Derealizzazione visiva o cos'altro?
Buon giorno a tutti, scrivo perché ho bisogno di avere pareri esterni in merito all'incubo che sto vivendo da circa due anni.
Sono una donna di 28 anni, con un infanzia particolare alle spalle, senza genitori e con soli nonni materni che hanno sopperito alle mie esigenze fin da quando sono nata. Da circa 10 anni (premesso che non mi ricordo il momento esatto in cui è accaduto) vivo in una sorta di derealizzazione visiva. Sono andata dal medico di base, secondo lui si trattava di stanchezza mentale e decise appunto di darmi un farmaco da banco di quel genere.
Vi descrivo meglio il sintomo: So perfettamente chi sono, dove sono, ecc ecc. Solo che vivo la realtà come se fossi uno spettatore esterno e questa cosa mi uccide dentro. Da quando accade questo sono diventata anche un pò anaffettiva. Non riesco a provare intense sensazioni di dolore o di gioia. E' come se per evitare di soffrire ulteriormente la mia mente ha deciso di diventare cinica per poter affrontare meglio il mondo esterno. Ma da due anni la situazione è peggiorata. Sono comparsi i sintomi: Sindrome ansioso/depressiva con attacchi di panico anche abbastanza forti. Ho sempre cercato di tenerli a bada ma adesso la situazione è diventata insostenibile in quanto in momenti di forte panico, che spesso mi accadono in ufficio, mi sento per giorni in stato confusionale, con il cervello chiuso dentro una scatoletta del tonno, mi parlano e a volte non recepisco, leggo e non recepisco bene, la vista è offuscata, orecchie tappate e mi sento totalmente in aria come assente e ovattata.
Non vi nascondo che sono terrorizzata per quello che mi sta accadendo.
Premesso che a causa di un attacco di panico che pensavano fosse Ictus mi hanno ricoverato in Neurologia e mi hanno fatto TAC RM EEG il tutto nella norma a parte l'EEG che portava un rallentamento della Banda Theta con sporadiche Bouffet. Ho fatto anche una visita oculistica ed è tutto OK. Analisi del sangue OK. A parte un Ipotiroidismo di Hashimoto che curerò nei dovuti modi. Detto questo vorrei un consiglio da Voi in quando ho iniziato a fare psicoterapia e mi sto facendo seguire farmacologicamente da uno psichiatra con Cipralex 10 Mg e 10 gocce di Xanax mattino e sera. Sinceramente ho paura che sia altro. Vorrei tornare a vivere, ma a volte la disperazione che ho dentro mi fà desiderare altro.
Premetto che la cura l'ho iniziata da nemmeno una settimana. Grazie a coloro che vorranno darmi un loro parere in merito.
Sono una donna di 28 anni, con un infanzia particolare alle spalle, senza genitori e con soli nonni materni che hanno sopperito alle mie esigenze fin da quando sono nata. Da circa 10 anni (premesso che non mi ricordo il momento esatto in cui è accaduto) vivo in una sorta di derealizzazione visiva. Sono andata dal medico di base, secondo lui si trattava di stanchezza mentale e decise appunto di darmi un farmaco da banco di quel genere.
Vi descrivo meglio il sintomo: So perfettamente chi sono, dove sono, ecc ecc. Solo che vivo la realtà come se fossi uno spettatore esterno e questa cosa mi uccide dentro. Da quando accade questo sono diventata anche un pò anaffettiva. Non riesco a provare intense sensazioni di dolore o di gioia. E' come se per evitare di soffrire ulteriormente la mia mente ha deciso di diventare cinica per poter affrontare meglio il mondo esterno. Ma da due anni la situazione è peggiorata. Sono comparsi i sintomi: Sindrome ansioso/depressiva con attacchi di panico anche abbastanza forti. Ho sempre cercato di tenerli a bada ma adesso la situazione è diventata insostenibile in quanto in momenti di forte panico, che spesso mi accadono in ufficio, mi sento per giorni in stato confusionale, con il cervello chiuso dentro una scatoletta del tonno, mi parlano e a volte non recepisco, leggo e non recepisco bene, la vista è offuscata, orecchie tappate e mi sento totalmente in aria come assente e ovattata.
Non vi nascondo che sono terrorizzata per quello che mi sta accadendo.
Premesso che a causa di un attacco di panico che pensavano fosse Ictus mi hanno ricoverato in Neurologia e mi hanno fatto TAC RM EEG il tutto nella norma a parte l'EEG che portava un rallentamento della Banda Theta con sporadiche Bouffet. Ho fatto anche una visita oculistica ed è tutto OK. Analisi del sangue OK. A parte un Ipotiroidismo di Hashimoto che curerò nei dovuti modi. Detto questo vorrei un consiglio da Voi in quando ho iniziato a fare psicoterapia e mi sto facendo seguire farmacologicamente da uno psichiatra con Cipralex 10 Mg e 10 gocce di Xanax mattino e sera. Sinceramente ho paura che sia altro. Vorrei tornare a vivere, ma a volte la disperazione che ho dentro mi fà desiderare altro.
Premetto che la cura l'ho iniziata da nemmeno una settimana. Grazie a coloro che vorranno darmi un loro parere in merito.
[#1]
Gentile Utente,
se la cura è cominciata da solo una settimana è presto per aspettarsi cambiamenti.
Che tipo di psicoterapia ha iniziato?
Che tipo di consiglio si aspetta da noi?
se la cura è cominciata da solo una settimana è presto per aspettarsi cambiamenti.
Che tipo di psicoterapia ha iniziato?
Che tipo di consiglio si aspetta da noi?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Cara signora,
la scelta di affidarsi ad uno psicoterapeuta, e ad uno psichiatra per un supporto farmacologico, è senza dubbio quella corretta.
Una settimana è davvero troppo poco per potere vedere dei risultati apprezzabili. La psioterapia ha tempi sicuramente più lunghi e anche il beneficio del farmaco necessita di un tempo maggiore per poter dare i suoi frutti.
La cosa che conta è che lei abbia fatto questo importante passo per prendersi cura del suo malessere che, date tutte le premesse, sembra proprio essere di origine psicologica.
Si affidi con fiducia ai professionisti che la stanno seguendo e vedrà che presto comincerà a stare meglio.
Un caro saluto
la scelta di affidarsi ad uno psicoterapeuta, e ad uno psichiatra per un supporto farmacologico, è senza dubbio quella corretta.
Una settimana è davvero troppo poco per potere vedere dei risultati apprezzabili. La psioterapia ha tempi sicuramente più lunghi e anche il beneficio del farmaco necessita di un tempo maggiore per poter dare i suoi frutti.
La cosa che conta è che lei abbia fatto questo importante passo per prendersi cura del suo malessere che, date tutte le premesse, sembra proprio essere di origine psicologica.
Si affidi con fiducia ai professionisti che la stanno seguendo e vedrà che presto comincerà a stare meglio.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#3]
Ex utente
Buon pomeriggio Dottoressa.
Sto facendo psicoterapia da due mesi ma sinceramente la persona che mi segue non mi ha detto il tipo di terapia che stiamo affrontando.
La mia domanda in merito è: In base ai sintomi che ho descritto, ed in base alla vs esperienza, che cosa mi sta succendendo?! Che nome dare a questo terribile disagio?
Grazie ancora.
Sto facendo psicoterapia da due mesi ma sinceramente la persona che mi segue non mi ha detto il tipo di terapia che stiamo affrontando.
La mia domanda in merito è: In base ai sintomi che ho descritto, ed in base alla vs esperienza, che cosa mi sta succendendo?! Che nome dare a questo terribile disagio?
Grazie ancora.
[#4]
Cara signora,
queste sono tutte domande che dovrebbe rivolgere alla psicoterapeuta che la sta seguendo alla quale, se le interessa, può anche chiedere a quale tipo di orientamento teorico fa riferimento.
Dalla sua descrizione sembrerebbe trattarsi di un disturbo di natura ansiosa. Per una diagnosi più precisa solo la Collega che la sta seguendo, e che conosce meglio di noi la sua storia, potrà dirle di cosa si tratta.
Un caro saluto
queste sono tutte domande che dovrebbe rivolgere alla psicoterapeuta che la sta seguendo alla quale, se le interessa, può anche chiedere a quale tipo di orientamento teorico fa riferimento.
Dalla sua descrizione sembrerebbe trattarsi di un disturbo di natura ansiosa. Per una diagnosi più precisa solo la Collega che la sta seguendo, e che conosce meglio di noi la sua storia, potrà dirle di cosa si tratta.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 15.3k visite dal 06/05/2012.
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