Non so se riprendere la cura da sola o frequentare di nuovo lo psichiatra

Gentile dottore
sono una ragazza di 19 anni e da circa 4 soffro di attacchi di panico. Non sono mai riuscita a curarmi veramente perché ogni volta che mi sentivo leggermente meglio smettevo la cura e di conseguenza il problema si ripresentava. Non è la prima volta che scrivo per questo genere di consulto. L'anno scorso a ottobre ho frequentato uno psichiatra affiancando anche una cura in pasticche. Sono stata meglio, ma anche qui solito discorso: ho interrotto i colloqui con il dottore e persino la cura. Il mio fisico naturalmente non ha retto e mi ha presentato il conto. Fino a Pasqua sono stata bene. ma poi all'improvviso di nuovo attacchi di panico e ossessioni. Ho sempre paura delle malattie e della morte infatti quando faccio attività fisica mi sale l'ansia e il pensiero che ciò che è accaduto per esempio a Bovolenta e Morosini di recente possa succedere anche a me. Tutto quello che succede alle altre persone deve succedere a me: questo è quello che mi dice il mio cervello. L'ulteriore problema è sorto l'anno scorso al momento in cui ho scelto di andare dallo psichiatra: improvvisamente senza un motivo ho pensato di non amare più il mio ragazzo. Ci pensavo giorno e notte senza riuscire a darmi delle risposte, era un continuo rimuginio e mi sentivo costantemente stanca. Con la cura sono stata meglio e dopo poco l'ho interrotta. Lo psichiatra diceva che era tutto frutto della mia mente e che dovevo cercare di non analizzare la cosa. Ho fatto fatica a crederci ma sapendo che c'erano altri casi uguali ai miei mi confortava. Il problema è tornato, ma questa volta non piango molto (forse perché so di cosa si tratta), ma mi sento vuota, priva di tutto. L'unica cosa che ho in testa è questo pensiero. Forse è lo stress per la maturità così vicina o non lo so..so solo che sto molto male e che la mia mente non riesce a smettere di pensare. Anche il mio desiderio sessuale è calato perché tutto ruota intorno a questo pensiero ossessivo. Non so se riprendere la cura da sola o frequentare di nuovo lo psichiatra. Saluti, a presto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara ragazza,

se intendi risolvere il tuo problema devi farlo in maniera seria, senza interrompere le terapie prima del tempo.

Ti consiglierei di contattare uno psicologo psicoterapeuta per sottoporti ad un trattamento sul versante psicologico da integrare eventualmente con una cura farmacologica prescritta dal medico psichiatra.

"Lo psichiatra diceva che era tutto frutto della mia mente e che dovevo cercare di non analizzare la cosa"

Più facile a dirsi che a farsi.
Il punto non è che tu da sola devi fare uno sforzo di volontà e "cercare di non pensarci", ma che devi rivolgerti ad un professionista adeguatamente formato nel trattamento dei disturbi d'ansia che non ti dia questo genere di suggerimenti.

Considerando che si sta avvicinando il momento degli esami di maturità è comprensibile che tu ti senta più ansiosa, ma il problema ha presumibilmente radici più profonde e sarebbe importante capire come mai è sorto.
Avete analizzato questo punto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

"Non so se riprendere la cura da sola o frequentare di nuovo lo psichiatra"

partiamo da questa sua, mi passi il termine, "strana" affermazione. Non credo che sia opportuno riprendere una cura farmacologica senza la supervisione di uno psichiatra, o quanto meno di un medico.

Detto ciò, non si capisce bene cosa intende quando dice che "frequentava" uno psichiatra. Intende che era specializzato in psicoterapia e avete fatto un percorso terapeutico affiancato a quello farmacologico? Intende dire che le ha fatto delle visite necessarie per prescriverle il farmaco e delle visite periodiche per valutarne gli effetti?

Vede, lo psichiatra ha normalmente una funzione che è quella di curare farmacologicamente la persona e di seguirla in questo percorso. Lo psicoterapeuta ha, invece, la funzione di seguire la persona in un percorso terapeutico di tipo psicologico.

In altri termini la psicoterapia è qualcosa che serve ad ascoltare il suo disagio e a dargli una voce, un volto.

Talvolta le due figure professionali di cui le ho parlato possono essere la stessa persona; anche se, personalmente, ritengo più efficaci percorsi differenziati.

Ci può dire qualcosa di più sulla cura che ha fatto? Con che frequenza? Per quanto tempo?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#3]
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Infatti, scusi la mia imprecisione, lui era entrambe le figure sia psichiatra che psicoterapeuta. Andavo da lui una volta a settimana per parlare in più mi aveva prescritto questi due farmaci: Xanax e Sereupin. Al momento in cui sono stata meglio (nel giro di un mese e mezzo) ho interrotto tutto e ora il problema si è ripresentato. Il problema delle ossessioni è nato perché passavo un periodo di forte stress: avevo una situazione difficile in casa con mia nonna che stava male per un tumore e aveva perso il cervello (era diventata aggressiva e minacciava di ammazzare le persone). Questa situazione l'ho subita molto e poi si erano già ripresentati gli attacchi di panico. Ogni volta che uscivo con gli amici stavo male e mi saliva l'ansia così chiamato mio padre per farmi portare a casa. Questo è più o meno il quadro.
[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' solitamente preferibile che siano due figure diverse ad occuparsi dei due trattamenti, psicologico e farmacologico, che possono integrarsi nel corso di una psicoterapia.

Tieni poi conto del fatto che molti psichiatri hanno entrambi i titoli non perchè siano specializzati anche in psicoterapia a seguito della frequenza di una scuola di 4 anni come gli psicologi psicoterapeuti, ma perchè la specializzazione in psichiatria dà diritto ad utilizzarli.

Per questo motivo se ti eri trovata bene puoi tornare da lui per la parte farmacologica della cura, ma per la psicoterapia ti consiglio di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta.

Visto che la maturità si avvicina e che dovrai anche fare delle scelte fondamentali per il tuo futuro (studiare ancora - e in che ambito - o lavorare) direi che la questione è piuttosto urgente e ti consiglio di non lasciar passare altro tempo.
[#5]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Cara ragazza,

oltre a quanto detto dalla collega, dr.ssa Massaro, aggiungerei che un mese e mezzo di terapia sembra un po' poco per risolvere il suo problema alla radice.

Tenga conto che il farmaco le toglie il sintomo, e questa è la probabile ragione per cui dopo un breve periodo di assunzione lei si sentiva meglio.
Per estirpare la causa del suo malessere è necessario, invece, un buon percorso di psicoterapia: le consiglio di rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta della sua zona per un consulto; nel caso, saprà anche certamente darle il riferimento di uno psichiatra con cui collabora per abbinare la giusta cura farmacologica; a meno che per questo aspetto non preferisca rivolgersi al professionista che già conosce.

Un caro saluto
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Un'osservazione un po' provocatoria potrebbe essere questa: ma se interrompi le cure appena iniziano a fare effetto, perché poi ti lamenti se ci ricaschi? Le cure devono avere il tempo di consolidare i risultati ottenuti, altrimenti diventano inefficaci.

In realtà le cose stanno in modo diverso. Ovvero, non è che ti boicotti da sola perché ci provi gusto, ma perché probabilmente l'interrompere le cure fa parte del tuo problema.

Mi spiego meglio: chi soffre di disturbi ansioso-ossessivi è spesso convinto di "dover fare da sé", di "dover mantenere il controllo". Per questo interrompi le cure appena iniziano a funzionare: perché dici a te stessa: "Ok, ora ce la posso fare da sola". E invece ci ricaschi.

Anche interpellare continuamente noi qui, a distanza, risente della stessa convinzione erronea e paradossale: chiedo aiuto agli specialisti su come fare a meno di loro. Ora mi faccio dare il magico consiglio risolutore, così lo metto in atto "da me" e risolvo tutto.

Leggi qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#7]
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Si è vero quello che dice, infatti anche in questo momento pretendo di farcela da sola. Scrivo qui perché le vostre risposte mi danno sicurezza e dopo ciò mi sento più forte e dico che presto passerà.
[#8]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
"Scrivo qui perché le vostre risposte mi danno sicurezza e dopo ciò mi sento più forte e dico che presto passerà"

Questo conferma che la sua intenzione è proprio quella di farcela da sola chiedendo a noi il modo di fare a meno di noi.

Purtroppo devo dirle che questa pratica è perdente in partenza anche perché è essa stessa parte del suo disturbo.

Cerchi aiuto in chi saprà farlo davvero di persona e si faccia seguire per il tempo necessario senza brusche interruzioni: questo è il consiglio.

Un caro saluto.
[#9]
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Ho letto il suo articolo e devo dire che ci sono rimasta male, nel senso che non credevo che il fatto di voler fare da sola fosse parte del problema..in questo momento ho paura anche a parlarne con i miei perché se dico che voglio tornare da uno specialista non so come reagirebbero. Mi sono sempre stati vicino in tutto ma ho sempre interrotto le cure prima del tempo perché stavo meglio e loro puntualmente mi dicevano di continuare.
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Scrivo qui perché le vostre risposte mi danno sicurezza e dopo ciò mi sento più forte e dico che presto passerà.
>>>

Bene, ma anche questa è solo un'altra delle trappole dell'ansioso: cercare rassicurazioni.

Le rassicurazioni per l'ansioso sono come l'eroina per il drogato: sul momento lo fanno stare meglio, ma alla lunga accrescono il problema.

In terapia breve strategica, questa e quelle che ti ho detto prima sono chiamate "tentate soluzioni", ovvero quei tentativi del paziente di risolvere il problema che, quando non funzionano, lo alimentano.

Perciò devi deciderti a mollare il controllo e affidarti a uno specialista.
[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Ho letto il suo articolo e devo dire che ci sono rimasta male, nel senso che non credevo che il fatto di voler fare da sola fosse parte del problema
>>>

Ok, non importa se ci sei rimasta male. Un piccolo shock può essere utile se aiuta a capire meglio e se, soprattutto, spinge verso la meta.

Tutto ciò che pensiamo, sentiamo, diciamo o facciamo può essere utile o dannoso. Perciò, voler fare da sé in certi casi può essere utile ("chi fa da sé fa per tre") fin quando non diventa disfunzionale ("l'unione fa la forza").

Fai leggere ai tuoi genitori questa pagina e dai loro soddisfazione sul fatto che avevano ragione a dirti "puntualmente di continuare". Vedrai che saranno contenti di aiutarti ancora.
[#12]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Mi sono sempre stati vicino in tutto ma ho sempre interrotto le cure prima del tempo perché stavo meglio e loro puntualmente mi dicevano di continuare"

Se i tuoi genitori non erano d'accordo con l'idea che tu interrompessi le cure al primo miglioramento significa che si rendono conto del fatto che non è così semplice curare un problema d'ansia (e che questo non avviene nel modo in cui, per esempio, si cura un mal di pancia, da considerarsi guarito quando scompare).

Probabilmente ti osservano e sanno già che non stai bene e che è il caso di riparlare di terapia.

Non hai quindi motivo di pensare che si arrabbino se dirai loro che vuoi ricominciare a curarti.
Dovrai ammettere che ti sei sbagliata e che loro avevano ragione, ma spero non sarà questo a bloccarti.
[#13]
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Gentili dottori,
ho iniziato la mia cura esattamente il 2 maggio e la sto portando avanti senza interromperla. L'ho interrotta soltanto per due giorni perché ho avuto la tonsillite e non riuscivo a mandare giù niente. Qualche effetto indesiderato l'ho riscontrato durante le prime settimane, ma ce n'è uno in particolare che persiste. Ho mancanza di orgasmo e mancanza di desiderio sessuale. Anche nella cura precedente ho avuto questo problema, ma non è durato così a lungo. Inoltre durante la cura ho ancora qualche ricaduta e non so se dopo un mese questo è normale.
[#14]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se la cura è farmacologica, devi porre la tua domanda in psichiatria.
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Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Gentili dottori,
ho iniziato la mia cura esattamente il 2 maggio e la sto portando avanti senza interromperla. L'ho interrotta soltanto per due giorni perché ho avuto la tonsillite e non riuscivo a mandare giù niente. Qualche effetto indesiderato l'ho riscontrato durante le prime settimane, ma ce n'è uno in particolare che persiste. Ho mancanza di orgasmo e mancanza di desiderio sessuale. Anche nella cura precedente ho avuto questo problema, ma non è durato così a lungo. Inoltre durante la cura ho ancora qualche ricaduta e non so se dopo un mese questo è normale.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Le ricadute negative sulla vita sessuale - e in particolare sul desiderio - rappresentano un effetto collaterale che si può insorgere quando si assumono antidepressivi.

La decisione di sopportare questi effetti può derivare da un'analisi del rapporto costi-benefici dell'assunzione di tali farmaci, che a volte è davvero necessaria.

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