricare la sua tensione e per fornire alla psicologa tutti gli elementi che servono per un'accurata analisi del problema.
Lo sfogo è anche un "sintomo buono" perchè significa che lei riesce ad aprirsi e ad avere fiducia nella dottoressa; questo è indispensabile per un buon percorso terapeutico.
Un caro augurio perché tutto proceda per il meglio.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 3.8k visite dal 20/05/2012.
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