Da due anni soffro di attacchi di panico
Salve, ho 26 anni e da due anni soffro di attacchi di panico.
Sono cominciati quando una mattina dopo 3 giorni di febbre a 40 e aver preso 4 tachipirine da 1000 mg, sono svenuta da sola in casa, spaccandomi il mento.
Da quel momento ho avuto paura a rimanere a casa da sola, ho anche due bimbi, e poi una mattina gurdandomi ho notato che ero magrissima, nonostante mangiassi, da li si è scatenato ancor di più il panico, pensavo di essere malata, ho fatto le analisi e
è tutto ok.
Adesso gli attacchi mi vengono in macchina mentre guido, e a volte in casa soprattutto dopo cena. Non dormo bene, mi sveglio più volte e alla mattina non riesco a scendere dal letto.
Non ho più voglia di fare niente, mi sento sempre in colpa, mi sento sbagliata soprattutto nei confronti dei bimbi.
Non prendo nessun tipo di medicinale, ho paura a prenderli, solo in caso di necessità li prendo, ma mi viene il panico appena metto qualcosa in bocca di cui non so cosa provocarmi.
Vado dal psicologo, faccio anche delle sedute di ipnosi, quelle mi aiutano, ma ancora non riesco a gestire un attacco quando mi prende. Ho la tachicardia, tremo, e mi cedono le gambe.
La paura mi assale, e mi chiudo in me stessa per non deludere gli altri. Non riesco a parlarne con nessuno, mi sento in difetto, e questo mi sta rovinando il presente.
Vorrei solo un parere, un consiglio, perchè voglio uscire dal tunnel.
Sono cominciati quando una mattina dopo 3 giorni di febbre a 40 e aver preso 4 tachipirine da 1000 mg, sono svenuta da sola in casa, spaccandomi il mento.
Da quel momento ho avuto paura a rimanere a casa da sola, ho anche due bimbi, e poi una mattina gurdandomi ho notato che ero magrissima, nonostante mangiassi, da li si è scatenato ancor di più il panico, pensavo di essere malata, ho fatto le analisi e
è tutto ok.
Adesso gli attacchi mi vengono in macchina mentre guido, e a volte in casa soprattutto dopo cena. Non dormo bene, mi sveglio più volte e alla mattina non riesco a scendere dal letto.
Non ho più voglia di fare niente, mi sento sempre in colpa, mi sento sbagliata soprattutto nei confronti dei bimbi.
Non prendo nessun tipo di medicinale, ho paura a prenderli, solo in caso di necessità li prendo, ma mi viene il panico appena metto qualcosa in bocca di cui non so cosa provocarmi.
Vado dal psicologo, faccio anche delle sedute di ipnosi, quelle mi aiutano, ma ancora non riesco a gestire un attacco quando mi prende. Ho la tachicardia, tremo, e mi cedono le gambe.
La paura mi assale, e mi chiudo in me stessa per non deludere gli altri. Non riesco a parlarne con nessuno, mi sento in difetto, e questo mi sta rovinando il presente.
Vorrei solo un parere, un consiglio, perchè voglio uscire dal tunnel.
[#1]
Gentile utente,
la diagnosi di attacco di panico è stata formulata dallo psicologo che la segue attualmente?
Nonostante le Sue remore ad assumere farmaci, nessun medico Le ha prescritto nulla?
Diciamo anche che due anni sembrerebbero tanti per lavorare sul panico. Che tipo di lavoro state portando avanti in terapia attualmente? Avete visto insieme delle strategie per gestire meglio il panico?
Sicuramente è utile avere qualcuno vicino che Le dia una mano con i bimbi.
Saluti,
la diagnosi di attacco di panico è stata formulata dallo psicologo che la segue attualmente?
Nonostante le Sue remore ad assumere farmaci, nessun medico Le ha prescritto nulla?
Diciamo anche che due anni sembrerebbero tanti per lavorare sul panico. Che tipo di lavoro state portando avanti in terapia attualmente? Avete visto insieme delle strategie per gestire meglio il panico?
Sicuramente è utile avere qualcuno vicino che Le dia una mano con i bimbi.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
In caso di ansia acuta, è utile farsi seguire da uno psicologo psicoterapeuta che adotti un approccio specifico per l'ansia, come la terapia comportamentale o quella breve strategica.
Può leggere qui per informarsi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
L'ipnoterapia può andar bene, ma "delle sedute" sporadiche fatte qua e là, senza un progetto terapeutico preciso, potrebbero rivelarsi inconcludenti.
Magari può aggiungere ulteriori dettagli sul lavoro che sta facendo con lo psicologo.
Può leggere qui per informarsi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
L'ipnoterapia può andar bene, ma "delle sedute" sporadiche fatte qua e là, senza un progetto terapeutico preciso, potrebbero rivelarsi inconcludenti.
Magari può aggiungere ulteriori dettagli sul lavoro che sta facendo con lo psicologo.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile Utente,
vivere paralizzata dall'ansia e dal panico, non deve essere un bel vivere.
Spesso per gli attacchi di panico si adopera un approccio combinato:
farmacoterapia e psicoterapia.
Se lei è contraria ai farmaci, dovrebbe valutare la possibilità di parlare con il suo terapeuta o cambiare approccio.
vivere paralizzata dall'ansia e dal panico, non deve essere un bel vivere.
Spesso per gli attacchi di panico si adopera un approccio combinato:
farmacoterapia e psicoterapia.
Se lei è contraria ai farmaci, dovrebbe valutare la possibilità di parlare con il suo terapeuta o cambiare approccio.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Ex utente
Si mi è stata diagnosticata dal mio psicologo. Ovviamente il mio dottore non può prescrivere farmaci, mi ha dato delle cose naturali, ma sinceramente non ho avuto molto risultato.
Le sedute le facevo ogni settimana, poi per esigenze diverse, ci vado quando sto veramente male.
Leggo tantissimi libri, sto imparando a conoscere le mie paure, ma di prendere medicine non me la sento proprio!
So che da sola non posso farcela, ma non posso dipendere solo da chi mi sta vicino.
Le sedute le facevo ogni settimana, poi per esigenze diverse, ci vado quando sto veramente male.
Leggo tantissimi libri, sto imparando a conoscere le mie paure, ma di prendere medicine non me la sento proprio!
So che da sola non posso farcela, ma non posso dipendere solo da chi mi sta vicino.
[#5]
Non ha mai detto al Suo psicologo che non apprezza sostanziali miglioramenti e che crede di non farcela da sola?
Ritengo sarebbe giusto parlarne con lui.
Tuttavia, ripeto, la cura dei disturbi d'ansia, in genere prevede tempi decisamente più stretti anche perchè il tempo non aiuta a togliere il sintomo.
Non mi è chiaro il lavoro terapeutico: va benissimo cominciare a riconoscere le paure... ma sulla loro gestione che cosa state facendo?
Ritengo sarebbe giusto parlarne con lui.
Tuttavia, ripeto, la cura dei disturbi d'ansia, in genere prevede tempi decisamente più stretti anche perchè il tempo non aiuta a togliere il sintomo.
Non mi è chiaro il lavoro terapeutico: va benissimo cominciare a riconoscere le paure... ma sulla loro gestione che cosa state facendo?
[#6]
>>> ci vado quando sto veramente male
>>>
Ecco, era proprio ciò che intendevo: in generale questo non va bene.
L'ansia non va trattata e curata con modalità da pronto soccorso, altrimenti il rischio è purtroppo di esacerbare e radicare ancor più il problema.
Non conosco il suo caso né la diagnosi o la valutazione che ne avrebbe fatto lo psicologo a cui si rivolge, ma dovrebbe esserle stato detto che rispondere all'ansia "al bisogno" - sia con gocce di ansiolitico, sia con rassicurazioni, sia con delle sedute "a richiesta" - non è una modalità in generale valida di trattarla. Anzi, può rivelarsi persino dannoso.
Uscire dall'ansia significa proprio non aver più necessità di essere rassicurati o trattati al bisogno. Finché si "ha bisogno" di qualcosa o qualcuno quando si ha paura, sia un farmaco o un terapeuta, significa che si è ancora dentro il problema. Perciò dovrebbe rivedere con il suo psicologo (a proposito, è anche psicoterapeuta?) gli obiettivi di cura prefissati ed eventualmente mettere a punto un piano terapeutico più focalizzato.
Da qui comunque non possiamo dare "consigli" né intervenire direttamente sui problemi degli utenti.
>>>
Ecco, era proprio ciò che intendevo: in generale questo non va bene.
L'ansia non va trattata e curata con modalità da pronto soccorso, altrimenti il rischio è purtroppo di esacerbare e radicare ancor più il problema.
Non conosco il suo caso né la diagnosi o la valutazione che ne avrebbe fatto lo psicologo a cui si rivolge, ma dovrebbe esserle stato detto che rispondere all'ansia "al bisogno" - sia con gocce di ansiolitico, sia con rassicurazioni, sia con delle sedute "a richiesta" - non è una modalità in generale valida di trattarla. Anzi, può rivelarsi persino dannoso.
Uscire dall'ansia significa proprio non aver più necessità di essere rassicurati o trattati al bisogno. Finché si "ha bisogno" di qualcosa o qualcuno quando si ha paura, sia un farmaco o un terapeuta, significa che si è ancora dentro il problema. Perciò dovrebbe rivedere con il suo psicologo (a proposito, è anche psicoterapeuta?) gli obiettivi di cura prefissati ed eventualmente mettere a punto un piano terapeutico più focalizzato.
Da qui comunque non possiamo dare "consigli" né intervenire direttamente sui problemi degli utenti.
[#7]
Gentile utente,
se gli attacchi le capitano principalmente mentre guida, è possibile che si tratti di una "fobia della macchina". In questo caso si possono osservare nel paziente due tentate soluzioni al problema: la persona evita di prendere la macchina perchè questo le causa ansia e paura; la persona usa la macchina solo in un raggio ristretto evitando di andare fuori dal "recinto" che si è costruita.
E' possibile, inoltre, che gli attacchi capitino solo su alcune tipologie di strade: autostrade e superstrade.
In questi casi, la terapia breve strategica utilizza manovre specifiche, che agiscono in breve tempo, che permettono di "spostare l'attenzione" del paziente dall'attacco di panico in corso. In questo modo l'ansia cala e la persona riesce a gestire la guida. Altre volte è necessario andare a saturare l'ansia che si presenta per poterla attenuare, anche qui con manovre specifiche.
Saluti,
se gli attacchi le capitano principalmente mentre guida, è possibile che si tratti di una "fobia della macchina". In questo caso si possono osservare nel paziente due tentate soluzioni al problema: la persona evita di prendere la macchina perchè questo le causa ansia e paura; la persona usa la macchina solo in un raggio ristretto evitando di andare fuori dal "recinto" che si è costruita.
E' possibile, inoltre, che gli attacchi capitino solo su alcune tipologie di strade: autostrade e superstrade.
In questi casi, la terapia breve strategica utilizza manovre specifiche, che agiscono in breve tempo, che permettono di "spostare l'attenzione" del paziente dall'attacco di panico in corso. In questo modo l'ansia cala e la persona riesce a gestire la guida. Altre volte è necessario andare a saturare l'ansia che si presenta per poterla attenuare, anche qui con manovre specifiche.
Saluti,
Dr.ssa ROSSELLA CAMPIGOTTO
Psicologa - Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
www.psicologiabrevestrategica.it
[#8]
Ex utente
Allora, ho un carattere molto sensibile, e questo mi ha fatto diventare ipocondriaca, nel senso che se c'è qualcuno intorno a me che sta male, devo stare male anche io, anche poi alla fine io ho una buona salute
Sono molto diffedente, per me la fiducia ha un inizio e una fine, nel senso che parto sempre prevenuta qualsiasi cosa sia, anche con le persone parto con le braccia conserte. Vivo di abitudini, casa-figli-spesa-poco svago.
Lavoro in casa, come segretaria, quindi la mia casa è diventata la mia "gabbia". Ho paura ad addormentarmi, appena sento che i miei muscoli si rilassano e i battiti sono tranquilli mi spavento, ho paura di perdere il controllo di ciò che mi sta intorno, sono sempre sul chi va là!
In autostrada ci vado, ma io non riesco a guidarci... Mi da un senso di non ritorno, anche se alla fine l'uscita, un autogrill ci sono.
Mi viene in macchina, per strada, sopratutto in quei tratti dove prima ho avuto degli attacchi ma continuo a passarci, io cerco di affrontare il problema, non mi tiro indietro, ma a volte mi spavento davvero e mi blocco.
Il mio psicologo è anche un psicoterapeuta.
No non gli ho mai detto al mio psicologo di non avvertire miglioramenti. Forse è ora che glielo dica
Sono molto diffedente, per me la fiducia ha un inizio e una fine, nel senso che parto sempre prevenuta qualsiasi cosa sia, anche con le persone parto con le braccia conserte. Vivo di abitudini, casa-figli-spesa-poco svago.
Lavoro in casa, come segretaria, quindi la mia casa è diventata la mia "gabbia". Ho paura ad addormentarmi, appena sento che i miei muscoli si rilassano e i battiti sono tranquilli mi spavento, ho paura di perdere il controllo di ciò che mi sta intorno, sono sempre sul chi va là!
In autostrada ci vado, ma io non riesco a guidarci... Mi da un senso di non ritorno, anche se alla fine l'uscita, un autogrill ci sono.
Mi viene in macchina, per strada, sopratutto in quei tratti dove prima ho avuto degli attacchi ma continuo a passarci, io cerco di affrontare il problema, non mi tiro indietro, ma a volte mi spavento davvero e mi blocco.
Il mio psicologo è anche un psicoterapeuta.
No non gli ho mai detto al mio psicologo di non avvertire miglioramenti. Forse è ora che glielo dica
[#10]
"...No non gli ho mai detto al mio psicologo di non avvertire miglioramenti. Forse è ora che glielo dica ..."
Gentile signora,
indipendentemente dal lavoro svolto con il professionista, è indispensabile che ci sia anche una valutazione dei risultati e della relazione terapeutica. Non solo dovrebbe condividere con il Suo terapeuta ciò che sta dicendo qui, ma sarebbe anche interessante comprendere come mai non lo ha fatto prima. In generale come si trova col terapeuta?
Quando si fa una psicoterapia (soprattutto con la diagnosi che avrebbe formulato il Collega) è necessario stabilire dall'inizio le modalità, ovvero anche i momenti in cui si svolgeranno le sedute perchè andare dallo psicologo solo e se si sta male, nel caso di un diasturbo d'ansia, non fa altro che aumentare l'ansia stessa e la percezione di non potercela fare da sola a gestirla.
Provi a parlarne tranquillamente col terapeuta e poi, se vuole, ci faccia sapere.
Un cordiale saluto,
Gentile signora,
indipendentemente dal lavoro svolto con il professionista, è indispensabile che ci sia anche una valutazione dei risultati e della relazione terapeutica. Non solo dovrebbe condividere con il Suo terapeuta ciò che sta dicendo qui, ma sarebbe anche interessante comprendere come mai non lo ha fatto prima. In generale come si trova col terapeuta?
Quando si fa una psicoterapia (soprattutto con la diagnosi che avrebbe formulato il Collega) è necessario stabilire dall'inizio le modalità, ovvero anche i momenti in cui si svolgeranno le sedute perchè andare dallo psicologo solo e se si sta male, nel caso di un diasturbo d'ansia, non fa altro che aumentare l'ansia stessa e la percezione di non potercela fare da sola a gestirla.
Provi a parlarne tranquillamente col terapeuta e poi, se vuole, ci faccia sapere.
Un cordiale saluto,
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 3.1k visite dal 24/04/2012.
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Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?