Ansia e pancia

Salve,
è da qualche anno ormai che soffro di ansia legata al fatto di dover andare in bagno quando sono fuori di casa. Quando sono a casa sto bene quindi non si tratta di un problema “reale” diciamo, però quando è il momento di uscire sono assalita dal pensiero che poi starò male e dovrò andare in bagno. A volte mi capita pure che mi vengono dei veri dolori alla pancia, ma mi rendo conto che si trattano di dolori perché devo uscire.
Ovviamente questa situazione mi sta provocando apatia, sconforto, perché non voglio mai uscire di casa e questo condiziona anche la mia vita di coppia.
Ho notato che mangiando poco il problema un po’ si attenua, nel senso che io so di aver mangiato poco e quindi penso che è molto difficile che mi venga da andare in bagno..però non posso neppure uscire di casa e fare attività ecc sempre con lo stomaco vuoto.
Cosa potrei fare? Non so se riuscirei a rivolgermi ad uno psicologo perché sono veramente molto timida e non riesco a parlare apertamente..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Quando sono a casa sto bene quindi non si tratta di un problema “reale”
>>>

Che significa? Quindi per lei l'ansia non sarebbe un problema "reale"?

La definizione corretta è "problema situazionale", cioè che si manifesta di fronte a determinate situazioni e non altre, ossia il segno inequivocabile che si tratta in effetti di un problema psicologico.

Ma ciò non lo rende meno "reale". Altrimenti, presumo, non sarebbe qui a scriverci.

Deve rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta, ma di persona.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Salve,
intendevo che non è di un problema "reale" nel senso che non credo di avere un problema fisico, cioè di avere dei problemi riscontrabili attraverso analisi del sangue ecc.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le ragazza,
sembra si sia instaurata un'ansia anticipatoria che ha facilitato l'utilizzo di tentate soluzioni che si rivelano inefficaci e stanno condizionando notevolmente la sua vita relazionale.
La timidezza può crearle qualche difficoltà inizialmente nel condividere il suo vissuto con uno psicologo-psicoterapeuta, ma sarà quest'ultimo a creare un'atmosfera facilitante rispettando i suoi tempi, in altre parole non è detto che lei debba "vuotare il sacco" nei primi cinque minuti del colloquio.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
Il non avere un problema fisico, non equivale al non averne uno psichico.
Il secondo non e' quantizzabile, visibile, misurabile, si esprime soltanto attraverso la sintomatologia, che andrebbe accuratamente diagnosticata, ascoltata e, poi eliminata.
Un percorso di psicoterapia andrebbe valutato, vedra' che timidezza ed imbarazzo, lasceranno il posto ad una buona alleanza terapeutica.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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