Paura della paura
30 anni fa mi fu detto da un sacerdote anziano che stimavo molto che dovevo smettere di aver paura della paura e che per guarire mi sarei dovuto comportare come facevano gli antichi romani.
Non diedi molta importanza a quelle parole ma ne rimasi talmente affascinato che spesso negli anni mi riaffiorano alla mente, tanto che quando mi trovo in difficoltà "comportamentale" le ripeto dentro di me.
Per capire il loro significato ho provato a cercare su internet ma senza risultato.
Chiedo gentilmente a voi se sapete darmi indicazioni sulle seguenti domande:
cosa significa aver "paura della paura"
cosa bisogna fare per combatterla come facevano gli "antichi romani"?
Grazie e cordialità.
cos'hanno significato per lei quelle parole in tutti questi anni?
La "paura della paura" di per sè è un meccanismo che si genera nella mente di persone che hanno vissuto attacchi di panico e che temono che si ripresentino, ma non so in che senso glielo può aver detto.
Di sicuro sia quest'esortazione sia il richiamo agli antichi romani costituivano un incoraggiamento che ha avuto il suo effetto su di lei fino ad oggi.
Perchè ha atteso 30 anni per domandarsi cosa significavano le frasi del sacerdote e se lo sta chiedendo proprio adesso?
Per quale motivo aveva parlato con lui?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)
la frase può anche non voler dire nulla o intendere molto, ma solo consocendo lei e la sua storia di vita si può dare un senso a quelle parole.
Perchè l'hanno cos' tanto colpita?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
che domanda strana che ci pone!
Credo che più che conoscere il significato di queste due frasi che le sono state dette 30 anni fa, la cosa interessante sia il fatto che, evidentemente, hanno ottenuto il loro scopo.
Come mai proprio ora se ne chiede il significato?
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
adesso le ricordo perchè non agisco spontaneamente ma in funzione di quello che gli altri potrebbero pensare di me riguardo a quello che sto facendo o dicendo.
sono troppo sensibile agli altri e spesso dedico più attenzione a loro piuttosto che ai miei famigliari o a me stesso.
non mi riesce di urlare con gli altri ma mi chiudo in me stesso per la paura che qualcuno mi denunci o faccia del male per vendetta ai miei famigliari o a me.
mentre agisco non penso sempre a quello che sto fecendo ma a quanto gli altri mi hanno invalidato la vita.
non ho mai incontrato l'orso che mi ha incusso la paura di essere sbranato.
però vedo l'orso che è dentro gli altri e che mi vorrebbe sbranare.
sento male non perchè gli altri mi fanno male ma perchè so quanto male potrebbero farmi se reagissi come vorrei.
a queste 2 domande attribuisco attualmente i seguenti significati:
ho paura che se fossi come mi sentirei di essere scatenerei negli altri una reazione di cattiveria nei miei confronti per cui, per non aver paura che si scateni questa cattiveria, preferisco non essere me stesso e vivere come un piccolo uomo che alla vera paura preferisce la presunta paura.
la paura della paura mi ripara dalla vera paura.
quando un uomo è forte ma si trova di fronte alla cattiveria, piuttosto di affrontare spontaneamente la cattiveria preferisce lasciarsi andare e invecchiare.
gli antichi romani combattevano la cattiveria e la forza con la cattiveria e la forza.
grazie a tutti voi, cordialità.
Ci sono tantissimi elementi su cui riflettere e se dopo tanti anni, le ritornano in mente quelle parole, evidentemente risuonano dentro di lei, unitamente alle cose irrisolte
Penso che se deciderà di parlarne anche di persona con uno psicologo potrà ricevere aiuto adeguato a modificare questo stato di cose, che le provoca sicuramente sofferenza e frustrazione.
"quando un uomo è forte ma si trova di fronte alla cattiveria, piuttosto di affrontare spontaneamente la cattiveria preferisce lasciarsi andare e invecchiare"
Non ha un'età che la possa portare a dire che ormai è troppo vecchio per cambiare le cose, e soprattutto c'è rimedio al "lasciarsi andare" quando questo sentimento prende il sopravvento in qualunque fase della vita.
1 - di non fasciarsi il capo prima di averlo sbattuto
2 - che gli antichi romani vivevano modestamente la loro vita fatta magari anche di sofferenza, ma senza cercare sempre anche le cose che ritenevano inutili, come il "pelo nell'uovo".......
Grazie carissimi dottori, cordiali saluti.
le sue parole rivelano una condizione di incongruenza, ovvero di perdita del contatto con sé stessi che per quanto consapevole si è trasformata nella rinuncia ad essere sé stessi, che l'ha indotta a costruirsi una "gabbia mentale" dalla quale fa fatica ad uscire.
Non è mai troppo tardi per avviare un processo di crescita personale, a tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Ad esempio, continuare a evitare di rivolgersi a uno psicologo di persona illudendosi che le richieste di rassicurazione che chiede qui possano attenuarle l'ansia, purtroppo significa farsi un autogol. L'ansia non solo non diminuisce con le richieste di rassicurazioni, ma aumenta. Sul momento potrà sentirsi meglio, ma alla lunga ricevere rassicurazioni conferma il suo problema: è un ansioso che non può farne a meno.
Perciò spenga il PC e cerchi uno psicologo psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Il buon vecchio Pirandello, tutto sommato, aveva ragione nel suo "Uno, nessuno e centomila". Tutti, nessuno escluso, dobbiamo dare il contentino alla società, dobbiamo adottare comportamenti che ci facciano apparire socialmente accettabili, ma questo non dovrebbe voler dire snaturare il nostro essere, il nostro modo di fare.
Se Lei, caro Signore, sente l'esigenza di avere delle risposte, di capire perché, probabilmente, si è passato il segno, il consiglio più utile è quello di rivolgersi ad uno psicologo che la possa accompagnare verso delle risposte interiori che l'aiutino a vivere meglio la propria essenza.
Dr. Emanuele Petrachi
Psicologo (Lecce)
Forse prima lei non lo considerava degno di particolare attenzione, ma visto che ci ha descritto una vita tutt'altro che serena è necessario che intervenga con una psicoterapia e che non pensi, come dicevo, di essere ormai troppo in là con gli anni per poter recuperare la situazione.
Se vuole ci aggiorni, le faccio tanti auguri.
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