Sono disperata
Dal titolo della mia discussione forse si capirà già qualcosa...e so che non sono l'unica.
Ma saperlo non mi serve a nulla; sto male,molto male. E quel che è peggio, è che ogni singolo tentativo in questi anni per risolvere la mia situazione e cambiare la mia vita è fallito.
ho 32 anni e praticamente sono un fallimento sotto ogni punto di vista. Alla mia età sono costretta a vivere con i miei genitori in quanto ho un lavoro precario che purtroppo non mi ha mai permesso di andare a vivere da sola (come da sempre desidero) in modo da avere l'opportunità di costruirmi una vita degna di questo nome. Nonostante abbia sempre cercato un lavoro adattandomi a qualunque cosa, ho sempre trovato solo lavori prcari, e alla mia età ormai non vengo più chiamata nemmeno per un colloquio in quanto considerata troppo vecchia e senza alcuna esperienza specifica.
Con la mia famiglia non sono mai andata troppo d'accordo: da quando avevo dieci anni ho percepito molto raramente affetto da parte loro nei miei confronti e posso dire che i miie genitori mi hanno fatto passare una vita difficile- non sotto il punto di vista economico dato che non mi è mai mancato nulla- ma sotto tutto il resto. Ho subito per anni quello che oggi viene chiamato "mobbing familiare" perchè ero una ragzzina grassa, brutta, goffa, timida, incapace...e ancora oggi sono ritenuta così, in massima parte. Oltre al fatto che essendo in casa dei genitori devo ancora sottostare al loro volere ed essere comunqu a loro disposizione. Soffro e sto male ma mi devo arrangiare da sola perchè non importa a nessuno( vengo ritenuta solo una povera matta che si diverte a fare la vittima). Ho una sorella di otto anni più giovane che, al contrario di me nella vita ha sempre ottenuto tutto con facilità (non la rimprovero per questo, sia chiaro...è solo una constatazione); anche con lei il rapporto è solo di facciata, mi considera una fallita e la sento solo pechè viene a trovare i genitori, altrimenti con me non si fa viva.
Un'altra cosa che mi provoca molto dolore è il non aver mai avuto, alla mia età, una relazione sentimentale...a nessun livello. Non ho mai dato nemmeno un bacio....non ho mai avuto nemmeno un corteggiatore, figuriamoci il resto. Del resto è vero che per vari motivi non ho nemmeno avuto occasione ma....
Nella mia vita non c'è nulla che funzioni, cerco sempre di dimagrire ma non riesco mai; e sono convita che se fossi stata magra avrei avuto uan vita sicuramente diversa. non per forza migliore, ma con delle possibilità.
La mia situazione nonostante anni di sforzi èsempre più stagnante al punto che la sera prego sempre di andare a dormire senza svegliarmi mai più. Da un anno circa sto andando da uno psicologo, ma data l'incertezza del mio lavoro non con regolarità ma solo quando posso pagare.
Non ce la faccio più e so bene che in queste poche righe non capirete nulla ma ci vorrebbe davvero tanto da raccontare....
Cosa le viene detto a proposito dei suoi sentimenti di inadeguatezza ?
L'autostima potrà miglorare con un lavoro su di lei, sulla sua storia, sulla sua famiglia.
Deve essere meno critica verso sè stessa, tutti abbiamo momenti di scoraggiamento , di dubbI,.
ne parla con la sua psicologa?
Alla quale può anche chiedere se ritiene opportuno un leggero supporto antiansia che il suo medico di base può facilmente prescriverle.
Esca, cammini, veda se riesce a dimagrire, senza barricarsi in un corpo che non le somiglia.
E punti molto sul lavoro, si specializzi, cerchi di migliorarsi con impegno, dobbiamo essere capaci di prenderci le cose che ci interessano, senza scoraggiarci.
Con molti auguri
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Gli psicologi, non sono solo a pagamento, ma anche in convenzione.
Credo che il primo passo lei lo abbia gia' fatto, cioe' quello di aver consapevolezza di avere un problema e di metterci i mezzi per affrontarlo, con i tempi, luoghi e difficolta' del caso.
Fare pace con se stessa, con la sua fisicita' , con la sua emozionalita' , e' la strada maestra per avere poi un a migliore qualita' di vita, sia fisica, che psichica, che emozionale ed affettiva.
Non abbandoni il lavoro su di se' , vedra' che nel tempo, riuscira' a trasforma la crisi in risorsa ed i suoi disagi, sarannno un valore aggiunto al suo sentire.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
>>>
È proprio vero che non si finisce mai d'imparare, questa definizione ancora non la conoscevo.
Attenzione alle etichette diagnostiche fuorvianti, le famiglie perfette non esistono, perché non esistono né genitori né figli perfetti.
Piuttosto, il suo potrebbe essere un caso della situazione più generale di molti giovani d'oggi, che trovano difficoltà a inventarsi un futuro.
Se a 32 anni lei ancora vive con i suoi non è solo per problemi oggettivi, logistico-professionali, ma probabilmente anche perché sta incontrando difficoltà a staccarsi psicologicamente dai suoi. Se ne sente vittima ma non riesce a fare a meno della loro vicinanza, perché ormai è questo il ruolo che ha assimilato su di sé.
Che tipo di lavoro sta facendo con lo psicologo? Qual è il suo orientamento teorico? Come mai, secondo lei, i risultati del lavoro che state facendo stentano ad arrivare? Ne avete parlato?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
So benissimo che non esistono famiglie perfette o figli perfetti. E infatti quello che rimprovero alla mia famiglia non è l'imperfezione, ma il fatto di avermi sempre fatto mancare l'affetto e di avermi costantemente denigrata, umiliata, maltrattata psicologicamente.
Da ragazzina venivo presa in giro dai miei genitori costanemente per il mio peso :(culona, cicciona, balena, fai schifo,lelo, limuna” - in dialetto bresciani, mongola- sfaticata), mia madre mi accusa di volerle rovinare la vita facendola piangere tutte le notti a causa della vergogna ( “tutti parlano male di te!” vergognati”, tutti ti ridono dietro”), e comincia a minacciarmi di farmela pagare facendomi chiudere in un manicomio ( e questo sarà il leit motiv della mia adolescenza.), "non troverai mai nessuno a cui paicre perchè a nessuno piacciono le balene", ecc)
Come reazione, mi chiudo ancora di più in me stessa trovando unico conforto nei libri e nei film, sognando di essere protagonista di storie fantastiche dove sono bella e amata. Mio padre diventa indifferente nei miei confronti, tranne per dirmele dietro, non solo con le belle paroline di cui sopra, ma anche accusandomi di tutto: di non studiare ( e non era vero, perché a scuola sono sempre andata abbastanza bene), di non essere come gli altri( “guarda come sono gli altri e come sei tu”, “gli altri vanno all’oratorio tu no, gli altri hanno tanti amici e tu no, gli altri stanno volentieri coi loro genitori e tu no”), di odiare mia sorella e di volerla morta, e di mille altre cose. Ovviamente, pur essendo quasi su tutto in disaccordo con mia madre, sugli insulti facevano la corazzata Potemkin…
Questo per tutta la mia adolescenza. E anche un po' più in là...
Anche oggi non mi rispettano, non mi consdierano, non gliene importa nulla se soffro perchè per loro faccio solo finta per attirare l'attenzione.
per anni ho sempre creduto che la colpa di tutto fosse mia perchè non riuscivo a cambiare e ad essere la persona che avrei voltuo essere: bella intelligente brillante solare ecc...
il suo disagio interiore si percepisce tra le poche righe della sua storia e, pur non avendo tutti dettagli che avrebbe voluto darci, è facile comprendere come possa sentirsi e come possa essersi sentita nel corso della sua vita.
<<e sono convita che se fossi stata magra avrei avuto uan vita sicuramente diversa. non per forza migliore, ma con delle possibilità.>>
Quanto dice può essere vero, la sua vita forse sarebbe stata diversa... ma la domanda che deve porsi è: "sarebbe stata più felice?".
Forse il fatto di non essere magra come avrebbe voluto e di sentirsi "grassa, brutta, goffa, timida e incapace" non è qualcosa che è accaduto e che è causa del suo disagio; credo sia parte integrante del disagio stesso ed è qualcosa che si intreccia nella sua storia di vita, unica ed irripetibile, diventando allo stesso tempo causa ed effetto.
E' sicuramente positivo che lei riesca a frequentare, seppur non con costanza e regolarità, uno psicologo di persona.
Oltre a ciò, se da qualcosa bisogna cominciare per spezzare questa catena di disagio tra fisicità ed emozionalità, mente e corpo, a mai pensato di consultare un nutrizionista?
Fare pace con il suo corpo potrebbe essere un buon punto di partenza per apprezzarsi come persona, per cominciare a vedere le grandi qualità che, sono certo, albergano in lei, nascoste da un corpo che ha sempre contribuito a restituirle un'immagine di sè negativa.
Continui sulla strada che ha intrapreso con lo psicologo e, se le sedute sono davvero diradate per problemi economici, valuti anche la possibilità di un percorso un po' più costante, magari in una struttura pubblica.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
Non mi sono divertitae goduta la mia gioventù. Per wuanto riguarda il lavoro mi sono sempre adattata a qualsiasi cosa, che mi paicesse o meno, spesos con il solo motivo di non rimanere disoccupata.Dato che si dice sempre che i giovani son bamboccioni perchè non si volgiono adattare...io invece l'ho fatto e non ho ricavato nulla. A me nadrebbe bene qualsiasi tipo di lavoro anche ora , purchè mi d
a l'opportunità di andarmene di qui. Purtroppo nel mondo del lavoro al giorno d'oggi non si può stare li a guardare quello che piace o meno,e per quanto riguarda le specializzazioni costano soldi e denaro che io non ho.
per quanto riguarda lo psicologo sto facendo uan terapia di tipo cognitivo comportamentale...del perchè non si vedono i risultati ne abbiamo parlato e il medico mi ha detto che è a causa del fatto che sono stata costantemente demolita per anni dalla mia famiglia per cui on riesco a lasciarmi alle spalle il passato e cambiare schemi mentali che mi hanno portato a questo stato di cose.
fino ai dieci anni sono stata una bambina magrissima, poi, a dieci anni, nel giro di pochi mesi sono ingrassata molto per via del fatto che smise di funzionarmi la tiroide. Tuttavia la cosa non fu scoperta subito e quindi non fui curata; solo dieci anni dopo, su cnsiglio della mia dottoressa, feci delle analisi dacui scoprii di avere prolemi di ipotiroidismo. Cominciai a prendere le pastiglie ma la dottoressa mi disse che non essendo più nell'età dello sviluppo ed essendo la cosa già così avanti non c'era possibilità che dimagrissi, anche se la tiroide si è sistemata.
Nel corso degli anni ho provato varie diete, tutte iniziamente efficaci ma poi fallite al minimo problema (personale o di lavoro), nel 2008 avendo raggiunto (dopo un disastroso anni di lavoro che mi ha portato sull'orlo dell'esaurimento nervoso) 95 kg fui operata allo stomaco introducendo il BIB (palloncino gastrico), con l'idea di passare poi al bendaggio gastrico. Col BIB arrivai in circa sei mesi a perdere 18 kg; ragion per cui il bendaggio non si fece più. Questa per me fu na delusione tremenda in quanto ero ( e sono) convinta che il bendaggio gastrico avrebbe rislto perlomeno il problema del peso e mi avrebbe aiutato nel mio cammino di dimagrimento.
tuttavia fino al 2010 mi mantenni stabile sugli 80 kg; poi nel 2010 cominciarono i problemi più gravi con il lavoro per cui fui costretta anche ad eliminare la piscina (prima andavo in piscina due volte la settimana), in quanto i prezzi erano aumentati e non me lo potevo più permettere. A tutt'oggi sono arrivata ad 85 kg pur on angiando tantissimo.
avrei avuto maggiori occasioni anche in ambito lavorativo dato che per molti lavori avere un bell'aspetto è purtroppo fondamentale( in alcuni colloqui sono stata scartata proprio per quello, e non era un lavoro da modella...).
non so se sarei stata più felice, magari sarei arrivata agli stesi risultati ma avendo fatto comunque delle esperienza di vita valide e normali.
tutto quello che non ho avuto mi è sempre dentro, ci penso continuamente anche se non dovrei e ogni gionro che passa sento la mancanza e il rimpianto per quello che non ho potuto vivere.
il suo sconforto è palpabile e condivisibile. Vorrei solo dirle che non si vive di rimpianti, anche se potrà sembrarle banale.
Si prenda cura di sè, del suo corpo, della sua mente; si faccia aiutare da un bravo professionista di persona e non smetta di credere che il suo futuro (ma anche il suo presente!) potrebbe essere più roseo di quanto lei possa immaginare in questo momento di grande scoraggiamento.
A volte il peso delle situazioni che la la vita ci mette di fronte può sembrare insopportabile ma le assicuro che le possibilità per poter far pace con il suo vissuto e poter cominciare a camminare con le sue gambe esistono.
Da quanto dice sui comportamenti e sulle parole dei suoi genitori, è comprensibile il suo stato d'animo: non dev'essere stato facile per lei sopportare una situazione oggettivamente difficile senza l'apporto dei suoi familiari che hanno cercato, magari involontariamente, di demolire la sua già debole autostima.
Come mai non è mai riuscita a staccarsi da loro? Il problema era solo di natura economica?
Sono certo che in lei ci sono qualità che possono essere valorizzate; è su questo che dovrebbe lavorare.
Purtroppo non è possibile per nessuno di noi scegliere in quale famiglia nascere. A lei è toccata questa... ma questo non deve impedirle di riscattarsi e di riprendere in mano il timone della sua vita.
Provi a parlare di tutte le tematiche emerse in questo consulto con il suo psicologo. E' certamente lui la persona che meglio di noi conosce la sua storia di vita. Sono certo che insieme troverete ottimi spunti di riflessione su cui poter costruire una nuova prospettiva.
Un caro saluto e un augurio perchè possa finalmente trovare la sua strada.
c'è una premessa implicita dalla quale sembrano derivare tutte le sue considerazioni: "il tempo è scaduto", ma non è così lei ha di fronte a sé una realtà che necessariamente implica l'assunzione di responsabilità diretta da parte sua e che almeno in parte sarà condizionata dalle sue scelte. Provi ad individuare con la psicoterapeuta degli obiettivi specifici verso i quali orientare le sue energie e verifichi di poter contare sulle condizioni favorevoli per raggiungerli. Un passo alla volta, solo così può evitare di "annegare" nell'autocommiserazione e nell'isolamento.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Se le mi siano difficoltà non solo di tipo economico? lo escludo in maniera categorica, non ho paura di lavorare nèdi arrangiarmi da sola.
Una cosa però: a 32 anni non sono più una ragazza, purtroppo...ragazza è come dire che ho tanto tempo davanti per tutto, ma invece non è così, è innegabile.
a 32 anni non è nromale non aver mai dato nemmeno un bacio, come non è normale non aver mai avuto gioia o divertimento o aver vissuto la propria gioventù senza esserela goduta.
non è normale vivere la vita come se passasse davanti, e non poter fare nulla epr cambiare le cose.
non è normale dipendere dagli altri per la propria sopravvivenza. So che non sono l'unica in uesta situazione ma saperlo non mi è di nessun aiuto.
ho fatto di tutto per trovare lavoro ma nulla, per dimagrire ma nulla, per trovare amicizie ed vivere come gli altri ma nulla.
hofatto di tutto er migliorarmi...il mio deisderio più grande era poter essere come gli altri. ma nulla.
penso spesso a queli colpe posso aver avuto ma sicneramente, non è per presunzione....non riesco a trovarne: ho sempre provato a cambiare, ho accettato varie situazioni anche quando non mi paicevano, mi son quasi sempre adattata agli altri, ho fatto molti sforzi per cambiare il io carattere anche quando mi sembrava una violenza.
non sonos tata con le mani in mano ad aspettare un miracolo...e ho dovuto fare tutto ciò da sola, perchè la mia famiglia supporto non me ne ha mai dato.Anzi...
ho sempre cercato di comprendere i miei genitori perchè so che non hanno avuto una vita facile nè felice, ma ci sono riuscita fino a un certo punto. ora, a volte, quando li guardo mi tornano in mente tante cose, tante cattiverie gratuite e non riesco a perdonarli.
purtroppo le cose che mi fanno soffrire sono tante, non ce nè una che funzioni nella mia vita...
mi perdoni, forse ho frainteso quanto scrive... Le chiedevo se il fatto di non essersi ancora staccata dalla sua famiglia, di non essersi resa completamente indipendente fosse dovuto a cause di sola natura economica. Escludendo in maniera categoria intende che non si è ancora resa autonoma dalla famiglia esclusivamente per ragioni di natura economica?
Nessuno vuole screditare quanto da lei fatto fino ad oggi; tuttavia è evidente che le sue strategie, per quanto possano averle procurato fatica e sofferenza, non hanno funzionato.
Si faccia aiutare dalla psicoterapeuta che la segue ad individuare degli obiettivi intemedi che, un passo alla volta, la possano portare ad una nuova serenità.
Un caro saluto
ieri son stata dal mio psicologo che si è detto preoccupato perchè, a suo avviso, mi sto "spegnendo", sto perdendo la voglia di andare a vanti a lottare. Ed è vero purtroppo,sono stufa di lottare per nulla,per non prnedere altro che porte sbattute in faccia a ogni tentativo.
sono stanchissima, tuto quello che vorrei ora èsolo un po' di tranquillità.
sto bene solo quando lavoro, peccato però che questo mese abbia lavoratosolo otto giorni.E che la mia ricerca per un lavoro perlomeno estivo è andata finora a vuoto,nonostante dicano che hanno bisogno.
Questa p una non vita, un vegetare, e mi chiedo perchèdebba essere condannata a vivere così. e stimolepersone che si tolgono lavita perchè perlomeno hanno ilcoraggio di rifiutare un vegetare simile al mio.
sono stnaca di tutto e tutti, anche delle cose che mi piacciono e di quelle poche persone che so che provano per me dell'affetto.
vorrei sparire...
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.