Immobilità
Cosa succede nella mia testa? E' a questa domanda che non so dare esauriente risposta. Sono una studentessa, ahimè ancora, di ben 31 anni tra due giorni. Sono da sempre un soggetto triste, depresso, arrabbiato. Tutto mi fa soffrire; non credo di essere stata particolarmente fortunata, per certi aspetti. Per altri si. Ho una famiglia solida alle spalle (famiglia=padre, madre, sorella) e una buona amica su cui poter contare, con la quale pero' litigo spesso. Non ho altro. Mi sto per laureare in Architettura, mi mancano due esami che non riesco proprio a superare, due esami molto difficili che hanno fatto emergere parte della bruttezza dell'universo, quella che ci circonda, quella della gente malata e sadica. Qualcosa che un allievo non avrebbe mai voluto vedere in un professore. Ne ho le scatole piene, ho già una laurea nel cassetto e un percorso decennale di studi al Conservatorio, in Pianoforte. Mi fa soffire il fatto che ho dovuto accantonare questo per gli studi universitari che in parte si sono resi conciliabili, in parte no. Mi sento male, un giorno vorrei annullarmi, farmi fuori perchè mi sento e mi vedo una fallita totale. L'altro...pure. Ne ho parlato variamente con psicologi e psichiatri; i primi hanno sostenuto che dovessi intraprendere analisi millenarie; i secondi mi hanno prescritto farmaci chilometrici che non ho mai voluto assumere, nemmeno nei momenti clou, perchè per studiare, per suonare e dare concerti e concorsi, bisogna essere lucidi. E in effetti la lucidità non è mai mancata. Forse è questo il problema. Occorrerebbe annebbiarsi. Fumo (sigarette), non troppo ma non poco, una decina al giorno e vorrei non abusarne. Temo infarti improvvisi. Temo violenze improvvise. Temo malattie improvvise (anche dei miei). Temo che tutto vada sempre peggio. E in effetti è cosi' che va. Aiutatemi perchè soffro di questo da tempo, ma ora peggioro e me ne rendo conto. Non riesco a fare piu'; pur non avendo malformazioni almeno visibili, quello che per un comune mortale rappresenta l'abc. Non esco piu', non tollero i rumori: mi fanno impazzire! Mi chiedo perchè ridursi in questo stato, forse non ci si merita la vita data. Questa è dedicata a chi sa farne qualcosa di serio e non di farneticante. Penso che esistono altri problemi insormontabili (ho fatto un giro ad oncologia infantile e mi sono nuovamente vergognata di me) ma non ce la faccio a star bene. Non riesco. Non so come aiutarmi.
[#1]
Cara Utente,
se lei soffre di un disturbo d'ansia e/o depressivo è necessario che si curi: non possiamo consigliarle altro.
Visto che ci dice:
"Ne ho parlato variamente con psicologi e psichiatri; i primi hanno sostenuto che dovessi intraprendere analisi millenarie; i secondi mi hanno prescritto farmaci chilometrici che non ho mai voluto assumere"
vorrei chiederle di dirci qualcosa in più.
Ha mai iniziato una psicoterapia?
Con l'espressione "analisi millenarie" lei si riferisce sicuramente a quella che è stata una sua impressione, anche perchè non è possibile sapere in anticipo quanto durerà una psicoterapia e quindi non si tratta di qualcosa che può esserle stato detto dai professionisti che ha consultato.
Che diagnosi ha ricevuto?
Che farmaci le sono stati prescritti?
se lei soffre di un disturbo d'ansia e/o depressivo è necessario che si curi: non possiamo consigliarle altro.
Visto che ci dice:
"Ne ho parlato variamente con psicologi e psichiatri; i primi hanno sostenuto che dovessi intraprendere analisi millenarie; i secondi mi hanno prescritto farmaci chilometrici che non ho mai voluto assumere"
vorrei chiederle di dirci qualcosa in più.
Ha mai iniziato una psicoterapia?
Con l'espressione "analisi millenarie" lei si riferisce sicuramente a quella che è stata una sua impressione, anche perchè non è possibile sapere in anticipo quanto durerà una psicoterapia e quindi non si tratta di qualcosa che può esserle stato detto dai professionisti che ha consultato.
Che diagnosi ha ricevuto?
Che farmaci le sono stati prescritti?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Cara ragazza,
prima di risponderle mi sono preso il tempo di dare una rapida occhiata ai suoi precedenti consulti. Mi sembra che il disagio che ci segnala non sia affatto qualcosa di nuovo.
Sembrerebbe invece essersi radicato in lei nel tempo e, non curato, la porta a descriverci una situazione che ben è riassunta nel titolo del suo consulto: IMMOBILITA'!
Forse è proprio il movimento quello che manca nella sua vita, e non intendo un movimento fisico; mi riferisco a un movimento mentale, progettuale, verso una sana meta di autoconservazione e di realizzazione personale.
Leggendo tra le righe dei suoi consulti mi viene da pensare, e mi perdoni per la franchezza, che in lei ci sia una necessità a voler ricercare attenzioni a tutti i costi. Forse lo stesso fatto di chiedere a noi un consulto che possa, magicamente, risolvere i suoi problemi rientra nella stesso genere di dinamica.
Non ho ben capito se in passato ha iniziato percorsi psicoterapeutici (mai terminati) o se ci ha solo pensato ma non ha mai preso l'iniziativa.
Forse è arrivato il momento di rendersi protagonista della sua vita, di rimboccarsi le maniche e di chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta che possa accompagnarla in un percorso di maggiore autoconsapevolezza, un percorso di crescita personale in direzione di una maggiore autostima e di una progettualità costruttiva.
Non sono indispensabili analisi millenarie per ottenere dei buoni risultati; sinceramente credo che questa sua visione possa essere una sorta di resistenza al trattamento, come se in fondo in fondo un vantaggio secondario (del tutto inconsapevole) possa averlo continuando a vivere in questa situazione di immobilità.
Un caro saluto
prima di risponderle mi sono preso il tempo di dare una rapida occhiata ai suoi precedenti consulti. Mi sembra che il disagio che ci segnala non sia affatto qualcosa di nuovo.
Sembrerebbe invece essersi radicato in lei nel tempo e, non curato, la porta a descriverci una situazione che ben è riassunta nel titolo del suo consulto: IMMOBILITA'!
Forse è proprio il movimento quello che manca nella sua vita, e non intendo un movimento fisico; mi riferisco a un movimento mentale, progettuale, verso una sana meta di autoconservazione e di realizzazione personale.
Leggendo tra le righe dei suoi consulti mi viene da pensare, e mi perdoni per la franchezza, che in lei ci sia una necessità a voler ricercare attenzioni a tutti i costi. Forse lo stesso fatto di chiedere a noi un consulto che possa, magicamente, risolvere i suoi problemi rientra nella stesso genere di dinamica.
Non ho ben capito se in passato ha iniziato percorsi psicoterapeutici (mai terminati) o se ci ha solo pensato ma non ha mai preso l'iniziativa.
Forse è arrivato il momento di rendersi protagonista della sua vita, di rimboccarsi le maniche e di chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta che possa accompagnarla in un percorso di maggiore autoconsapevolezza, un percorso di crescita personale in direzione di una maggiore autostima e di una progettualità costruttiva.
Non sono indispensabili analisi millenarie per ottenere dei buoni risultati; sinceramente credo che questa sua visione possa essere una sorta di resistenza al trattamento, come se in fondo in fondo un vantaggio secondario (del tutto inconsapevole) possa averlo continuando a vivere in questa situazione di immobilità.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#3]
Ex utente
Dottoressa, lei ha ragione a riterenere che probabilmente io non abbia fatto abbastanza per la mia situazione, ma si metta nei panni di una persona con le mie difficoltà: mi è stato proposto un percorso di terapia di gruppo, nella quale sono presenti altre persone che soffrono, forse pure piu' di me e naturalmente si lasciano andare alle piu' disparate manifestazioni di sofferenza (di ogni tipo, le assicuro). Io non ce la faccio a vedere queste cose, dopo sto peggio di prima, se possibile. Mai possibile che una persona che sta male, per star bene, deve passare per i malanni altrui? E' un meccanismo crudele. A provare, ho provato. I colloqui singoli, ne ho fatti molti, in particolare uno psichiatra era molto empatico ma non ha mai dato un nome al mio status. Non saprei, ad oggi, dirle di quale forma di "pazzia" io soffra. I farmaci erano i comuni (cito nome da banco) Tavor e derivati; ora non ricordo i nomi, ma avevano tutti piu' o meno lo stesso principio attivo. Sinceramente ho visto casi nei quali essi generavano mancanza di lucidità, e come le dicevo su, non voglio che mi accada questo, alla mia età e per il tipo di attività che "svolgo", tra virgolette perchè non posso piu' dire nemmeno di farle degnamente, oggi.
Grazie del suo interessamento
Grazie del suo interessamento
[#4]
Ex utente
Caro Dottor Roberto, e dov'è il problema a richiedere attenzione? Non le sembra normalissimo che quando uno sta male cerca aiuto? Come puo' leggere nella risposta alla Dottoressa, di percorsi ne avevo intanto intrapresi svariati. La terapia singola è durata 2 anni; quella di gruppo 6 mesi, poi come le dicevo non ce l'ho fatta piu'. Sui farmaci avrò capito che ne ho paura. Ora, io posso anche riandarci in analisi, ma cosa otterrei nuovamente? Certo, il titolo è azzeccato perchè è cosi' che mi sento. Il fatto che io passi il tempo a dar voce alla mia malattia implica un arresto su tutti i fronti. Lo so che un consulto on line non puo' risolvere cio' che non ho risolto in terapia, ma allora cosa esiste a fare? Ho pensato che magari qualche medico potesse individuare un anello su cui insistere. Non lo so, io davvero non so cosa pensare.
Grazie molte della sua cordiale risposta e dei suoi consigli.
Grazie molte della sua cordiale risposta e dei suoi consigli.
[#5]
<<mi è stato proposto un percorso di terapia di gruppo, nella quale sono presenti altre persone che soffrono, forse pure piu' di me e naturalmente si lasciano andare alle piu' disparate manifestazioni di sofferenza>>
esistono anche percorsi individuali nei quali non doversi necessariamente confrontare con le sofferenze altrui.
<<I colloqui singoli, ne ho fatti molti, in particolare uno psichiatra>>
Lo psichiatra non è la figura professionale più indicata per un percorso di psicoterapia a meno che non sia specificatamente formato anche per tale tipo di attività; è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta.
<<Non saprei, ad oggi, dirle di quale forma di "pazzia" io soffra>>
Questo significa che nessuno dei suoi precedenti tentativi è stato in grado di dare un nome al suo malessere, a guardarlo in faccia, a comprenderlo e ad affrontarlo nella giusta luce.
Il consiglio è ancora quello di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa prendere in carico il suo caso e seguirla in un processo di cambiamento.
Un caro saluto
esistono anche percorsi individuali nei quali non doversi necessariamente confrontare con le sofferenze altrui.
<<I colloqui singoli, ne ho fatti molti, in particolare uno psichiatra>>
Lo psichiatra non è la figura professionale più indicata per un percorso di psicoterapia a meno che non sia specificatamente formato anche per tale tipo di attività; è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta.
<<Non saprei, ad oggi, dirle di quale forma di "pazzia" io soffra>>
Questo significa che nessuno dei suoi precedenti tentativi è stato in grado di dare un nome al suo malessere, a guardarlo in faccia, a comprenderlo e ad affrontarlo nella giusta luce.
Il consiglio è ancora quello di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta che possa prendere in carico il suo caso e seguirla in un processo di cambiamento.
Un caro saluto
[#6]
Ex utente
Gentile Dottore,
lo psichiatra di cui le dicevo su, era anche uno psicoterapeuta. Per il resto ha ragione: nessuno ha ancora capito, e men che meno io. Si renderà conto e capirà la mia riluttanza ulteriore a rientrare in un percorso di questo tipo, dal quale ho solo amplificato il malessere, con l'aggiunta del sentirmi un caso perso. Allora provo autonomamente, con la ragione_volendo fidarmi di me_ ma non ce la faccio. Il dolore che provo è talmente grande che non so descriverlo. Mi riesce esprimerlo al Pianoforte, prima, ora nemmeno troppo. Inoltre negli anni ho sviluppato una "adolescenziale, me ne rendo conto" voglia di autopunirmi. E non parlo di punizione fisiche, ma mentali, che si fanno strada come un cancro, divorandomi.
Pensero' nuovamente alle sue parole, ma a dirla tutta non mi sento in forze di riprendere con uno psicoterapeuta. Oggi come oggi non riesco nemmeno ad andare a comprare il latte o le sigarette.
lo psichiatra di cui le dicevo su, era anche uno psicoterapeuta. Per il resto ha ragione: nessuno ha ancora capito, e men che meno io. Si renderà conto e capirà la mia riluttanza ulteriore a rientrare in un percorso di questo tipo, dal quale ho solo amplificato il malessere, con l'aggiunta del sentirmi un caso perso. Allora provo autonomamente, con la ragione_volendo fidarmi di me_ ma non ce la faccio. Il dolore che provo è talmente grande che non so descriverlo. Mi riesce esprimerlo al Pianoforte, prima, ora nemmeno troppo. Inoltre negli anni ho sviluppato una "adolescenziale, me ne rendo conto" voglia di autopunirmi. E non parlo di punizione fisiche, ma mentali, che si fanno strada come un cancro, divorandomi.
Pensero' nuovamente alle sue parole, ma a dirla tutta non mi sento in forze di riprendere con uno psicoterapeuta. Oggi come oggi non riesco nemmeno ad andare a comprare il latte o le sigarette.
[#7]
Si sono icrociate le nostre risposte e ho letto solo ora il suo post in cui dice: <<ma allora cosa esiste a fare? Ho pensato che magari qualche medico potesse individuare un anello su cui insistere>>.
Purtroppo on line non è possibile fare una diagnosi, e non è per cattiva volontà; mancano proprio gli elementi fondanti su cui poter dare un nome al suo disagio. Quello che possiamo fare è darle un orientamento e consigliarle una visita specialistica.
rispetto a: <<e dov'è il problema a richiedere attenzione? Non le sembra normalissimo che quando uno sta male cerca aiuto?>> non era mia intenzione ferirla e mi scuso se si è sentita tale; il mio intento era di invitarla a riflettere su questo aspetto.
Non c'è nulla di male a richiedere attenzioni; la vita però è fatta anche, e soprattutto, di tutto quello che nasce da noi, dentro di noi.
Se vediamo la nostra vita, metaforicamente, come una nave, noi siamo i timonieri di questa nave e arriva il momento in cui non possiamo affidarci agli altri ma dobbiamo imparare a governarla... magari con l'aiuto di un bravo skipper.
Spero di aver chiarito meglio il concetto.
Un caro saluto e in bocca al lupo per la sua serenità.
Purtroppo on line non è possibile fare una diagnosi, e non è per cattiva volontà; mancano proprio gli elementi fondanti su cui poter dare un nome al suo disagio. Quello che possiamo fare è darle un orientamento e consigliarle una visita specialistica.
rispetto a: <<e dov'è il problema a richiedere attenzione? Non le sembra normalissimo che quando uno sta male cerca aiuto?>> non era mia intenzione ferirla e mi scuso se si è sentita tale; il mio intento era di invitarla a riflettere su questo aspetto.
Non c'è nulla di male a richiedere attenzioni; la vita però è fatta anche, e soprattutto, di tutto quello che nasce da noi, dentro di noi.
Se vediamo la nostra vita, metaforicamente, come una nave, noi siamo i timonieri di questa nave e arriva il momento in cui non possiamo affidarci agli altri ma dobbiamo imparare a governarla... magari con l'aiuto di un bravo skipper.
Spero di aver chiarito meglio il concetto.
Un caro saluto e in bocca al lupo per la sua serenità.
[#9]
Carissima,
tanto per la cronaca il fatto che uno psichiatra sia anche psicoterapeuta non significa nulla, nel senso che è la specializzazione in Psichiatria a conferire al medico il doppio titolo di psichiatra e di psicoterapeuta senza che vi sia stata la frequenza di una Scuola di Psicoterapia almeno quadriennale - come invece è richiesto agli psicologi che si specializzano in psicoterapia.
La psicoterapia di gruppo è una soluzione sicuramente valida che però spesso non è attuata da sola, ma integra una psicoterapia individuale, e comunque la persona deve sentirsi di intraprenderla e di parlare dei propri problemi davanti a più estranei.
Il fatto poi che le siano stati prescritti degli ansiolitici non vuol dire che quella sia la sola soluzione: anzi, da diversi anni per la cura dell'ansia gli psichiatri prescrivono farmaci appartenenti ad una certa classe di antidepressivi, gli ssri, perchè gli ansiolitici come il Tavor che lei cita sono sostanzialmente dei sintomatici.
In conclusione dunque esistono strade che lei non ha percorso e possibilità alternative che probabilmente non le sono state prospettate.
Il mio consiglio è quello di iniziare una psicoterapia con uno psicologo psicoterapeuta, che come figura le offre la garanzia di essersi formato seguendo l'iter più completo, e di rivolgersi ad un altro psichiatra per valutare l'opportunità di assumere un differente tipo di farmaco rispetto a quello che ha provato in passato.
E' importante che lei sappia e tenga a mente il fatto che per il suo problema c'è una soluzione, perchè è così.
Deve solo raccogliere le forze e impegnarsi a prendere contatto con chi può davvero aiutarla.
tanto per la cronaca il fatto che uno psichiatra sia anche psicoterapeuta non significa nulla, nel senso che è la specializzazione in Psichiatria a conferire al medico il doppio titolo di psichiatra e di psicoterapeuta senza che vi sia stata la frequenza di una Scuola di Psicoterapia almeno quadriennale - come invece è richiesto agli psicologi che si specializzano in psicoterapia.
La psicoterapia di gruppo è una soluzione sicuramente valida che però spesso non è attuata da sola, ma integra una psicoterapia individuale, e comunque la persona deve sentirsi di intraprenderla e di parlare dei propri problemi davanti a più estranei.
Il fatto poi che le siano stati prescritti degli ansiolitici non vuol dire che quella sia la sola soluzione: anzi, da diversi anni per la cura dell'ansia gli psichiatri prescrivono farmaci appartenenti ad una certa classe di antidepressivi, gli ssri, perchè gli ansiolitici come il Tavor che lei cita sono sostanzialmente dei sintomatici.
In conclusione dunque esistono strade che lei non ha percorso e possibilità alternative che probabilmente non le sono state prospettate.
Il mio consiglio è quello di iniziare una psicoterapia con uno psicologo psicoterapeuta, che come figura le offre la garanzia di essersi formato seguendo l'iter più completo, e di rivolgersi ad un altro psichiatra per valutare l'opportunità di assumere un differente tipo di farmaco rispetto a quello che ha provato in passato.
E' importante che lei sappia e tenga a mente il fatto che per il suo problema c'è una soluzione, perchè è così.
Deve solo raccogliere le forze e impegnarsi a prendere contatto con chi può davvero aiutarla.
[#10]
Ex utente
Dottoressa, terro' a mente anche le sue parole.
Probabilmente, anzi sicuramente, ci saranno strade terapeutiche a me incomprese. Certo che raccogliere nuovamente le forze per re_intraprenderlo, al momento mi sembra un atto titanico. E' come se fosse già quello uno scoglione insormontabile, al momento, per me. Ma mi rendo conto che la sola enunciazione del problema, non risolve alcunchè. Mi auguro di trovare persone consapevoli; abito nel profondo sud, probabilmente è complicato anche per quello.
Ringrazio ancora della pazienza e cortesia.
Buon fine settimana
Probabilmente, anzi sicuramente, ci saranno strade terapeutiche a me incomprese. Certo che raccogliere nuovamente le forze per re_intraprenderlo, al momento mi sembra un atto titanico. E' come se fosse già quello uno scoglione insormontabile, al momento, per me. Ma mi rendo conto che la sola enunciazione del problema, non risolve alcunchè. Mi auguro di trovare persone consapevoli; abito nel profondo sud, probabilmente è complicato anche per quello.
Ringrazio ancora della pazienza e cortesia.
Buon fine settimana
[#11]
Stia tranquilla, ci sono persone preparate e molto qualificate anche dalle sue parti.
Da qui non possiamo fare nomi o consigliare singoli professionisti, ma può iniziare a consultare l'elenco degli iscritti a questo sito che operano nella sua zona:
www.medicitalia.it/specialisti/Psicologia
Da qui non possiamo fare nomi o consigliare singoli professionisti, ma può iniziare a consultare l'elenco degli iscritti a questo sito che operano nella sua zona:
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Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 1.9k visite dal 05/05/2012.
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