Anginofobia ansia attacchi di panico
Salve mi presento,mi chiamo antonio ho 32 anni le scrivo per esporle un
pò il mio PROBLEMA. Da circa 10/12 anni soffro di ansia-attacchi di
panico che man mano nel tempo sono aumentati,peggiorati,fino comunque a
limitarmi molto anche perchè poi sono subentrate fobie o altro. Per un
paio di volte ho provato ad andare dallo psicologo ,iniziai qualche
seduta e poi non andai più.Non avevo legato tantissimo,nel senso lo
sentivo TROPPO DISTACCATO nei miei confronti,e raccontargli tante cose
mie non mi metteva a mio agio con lui .Quindi continuo a girare con la
boccetta degli ANSIOLIN che prendo giusto al bisogno o sicuramente li
porto come SICUREZZA. Non riesco più a guidare da solo in macchina e
questa cosa mi limita tanto
sia per il lavoro,sia per quando ho la
ragazza di un'altra città sia perchè non voglio essere dipendente da
accompagnatori.Ultimamente ho problemi anche quando mangio,ormai il
pranzo,la cena mi sembrano degli incubi,mi sento soffocare e strozzare
ad ogni boccone,finche alla fine lascio tutto.Quando si organizzano
cene tra amici o pizza mi sento a disagio perchè comunque non finisco
mai tutto per via di questi sintomi ( credo sia Anginofobia ) anche
perchè mi sento osservato e capisco di non cenare tranquillo e normale
come tutti e cerco sempre di bere tanto o di mangiare cose poco solide.
Il mio problema è che tra gli amici sono proprioquello che ascolta,
aiuta e consiglia tutti e per me non riesco ad esserne capace.Scrivo a
lei perchè vedendo una puntata delle iene mi ha colpito il modo di fare
,di spiegare le cose e sembrava di capire che con lei mi sarei sentito
a mio agio e comunque che non essendo VECCHIO mi avrebbe capito di più,
e perchè non mi aiuitasse ad uscire da questo inferno che mi stà
facendo vivere tristemente e da PERDENTE. Aspettando una vostra
risposta vi faccio i miei saluti,ciao antonio !
pò il mio PROBLEMA. Da circa 10/12 anni soffro di ansia-attacchi di
panico che man mano nel tempo sono aumentati,peggiorati,fino comunque a
limitarmi molto anche perchè poi sono subentrate fobie o altro. Per un
paio di volte ho provato ad andare dallo psicologo ,iniziai qualche
seduta e poi non andai più.Non avevo legato tantissimo,nel senso lo
sentivo TROPPO DISTACCATO nei miei confronti,e raccontargli tante cose
mie non mi metteva a mio agio con lui .Quindi continuo a girare con la
boccetta degli ANSIOLIN che prendo giusto al bisogno o sicuramente li
porto come SICUREZZA. Non riesco più a guidare da solo in macchina e
questa cosa mi limita tanto
sia per il lavoro,sia per quando ho la
ragazza di un'altra città sia perchè non voglio essere dipendente da
accompagnatori.Ultimamente ho problemi anche quando mangio,ormai il
pranzo,la cena mi sembrano degli incubi,mi sento soffocare e strozzare
ad ogni boccone,finche alla fine lascio tutto.Quando si organizzano
cene tra amici o pizza mi sento a disagio perchè comunque non finisco
mai tutto per via di questi sintomi ( credo sia Anginofobia ) anche
perchè mi sento osservato e capisco di non cenare tranquillo e normale
come tutti e cerco sempre di bere tanto o di mangiare cose poco solide.
Il mio problema è che tra gli amici sono proprioquello che ascolta,
aiuta e consiglia tutti e per me non riesco ad esserne capace.Scrivo a
lei perchè vedendo una puntata delle iene mi ha colpito il modo di fare
,di spiegare le cose e sembrava di capire che con lei mi sarei sentito
a mio agio e comunque che non essendo VECCHIO mi avrebbe capito di più,
e perchè non mi aiuitasse ad uscire da questo inferno che mi stà
facendo vivere tristemente e da PERDENTE. Aspettando una vostra
risposta vi faccio i miei saluti,ciao antonio !
[#2]
Caro Antonio,
la sola strada per uscire da questa brutta situazione è quella della psicoterapia, eventualmente integrata dall'assunzione di un farmaco appropriato e non di un semplice sintomatico come quello che sta prendendo - e che immagino le sia stato prescritto dal medico di base e non da uno psichiatra, al quale le consiglio di rivolgersi perchè è lo specialista più indicato.
E' normale che un malessere così "datato" e mai curato sia diventato insostenibile, portando alla situazione che lei oggi ci riferisce.
Può spiegarci meglio che tentativi ha fatto per curarsi e che cosa ha provato nel momento in cui ha deciso di non iniziare un percorso con i due psicologi che ha incontrato?
la sola strada per uscire da questa brutta situazione è quella della psicoterapia, eventualmente integrata dall'assunzione di un farmaco appropriato e non di un semplice sintomatico come quello che sta prendendo - e che immagino le sia stato prescritto dal medico di base e non da uno psichiatra, al quale le consiglio di rivolgersi perchè è lo specialista più indicato.
E' normale che un malessere così "datato" e mai curato sia diventato insostenibile, portando alla situazione che lei oggi ci riferisce.
Può spiegarci meglio che tentativi ha fatto per curarsi e che cosa ha provato nel momento in cui ha deciso di non iniziare un percorso con i due psicologi che ha incontrato?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Utente
Innanzitutto grazie per la risposta,ho iniziato con dei colloqui,man mano ho iniziato con i CEPA,però comunque sentivo il rapporto tra me ed il terapeuta troppo distante...nn mi riuscivo ad aprire su un pò di cose (quindi ci avevo perso la fiducia), se non erro prendevo cipralex compresse e xanax gocce appena sono stato meglio non li ho più assunti perchp ad un certo punto pensavo di farcela e vedevo la terapia farmacologica non come una soluzione al problema ma come sentirti MALATO DI MENTE ...non so è un pensiero strano,forse è la voglia di trovare la forza a poterne uscire dopo tanti anni arrivi esausto,vedi la tua vita cambiata e bloccato su tanti fronti e tutti i giorni vivi con l'ossessione di stare male !!
[#4]
Caro Antonio,
in effetti è vero quando lei dice <<vedevo la terapia farmacologica non come una soluzione al problema >>.
In effetti la terapia farmacologica agisce sul sintomo ma non rimuove le cause del problema.
Per agire sulle cause è necessario un percorso di psicoterapia che le permetta di prendersi cura del suo malessere, di guardarlo in faccia, di ascoltarlo e di superarlo.
<<forse è la voglia di trovare la forza a poterne uscire>>
Mi spiace deluderla, ma molto spesso la forza di uscire da un disagio come quello che lei ci descrive non la si trova dentro di noi; non è un problema di volontà e non deve essere considerata una sconfitta il fatto di non farcela da soli.
Se lei avesse una gamba rotta penserebbe di poterla curare da solo? Il concetto è esattamente lo stesso.
Dice di non aver sperimentato un rapporto empatico con lo psicologo cuisi è rivolto. Posso chiederle se era una struttura pubblica? Sa per caso che tipo di orientamento teorico aveva lo psicologo? Quanti colloqui ha fatto prima di decidere che <<il rapporto tra lei ed il terapeuta era troppo distante>>?
Un caro saluto
in effetti è vero quando lei dice <<vedevo la terapia farmacologica non come una soluzione al problema >>.
In effetti la terapia farmacologica agisce sul sintomo ma non rimuove le cause del problema.
Per agire sulle cause è necessario un percorso di psicoterapia che le permetta di prendersi cura del suo malessere, di guardarlo in faccia, di ascoltarlo e di superarlo.
<<forse è la voglia di trovare la forza a poterne uscire>>
Mi spiace deluderla, ma molto spesso la forza di uscire da un disagio come quello che lei ci descrive non la si trova dentro di noi; non è un problema di volontà e non deve essere considerata una sconfitta il fatto di non farcela da soli.
Se lei avesse una gamba rotta penserebbe di poterla curare da solo? Il concetto è esattamente lo stesso.
Dice di non aver sperimentato un rapporto empatico con lo psicologo cuisi è rivolto. Posso chiederle se era una struttura pubblica? Sa per caso che tipo di orientamento teorico aveva lo psicologo? Quanti colloqui ha fatto prima di decidere che <<il rapporto tra lei ed il terapeuta era troppo distante>>?
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#5]
Utente
La prima volta andai in una struttura ospedaliera pubblica dove ho fatto 5-6 terapie con la psicologa e di la della stanza c'erano 4 o 5 tirocinanti ( lo capii dopo ) che seguivano il nostro incontro e mi è sembrato POCO OPPORTUNO parlare della mia vita privata davanti a tanta gente. Il secondo lavorava presso un'altra struttura sanitaria però aveva lo studio privato e andavo li,con lui feci una decina di terapie,era della serie : gli dissi che non viaggia più da solo per via degli attacchi di panico e fin dai primi incontri mi disse di andare li da solo in macchina visto che eravamo distanti 45 km...se fosse stato così facile affrontare quella cosa credo che ce l'avrei fatta da solo,perchè ovviamente come da testone da film cercai di andare da solo ma strada facendo mi vennero gli attacchi di panico e mi girai !!
[#8]
Allora non ha mai fatto una psicoterapia con uno psicologo psicoterapeuta, e non posso consigliarle altro se non di intraprendere questa strada mettendo da parte quanto accaduto in passato con quello psichiatra che forse non aveva capito bene il suo problema.
E' in ogni caso molto positivo che lei abbia ugualmente provato ad andare fin lì da solo ("come da testone da film cercai di andare da solo"): anche se non ce l'ha fatta il suo sforzo indica che è altamente motivato a guarire e a non arrendersi, e che dispone di risorse psicologiche che le saranno utili quando lavorerà seriamente alla risoluzione del suo problema.
E' in ogni caso molto positivo che lei abbia ugualmente provato ad andare fin lì da solo ("come da testone da film cercai di andare da solo"): anche se non ce l'ha fatta il suo sforzo indica che è altamente motivato a guarire e a non arrendersi, e che dispone di risorse psicologiche che le saranno utili quando lavorerà seriamente alla risoluzione del suo problema.
[#9]
Utente
il problema principale è che mi sono informato su tutto dalla a alla z ,aiuti persone che sono nella mia stessa situazione,nelle vita cerco di non mostrare questo problema,sn uno che scherza sempre,rido e faccio ridere tutti,ma quando devo affrontare la situazione per me sembra che tutto quello che so a riguardo si annullasse e che ogni volta che cerchi di reagire prendi una sportellata più forte che ti butta giù,nel frattempo devi aggiungere problemi di vita,lavoro ecc ecc diventa tutto MOLTO più difficile . Lei mi sembra una persona abbastanza disposta nell'ascoltare la mia richiesta di aiuto se così potrei chiamarla...cosa mi consiglia di fare ? che via intraprendere ? sono buoni i risultati delle terapie ( anche se so che la riuscita o meno dipende anche dal soggetto ) ?? grazie di tutto anticipatamente !
[#10]
In realtà il fatto di aiutare altre persone con i medesimi problemi e di aver raccolto molte informazioni non ha alcuna utilità rispetto all'obiettivo di guarire dall'ansia.
Il lavoro psicoterapeutico, che è ciò che le consentirà di risolvere il problema, è infatti differente rispetto alla sola presa di coscienza del problema e dei vari aspetti che lo sostengono: si tratta di elaborare le emozioni e di lavorare sui pensieri che accompagnano (e causano) la sua ansia, e questo lavoro può essere fatto solo con l'assistenza di un professionista esperto in materia.
Il lavoro psicoterapeutico, che è ciò che le consentirà di risolvere il problema, è infatti differente rispetto alla sola presa di coscienza del problema e dei vari aspetti che lo sostengono: si tratta di elaborare le emozioni e di lavorare sui pensieri che accompagnano (e causano) la sua ansia, e questo lavoro può essere fatto solo con l'assistenza di un professionista esperto in materia.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 5.3k visite dal 08/05/2012.
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Approfondimento su Attacchi di panico
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