Efficacia della psicoterapia,assenza di diagnosi
Gent.mi dottori,
vi scrivo per ricevere un parere circa la mia situazione. Sono in cura presso un terapeuta da circa 8mesi, sono migliorata molto. Uno psichiatra di mia conoscenza aveva ipotizzato problemi di tipo dipendente (affettivo) e ossessivo.
Sono migliorata molto da quando faccio psicoterapia, ma le domande che mi sorgono spontanee sono:
- è giusto seguire la terapia analitico-transazionale per i miei problemi?
- non sono troppi otto mesi?
- è normale che il mio terapeuta non mi ha comunicato la diagnosi?
Saluti
vi scrivo per ricevere un parere circa la mia situazione. Sono in cura presso un terapeuta da circa 8mesi, sono migliorata molto. Uno psichiatra di mia conoscenza aveva ipotizzato problemi di tipo dipendente (affettivo) e ossessivo.
Sono migliorata molto da quando faccio psicoterapia, ma le domande che mi sorgono spontanee sono:
- è giusto seguire la terapia analitico-transazionale per i miei problemi?
- non sono troppi otto mesi?
- è normale che il mio terapeuta non mi ha comunicato la diagnosi?
Saluti
[#1]
Gentile Utente,
se Lei sta migliorando, perchè si sta preoccupando della durata della terapia e della diagnosi?
Non è decisamente più importante focalizzarsi sui risultati ottenuti fin qui?
se Lei sta migliorando, perchè si sta preoccupando della durata della terapia e della diagnosi?
Non è decisamente più importante focalizzarsi sui risultati ottenuti fin qui?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Alcuni meccanismi in una psicoterapia sono del tutto fisiologici, anche la percezione di regredire.
Lei ha 26 anni e per tanto tempo il Suo "funzionamento" in termini cognitivi, mentali e comportamentali è stato di un certo tipo; non può pretendere di cambiare radicalmente e subito. Quindi ci saranno sicuramente dei momenti in cui Le sembrerà di tornare come prima o regredire o di essersi arenato.
Deve tuttavia parlarne con il terapeuta, perchè sarà in terapia che potrà utilizzare questi elementi a Suo vantaggio.
Forse nei momenti di stress tende ad utilizzare di più (perchè più veloci e più rassicuranti) i Suoi vecchi schemi.
Saluti,
Lei ha 26 anni e per tanto tempo il Suo "funzionamento" in termini cognitivi, mentali e comportamentali è stato di un certo tipo; non può pretendere di cambiare radicalmente e subito. Quindi ci saranno sicuramente dei momenti in cui Le sembrerà di tornare come prima o regredire o di essersi arenato.
Deve tuttavia parlarne con il terapeuta, perchè sarà in terapia che potrà utilizzare questi elementi a Suo vantaggio.
Forse nei momenti di stress tende ad utilizzare di più (perchè più veloci e più rassicuranti) i Suoi vecchi schemi.
Saluti,
[#4]
gentile utente queste letture le troverà interessanti per i suoi quesiti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#5]
Gentile Utente,
otto mesi non sono affatto troppi.
Se si trova bene con questo terapeuta, vuol dire che l'orientamento è consono a lei ed al suo disagio.
Le domande che sta facendo a noi, dovrebbe farle a chi la sta seguendo, così trasformerà la crisi in allenaza terapeutica.
otto mesi non sono affatto troppi.
Se si trova bene con questo terapeuta, vuol dire che l'orientamento è consono a lei ed al suo disagio.
Le domande che sta facendo a noi, dovrebbe farle a chi la sta seguendo, così trasformerà la crisi in allenaza terapeutica.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Che cosa intende con "regredire"? Per quali problemi le è stata la consigliata la psicoterapia, specificamente?
Se lo psicoterapeuta ha ritenuto di non comunicarle la diagnosi, può essere per aver valutato che farlo sarebbe stato controproducente. Esiste un problema noto come "etichettamento", per cui una diagnosi può suonare come una specie di condanna e rendere più difficile uscirne.
Ciò che conta è venir fuori dal problema, non sapere come si chiamava. Fissarsi sul voler dare un nome alle cose può essere in effetti un indizio di tendenza ossessiva, che il terapeuta avrà deciso di non alimentare.
Se lo psicoterapeuta ha ritenuto di non comunicarle la diagnosi, può essere per aver valutato che farlo sarebbe stato controproducente. Esiste un problema noto come "etichettamento", per cui una diagnosi può suonare come una specie di condanna e rendere più difficile uscirne.
Ciò che conta è venir fuori dal problema, non sapere come si chiamava. Fissarsi sul voler dare un nome alle cose può essere in effetti un indizio di tendenza ossessiva, che il terapeuta avrà deciso di non alimentare.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.5k visite dal 12/05/2012.
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