Distimia

Buonasera,
sono da un anno e mezzo in psicoterapia e mi è stata diagnosticata la distimia.
Ho una relazione da quasi 4 anni con una ragazza ed è stata sempre un tira e molla. Ho discusso di questa relazione anche con la mia psicoterapeuta ed è venuto fuori che in realtà, la mia relazione è soffocante, non tanto con episodi di gelosia e/o abusi fisici, quanto psicologici. Ovviamente tutto avviene a doppio senso.
Io sento il bisogno di staccarmi da questa persona ma allo stesso tempo non ci riesco. Sento un grido che mi dice di lasciarla ma allo stesso tempo una voce dice "dopo chi ti rimarrà?". Secondo voi questa condizione di "confusione" è normale, oppure è determinata dalla distimia (tira e molla vari)?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

questa situazione potrebbe anche NON essere legata alla diagnosi ricevuta dal curante, in quanto queste dinamiche che Lei sta descrivendo sono presenti anche in altre coppie. A volte, infatti, la paura di stare da soli non permette di sganciarsi da storie soffocanti.

Dice che da 4 anni è in terapia e che avete parlato di questa situazione: che cosa ne è emerso?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Mi scusi, mi sono espresso male. Da circa un anno e mezzo sono in terapia, mentre la mia relazione dura da 4 anni.
E' emerso che questa relazione non porta benefici per nessuno dei due, anzi...
La mia ragazza ha trovato un "genitore in me" ed io ho trovato un appoggio in lei, però questo tipo di "relazione" è distruttiva per tutti e due in quanto limita parecchio la nostra libertà.
Per di più viviamo distanti circa 130km e questo non aiuta.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Ha ragione, mi scusi, ho letto male io!

Una volte esplorate le dinamiche di coppia, se la relazione è impostata nei termini che ha descritto, dovrebbe valutare con l'aiuto del Suo terapeuta i costi e benefici di tale rapporto.

Quali vantaggi ha? E quali svantaggi?

E' chiaro che la decisione spetta solo a Lei.

Adesso col terapeuta su che cosa state lavorando e in che modo? Cioè, una volta viste queste modalità, in che modo viene promosso un cambiamento?

Che tipo di psicoterapia sta facendo?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
una relazione così duratura , ma così compromessa e disfunzionale, credo che porterebbe malessere a chiunque anche senza la sua diagnosi.
Fare il genitore della propria fidanzata e cercare appoggi terapeutici in lei, non mi sembrano dei buoni presupposrìti per andare avanti.
Le relazioni dovrebbero basarsi sul "piacere", non sul "bisogno".
Discuta con la sua terapeuta del disagio provato e cerchi con lei soluzioni maggiormente adattive.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Dunque il tipo di psicoterapia è psicanalitica e quindi discutiamo prima delle sensazioni che vivo, dei disagi e dei miei blocchi mentali.
Dopodiché, la dottoressa analizza ciò che io ho detto facendomi partecipare all'analisi.
Devo dire che da quando ho iniziato, ho sciolto molti "nodi" e costrutti mentali, ed ho migliorato il mio umore.
Però da un po' di tempo a questa parte la situazione sentimentale che sto vivendo è sempre nei miei pensieri come qualcosa di negativo ma non riesco a staccarmene.
Ne ho parlato con la dottoressa ed è emerso che la relazione non apporta benefici a nessuno dei due, o meglio il bilancio è negativo ma non riesco a visualizzare un futuro senza la mia ragazza o se ci riesco è grigio, non colorato.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Un fururo in bianco e nero, non e' la migliore soluzione.
Proseguendo con il percorso magari trovera' i colori dentro di se' e non attribuira' " altro" alla sua relazione.
Se un rapporto e' piu' ' quello che toglie, cghe quello che da' , sarebbe il caso di fare un bilancio risolutivo.
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Utente
Utente
In passato ci siamo già lasciati e ripresi. La sua situazione familiare ha pesato enormemente sulla nostra relazione ed alla fine ha portato anche lei ad allontanarsi dalla madre.
Ora mi viene da pensare che le mie decisioni, come quella presa due anni fa, cioè quelle di interrompere la relazione fossero giuste ma che in qualche modo, non riesca a metabolizzare la "perdita".
C'è un modo, oltre all'approccio psicoterapeutico (il quale utilizzerò sicuramente), per uscire fuori dal senso di perdita di un "pilastro" del proprio essere?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
No, si chiama elaborazione del lutto ed avviene mediante il lavoro terapeutico.
Lei adopera metafore , come i colori, il pilastro, che fanno immaginare il ruolo che la sua fidanzata ha nella sua vita relazionale e psichica: di supporto!
Le ripeto le relazioni per essere funzionali e funzionanti, dovrebbero basarsi sul piace, non sul bisogno.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Sento un grido che mi dice di lasciarla ma allo stesso tempo una voce dice "dopo chi ti rimarrà?". Secondo voi questa condizione di "confusione" è normale, oppure è determinata dalla distimia (tira e molla vari)?
>>>

È più probabile che sia stato il logoramento a causare la distimia, non il contrario. "Distimia" significa stato depressivo d'intensità non acuta ma persistente, e la depressione è uno degli sbocchi probabili quando si resta per tanto tempo alle prese con un problema insolubile. Il dilemma relazionale: "Lascio o non lascio?" ne è un esempio tipico.

È possibile che ci sia un cambiamento ancora più importante del superamento del lutto che in lei deve ancora avvenire: iniziare a sentire di poter camminare sulle proprie gambe, per mettere in conto un certo periodo di solitudine quando vi sarete lasciati. Se prima non riesce ad accettare questo, le potrebbe essere molto difficile accettare il resto. Ma anche questo è un cambiamento che deve far parte della sua terapia.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com