Ansia e derealizzazione

buongiorno a tutti,
mi chiamo Federica e il mio problema sono gli attacchi di panico e la derealizzazione.E' iniziato tutto durante una crisi con il mio ex fidanzato dopo 2 anni di storia..ho avuto una sensazione di confusione che però non è esplosa in attacco,ho vissuto con angoscia una crisi di 9 mesi durante i quali lui mi tradiva con una ragazza.L'ho scoperto per sua ammissione a natale in occasione del nostro anniversario dei 3 anni,inizialmente non ho reagito in alcun modo,ho provato a perdonarlo ma era sempre confuso ho preso coraggio e l'ho lasciato divertendomi con i miei amici il primo mese.Superato questo primo mese ho iniziato a stare male..attacchi di panico,derealizzazione,(la diagnosi mi è stata fatta da uno psichiatra)paura di bere alcolici perchè mi ricordavano la sensazione di sballo del panico e mi sono allontanata dal mio ex (ci stavamo ancora sentendo e lui chiedeva di perdonarlo)perchè pensavo fosse lui la causa e che senza di lui sarei stata meglio.Così non è stato e piano piano io rimanevo ferma,bloccata dal panico,pensando a lui e la rabbia nei suoi confronti spariva mentre lui aveva iniziato una nuova vita senza di me.Nonostante in questi 2 anni abbia frequentato altri ragazzi ogni tanto mi tornava in mente lui sperando un giorno di rincontrarlo come nelle storie più romantiche,così è stato ci siamo rincontrati ma io non riuscivo a lasciarmi andare, ci provavo però e lui non era più innamorato...è successo 2 volte..una volta tornati assieme per 2 mesi l'anno scorso in cui le mie ansie non c'erano più e poi ora questi 2 mesi..con lui però ora sono stata chiara dicendo i miei sentimenti perchè penso di essere ancora innamorata,facendo gesti per lui,ma per sua risposta lui prova affetto e non riesce a lasciarsi andare con me infatti stavolta non c'è stato solo una volta un suo tentativo di fare sesso poi basta,siamo usciti e abbiamo dormito come fossimo 2 amici anche se spesso abbiamo pianto per i nostri errori.
Io ora sono stanca di rimanere 2 anni a vivere in sua funzione,vorrei rifarmi una vita ma quest'ansia mi blocca quindi torno al suo pensiero non lavoro per paura dell'ansia non studio sempre per la derealizzazione anche e se esco ora che ho deciso di chiudere sto peggio penso sempre a lui.
Premetto che mi sono curata x 2 anni con lo xanax poi ho smesso assieme alla psichiatra perchè mi intontiva molto e mi dava più derealizzazione,sono stata meglio ma ora lui è tornato e mi sento di nuovo su una barca.
Penso che non amerò più nessuno,ho il terrore di immaginarlo con dei figli non nostri,ho terrore di bere anche una birra o fumare una sigaretta..vivo costantemente nella paura ma vorrei tanto andare avanti,
chiedo scusa se mi sono dilungata,anche i miei amici non escono con me la notte..vorrei tanto riuscire a togliere il suo pensiero fisso e non rimanere bloccata nel passato,riniziare!e togliere questa sensazione fastidiosa di non vivere(derealizzazione).Non so proprio come fare..
Grazie per l'ascolto

Federica
[#1]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10
Oltre alla terapia farmacologica non ha intrapreso un percorso psicoteraputico?

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

[#2]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
si Dottoressa e anche una volta a settimana,però non ne sto traendo tanto beneficio.L'anno scorso ho seguito la terapia cognitivo-comportamentale ma poi mi sono orientata al training autogeno sotto consiglio dello psichiatra di un pronto soccorso perchè avevo difficoltà proprio anche nel respiro.
Ancora la tecnica non mi è stata insegnata,sono in cura da dicembre e non ho indicazioni sul come comportarmi
[#3]
Dr.ssa Maria Luisa Abbinante Psicologo, Psicoterapeuta 56 1
Gentile utente,
ha detto di essere stata in cura farmacologica ma ha abbinato una psicoterapia?

Penso che sia importante per la sua vita prendere una strada diversa da quella percorsa fino a questo momento....provi a sperimentare nuove strade, nuove relazioni, nuovi modi di stare con i suoi amici e conoscenti!
Mi rendo conto che farlo con il panico è più facile a dirsi che a farsi, per questo penso sia importante per lei farsi aiutare nel cambiamento da uno psicologo nella sua città.

Dr.ssa Maria Luisa Abbinante
Psicologa Psicoterapeuta
www.psico-milano.org

[#4]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Cara ragazza, questo primo amore così controverso, tormentato va visto come un momento importante che le ha dato sì molte gioie, ma anche dolore, ansia, angoscia, attacchi di panico..

Va visto come una tappa evolutiva che aiuta a crescere,
a riflettere sugli sbagli propri e del partner.

Voler davvero andare avanti significa pensare, è una bella storia confusa e giovane, adesso giro pagina, perchè sono grande , ho riflettuto, voglio per me una storia chiara, che mi faccia star bene.
Perchè incaponirsi ad afferrare un sogno che non c'è oggi nella sua vita, che non le dà che umiliazioni e disconferme..?E rabbia.. che la fa sentire rifiutata e le mette in crisi l'autostima?
E' il momento del coraggio, guardi avanti, si faccia aiutare da uno psicologo per avere sostegno ed essere aiutata a riflettere.
"Restare ferma, bloccata nel panico ", nell'incertezza e nella rabbia, le fa male e le fa perdere tempo prezioso, tempo che può essere speso per studiare, lavorare, stare con gli amici, innamorarsi anche..
Con molti cari aguri

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#5]
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10
Ritengo che alcune tecniche possano essere utili a gestire l'ansia, ma può essere necessario lavorare un po' più in profondità per capire da dove si è originata questa situazione di instabilità conseguente all'allontanamento del suo fidanzato: quali vissuti, esperienze, emozioni, relazioni hanno costruito la sua "personalità", quali fragilità ha toccato questo evento.

E' vero che lei vive in funzione di lui. Ma, evidentemente, perchè questo soddisfa un suo bisogno. Esplorare quale servirà a trovare altre strade.
[#6]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie a tutti per le vostre risposte,sto seguendo una psicoterapia si ed ero convinta di essere quasi guarita ma evitare tante cose mi fa capire che non è proprio così..
Ho deciso di chiudere questa storia che mi porta solo disagi sto facendo un grande sforzo ma l'ho promesso a me stessa..volevo chiedere la derealizzazione può essere data dall'ansia?perchè un pò è diminuita ma nei luoghi affollati ritorna e mi sembra di non riuscire più a tornare nella realtà di tutti..
e lui può essere responsabile di tutti questi malesseri che sono tornati?
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Federica,

è possibile che quella che chiami "derealizzazione" sia semplicemente una reazione di fastidio ad uno stimolo per te negativo come potrebbe essere l'eccessiva concentrazione di persone in un luogo ristretto (e magari anche chiuso e troppo caldo), visto che ci dici che questo tipo di sensazione "è diminuita ma nei luoghi affollati ritorna".

L'affollamento è un tipico elemento scatenante reazioni negative nei soggetti ansiosi: qualcuno è colpito da veri e propri attacchi di panico e altri sentono invece sintomi di vario tipo descritti come spesso come "senso di testa vuota/leggera/che sbanda".

Se le cose stanno così questa tua reazione è presumibilmente di tipo ansioso e deve essere trattata come tale.

"L'anno scorso ho seguito la terapia cognitivo-comportamentale ma poi mi sono orientata al training autogeno sotto consiglio dello psichiatra"

Che tipo di psicoterapia stai effettuando?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#8]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Prima ho seguito la psicoterapia cognitivo-comportamentale ora con un'altra psicologa lavoro molto sui sogni e mi dovrebbe essere insegnato il training autogeno..

Comunque si esatto la sensazione è quella di "testa che sbanda" ma ho avuto anche episodi di derealizzazione..purtroppo continuo a ragionarci e ho paura di perdere la ragione perchè sembra di non vedere perfettamente la realtà come la vedono gli altri...

mi sento sempre un pò distante,diversa da come ero prima del sintomo..
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Sicuramente non sei più quella che eri prima dell'insorgenza di questo sintomo, perchè nel frattempo sei cresciuta e cambiata.

Visto che ce l'hai ripetuto per ben due volte credo che questo punto sia molto importante:

"mi sembra di non riuscire più a tornare nella realtà di tutti..."
"sembra di non vedere perfettamente la realtà come la vedono gli altri...".

E' evidente che senti un distacco che non ti piace e che vedi da un lato te stessa e dall'altro tutti gli altri, come se fossero un insieme indistinto - cosa che in realtà non sono.

Se già non lo hai fatto specifica meglio questo punto alla tua psicologa perchè ne possono derivare sintomi che non dipendono dall'ansia, ma sono per così dire una concretizzazione di questo modo di vedere le cose.
[#10]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Mi scusi,non ho capito cosa intende col direche i sintomi" sono per così dire una concretizzazione di questo modo di vedere le cose".
[#11]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Intendo che a volte i sintomi rispecchiano e "mettono in scena" un particolare modo di sentire o una certa emozione.
Se, per motivi che non conosco, ti senti distante dagli altri e ti sembra di non essere omologata a loro, non vivendo nello stesso loro modo la realtà, è possibile che tu abbia delle strane sensazioni di irrealtà, intontimento e distacco che derivano proprio da questo - esattamente come un problema di reflusso gastroesofageo può derivare direttamente dalla difficoltà del soggetto a "mandar giù" una determinata situazione che sta vivendo.

Ad ogni modo la questione deve essere ovviamente affrontata di persona con chi ti segue.

[#12]
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
si ne parlerò certamente anche con la psicologa che mi segue,ho capito più o meno il concetto,grazie,infatti io considero realtà le stesse sensazioni ed emozioni che provavo prima del sintomo..
[#13]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
a volte il corpo impara in maniera disfunzionale ad esprimersi con i sintomi.
Questi rappresentano un semaforo rosso, davanti al quale sarebbe opportuno fermarci a riflettere.
Prima di sedare la sintomatologia, questa andrebbe analizzata, interpretata e tradotta da grido di dolore a comunicazione, tra soma e psiche.
A mio avviso quando una relazione d'amore è più quello che toglie, che quello che dà, bisognerebbe avere il coraggio di chiuderla.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#14]
Dr.ssa Rosanna Di Cosmo Psicologo, Psicoterapeuta 22 2
Federica,
immagino quanto sia difficile per te andare avanti con la paura, una paura che si alimenta di ulteriore paura, che non fa che accrescere la sensazione di "non farcela", ma di sentirti invece "bloccata", come dici appunto... in "un vicolo ceco".
La fase evolutiva che stai attraversando è molto importante, in quanto rappresenta il passaggio da una fase adolescenziale ad una fase adulta, o meglio vai verso lo sviluppo di un'indipendenza che si costruisce dal modo in cui stabiliamo pian piano dei confini tra noi e gli altri, in cui c'è un "io" e c'è anche un "tu" che possono coesistere, ma in modo automo.
Arrivare ad avere dei rapporti sani di "interdipendenza" non è semplice, nè facile.
In tutto questo sono implicati diversi fattori, in parte legati ad aspetti fisiologici, ma molti dipendenti dal contesto socio-culturale in cui siamo creciuti; grande ruolo riveste la famiglia, perchè è lì che apprendiamo valori, regole di comportamento e modi di "amare" l'altro e noi stessi; nonchè il modo di "legarci" affettivamente agli altri.
Creare un sano legame di affetto e di reciprocità da adulti è ben diverso da quello di "dipendenza" che abbiamo costruito con i nostri genitori quando eravamo piccoli, e lì dove, fino ad un certo punto, era necessario. Essere dipendenti da... quando si diventa adulti può creare non poche difficoltà e talvolta genera uno stato d'ansia perchè ostacola l'autonomia e il "contare su se stessi" (autosostegno!).
Scrivi di essere stanca "a vivere in sua funzione", ma al tempo stesso non ti <svincoli> fissando in te "il suo pensiero",
lui è tornato e tu "ti senti di nuovo su una barca", che senso e significato riveste questo per te?!
Credo che sia importante proprio partire da questo desiderio che hai di andare oltre, imparando a fare riferimento su te stessa, continuando a fare un lavoro psicologico come hai iniziato a fare, capendo ed imparando ad essere responsabile della tua vita.
Hai un grande potere, credici!
A volte è necessario attraversare una notte per vedere l'alba...
Inizia a contare e ri-scoprire le tue risorse e guardare avanti ti apparirà meno spaventoso...
Ti faccio i miei migliori auguri!

Dr.ssa Rosanna Di Cosmo

[#15]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Bene, parlagliene e magari dille anche che hai sentito il bisogno (o il desiderio) di confrontarti anche con noi, perchè questo può essere segno di qualcosa che va discusso con lei e che può ostacolare il processo terapeutico, come per esempio una non completa fiducia nella possibilità che il percorso che stai seguendo ti aiuti a risolvere i tuoi problemi.
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