Paroxetina effetti collaterali
Buonasera.
Ho 22 anni e a Novembre dell'anno scorso ho avuto un attacco in panico dal nulla. In precedenza non ho mai sofferto d'ansia ma sono sempre stato molto emotivo.
Mi sono recato al PS dove ho fatto esami del sangue, ECG, visita cardiologica risultato tutto ok.
Ho fatto gli esami per la tiroide ed il gastropanel e i risultati sono risultati corretti.
A dicembre ho contattato uno psicologo. Ho fatto la prima visita dove ho spiegato tutto quello che era successo e, un mese dopo una seconda visita.
Mi è stato prescritto per il primo mese paroxetina 30mg/dì + EN 5 gocce al mattino + 5 gocce a pranzo.
Dal secondo mese in poi solo 40mg/dì di paroxetina.
Dopo la seconda visita lo psicologo mi ha detto che non c'era più bisogno di incontrarci e che avrei dovuto continuare fino a dicembre 2012 con paroxetina e poi sospenderla gradualmente in autonomia.
Da dicembre a Marzo non ho avuto alcun problema (anche se il ricordo dell'attacco di panico è ancora vivo, ma non lo vivo più con ansia).
Da marzo ad oggi mi accordo di avere, a volte, degli improvvisi giramenti di testa che durano un secondo e potrei descriverli come una specie di scossa elettrica, soprattutto quando magari camminando giro la testa lateralmente.
Ho provato la pressione e la massima si attesta generalmente attorno ai 125-135.
Inoltre (dall'inizio) ho sonnolenza durante il giorno, che non mi consente di studiare con la concentrazione di prima.
Vorrei sapere se questi effetti possono dipendere dalla Paroxetina (e dalla primavera..) e se è possibile assumerne 30mg/dì al posto di 40 che, a detta di molti, sono una dose molto alta.
So che ci vorrebbe una nuova visita, ma chiedo quì perchè per due sedute da 30 minuti lo psicologo mi è costato la bellezza di 400€. E per un giramento di testa vorrei francamente evitare...
Ho 22 anni e a Novembre dell'anno scorso ho avuto un attacco in panico dal nulla. In precedenza non ho mai sofferto d'ansia ma sono sempre stato molto emotivo.
Mi sono recato al PS dove ho fatto esami del sangue, ECG, visita cardiologica risultato tutto ok.
Ho fatto gli esami per la tiroide ed il gastropanel e i risultati sono risultati corretti.
A dicembre ho contattato uno psicologo. Ho fatto la prima visita dove ho spiegato tutto quello che era successo e, un mese dopo una seconda visita.
Mi è stato prescritto per il primo mese paroxetina 30mg/dì + EN 5 gocce al mattino + 5 gocce a pranzo.
Dal secondo mese in poi solo 40mg/dì di paroxetina.
Dopo la seconda visita lo psicologo mi ha detto che non c'era più bisogno di incontrarci e che avrei dovuto continuare fino a dicembre 2012 con paroxetina e poi sospenderla gradualmente in autonomia.
Da dicembre a Marzo non ho avuto alcun problema (anche se il ricordo dell'attacco di panico è ancora vivo, ma non lo vivo più con ansia).
Da marzo ad oggi mi accordo di avere, a volte, degli improvvisi giramenti di testa che durano un secondo e potrei descriverli come una specie di scossa elettrica, soprattutto quando magari camminando giro la testa lateralmente.
Ho provato la pressione e la massima si attesta generalmente attorno ai 125-135.
Inoltre (dall'inizio) ho sonnolenza durante il giorno, che non mi consente di studiare con la concentrazione di prima.
Vorrei sapere se questi effetti possono dipendere dalla Paroxetina (e dalla primavera..) e se è possibile assumerne 30mg/dì al posto di 40 che, a detta di molti, sono una dose molto alta.
So che ci vorrebbe una nuova visita, ma chiedo quì perchè per due sedute da 30 minuti lo psicologo mi è costato la bellezza di 400€. E per un giramento di testa vorrei francamente evitare...
[#1]
Caro ragazzo,
da quello che scrive immagino che la figura professionale che le ha prescritto i farmaci sia uno psichiatra e non uno psicologo; lo psicologo non può prescrivere alcun farmaco!
Le sue domande specifiche sugli effetti e la posologia del farmaco vanno rivolte ad un medico, meglio se psichiatra.
Sul piano psicologico, invece, mi sentirei di consigliarle di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta della sua zona per affiancare un percorso di psicoterapia alla cura farmacogica che agisce sul sintomo ma non rimuove le cause.
Eventualmente può rivolgersi anche a un consultorio o alla sua a.s.l. per un consulto.
Un caro saluto
da quello che scrive immagino che la figura professionale che le ha prescritto i farmaci sia uno psichiatra e non uno psicologo; lo psicologo non può prescrivere alcun farmaco!
Le sue domande specifiche sugli effetti e la posologia del farmaco vanno rivolte ad un medico, meglio se psichiatra.
Sul piano psicologico, invece, mi sentirei di consigliarle di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta della sua zona per affiancare un percorso di psicoterapia alla cura farmacogica che agisce sul sintomo ma non rimuove le cause.
Eventualmente può rivolgersi anche a un consultorio o alla sua a.s.l. per un consulto.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#3]
Gentile Utente,
come scritto dal collega il medico che l'ha seguita, visti anche i costi e le prescrizioni, è uno psichiatra.
Lo psicologo, psicoterapeuta, dovrebbe lavorare con e per lei, più stabilmente e con costi più contenuti.
Valuti anche l'opportunità di una struttura pubblica, troverà validi professionisti, che avranno il piacere di occuparsi di lei.
L'ansia e gli attacchi di panico, non vanno solo arginati e resi silenti, m ascoltati, decodificati e solo dopo risolti.
come scritto dal collega il medico che l'ha seguita, visti anche i costi e le prescrizioni, è uno psichiatra.
Lo psicologo, psicoterapeuta, dovrebbe lavorare con e per lei, più stabilmente e con costi più contenuti.
Valuti anche l'opportunità di una struttura pubblica, troverà validi professionisti, che avranno il piacere di occuparsi di lei.
L'ansia e gli attacchi di panico, non vanno solo arginati e resi silenti, m ascoltati, decodificati e solo dopo risolti.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Caro Utente,
sarebbe opportuno che lei si facesse seguire comunque da un medico psichiatra se intende proseguire la terapia farmacologica perchè non può pensare di continuare ad assumere un antidepressivo come la paroxetina senza alcun controllo.
Mi permetterei anche di dirle che l'indicazione di continuare fino a dicembre 2012 per poi sospendere gradualmente, data con 9 mesi d'anticipo e quindi senza sapere come evolverà la sua situazione, è davvero fuori luogo (e direi indegna della posizione vantata e della tariffa richiesta da quel medico).
Le consiglio sentitamente di rivolgersi ad un altro psichiatra, magari presso una struttura pubblica, che possa valutare con come si sente e se/quanto proseguire con la paroxetina, assistendola anche nel periodo della graduale sospensione, che potrebbe presentare qualche difficoltà.
Come le hanno risposto anche i miei Colleghi è poi opportuno che lei lavori sul problema per risolverlo con una psicoterapia, in considerazione sia del tipo di disturbo sia della sua giovanissima età.
A nostro avviso non vale la pena di sopprimere chimicamente i sintomi (cosa che comunque non sta ottenendo) quando questi hanno un senso e un significato che deve essere individuato e al quale va data una risposta.
La terapia farmacologica la potrà in ogni caso aiutare a contenere i sintomi mentre lavorerà con uno psicologo per risolverli.
sarebbe opportuno che lei si facesse seguire comunque da un medico psichiatra se intende proseguire la terapia farmacologica perchè non può pensare di continuare ad assumere un antidepressivo come la paroxetina senza alcun controllo.
Mi permetterei anche di dirle che l'indicazione di continuare fino a dicembre 2012 per poi sospendere gradualmente, data con 9 mesi d'anticipo e quindi senza sapere come evolverà la sua situazione, è davvero fuori luogo (e direi indegna della posizione vantata e della tariffa richiesta da quel medico).
Le consiglio sentitamente di rivolgersi ad un altro psichiatra, magari presso una struttura pubblica, che possa valutare con come si sente e se/quanto proseguire con la paroxetina, assistendola anche nel periodo della graduale sospensione, che potrebbe presentare qualche difficoltà.
Come le hanno risposto anche i miei Colleghi è poi opportuno che lei lavori sul problema per risolverlo con una psicoterapia, in considerazione sia del tipo di disturbo sia della sua giovanissima età.
A nostro avviso non vale la pena di sopprimere chimicamente i sintomi (cosa che comunque non sta ottenendo) quando questi hanno un senso e un significato che deve essere individuato e al quale va data una risposta.
La terapia farmacologica la potrà in ogni caso aiutare a contenere i sintomi mentre lavorerà con uno psicologo per risolverli.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6k visite dal 18/04/2012.
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