Forte disagio da acne

Gentile Dottore,
sono una ragazza di 23 anni che da tre soffre di acne sul viso.Fino a poco tempo fa riuscivo a controllare il mio stato d'animo sofferente, ora sto facendo una cura che ha peggiorato la mia situazione tanto da crearmi un vero e proprio disagio psicologico. Fino a tre anni fa avevo una pelle stupenda, invidiata da tutti e poi, da quando ho iniziato l'università, lo stress da esami e il forte desiderio di essere indipendente dai miei genitori, mi ha logorato.
Ad aggravare il problema è stata anche la fine di una relazione con un ragazzo. In questi giorni sto davvero male, ho delle crisi di pianto improvvise non appena le persone che mi vogliono bene mi fanno notare il mio problema, e allo stesso tempo mi innervosisco perchè non riesco ad accettarmi, non ho più fiducia in una guarigione, tutto mi sembra inutile e mi sto isolando da tutto e da tutti. Anche la mia attuale vita sentimentale è condizionata. Da poco mi interessa un ragazzo ma non mi faccio avanti, anzi cerco di evitarlo il più possibile perchè mi vergogno di avere i brufoli, sono convinta di non piacere a nessuno.
Tanti mi dicono che penso troppo, che pensare fa ammalare, che la miglior cura è curare la testa e il modo di vivere la vita.
Io vorrei tanto tornare ad avere fiducia in me stessa e a volermi bene ma non so cosa fare, ho bisogno di un aiuto!
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Dr. Francesco Vincelli Psicologo, Psicoterapeuta 12
Gentile utente
comprendo il disagio sociale e la sofferenza che lei sta sperimentando in queste settimane. Ritengo però che se i cambiamenti conseguenti al nuovo ciclo di vita (il passaggio all'università, il diverso metodo di studio, il nuovo stile di vita) hanno determinato tali difficoltà di adattamento, con reazioni che verosimilmente possono essere considerate di natura psicosomatica (l'acne), forse i segnali di un'accentuata sensibilità e qualchè segno di disistima erano già presenti. L'acne quindi, come qualsiasi reazione psicosomatica, potrebbe essere la risposta finale ad un disagio più profondo che rigurda il proprio stile di pensiero e l'autostima. Chiaramente queste sono ipotesi che si possono fare attraverso il suo scritto. Tutto andrebbe verificato attraverso un'approfondita psicodiagnosi. Ma poichè anche lei riconosce l'origine psicologica del suo disagio, il mio consiglio e di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, magari di indirizzo cognitivo-comportamentale, per comprendere e decidere come intervenire sul problema.
Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Francesco Vincelli

dott. Francesco Vincelli
psicologo psicoterapeuta
dottore di ricerca in psicologia, Università Cattolica di Milano
docente e supervisore clinico

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
senza dubbio l'analisi che lei stessa fa circa la natura psicologica del problema è già un primo passo.

L'ansia, le paure, le reazioni psicosomatiche, la bassa autostima, l'insicurezza sociale, sono tutti elementi che a mio avviso richiederebbero un approfondimento.

Mi sento di consigliarle un percorso di psicoterapia, in modo da riuscire a risolvere definitivamente ed in tempi brevi questa situazione estremamente spiacevole.

Cordialmente

Daniel Bulla
dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Attivo dal 2005 al 2007
Ex utente
Gentili Dottori, a distanza di un anno dalla mia richiesta d'aiuto, devo dire che la mia situazione di vita è abbastanza migliorata.
Innanzitutto sono quasi completamente guarita dall'acne grazie a una cura basata soprattutto sulla pazienza e continuità, doti che mi hanno aiutato anche nel mio vivere quotidiano, a riprendere piano piano quella fiducia in me stessa che avevo perso.Inoltre mi sono fidanzata e avendo creato un rapporto di forte fiducia e di confidenzialità con il mio compagno, ora mi riesce più facile esprimere i disagi, i timori che possono capitare in una vita normale di tutti i giorni.
Certe volte penso però che questa sensazione di "rinascita" sia una cosa solamente superficiale, alla visione del mondo esterno e temporanea, mentre dentro di me ho la paura ancora di cadere nell'angoscia di non essere all'altezza di quello che faccio, nel lavoro, nello studio (mi manca un esame prima della laurea ma non riesco a darlo per molti fattori quali lo stress da lavoro, il poco tempo a disposizione per studiare ecc. ecc). Il mio partner mi sta accanto e a lui non nascondo nulla, ma so che devo farcela da sola.
Mi abbandono a volte in crisi di pianto silenziose, prima di addormentarmi pensando a quello che una ragazza di 24 anni dovrebbe essere...Ho la sensazione di aver fatto quest'anno troppe cose in fretta senza il tempo di prendermi una pausa...ho trovato un lavoro impegnativo e che purtroppo non è valorizzato come speravo, nel frattempo sono andata avanti con gli studi, a rilento, e quest'ultimo fattore mi ha messo l'ansia perchè penso continuamente di aver sbagliato a non dedicarmi al 100% all' università.
Ora penso che con tutti questi sforzi io non abbia ottenuto nulla se non una confusione da cui non trovo via d'uscita.
Spero di aver spiegato bene il mio disagio e sono fiduciosa in un vostro consiglio prezioso.
Cordiali saluti
Roberta
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
sono felice di vedere quanti passi avanti lei abbia fatto in un anno, e mi sembra di capire con la sola forza di volontà.

Sta a lei, ora, capire se questa stessa forza interna basta, da sola, a farle affrontare nuove (ed inevitabili) sfide quotidiane. In caso contrario resta sempre una soluzione, ovvero la richiesta d'aiuto.

Con i migliori auguri

Daniel Bulla
dbulla@libero.it
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Attivo dal 2005 al 2007
Ex utente
Buonasera,
leggendo i consulti presenti su questo sito ho provato a cercare un caso che somigliasse al mio per rendermi conto se il mio problema è comune ad altre persone, magari coetanee o no. Purtroppo non ne ho trovato nessuno e questo mi preoccupa.
Sono fidanzata con un ragazzo della mia età da due anni e siamo entrambi ancora vergini sebbene abbiamo provato diverse volte ad avere un rapporto sessuale completo senza avere successo, causa molto probabile la nostra inesperienza nel campo. Siamo fermi ancora alla masturbazione reciproca che non sempre è delle migliori (al meno per quanto riguarda me). Infatti io non sono molto attratta all’ idea nonostante voglia a tutti costi lasciarmi andare fino in fondo, vista l’età, e devo dire per questo di sentirmi molto frustrata per non essere capace di fare nulla e mi perdo d’animo subito, piangendo e volendo stare da sola a rimuginare inutilmente sul mio fallimento.
Spesso me la prendo con il mio partner(senza farglielo notare)perché nemmeno lui sa come comportarsi, visto che non è mai stato con una donna. Da un lato io sono restia a esplorare il mio corpo per prendere confidenza con il sesso, dall’altro ho la sensazione di non essere abbastanza attratta dal mio ragazzo, anche se quando ci penso sto male perché senza di lui non riesco a vivere…lo so…mi contraddico ma è così. A volte mi viene addirittura in mente di cercare un’ altro uomo che mi aiuti solo per quanto riguarda il sesso e mi sento così meschina che penso che il ragazzo che ho non me lo merito.
Vi prego di aiutarmi.

[#6]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
gentile utente,
intanto ben ritrovata

La prima esperienza sessuale è comunque un'esperienza molto intensa dal punto di vista emotivo, a qualsiasi età.

Per cui i suoi dubbi, i suoi timori e le sue ansie sono davvero comprensibili, soprattutto se consideriamo il fatto che oltre i 20 anni il ragazzo o la ragazza si sente a disagio per via dei confronti rispetto ai coetanei.

La costante che caratterizza le sue richieste, a distanza di anni, rimane comunque questa più o meno velata richiesta di aiuto specifico, che però non mi sembra lei abbia mai messo in pratica.

Le si pongono due soluzioni:

1) procedere a tentoni, lasciando succedere le "cose" sessuali, e vedere cosa si innesca; questo potrebbe essere un percorso lungo

2) accelerare i tempi andando (finalmente) da uno psicologo/a, sradicando una volta per tutte questa "tendenza" alla problematicità ed alla sofferenza

Perchè continuare oltre a soffrire? Non crede che i tempi per una consulenza sono ora maturi?


Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
Se vuole mi scriva pure in privato
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Attivo dal 2005 al 2007
Ex utente
La ringrazio intanto vivamente per la celere risposta.
L'idea di andare da uno psicologo mi mette in forte imbarazzo e soprattutto mi fa credere di essere un caso patologico quando invece cerco sempre di pensare che non lo sia. Cerco solamente di confrontarmi con persone che potrebbero avere il mio stesso problema o aspetto semplicemente un consiglio rincuorante. Da sempre soffro di scarsa fiducia in me stessa e quando riesco nella vita a fare un passo avanti mi rendo conto che per così poco ho avuto mille paure e insignificanti dubbi che mi potevo risparmiare e così cado ancora di più nello sconforto per quanto mi consideri stupida e immatura.
La ringrazio anche per la Sua disponibilità a consulti privati.

Cordiali saluti.