E l'infinita vanità del tutto...

Sono una ragazza di 26 anni, residente in un paesino nel sud dell'Italia, che ha sacrificato da sempre la sua vita per i genitori.
Mio padre era disabile e malato di tumore, per cui nel fatidico momento in cui qui tutti scelgono di trasferirsi in un'altra città per iscriversi all'università, sono stata costretta a restare in casa dei miei, per non abbandonarli.
Pochi viaggi, pochi esperienze, amici tutti via.
Vita universitaria poco stimolante che si è protratta per anni, a causa dei problemi di salute di mio padre e lo stato di depressione in cui ero caduta.
Anni bruttissimi, di non vita. Anni lunghissimi.
Malgrado tutto, sono riuscita a farmi forza da sola, a superare i momenti brutti, anche quando mio padre, qualche mese fa, è venuto a mancare.
Da allora mi sento profondamente cambiata. Ho deciso di dare un nuovo senso alla mia vita e ho ultimato gli ultimi esami in poco tempo per poter concludere la carriera universitaria e, finalmente, cominciare la mia vita daccapo, altrove.
E' come se la morte di mio padre mi avesse fatto capire che la vita va vissuta attimo per attimo perchè potrebbe concludersi da un momento all'altro e quello che resta è solo quello che abbiamo vissuto... e io non ho vissuto niente di bello in questi 26 anni, quelli che dovrebbero essere gli anni migliori.
Io sono in salute, ho due gambe, due braccia, e non è giusto che sprechi il mio tempo reclusa dentro quattro mura, in un paesino di provincia, senza prospettive per il futuro, a crogiolarmi nel nulla.
Ho parlato a mia madre di questa voglia di andare via per tanti anni e lei mi ha sempre consigliato di aspettare la conclusione degli studi. E' quello che ho fatto e, anche dopo la morte di mio padre, ho continuato a parlarle di questa mia volontà (ho una piccola somma messa da parte svolgendo piccoli lavoretti in questi anni) e lei ha sempre supportato, con le parole, questa mia scelta.
Ma, man mano che la data della mia partenza si avvicina (settembre), la sua posizione cambia giorno dopo giorno. Ha iniziato prima a cercare di far sparire tutti i soldi che ho messo da parte chiedendomeli in prestito per spese inesistenti, poi a restare in silenzio quando le dicevo che stavo spedendo curricula in altre città. Di recente, quando sono stata via per qualche giorno, scenate via telefono perchè secondo lei non mi facevo viva abbastanza (cosa, tra l'altro, non vera).
Poi, ieri, la svolta: SE VAI VIA MI UCCIDO.
E adesso mi è crollato il mondo addosso.
Io sono convinta di quello che voglio fare, non posso restare qui ancora... Ho sacrificato la mia gioventù per così tanto tempo che non riesco a fare altro che essere egoista in questo momento. In questi mesi la mia unica forza me l'ha data pensare a questa partenza e ora mi crolla il mondo addosso.
Queste parole mi fanno star male... Mi sento come se volessi condannarla alla solitudine quando invece vorrei solo trovare per una volta la MIA felicità.
Come dovrei comportarmi? Sono disperata.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"non riesco a fare altro che essere egoista in questo momento..."

Egoista?

Gentile ragazza,

credo si debba fare molta attenzione a non lasciarsi trascinare in dinamiche complesse e di un certo tipo.
Già non è un caso che tu sia rimasta a casa per accudire il papà; ora la mamma, spaventata (rimane sola... non ha una rete sociale, amiche, parenti, ecc..?), sta cercando di impedire il cambiamento di tali dinamiche.

Comprendo che non deve essere facile per te, anche perchè se tua mamma assume il ruolo della vittima, automaticamente tu ti sentirai la persona egoista, cattiva e che non comprende la mamma.

Tuttavia i figli, prima o poi, lasciano i genitori.

Forse dovresti cercare di capire e vedere i comportamenti della mamma per quello che sono: sembra semplicemente molto spaventata. E' importante allora saperlo e prenderne le distanze.

In bocca al lupo!

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
La ringrazio per queste parole... sono quelle che stavo cercando, ma che nel mio ambiente familiare stento a trovare, con i miei parenti che mi pressano per "fare la cosa giusta", "non abbandonarla".

Mia madre è una persona molto scontrosa, con un carattere difficile, tendente all'asocialità, per cui non è riuscita a ritagliarsi molte amicizie. Non è molto giovane, ha qualche problemino di salute ma tutto sommato è autosufficiente, anche se da anni non mette piede fuori di casa.

Ho anche pensato a delle soluzioni. Per i primi tempi potrebbe vivere con mia nonna o, a periodi, andare a trovare le sorelle per non sentirsi troppo sola. Senza contare che, all'inizio, le ho promesso di tornare a casa più spesso, almeno una volta al mese per massimo un paio di giorni, per darle il tempo di abituarsi alla nuova situazione in maniera graduale (impegni permettendo).

Il problema è che è sempre stata una persona un po' viziata, egoista, abituata a fare capricci ed essere accontentata in tutto, dai genitori, da mio padre, dalle sorelle. Avendo vissuto fino a 40 anni in casa con i genitori e avendo condotto una vita quasi ascetica, ha una visione dei figli come proprietà dei propri genitori, non capisce la necessità di realizzarsi sotto il profilo lavorativo (che lei non ha mai avvertito non avendo mai lavorato), non comprende l'urgenza di mettere qualche soldo da parte, (lei non vivrà per sempre e prima o poi avrò bisogno di una mia indipendenza economica... già i tempi sono difficili e sono "vecchia" lavorativamente parlando), non capisce come possa essere frustrante la vita casalinga per me, che non riesco a stare ferma un attimo e ho sempre bisogno di vedere posti nuovi, conoscere gente, assorbire stimoli esterni, vivere emozioni forti.

Posso mai sacrificare il resto della mia vita, precludermi le necessità più basilari per la vita di un individuo, perchè lei si sentirebbe sola? Una volta tanto non potrebbe essere lei a pensare al mio benessere, cosa che non ha MAI fatto?

Oltretutto io e lei non siamo mai andate d'accordo da quando sono piccola. Non è passato giorno in cui io e lei non abbiamo litigato, spesso a causa del suo carattere brusco. Mai un abbraccio, mai un gesto d'affetto... spesso, anzi, parole grosse e il ricorso alle mani. E ora, che sono cresciuta imparando a non stringere legami emotivi troppo forti con i miei genitori, con le persone e a bastare a me stessa, solo ora che sto per andare via sembra trovare la mia eventuale assenza un motivo talmente forte da pensare di farla finita... mi fa rabbia, tutto questo. Mi sento in gabbia e legata a qualcuno, costretta al'infelicità perenne per il semplice fatto di essere stata partorita da questo qualcuno. Lo trovo innaturale, crudele.

Ma, nonostante tutto, il senso di colpa, la paura dell'approssimarsi di quella data in cui farò le valigie, non mi fa dormire la notte, vivere durante il giorno.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"...ha una visione dei figli come proprietà dei propri genitori...."

Basterebbe solo questo a giustificare (si fa per dire ^___^) il comportamento della mamma! Tutti noi siamo influenzati dalle nostre idee, credenze, convinzioni. Se per la mamma una credenza è questa, si comporterà di conseguenza, non perchè sia cattiva, sia chiaro, ma perchè non riesce a vederla in maniera diversa.


"Posso mai sacrificare il resto della mia vita, precludermi le necessità più basilari per la vita di un individuo, perchè lei si sentirebbe sola? Una volta tanto non potrebbe essere lei a pensare al mio benessere, cosa che non ha MAI fatto?"

Considera che, in base a come funzionerebbe la mamma, ora la scelta spetta solo a te! Comprendo il tuo desiderio e la tua aspettativa di vederla in qualche modo più aperta nei tuoi confronti, più comprensiva, ma in genere le persone che hanno convinzioni così radicate (anche solo per l'età) non cambiano. Quindi sta a te non lasciarti influenzare nelle tue importanti scelte per il tuo futuro.

"sono cresciuta imparando a non stringere legami emotivi troppo forti con i miei genitori, con le persone e a bastare a me stessa..."

Considera tuttavia che, nonostante le diffcoltà incontrare fin qui, forse una maggior apertura anche da parte tua nei confronti degli altri potrebbe aiutarti: nessuno di noi basta a se stesso e puoi scoprire che può essere bello e anche facile cooperare con gli altri. Altrimenti rischi di portare tutta ala fatica e tutti i pesi...

Infine:
"Ma, nonostante tutto, il senso di colpa, la paura dell'approssimarsi di quella data in cui farò le valigie, non mi fa dormire la notte, vivere durante il giorno"

In parte questo è fisiologico! Stai prendendo una decisione importantissima per la tua vita. Un pochino di queste importanti emozioni ti serve: prenditi il tempo necessario per le valutazioni del caso e in bocca al lupo!
[#4]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Spero tanto di riuscire a proseguire per la mia strada. Stare in questo posto negli ultimi mesi è diventato insopportabile... tra insonnia, inappetenza, ansia, crisi di pianto continue, mi sembra di impazzire...

Grazie ancora per tutto!
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Prova a parlarne col medico di base che ti conosce: per l'insonnia, inappetenza, ecc... potrebbe esserti di grande aiuto. Aggiornaci in futuro se credi.

Saluti,