Crisi di mezz'età
buonasera, mio padre da qualche mese si è dedicato alla lettura di opere di un filosofo di origine indiana di fine 800. col tempo noto che ha iniziato a seguire i suoi insegnamenti: è diventato vegetariano, ricusa la religione, non si ineteressa più di sport nè tantomeno di politica, non ama più stare assieme agli altri... da qualche tempo manifesta la volontà di voler lasciare casa e abbandonare la sua ottima posizione lavorativa per ottenere la sua indipendenza totale, quella libertà tanto professata dal suo "santone". ora non riuscendo a capire se si tratti di depressione o crisi di mezz'età o quant'altro vi chiedo gentilmente qualche utile consiglio. vi ringrazio anticipatamente
[#1]
Gentile Utente,
non possiamo in nessun caso porre una diagnosi a distanza, ma solo aiutarla a capire meglio cosa succede.
Ci può dire qualcosa in più su suo padre?
Per esempio sarebbe utile sapere quanti anni ha, se la vostra vita familaire è serena e se lui va d'accordo con sua madre, se finora è stato soddisfatto del proprio lavoro o meno, se in precedenza ha avuto dei motivi di frustrazione che ha dovuto subire passivamente e che ora magari sta dichiarando apertamente perchè pensa di avere trovato il modo per liberarsene.
Come è entrato in contatto con quella dottrina?
E' stato avvicinato a quel pensiero da qualcuno o ha scoperto da solo il testo che ha letto?
non possiamo in nessun caso porre una diagnosi a distanza, ma solo aiutarla a capire meglio cosa succede.
Ci può dire qualcosa in più su suo padre?
Per esempio sarebbe utile sapere quanti anni ha, se la vostra vita familaire è serena e se lui va d'accordo con sua madre, se finora è stato soddisfatto del proprio lavoro o meno, se in precedenza ha avuto dei motivi di frustrazione che ha dovuto subire passivamente e che ora magari sta dichiarando apertamente perchè pensa di avere trovato il modo per liberarsene.
Come è entrato in contatto con quella dottrina?
E' stato avvicinato a quel pensiero da qualcuno o ha scoperto da solo il testo che ha letto?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
mio padre ha 51 anni. ha conosciuto mia mamma quando aveva 17 anni e dopo circa 7 anni di fidanzamento si è sposato. sicuramente il loro amore non è più come una volta, ricordo che quando ero piccolo era sempre presente, aveva mille idee ed era sempre un'esperienza nuova. effettivamente capita spesso che i miei genitori abbiano opinioni divergenti ma non ci sono mai litigate, nessuno alza la voce o robe simili. il suo lavoro gli ruba inevitabilmente molto tempo ma adesso fa ciò che ha sempre desiderato. ha un lavoro ben remunerato che si è guadagnato con anni di sacrifici da parte di tutta la famiglia che lo ha sempre appoggiato in ogni sua decisione. fino a poco tempo fa lui è stato il pilastro della casa. sicuramente anche nel lavoro qualcosa non sta andando come dovrebbe ma mio padre non ci racconta quasi più nulla a riguardo. non posso fare a meno di ribadire come il cambiamento si sia accentuato da quando ha iniziato a frequentare dei corsi nella facoltà di filosofia dove ha conosciuto il pensiero di questo famoso filosofo apolide che rifiuta ogni tipo di "organizzazione". abbiamo cercato più volte di parlare e di capire se c'era qualcosa che ci nascondesse (donne\vizi\problemi con amici..) ma nulla. una cosa che mi viene in mente da aggiungere è che solo pochi mesi fa mio padre una mattina si è sentito poco bene e una volta in ospedale gli hanno detto di aver avuto probabilmente un ictus ischemico! l'evento ci ha spaventato tutti molto ma visto il buon esito di tutti gli esami e di tutte le visite credo che la paura sia passata un pò per tutti. vi ringrazio per l aiuto
[#3]
Dopo l'ictus ischemico avete notato un cambiamento più o meno repentino nella sua personalità?
L'interesse per questo filosofo è iniziato in seguito a questo evento?
Ci sono stati cambiamenti nel suo stile di vita o discorsi che avete giudicato strani da parte sua?
L'interesse per questo filosofo è iniziato in seguito a questo evento?
Ci sono stati cambiamenti nel suo stile di vita o discorsi che avete giudicato strani da parte sua?
[#4]
Utente
aveva già cominciato a frequentare l università e già aveva manifestato diversi di questi cambiamenti prima dell'ictus. con l ictus è diventato più negativo, a mio parere troppo pessimista, a suo dire realista. nel corso dei mesi è aumentato il suo interesse verso quest'autore e più legge i suoi scritti più dice di non sentirsi realmente libero ma ingabbiato in dei schemi. io lo trovo molto strano , quando mi dice che vuole cambiare casa, che vuole lasciare tutto , quando noto che anche se parliamo lui non ci da retta , quando prova a spiegarmi la non importanza dei soldi o quando mi accorgo che non lo interessano più cose per le quali prima stravedeva. noi gli abbiamo suggerito di andare da uno psicologo ma lui non ne sente la necessità e ci paragona agli incatenati del mito della caverna di platone. io vorrei capire come dovremmo comportarci. è meglio assecondarlo, lasciarlo fare quest'esperienza da eremita\filosofo o fargli capire che non ha squarciato nessun velo di maya e che tutto ciò in cui ora sta credendo è stato elaborato da una persona con gravi crisi psicologiche?
[#5]
Caro Utente,
mi sembra di capire che l'ictus non ha compromesso nessuna funzione neurologica. E' corretto?
In che modo viene affrontato l'argomento in famiglia? Fino ad ora lo avete contrastato o assecondato?
Oltre agli evidenti cambiamenti che constatate e di cui ci parla, lui come appare? Appare sereno o notate sbalzi di umore, comportamenti strani, bizzarri?
L'ictus potrebbe essere stato il "movente" psicologico per lasciarsi andare definitivamente al nuovo stile di vita cui si era già avvicinato.
Forse questo evento gli ha fatto rivedere le sue priorità spingendolo alla ricerca di un benessere interiore; tuttavia non possiamo neppure escludere altre cause senza una conoscenza diretta.
Resta il fatto che, se non ci sono elementi clinici significativi credo che nessuno possa forzarlo ad andare da uno psicologo per un consulto.
Sarebbe interessante anche conoscere quali sono le implicazioni del suo "cambiamento" sulle necessità, anche economiche, della famiglia.
Un caro saluto
mi sembra di capire che l'ictus non ha compromesso nessuna funzione neurologica. E' corretto?
In che modo viene affrontato l'argomento in famiglia? Fino ad ora lo avete contrastato o assecondato?
Oltre agli evidenti cambiamenti che constatate e di cui ci parla, lui come appare? Appare sereno o notate sbalzi di umore, comportamenti strani, bizzarri?
L'ictus potrebbe essere stato il "movente" psicologico per lasciarsi andare definitivamente al nuovo stile di vita cui si era già avvicinato.
Forse questo evento gli ha fatto rivedere le sue priorità spingendolo alla ricerca di un benessere interiore; tuttavia non possiamo neppure escludere altre cause senza una conoscenza diretta.
Resta il fatto che, se non ci sono elementi clinici significativi credo che nessuno possa forzarlo ad andare da uno psicologo per un consulto.
Sarebbe interessante anche conoscere quali sono le implicazioni del suo "cambiamento" sulle necessità, anche economiche, della famiglia.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#6]
Utente
secondo i medici l'ictus non ha compromesso nessuna funzione neurologica. tuttavia più o meno i periodi coincidono. in famiglia non sappiamo più che pesci prendere. mia madre cerca di mostrarsi molto tranquilla di fronte a lui e continua a comportarsi come sempre. io ho cercato di farlo ragionare scoraggiandolo il più possibile. inevitabilmente abbiamo discusso più volte senza arrivare a capo di nulla. ultimamente è molto apatico, taciturno e introverso, tutto l'opposto di come era fino a pochi mesi fa. il suo cambiamento fa stare in agitazione tutti, siamo molto molto preoccupati per lui, ci dispiace che ci voglia lasciare per isolarsi da tutti alla ricerca di qualcosa di così vago. Lo avremmo capito sicuramente di più se le sue esigenze e i suoi motivi fossero stati più concreti. a livello economico il suo allontanamento comunque non implicherebbe nulla di negativo per la mia famiglia. per fortuna non abbiamo di questi problemi, ringraziando il cielo almeno sotto questo aspetto non ne risentiremmo affatto poichè siamo tutti indipendenti. ma ora mi chiedo: uno psicologo quali consigli darebbe a mio padre se lui personalmente si recasse nel suo studio? capisco che i dati che vi ho dato sono limitati, io non posso sapere realmente tutto ciò che ha in testa il mio papà, ma la mia curiosità è sapere se uno psicologo tenterebbe di distoglierlo dal suo intento oppure si comportebbe diversamente. e poi un'altra domanda che mi pongo è questa: ma gli uomini che vogliono lasciare la loro famiglia avvertono con così tanto anticipo oppure lasciano un biglietto e vanno via? vi ringrazio dell'aiuto
[#7]
Gentile ragazzo,
il punto qui non è distogliere suo padre dal suo intento ma comprendere insieme a lui cosa stia accadendo e come stia realmente lui. E' necessario dare un senso a questo cambiamento più o meno repentino delle sue priorità e dei suoi progetti. Ci sono cose che è difficile comprendere da qui, men che meno senza poter interloquire direttamente con l'interessato. Ad ogni modo credo che la questione centrale per voi sia quella di comprendere a pieno quale sia il suo stato d'animo. Se questo cambiamento fosse la manifestazione di una sua sofferenza non servirebbe a nulla giudicare negativamente le sue "decisioni" e tentare di dissuaderlo dal metterle in atto, anzi, tentare di distoglierlo dai suoi piani potrebbe essere controproducente.
Cercate di parlare con lui e di capire come sta. L'ideale sarebbe farlo con il supporto di uno psicologo o fare sì che sia lui a richiedere questo supporto anche se mi rendo conto che possa essere difficile.
Le faccio un enorme in bocca al lupo
il punto qui non è distogliere suo padre dal suo intento ma comprendere insieme a lui cosa stia accadendo e come stia realmente lui. E' necessario dare un senso a questo cambiamento più o meno repentino delle sue priorità e dei suoi progetti. Ci sono cose che è difficile comprendere da qui, men che meno senza poter interloquire direttamente con l'interessato. Ad ogni modo credo che la questione centrale per voi sia quella di comprendere a pieno quale sia il suo stato d'animo. Se questo cambiamento fosse la manifestazione di una sua sofferenza non servirebbe a nulla giudicare negativamente le sue "decisioni" e tentare di dissuaderlo dal metterle in atto, anzi, tentare di distoglierlo dai suoi piani potrebbe essere controproducente.
Cercate di parlare con lui e di capire come sta. L'ideale sarebbe farlo con il supporto di uno psicologo o fare sì che sia lui a richiedere questo supporto anche se mi rendo conto che possa essere difficile.
Le faccio un enorme in bocca al lupo
Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com
[#8]
"uno psicologo quali consigli darebbe a mio padre se lui personalmente si recasse nel suo studio?"
Se mai suo padre acconsentisse a farsi seguire da uno psicologo significherebbe che si è reso conto che qualcosa non va, e quindi l'eventuale psicologo lo aiuterebbe a capire come mai è arrivato a questo punto e in quale altro modo può fronteggiare un disagio che può essere nato da prima dell'ictus.
Tutto sommato però non è nemmeno detto che suo padre abbia qualcosa che non va: è altrettanto plausibile che, alla soglia dei 50 anni, si sia reso conto di aver vissuto per esempio seguendo quello che pensava che gli altri (la famiglia, la società) si aspettassero da lui, e che alla fine si sia concesso di cercare la propria strada al di fuori delle convenzioni sociali.
Lei ci dice infatti che:
"ha conosciuto il pensiero di questo famoso filosofo apolide che rifiuta ogni tipo di "organizzazione"
e quindi può aver trovato una corrispondenza fra il proprio sentire e il pensiero di quell'Autore, che rifiuta appunto ciò che è organizzato e istituzionale - il che è in linea con l'ipotesi che, arrivato ai 50 anni (momento di bilanci), si sia reso conto di essersi stufato di vivere una vita "organizzata" e forse costretta in un ruolo che non sente più appartenergli.
Non è infine nemmeno detto che non vi nasconda qualcosa come per esempio una relazione clandestina, e che vi racconti di conseguenza solo parte di quello che pensa e che gli succede.
Non è certo interrogandolo che otterrete una confessione, se non vuole scoprire le carte (sempre che ci siano carte da scoprire) penso che semplicemente non lo farà.
In linea di massima eviterei di prenderlo di punta, perchè se volete capire qualcosa in più è necessario che lo facciate sentire ascoltato e non giudicato o aggredito.
Di tutto questo sua madre che idea si è fatta?
Se mai suo padre acconsentisse a farsi seguire da uno psicologo significherebbe che si è reso conto che qualcosa non va, e quindi l'eventuale psicologo lo aiuterebbe a capire come mai è arrivato a questo punto e in quale altro modo può fronteggiare un disagio che può essere nato da prima dell'ictus.
Tutto sommato però non è nemmeno detto che suo padre abbia qualcosa che non va: è altrettanto plausibile che, alla soglia dei 50 anni, si sia reso conto di aver vissuto per esempio seguendo quello che pensava che gli altri (la famiglia, la società) si aspettassero da lui, e che alla fine si sia concesso di cercare la propria strada al di fuori delle convenzioni sociali.
Lei ci dice infatti che:
"ha conosciuto il pensiero di questo famoso filosofo apolide che rifiuta ogni tipo di "organizzazione"
e quindi può aver trovato una corrispondenza fra il proprio sentire e il pensiero di quell'Autore, che rifiuta appunto ciò che è organizzato e istituzionale - il che è in linea con l'ipotesi che, arrivato ai 50 anni (momento di bilanci), si sia reso conto di essersi stufato di vivere una vita "organizzata" e forse costretta in un ruolo che non sente più appartenergli.
Non è infine nemmeno detto che non vi nasconda qualcosa come per esempio una relazione clandestina, e che vi racconti di conseguenza solo parte di quello che pensa e che gli succede.
Non è certo interrogandolo che otterrete una confessione, se non vuole scoprire le carte (sempre che ci siano carte da scoprire) penso che semplicemente non lo farà.
In linea di massima eviterei di prenderlo di punta, perchè se volete capire qualcosa in più è necessario che lo facciate sentire ascoltato e non giudicato o aggredito.
Di tutto questo sua madre che idea si è fatta?
[#9]
>>> uno psicologo quali consigli darebbe a mio padre se lui personalmente si recasse nel suo studio?
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Ancor prima di questo è necessario chiedersi: suo padre è d'accordo a recarsi da uno psicologo?
Perché se ci andasse di malavoglia o si sentisse trasportato là come un pacco postale, i risultati potrebbero addirittura essere controproducenti.
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Ancor prima di questo è necessario chiedersi: suo padre è d'accordo a recarsi da uno psicologo?
Perché se ci andasse di malavoglia o si sentisse trasportato là come un pacco postale, i risultati potrebbero addirittura essere controproducenti.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#10]
Utente
innanzitutto voglio ringraziarvi per l aiuto che mi state dando e credo che abbiate colto nel segno.
è difficile ammetterlo per me ma probabilmente mio padre si sta rendendo conto che ciò che ha intorno non lo soddisfa pienamente e vuole cercare la sua strada rompendo tutti gli schemi.
siccome le sue scelte sono così anti convenzionali e fuori da ogni conformismo, tutti noi che gli stiamo attorno abbiamo sospettato che potesse essere depresso. per noi i soui discorsi risultano davvero assurdi.
e pensare che c'è gente che darebbe oro per essere al suo posto! una grande e bella famiglia alle spalle, una moglie devota e mai grossi problemi.
forse tutta questa agiatezza, tutta questa ricchezza sia di affetti che economica l'hanno stufato. oramai per lui tutto risulta scontato.
mia mamma non si capacita della situazione, non riesce a comprendere come sia potuto succedere. è molto abbattuta e vedere anche lei così mi fa stare molto male. ora probabilmente si recheranno da uno psicologo nella speranza tutto torni nella normalità. grazie ancora.
è difficile ammetterlo per me ma probabilmente mio padre si sta rendendo conto che ciò che ha intorno non lo soddisfa pienamente e vuole cercare la sua strada rompendo tutti gli schemi.
siccome le sue scelte sono così anti convenzionali e fuori da ogni conformismo, tutti noi che gli stiamo attorno abbiamo sospettato che potesse essere depresso. per noi i soui discorsi risultano davvero assurdi.
e pensare che c'è gente che darebbe oro per essere al suo posto! una grande e bella famiglia alle spalle, una moglie devota e mai grossi problemi.
forse tutta questa agiatezza, tutta questa ricchezza sia di affetti che economica l'hanno stufato. oramai per lui tutto risulta scontato.
mia mamma non si capacita della situazione, non riesce a comprendere come sia potuto succedere. è molto abbattuta e vedere anche lei così mi fa stare molto male. ora probabilmente si recheranno da uno psicologo nella speranza tutto torni nella normalità. grazie ancora.
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>>> è difficile ammetterlo per me ma probabilmente mio padre si sta rendendo conto che ciò che ha intorno non lo soddisfa pienamente
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Questa difficoltà non sembra solo sua, ma condivisa dalla vostra famiglia.
Per questo le dico che una cura psicologica non può prescindere innanzitutto dalla sua accettazione da parte dell'interessato.
Per voi la "cura" potrebbe consistere nel far tornare suo padre com'era prima, per lui potrebbe significare qualcos'altro.
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Questa difficoltà non sembra solo sua, ma condivisa dalla vostra famiglia.
Per questo le dico che una cura psicologica non può prescindere innanzitutto dalla sua accettazione da parte dell'interessato.
Per voi la "cura" potrebbe consistere nel far tornare suo padre com'era prima, per lui potrebbe significare qualcos'altro.
[#12]
"si recheranno da uno psicologo nella speranza tutto torni nella normalità"
Il punto è proprio questo: se la "normalità" ha portato suo padre a desiderare e a decidere di cercare un'altra strada, per lui più soddisfacente, l'obiettivo dovrà essere non tanto ripristinare lo stato di cose precedente, quanto trovare un nuovo equilibrio.
Chi dei due ha deciso di consultare uno psicologo?
Ci andranno per chiedere un consulto in coppia?
Sicuramente per lei come figlio è difficile e doloroso assistere allo spettacolo di un padre scontento di una situazione che rappresenta per molti un punto d'arrivo irraggiungibile e agognato, ma è probabile che la sua visione soggettiva della situazione sia diversa e che, raggiunti i 50 anni, si stia dicendo che ha ancora tempo per cambiare direzione e/o realizzare anche dell'altro nella sua vita.
Il punto è proprio questo: se la "normalità" ha portato suo padre a desiderare e a decidere di cercare un'altra strada, per lui più soddisfacente, l'obiettivo dovrà essere non tanto ripristinare lo stato di cose precedente, quanto trovare un nuovo equilibrio.
Chi dei due ha deciso di consultare uno psicologo?
Ci andranno per chiedere un consulto in coppia?
Sicuramente per lei come figlio è difficile e doloroso assistere allo spettacolo di un padre scontento di una situazione che rappresenta per molti un punto d'arrivo irraggiungibile e agognato, ma è probabile che la sua visione soggettiva della situazione sia diversa e che, raggiunti i 50 anni, si stia dicendo che ha ancora tempo per cambiare direzione e/o realizzare anche dell'altro nella sua vita.
[#13]
Gentile ragazzo in ansia,
due sono le possibili cause del comportamento di suo padre. O la sua mente comincia a perdere colpi, anche semplicemente per motivi legati all'età che avanza e che presenta costantemente il conto senza sconti, oppure questo essere umano per motivi tutti suoi e godendo di ottima salute, stimolato dal "guru" di turno pare fortemente motivato a raccogliere poche cose ed andarsene per il mondo in assoluta libertà, finalmente libero e fortemente intenzionato a sperimentare percorsi alternativi che porterebbero alla conquista della felicità.
E' tutto da scoprire e, direi, piuttosto in fretta. Cerco di spiegarmi. Non pochi anni orsono, mentre in treno stavo recandomi a Roma, feci la conoscenza di uin gesuita i cui modi di fare denunciavano trattarsi di una persona propietaria di quell'essere nel mondo,riservato a pochi, qualità rara in via di estinzione. Ma non solo questo. Parlando con lui venni a sapere che era, tra l'altro, un insegnante di matematica. Ora, dal momento che questa materia non era mai stata oggetto di particolare interesse da parte mia, forse perchè dalle elementari al liceo l'avevo sempre odiata, nel venire a sapere che il religioso fosse un esperto del settore, gli manifestai la mia convinzione che tale materia, almeno per me, era sempre stata difficile da apprendere creandomi non poche sofferenze, particolarmente in occasione di compiti in classe.
Il gesuita sorridendo cominciò a tessere le lodi di questa materia e che probabilmente io ero incappato in cattivi maestri. In breve, nelle 5 ore di viaggio il religioso compì un autentico miracolo spiegandomi in maniera magistrale la matematica in modo tale da convertire l'odio in amore a cominciare dalla prima
battuta " la prima cosa da fare è ridurre ai minimi termini.." Una persona meravigliosa che non ho mai dimenticato, non ostante siano passati alcuni decenni.
Purtroppo non è sempre così. Voglio dire non sempre si incontrano persone che il solo incontrarle ti arricchisce. Anzi, non raramente, ci imbattiamo in personaggi strani, oscuri e spesso autentici ciarlatani che fanno del male a chi abbia la sfortuna di incontrarli . Purtroppo non sono sempre riconoscibili perchè insospettabili che si mascherano all'interno di ruoli e status di tutto rispetto.
Caro ragazzo, il punto é questo. A mio modo di vedere forse suo padre sta reclamando uina porzione di autenticità segnalando il diritto ad esistere per ciò che resta della sua esistenza alla ricerca di poter liberare un suo desiderio affrancandosi da qualsiasi forma di controllo istituzionale, non esclusa la famiglia,
sovente intriso di ipocrisia. Forse la giusta spinta nel riuscire in ciò potrebbe essere stata nell'aver conosciuto, seppure attraverso la lettura di un libro, questo filosofo indisno dell'800.
Per concludere, il vero problema forse non sta in suo padre, ma nella qualità umana e morale dell'autore di quel libro. E' una persona positiva sotto ogni aspetto, oppure si tratta dell'ennesimo ciarlatano che potrebbe nuocere non marginalmente a suo padre ? Si dia da fare. In tutti i sensi.
Cordialità
due sono le possibili cause del comportamento di suo padre. O la sua mente comincia a perdere colpi, anche semplicemente per motivi legati all'età che avanza e che presenta costantemente il conto senza sconti, oppure questo essere umano per motivi tutti suoi e godendo di ottima salute, stimolato dal "guru" di turno pare fortemente motivato a raccogliere poche cose ed andarsene per il mondo in assoluta libertà, finalmente libero e fortemente intenzionato a sperimentare percorsi alternativi che porterebbero alla conquista della felicità.
E' tutto da scoprire e, direi, piuttosto in fretta. Cerco di spiegarmi. Non pochi anni orsono, mentre in treno stavo recandomi a Roma, feci la conoscenza di uin gesuita i cui modi di fare denunciavano trattarsi di una persona propietaria di quell'essere nel mondo,riservato a pochi, qualità rara in via di estinzione. Ma non solo questo. Parlando con lui venni a sapere che era, tra l'altro, un insegnante di matematica. Ora, dal momento che questa materia non era mai stata oggetto di particolare interesse da parte mia, forse perchè dalle elementari al liceo l'avevo sempre odiata, nel venire a sapere che il religioso fosse un esperto del settore, gli manifestai la mia convinzione che tale materia, almeno per me, era sempre stata difficile da apprendere creandomi non poche sofferenze, particolarmente in occasione di compiti in classe.
Il gesuita sorridendo cominciò a tessere le lodi di questa materia e che probabilmente io ero incappato in cattivi maestri. In breve, nelle 5 ore di viaggio il religioso compì un autentico miracolo spiegandomi in maniera magistrale la matematica in modo tale da convertire l'odio in amore a cominciare dalla prima
battuta " la prima cosa da fare è ridurre ai minimi termini.." Una persona meravigliosa che non ho mai dimenticato, non ostante siano passati alcuni decenni.
Purtroppo non è sempre così. Voglio dire non sempre si incontrano persone che il solo incontrarle ti arricchisce. Anzi, non raramente, ci imbattiamo in personaggi strani, oscuri e spesso autentici ciarlatani che fanno del male a chi abbia la sfortuna di incontrarli . Purtroppo non sono sempre riconoscibili perchè insospettabili che si mascherano all'interno di ruoli e status di tutto rispetto.
Caro ragazzo, il punto é questo. A mio modo di vedere forse suo padre sta reclamando uina porzione di autenticità segnalando il diritto ad esistere per ciò che resta della sua esistenza alla ricerca di poter liberare un suo desiderio affrancandosi da qualsiasi forma di controllo istituzionale, non esclusa la famiglia,
sovente intriso di ipocrisia. Forse la giusta spinta nel riuscire in ciò potrebbe essere stata nell'aver conosciuto, seppure attraverso la lettura di un libro, questo filosofo indisno dell'800.
Per concludere, il vero problema forse non sta in suo padre, ma nella qualità umana e morale dell'autore di quel libro. E' una persona positiva sotto ogni aspetto, oppure si tratta dell'ennesimo ciarlatano che potrebbe nuocere non marginalmente a suo padre ? Si dia da fare. In tutti i sensi.
Cordialità
Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 3k visite dal 14/05/2012.
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