Disturbo da attacchi di panico e ipocondria
un anno e mezzo fa ho avuto il primo attacco di panico e da quel momento ho iniziato ad averne altri. Questo mi ha condizionato al punto che non riuscivo più a stare in luoghi chiusi e caldi, non riuscivo più a guidare fino a non riuscire più ad uscire di casa.
Ho intrapreso una terapia farmacologica che ha funziato ma poi dopo tre mesi di sospensione di antidepressivi sono riniziati gli attacchi di panico, questa volta però sono riuscito a non farmi prendere da tutte le fobie, riesco a guidare e ad uscire perchè gli attacchi di panico mi prendono di notte, solo che avverto sempre dei dolori intercostali molto forti. Così ho deciso insieme al mio psichiatra di riprendere la cura farmacologica e ora sto aspettando gli effetti.
In tutto questo tempo ho fatto numerosi accertamenti medici, ECG, ECG sotto sforzo, ecocuore, radiografia al torace, esami della tiroide più analisi per malattie infettive e non è uscito niente.
Ho parlato alcune volte con uno psicologo ma non ho intrapreso una vera e propria psicoterapia.
Volevo sapere qual è la psicoterapia più efficace per il disturbo da attacco di panico e per l'ansia somatizzata e la relativa durata.
Grazie anticipatamente
cominci a dare un'occhiata ai seguenti articoli per farsi un'idea dei vari orientamenti teorici:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Se poi avesse bisogno di un consulto più mirato per un orientamento generale alla scelta ci faccia sapere.
Un caro saluto.
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
mi rendo conto che la prima domanda che ci si pone prima di rivolgersi ad uno Psicologo è: qual'è il più giusto per me?
Per quanto mi riguarda forse non troverà mai il più giusto per lei ma può cominciare a contattarne qualcuno di cui lei decide di fidarsi.
Gli orientamenti, le modalità di direzione della cura sono più un rompicapo per gli addetti ai lavori ma dalla parte del paziente possono divenire strumento della resistenza.
Faccio chiarezza, devo decidere qual'è il migliore per me e allora giro, mi informo, cerco cerco, ecc. Ecco questo potrebbe portarla ad allontanarsi da un percorso psicoterapico piuttosto che avvicinarla.
Nella speranza di esserle stato un minimo di aiuto,
le auguro una buona giornata.
Saluti
Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.psicologibenevento.it
Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it
sottoscrivo pienamente quanto le è stato risposto dal dr. Raia e aggiungo che non è possibile sapere in anticipo quanto durerà un intervento pscioterapeutico, perchè ogni situazione è unica e non è prevedibile nè quale sarà la risposta del paziente al trattamento, nè quale sarà l'evoluzione del percorso.
Come ha avuto modo di sperimentare in situazioni come la sua la terapia psicofarmacologica sopprime il sintomo ma non lo cura, e con la sospensione del farmaco il disturbo appare nuovamente.
Di conseguenza la strada per uscirne è la psicoterapia.
Ci dice di aver "parlato alcune volte con uno psicologo": in che senso?
Si tratta di un conoscente o di un professionista presso cui ha sostenuto alcuni colloqui?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
Vi ringrazio per le risposte
Cordiali saluti
Questa percezione dell'attacco di panico è piuttosto diffusa: è normale spaventarsi per un malessere improvviso, molto intenso, che coinvolge massicciamente più distretti corporei.
Se attuerà il proposito di intraprendere un trattamento psicoterapeutico risolverà presumibilmente questo aspetto prima della completa scomparsa dei momenti di ansia acuta.
Se vuole ci aggiorni, le faccio tanti auguri.
>>> Purtroppo il mio problema è che raramente quando ho un attacco di panico riesco a capire che è tale, ma lo confondo con un attacco di cuore o altro e per questo motivo vado alla ricerca di una probabile malattia che l'abbia causato
>>>
Si, il problema è proprio questa confusione, o meglio il forte sospetto che possa trattarsi di un attacco di cuore. L'ansia può manifestarsi in molti modi diversi, alcuni dei suoi sintomi sono vicini a quelli che uno si potrebbe aspettare in caso di attacco, come tachicardia, sudorazione, spavento, dispnea, dolori al torace.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
I continui attacchi di panico mi hanno reso ipersensibile alla percezione del mio corpo, ho puntato i riflettori sul mio fisico riuscendo a percepire anche le piccole variazioni insignificanti di pressione, il minimo accenno di vertigine (semmai causata da un movimento rapido della testa), l'aumento dei battiti cardiaci ecc.
Secondo lo psicologo io non riesco a distinguere più i sintomi fisici legati alle emozioni, ad esempio se sono nervoso mi può venire il tremore, un pò di tachicardia, aumenta la pressione sanguigna, ebbene io sento tutti questi sintomi fisici ma non riesco ad associarli al nervosismo anzi il nervosismo proprio non lo sento!
In più i primi due consulti sono stati più una battaglia che un colloquio perchè io parlavo di sintomi fisici che potevano far presupporre qualche malattia e lo psicologo mi domandava come andavano gli esami, la famiglia, le relazioni, insomma io parlavo in tedesco e lo psicologo mi rispondeva in spagnolo.
Poi ho capito che funziona così la psicoterapia, non serve fare la lista dei miei sintomi, l'importante è concentrarsi su altri fattori.
Per sapere cosa aspettarsi da una psicoterapia in generale le suggerisco quest'altro articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Questo meccanismo si ritrova spesso in chi arriva a sperimentare attacchi di panico a seguito di eventi o periodi poco sereni, che però ha affrontato come se tutto gli scivolasse addosso o se potesse sopportare qualunque cosa.
Gli antidepressivi in questi casi possono rivelarsi semplicemente un aiuto a "mandar giù i bocconi amari" e a proseguire quindi sulla strada del non affrontare i problemi, sopprimendo solo i sintomi che ne derivano.
Per questo probabilmente quando lei ha sospeso la terapia con l'antidepressivo si è trovato quasi al punto di prima, anche se per ora non sta male come all'inizio.
"Secondo lo psicologo io non riesco a distinguere più i sintomi fisici legati alle emozioni"
Questo passaggio è fondamentale, e dovrà lavorarci per evitare di moltiplicare il malessere vivendo male anche le normali modificazioni fisiologiche che accompagnano l'esperienza emotiva, come ad es. l'aumento della frequenza cardiaca in occasione di un'emozione positiva.
Visto che risiede per motivi di studio in un'altra città le consiglio ovviamente di attendere di tornare lì per iniziare una psicoterapia, perchè immagino che i colloqui sostenuti al consultorio non costituiscano una terapia ma delle sedute di consulenza/sostegno.
Penso che aspetterò una ventina di giorni per far passare la fase acuta, tornerò nella città in cui studio e inizierò una psicoterapia tenendo conto dei vari articoli che mi avete consigliato.
Vi ringrazio di cuore per le risposte,
cordiali saluti
Nel frattempo si può informare sui nominativi e prendere appuntamento per portarsi avanti.
Le auguro di lavorare efficacemente per risolvere il suo problema.
L'unica cosa che non ho e forse non capirò mai è come sia possibile che in un giorno cambi tutto, che dai primi attacchi di panico crollino tutte le certezze che prima sembravano saldissime. Che una persona da sicura di sè e ottimista diventi cupa e sempre ansiosa. Prima del primo attacco sembrava che non avessi paura di niente e invece il giorno dopo avevo paura di tutto. Tutte le persone vicine a me si sono rese conto del mio cambiamento, anche se io cercavo di mascherarlo il più possibile. Come può cambiare la vita in un giorno solo?
Grazie,
cordiali saluti
>>>
Saperlo non le serve a uscirne. Come mai si prende l'influenza? Perché qualcuno già infettato ci ha respirato vicino. Saperlo serve a guarirne? Purtroppo no.
Quando gli ansiosi che ci scrivono domandano ripetutamente "voglio sapere come mai" non è altro che un sintomo d'ansia. Molti ansiosi ritengono che, se riuscissero a capire da cosa dipende la loro ansia, potrebbero fare qualcosa per controllarla. Ma il bisogno di controllo è un sintomo d'ansia.
Solo che l'effetto è paradossale: più si tenta di controllarsi, più l'ansia aumenta.
"Come può cambiare la vita in un giorno solo?"
Questo non è possibile, e la parola-chiave nella prima sua frase è "sembrava".
Le sembrava di non aver paura di niente e di poter affrontare qualcunque cosa, ma questo non era ovviamente vero (per lei, come per nessun altro).
E' molto più plausibile che lei abbia accumulato tensione e che ci sia stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, tutto d'un colpo.
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Approfondimento su Ansia
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