Totale mancanza di autostima
Salve,
ho 28 anni oramai e pensavo che le crisi adolescenziali fossero ben lontante, invece mi sembra di avere ancora 18 anni. Soffro di una totale sfiducia nelle mie capacità a livello generale e questa cosa si acuisce quando sono fidanzata, quando ho qualcuno che potrei perdere, infatti da single mi capita molto raramente di sentirmi inadeguata.
Di conseguenza sono molto gelosa e soffro perchè per non sembrare ridicola a volte sto zitta, ed invece sto male per ogni bella ragazza che passa d'avanti al mio ragazzo, mi agito, mi batte il cuore, nonchè per ogni ragazza che lavora (mentre io invece pur avendo concluso gli studi con successo non ho un lavoro) perchè penso che lui possa preferire una ragazza realizzata piuttosto che me.
Non so come fare e questa cosa mi rovina la vita, ho già provato a fare un percorso con degli specialisti ma non ho avuto risultati, volevo sapere cosa mi potreste consigliare e se c'è qualche centro buono nella mia città.
ho 28 anni oramai e pensavo che le crisi adolescenziali fossero ben lontante, invece mi sembra di avere ancora 18 anni. Soffro di una totale sfiducia nelle mie capacità a livello generale e questa cosa si acuisce quando sono fidanzata, quando ho qualcuno che potrei perdere, infatti da single mi capita molto raramente di sentirmi inadeguata.
Di conseguenza sono molto gelosa e soffro perchè per non sembrare ridicola a volte sto zitta, ed invece sto male per ogni bella ragazza che passa d'avanti al mio ragazzo, mi agito, mi batte il cuore, nonchè per ogni ragazza che lavora (mentre io invece pur avendo concluso gli studi con successo non ho un lavoro) perchè penso che lui possa preferire una ragazza realizzata piuttosto che me.
Non so come fare e questa cosa mi rovina la vita, ho già provato a fare un percorso con degli specialisti ma non ho avuto risultati, volevo sapere cosa mi potreste consigliare e se c'è qualche centro buono nella mia città.
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>>> Soffro di una totale sfiducia nelle mie capacità a livello generale
>>>
Lo si era già intuito nell'altra richiesta, quella a proposito dell'ipotetica omosessualità dell'amico del suo ragazzo.
Che tipo di percorso ha fatto? Tipo di terapia? Frequenza delle sedute, durata complessiva, contenuti discussi in seduta?
Più che un centro, dovrebbe reperire un professionista psicologo psicoterapeuta, ma prima ci parli un po' delle esperienze terapeutiche passate.
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Lo si era già intuito nell'altra richiesta, quella a proposito dell'ipotetica omosessualità dell'amico del suo ragazzo.
Che tipo di percorso ha fatto? Tipo di terapia? Frequenza delle sedute, durata complessiva, contenuti discussi in seduta?
Più che un centro, dovrebbe reperire un professionista psicologo psicoterapeuta, ma prima ci parli un po' delle esperienze terapeutiche passate.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Essenzialmente parlavo del più e del meno e non mi veniva rivolta alcuna domanda, sentendomi anche in un vistoso imbarazzo. Andavo 1 volta alla settimana, per la durata di 1 ora sempre ridotta a45 minuti. I contenuti spaziavano un pò su tutto il mio vissuto, dall'infanzia fino ad oggi, famiglia, fidanzati, studi, tutto.
Ma sinceramente si trattava di una chiacchierata che potevo benissimo fare con la mia migliore amica, non ne vedevo la differenza. La dicitura di questa terapia era "colloquio psicologico". Mi sono assentata dall'andare perchè molte volte la persona in questione prendeva posizione, e non era neutrale, insomma invece di sentirmi sollevata mi sentivo sempre peggio, so di essere abbastanza rigida su certe cose (altrimenti non chiederei aiuto) ma non credo di poter migliorare sentendomi accusata, anzi, mi sentivo sempre peggio. Il fatto di non avere consenso non era tanto il problema poichè anche la mia migliore amica o mia mamma o chiunque altro può correggermi e quando capita se percepisco che viene fatto con affetto non ci resto male ma in quel caso erano i modi che mi infastidivano... insomma non la ripeterei come cosa.
A parte questo, sono fermamente convinta che il mio ragazzo una volta stabilizzatosi col lavoro mi lascerà (solo per far capire la gravità del mio stato emotivo).
Ma sinceramente si trattava di una chiacchierata che potevo benissimo fare con la mia migliore amica, non ne vedevo la differenza. La dicitura di questa terapia era "colloquio psicologico". Mi sono assentata dall'andare perchè molte volte la persona in questione prendeva posizione, e non era neutrale, insomma invece di sentirmi sollevata mi sentivo sempre peggio, so di essere abbastanza rigida su certe cose (altrimenti non chiederei aiuto) ma non credo di poter migliorare sentendomi accusata, anzi, mi sentivo sempre peggio. Il fatto di non avere consenso non era tanto il problema poichè anche la mia migliore amica o mia mamma o chiunque altro può correggermi e quando capita se percepisco che viene fatto con affetto non ci resto male ma in quel caso erano i modi che mi infastidivano... insomma non la ripeterei come cosa.
A parte questo, sono fermamente convinta che il mio ragazzo una volta stabilizzatosi col lavoro mi lascerà (solo per far capire la gravità del mio stato emotivo).
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Cara ragazza, questa sua "totale sfiducia " nelle sue capacità , che si acuisce quando è fidanzata, quando " ho qualcuno che potrei perdere "mi fa riflettere sul fatto che forse, nella sua vita ci sono state, perdite, distacchi dolorosi che le hanno fatto perdere la consapevolezza che, anche lei possiede senza dubbio delle qualità di intelligenza, sensibilità, anche cultura, visti gli studi fatti.
Perchè si sente inerme in balia di tutti, del fidanzato che spero l'ami, delle belle ragazze che passano, delle donne realizzate.. ?
Sarebbe credo possibile, con una psicoterapia mirata alla riconquista dell'autostima, diventare una donna più sicura, meno dipendente, più centrata su suoi progetti, per ora non lavora, ma forse un lavoro, anche diverso dal previsto, si trova..
Si valorizzi, legga, esca, superi via via piccole difficoltà che la incoraggeranno.
Non è possibile consegnarsi mani e piedi allo sguardo e all'attenzione di un uomo, anche amatissimo e innamorato.
Svoltare è possibile e entusiasmante, vedrà che opportunamente aiutata ce la farà.
Molti auguri, ci faccia sapere come va..
Perchè si sente inerme in balia di tutti, del fidanzato che spero l'ami, delle belle ragazze che passano, delle donne realizzate.. ?
Sarebbe credo possibile, con una psicoterapia mirata alla riconquista dell'autostima, diventare una donna più sicura, meno dipendente, più centrata su suoi progetti, per ora non lavora, ma forse un lavoro, anche diverso dal previsto, si trova..
Si valorizzi, legga, esca, superi via via piccole difficoltà che la incoraggeranno.
Non è possibile consegnarsi mani e piedi allo sguardo e all'attenzione di un uomo, anche amatissimo e innamorato.
Svoltare è possibile e entusiasmante, vedrà che opportunamente aiutata ce la farà.
Molti auguri, ci faccia sapere come va..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#4]
Utente
Si lei ha perfettamente ragione, ma io abito a Napoli e non lavorando non posso permettermi uno specialista privato, e quindi faccio riferimento all'ASL.
Il mio ragazzo mi ama, come tutti ha qualche debolezza, l'occhio cade su altre donne specie se provocanti, ma di base non smette mai di dirmi quanto io gli piaccia e quanto sappia che io sono una persona che vorrebbe lavorare, ma credo sempre che alla fine, quando andrà a lavorare (prossimamente si spera) e si ritroverà nell'ambiente aziendale, possa trovare una ragazza con stesse passioni e cose in comune.
Inoltre è inutile negare che chi lavora ha più autostima e considerazione di sè rispetto achi non lo fa, e temo anche un suo sentirsi superiore a me... oggi mi ha ripetuto che si sentiva "figo" perchè finalmente le cose lavorativamente stanno andando meglio.. (sta facendo svariati colloqui con esito positivo) e siccome è stato disoccupato per 2anni e gli sono stata vicino, ho paura che dimentichi tutto quelloche abbiamo passato insieme e che lavorando possa sentirsi all'altezza di una ragazza migliore di me. D'altra parte se nemmeno lui lavora, è impensabile progettare un futuro assieme e quindi lui crede che a me dia sollievo il fatto che lui lavori, senza capire il mio disagio.
La cosa strana è che sono proprio io a mandare i curriculum per lui ma poi quando si presenta l'opportunità lavorativa, ho paura.
Soffro molto e già so che starò molto male e che forse sarò io a provocare involontariamente la fine della storia. Secondo voi dovrei parlare con lui? O rischio di allontanarlo?
Scusate se mi sono dilungata..
Il mio ragazzo mi ama, come tutti ha qualche debolezza, l'occhio cade su altre donne specie se provocanti, ma di base non smette mai di dirmi quanto io gli piaccia e quanto sappia che io sono una persona che vorrebbe lavorare, ma credo sempre che alla fine, quando andrà a lavorare (prossimamente si spera) e si ritroverà nell'ambiente aziendale, possa trovare una ragazza con stesse passioni e cose in comune.
Inoltre è inutile negare che chi lavora ha più autostima e considerazione di sè rispetto achi non lo fa, e temo anche un suo sentirsi superiore a me... oggi mi ha ripetuto che si sentiva "figo" perchè finalmente le cose lavorativamente stanno andando meglio.. (sta facendo svariati colloqui con esito positivo) e siccome è stato disoccupato per 2anni e gli sono stata vicino, ho paura che dimentichi tutto quelloche abbiamo passato insieme e che lavorando possa sentirsi all'altezza di una ragazza migliore di me. D'altra parte se nemmeno lui lavora, è impensabile progettare un futuro assieme e quindi lui crede che a me dia sollievo il fatto che lui lavori, senza capire il mio disagio.
La cosa strana è che sono proprio io a mandare i curriculum per lui ma poi quando si presenta l'opportunità lavorativa, ho paura.
Soffro molto e già so che starò molto male e che forse sarò io a provocare involontariamente la fine della storia. Secondo voi dovrei parlare con lui? O rischio di allontanarlo?
Scusate se mi sono dilungata..
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Gent.le ragazza,
la dimensione lavorativa dovrebbe essere il "luogo"di espressione delle proprie potenzialità e talenti, in tal caso si rivela funzionale al miglioramento della considerazione di sé, tuttavia "agganciare" l'autostima esclusivamente allo status di lavoratore può essere fuorviante.
Il senso di inadeguatezza che le sta creando disagio in realtà non deriva solo dalla frustrazione di essere disoccupata ma da un atteggiamento giudicante e rigido che non le consente al momento di mettere in discussione alcune convinzioni.
La relazione terapeutica (psicoterapia) può rappresentare un'opportunità per avviare un processo di empowerment (recupero del potere personale).
A tal proposito la invito a leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
la dimensione lavorativa dovrebbe essere il "luogo"di espressione delle proprie potenzialità e talenti, in tal caso si rivela funzionale al miglioramento della considerazione di sé, tuttavia "agganciare" l'autostima esclusivamente allo status di lavoratore può essere fuorviante.
Il senso di inadeguatezza che le sta creando disagio in realtà non deriva solo dalla frustrazione di essere disoccupata ma da un atteggiamento giudicante e rigido che non le consente al momento di mettere in discussione alcune convinzioni.
La relazione terapeutica (psicoterapia) può rappresentare un'opportunità per avviare un processo di empowerment (recupero del potere personale).
A tal proposito la invito a leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.9k visite dal 11/05/2012.
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