Ansia, depressione, doc?
Vedo dalle richieste precedenti che è in cura per il DOC.
Come mai ha dubbi sulla diagnosi?
Che tipo di terapie sta facendo adesso?
Allaa diagnosi di doc, solitamente segue poi un possibile percorso terapeutico, che puo' essere psicoterapico o combinato: farmacoterapia, piu' psicoterapia.
Non e' facile distinguere tra causa ed effetto del malessere- pensieri, nel senso che la produzione di pensieri disturbanti puo' avvenire anche in situazioni di apparente normalita' e serenita'
Credo che un ulteriore approfondimento andrebbe fatto, soprattutto per stabilire poi quale terapia e' piu' idonea per lei.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
(..)mio grande problema è non riuscire a capire la differenza tra i pensieri reali e quelli intrusivi, faccio difficoltà sto male (..)
i farmaci vanno bene ma dovrebbe aggiungere la possibilità di cominciare ad elaborare la forma del suo pensiero e trovare strategie mirate a modificarlo, ma senza un aiuto psicoterapico difficilmente riuscirà da solo.
saluti
il pensiero intrusivo caratteristico del DOC assume forme che possono essere, talvolta, assai bizzarre legate alla sua personale storia di vita che noi, da qui, non possiamo conoscere.
Non possiamo consigliarle direttamente nominativi di psicologi psicoterpeuti della sua zona perché vietato dalle norme del sito.
Può comunque trovare l'elenco dei professionisti iscritti su questo sito o l'elenco di tutti i professionisti abilitati della sua regione sul sito dell'Ordine degli Psicologi della Sardegna.
https://www.medicitalia.it/specialisti/psicologia/
http://www.psicosardegna.it/albo.php
Un caro saluto.
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
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>>> Il mio grande problema è non riuscire a capire la differenza tra i pensieri reali e quelli intrusivi, faccio difficoltà sto male
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>>> non so cosa fare voi cosa consigliate!
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Questi sono tutti indizi di ossessività. Da qui non possiamo sapere con certezza se lei è davvero ossessivo, ma i segnali ci sono.
Nelle ossessioni, voler capire è fallimentare in partenza. Anzi, il bisogno di capire è *esso stesso* ossessivo.
Saprà di esserne uscito quando non avrà più domande così importanti da farsi sui suoi pensieri.
Quanto al malessere di sottofondo, può benissimo esserci anche quando non è preda di pensieri ossessivi: se lotta da tempo contro questo disturbo, è possibile che si sia instaurato un vissuto fastidioso che si sta portando dietro continuamente.
Si rivolga a uno psicologo psicoterapeuta, meglio se esperto in disturbi d'ansia.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
queste nuove domande che pone potrebbero essere esse stesse parte del suo problema.
I disturbi ossessivi hanno proprio questa caratteristica.
Credo che dovrebbe rinunciare a trovare risposte frammentarie on line, che alimentano soltanto il suo disagio, e rivolgersi a un professionista della sua zona per un consulto di persona.
Un caro saluto
Lasci perdere il pc e le richieste continue di rassicurazioni online e si rivolga a professionisti reali, per diagnosi e terapia.
cosa cambierebbe per lei se si tratta del disturbo A o B? Se ha iniziato un percorso terapeutico ha già fatto un passo importante per avviare un processo di cambiamento, la focalizzazione della sua attenzione sulla diagnosi è parte del problema, non della sua soluzione. A questo punto cerchi di portare avanti con fiducia la psicoterapia concordando con la psicologa gli obiettivi verso i quali orientare il vostro lavoro.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Non a caso anche nella comunità scientifica ci si sta orientando verso la concezione di dimensione che si colloca all'interno di un continuum i cui poli opposti sono normalità e patologia, anziché ricondurre tutto a rigide categorie diagnostiche.
La verifica dell'efficacia sia della terapia farmacologica sia della psicoterapia vanno fatte in corso d'opera, a patto che ci sia un rapporto di fiducia con gli specialisti che la seguono.
mi permetta di farle notare che questa sua affermazione è un po' contraddittoria; è certo di aver ben compreso quanto le ha detto la collega?
Forse le ha detto che ha dei tratti ossessivi ma che non si può parlare di vero e proprio Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Tuttavia questo non sarebbe in contrasto con il fatto che altri specialisti hanno, invece, evidenziato maggiormente questi tratti rispetto ad altri; evidentemente, come spesso accade, il suo quadro diagnostico non può essere fatto rientrare in una "casellina diagnostica" sterile che non riuscirebbe a dare un'idea precisa della ricchezza della sua intera personalità.
Sono ormai molti gli orientamenti teorici e i professionisti che non accettano l'utilizzo di rigide categorie diagnostiche, utili senza dubbio allo scambio di informazioni tra professionisti, ma troppo spesso dannose e limitanti nel dare un quadro preciso dell'unicità individuale.
Si affidi con fiducia al professionista che la segue e non si fasci la testa per conoscere quale nome dare al suo disagio; chiamarlo "pippo" o "pluto" o "paperino" non l'aiuterebbe a liberarsene.
Un caro saluto
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