Fobia dei ladri
Salve,
Da quando sono diventata maggiorenne i miei genitori hanno cominciato a viaggiare durante alcuni weekend, lasciandomi sola. Come penso tutti i ragazzi giovani accolgo i momenti in cui ho "casa libera" con molta felicità, anche perchè non ho un bel rapporto con i miei genitori, e quando sono in casa non mi sento libera e sto per lo più chiusa in camera per evitarli. Il problema sorge la notte, quando invece di dormire resto sveglia per praticamente tutto il tempo, terrorizzata dal fatto che possano entrare in casa i ladri. Razionalmente so che comunque non è così facile che accada, dato che sto al sesto piano, in un appartamento. Ma ugualmente non riesco minimamente a prendere sonno. L'unica cosa che ho capito è che non è tanto il fatto che mi vengano rubati degli oggetti a spaventarmi, ma, piuttosto, ho paura di accorgermi (di essere consapevole) che ci sia uno scnosciuto in casa, e di reagire con una paura spropositata che mi impedisca di essere razionale e salvarmi ( in poche parole ho paura di aver paura). Quando ci sono i miei non provo lo stesso timore, anzi dormo con i tappi per le orecchie e la porta della camera chiusa. Quando sono sola questo metodo non funziona perche mi impedisce di essere ricettiva al massimo verso i rumori che potrebbero essere indicatori di un'effrazione... Quindi mi stendo sul divano ( da dove posso controllare la porta principale) con il telefono vicino, la luce accesa, e non appena sento un rumore accendo le luci in tutta casa e controllo in ogni angolo che tutto sia apposto. Ho letto che in genere la fobia nasconde un disagio più complesso, e che in questo caso potrebbe indicare la paura di essere violati ( che combacerebbe col fatto che da bambina ho ricevuto delle molestie). Tuttavia ho la sensazione che non sia quella la spiegazione.. Cosa può indicare?
Grazie a tutti per la disponibilità
Da quando sono diventata maggiorenne i miei genitori hanno cominciato a viaggiare durante alcuni weekend, lasciandomi sola. Come penso tutti i ragazzi giovani accolgo i momenti in cui ho "casa libera" con molta felicità, anche perchè non ho un bel rapporto con i miei genitori, e quando sono in casa non mi sento libera e sto per lo più chiusa in camera per evitarli. Il problema sorge la notte, quando invece di dormire resto sveglia per praticamente tutto il tempo, terrorizzata dal fatto che possano entrare in casa i ladri. Razionalmente so che comunque non è così facile che accada, dato che sto al sesto piano, in un appartamento. Ma ugualmente non riesco minimamente a prendere sonno. L'unica cosa che ho capito è che non è tanto il fatto che mi vengano rubati degli oggetti a spaventarmi, ma, piuttosto, ho paura di accorgermi (di essere consapevole) che ci sia uno scnosciuto in casa, e di reagire con una paura spropositata che mi impedisca di essere razionale e salvarmi ( in poche parole ho paura di aver paura). Quando ci sono i miei non provo lo stesso timore, anzi dormo con i tappi per le orecchie e la porta della camera chiusa. Quando sono sola questo metodo non funziona perche mi impedisce di essere ricettiva al massimo verso i rumori che potrebbero essere indicatori di un'effrazione... Quindi mi stendo sul divano ( da dove posso controllare la porta principale) con il telefono vicino, la luce accesa, e non appena sento un rumore accendo le luci in tutta casa e controllo in ogni angolo che tutto sia apposto. Ho letto che in genere la fobia nasconde un disagio più complesso, e che in questo caso potrebbe indicare la paura di essere violati ( che combacerebbe col fatto che da bambina ho ricevuto delle molestie). Tuttavia ho la sensazione che non sia quella la spiegazione.. Cosa può indicare?
Grazie a tutti per la disponibilità
[#1]
Gentile Ragazza,
la possibile interpretazione di una fobia è complessa e non è uguale per tutti.
E' sicuramente un semaforo rosso, davanti al quale bisognerebbe fermarsi a riflettere.
Da quì e senza conoscerla non credo sia possibile compredere a fondo la sua problematica, ma se il disagio
le compromette la qualità di vita, andrebbe diagnosticato accuratamente e trattato da uno Psicologo-Psicoteraputa.
L'abuso pregresso, se non è stato elaborato in terapia, sicuramente ha le sue quote di responsabilità, ma ci saranno anche altri elementi correlati
la possibile interpretazione di una fobia è complessa e non è uguale per tutti.
E' sicuramente un semaforo rosso, davanti al quale bisognerebbe fermarsi a riflettere.
Da quì e senza conoscerla non credo sia possibile compredere a fondo la sua problematica, ma se il disagio
le compromette la qualità di vita, andrebbe diagnosticato accuratamente e trattato da uno Psicologo-Psicoteraputa.
L'abuso pregresso, se non è stato elaborato in terapia, sicuramente ha le sue quote di responsabilità, ma ci saranno anche altri elementi correlati
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
gentile ragazza,
<< in genere la fobia nasconde un disagio più complesso, e che in questo caso potrebbe indicare la paura di essere violati ( che combacerebbe col fatto che da bambina ho ricevuto delle molestie). Tuttavia ho la sensazione che non sia quella la spiegazione..>>
A mio avviso ciò che lei ha definito "molestie" e che, non a caso, cita solo alla fine del suo lungo resoconto, è invece proprio la spiegazione.
Immagino, come spesso accade e l'esperienza clinica me lo conferma, che ammettere che sia stata una molestia o un abuso (non necessariamente una violenza penalmente perseguibile) alla radice di molte sofferenze psicologiche, sia un dare ulteriore valore all'evento e dunque in qualche modo rendersi conto del danno che ha provocato. Però questo è l'unico modo per iniziare a dare un nome al suo disagio, affrontarlo e uscirne.
Ci sono psicoterapeuti molto validi e preparati sulla clinica dell'abuso, ma cerchi se può di parlarne in ogni caso con un professionista abilitato e affronti il problema.
<< in genere la fobia nasconde un disagio più complesso, e che in questo caso potrebbe indicare la paura di essere violati ( che combacerebbe col fatto che da bambina ho ricevuto delle molestie). Tuttavia ho la sensazione che non sia quella la spiegazione..>>
A mio avviso ciò che lei ha definito "molestie" e che, non a caso, cita solo alla fine del suo lungo resoconto, è invece proprio la spiegazione.
Immagino, come spesso accade e l'esperienza clinica me lo conferma, che ammettere che sia stata una molestia o un abuso (non necessariamente una violenza penalmente perseguibile) alla radice di molte sofferenze psicologiche, sia un dare ulteriore valore all'evento e dunque in qualche modo rendersi conto del danno che ha provocato. Però questo è l'unico modo per iniziare a dare un nome al suo disagio, affrontarlo e uscirne.
Ci sono psicoterapeuti molto validi e preparati sulla clinica dell'abuso, ma cerchi se può di parlarne in ogni caso con un professionista abilitato e affronti il problema.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#3]
Cara ragazza,
è possibile che quanto accaduto in passato sia alla base dell'attuale paura di stare a casa da sola la notte, soprattutto nel caso in cui ci fossero degli elementi specifici in comune fra le due situazioni.
E' così?
Ci vuoi dire almeno a grandi linee cosa ti è successo e se ne hai mai parlato con qualcuno?
Vorrei però sottolineare anche un altro elemento che a mio avviso non è da trascurare.
Ci dici che i tuoi ti lasciano da sola per trascorrere fuori casa alcuni fine settimana e che lo fanno da quando sei maggiorenne.
Questo comporta la visione di te come di un'adulta, capace di rimanere da sola in quanto in grado di badare a sè stessa e di cavarsela senza la protezione dei genitori (che ti fa sentire più che tranquilla quando dormono a casa, visto che tieni la porta chiusa e i tappi nelle orecchie).
Tu ti senti adulta?
C'è qualche aspetto che ti spaventa nell'idea di crescere e assumerti la responsabilità di te stessa?
Ti chiedo anche di dirci se hai condiviso con loro quanto sta accadendo, e se hai cercato di non farli andare via facendo presente che di notte sei fortemente a disagio quando non ci sono.
è possibile che quanto accaduto in passato sia alla base dell'attuale paura di stare a casa da sola la notte, soprattutto nel caso in cui ci fossero degli elementi specifici in comune fra le due situazioni.
E' così?
Ci vuoi dire almeno a grandi linee cosa ti è successo e se ne hai mai parlato con qualcuno?
Vorrei però sottolineare anche un altro elemento che a mio avviso non è da trascurare.
Ci dici che i tuoi ti lasciano da sola per trascorrere fuori casa alcuni fine settimana e che lo fanno da quando sei maggiorenne.
Questo comporta la visione di te come di un'adulta, capace di rimanere da sola in quanto in grado di badare a sè stessa e di cavarsela senza la protezione dei genitori (che ti fa sentire più che tranquilla quando dormono a casa, visto che tieni la porta chiusa e i tappi nelle orecchie).
Tu ti senti adulta?
C'è qualche aspetto che ti spaventa nell'idea di crescere e assumerti la responsabilità di te stessa?
Ti chiedo anche di dirci se hai condiviso con loro quanto sta accadendo, e se hai cercato di non farli andare via facendo presente che di notte sei fortemente a disagio quando non ci sono.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.8k visite dal 29/04/2012.
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