Bambino ignorato dai genitori
Buongiorno.
Scrivo in questa sezione perchè mi sembrava quella che più si avvicina al problema di cui vorrei parlare, anche se in realtà non credo sia la più appropriata.
Ciò che voglio chiedere mi riguarda proprio poco, quasi per niente; riguarda invece il bambino piccolo dei miei vicini di casa. Questo bambino è completamente ignorato dai suoi genitori, ed è assolutamente incivile: spacca oggetti, lancia qualsiasi cosa (e i genitori non lo rimproverano) e urla quando deve chiedere una cosa (io sono la sua dirimpettaia e lo sento spessissimo). Ha circa tre anni e ancora non spiaccica una parola, sua mamma gli fa bere del vino ogni volta che lui lo chiede; a volte quando torno a casa lui è fuori in strada che gioca da solo... spesso è in mutande, o in canottiera.
Un'altra cosa che mi turba molto e che mi sensibilizza è il fatto che i suoi genitori si picchino e si insultino davanti di lui. Lo so con certezza perchè hanno anche un figlio più grande che spesso è venuto in lacrime a suonare il campanello a casa mia, con il fratello che lo seguiva incredulo e singhiozzante. Questa famiglia è proprio un disastro. E anche se capisco che non stia a me il dovere di giudicarla, io sono sempre più preoccupata per quel povero bambino.
Io, da completa "estranea" alle loro faccende, posso fare qualcosa affinchè questo bambino sia più.... "tutelato"?
Scrivo in questa sezione perchè mi sembrava quella che più si avvicina al problema di cui vorrei parlare, anche se in realtà non credo sia la più appropriata.
Ciò che voglio chiedere mi riguarda proprio poco, quasi per niente; riguarda invece il bambino piccolo dei miei vicini di casa. Questo bambino è completamente ignorato dai suoi genitori, ed è assolutamente incivile: spacca oggetti, lancia qualsiasi cosa (e i genitori non lo rimproverano) e urla quando deve chiedere una cosa (io sono la sua dirimpettaia e lo sento spessissimo). Ha circa tre anni e ancora non spiaccica una parola, sua mamma gli fa bere del vino ogni volta che lui lo chiede; a volte quando torno a casa lui è fuori in strada che gioca da solo... spesso è in mutande, o in canottiera.
Un'altra cosa che mi turba molto e che mi sensibilizza è il fatto che i suoi genitori si picchino e si insultino davanti di lui. Lo so con certezza perchè hanno anche un figlio più grande che spesso è venuto in lacrime a suonare il campanello a casa mia, con il fratello che lo seguiva incredulo e singhiozzante. Questa famiglia è proprio un disastro. E anche se capisco che non stia a me il dovere di giudicarla, io sono sempre più preoccupata per quel povero bambino.
Io, da completa "estranea" alle loro faccende, posso fare qualcosa affinchè questo bambino sia più.... "tutelato"?
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Psicologo, Psicoterapeuta
>>Io, da completa "estranea" alle loro faccende, posso fare qualcosa affinchè questo bambino sia più.... "tutelato"?
Gentile ragazza, purtroppo ancora oggi, malgrado le innumerevoli campagne ed iniziative per tutelare i diritti dell'infanzia, assistiamo a contesti e situazioni in cui tali diritti sono negati.
Fa ancor più impressione quando particolari situazioni di difficoltà sociali e/o personali coinvolgono bambini molto piccoli, che spesso subiscono gli effetti di un "ambiente" (in senso molto ampio, che comprende anche gli adulti) poco adatto allo sviluppo armonico di una persona.
Cosa fare, in questi casi?
Vi sono dei dovuti "distinguo" da fare.
Un caso può essere quello di una famiglia poco funzionale, forse conflittuale, ma in cui la sicurezza e l'integrità psico-fisica del bambino non sono messe in pericolo.
In questo caso, forse un membro influente della comunità può prendere contatto con i genitori del piccolo e cercare di comprendere se e come aiutarli. In passato, nelle piccole comunità, questo ruolo era affidato agli anziani, ai sacerdoti, ai sindaci, insomma alle figure ritenute "autorevoli".
Se invece la sicurezza ed il benessere psicofisico del bambino sono messi in pericolo, allora una segnalazione ai Servizi Sociali di riferimento potrebbe essere una possibilità.
Una sola precisazione: se lei vuole seguire queste strade, lo faccia, ma con animo sufficientemente disilluso: a volte, i problemi di una famiglia sono tali e tanti che non sempre esistono soluzioni semplici.
Cordialmente
Gentile ragazza, purtroppo ancora oggi, malgrado le innumerevoli campagne ed iniziative per tutelare i diritti dell'infanzia, assistiamo a contesti e situazioni in cui tali diritti sono negati.
Fa ancor più impressione quando particolari situazioni di difficoltà sociali e/o personali coinvolgono bambini molto piccoli, che spesso subiscono gli effetti di un "ambiente" (in senso molto ampio, che comprende anche gli adulti) poco adatto allo sviluppo armonico di una persona.
Cosa fare, in questi casi?
Vi sono dei dovuti "distinguo" da fare.
Un caso può essere quello di una famiglia poco funzionale, forse conflittuale, ma in cui la sicurezza e l'integrità psico-fisica del bambino non sono messe in pericolo.
In questo caso, forse un membro influente della comunità può prendere contatto con i genitori del piccolo e cercare di comprendere se e come aiutarli. In passato, nelle piccole comunità, questo ruolo era affidato agli anziani, ai sacerdoti, ai sindaci, insomma alle figure ritenute "autorevoli".
Se invece la sicurezza ed il benessere psicofisico del bambino sono messi in pericolo, allora una segnalazione ai Servizi Sociali di riferimento potrebbe essere una possibilità.
Una sola precisazione: se lei vuole seguire queste strade, lo faccia, ma con animo sufficientemente disilluso: a volte, i problemi di una famiglia sono tali e tanti che non sempre esistono soluzioni semplici.
Cordialmente
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Potresti ad esempio parlarne con i tuoi genitori, in modo che anche loro possano decidere se sia opportuno fare qualcosa. Prima però di coinvolgere estranei nella situazione, sarebbe bene parlare con i genitori del bambino interessato. Può bastare poco a volte per cambiare le cose, ma se è una famiglia davvero problematica, né tu né i tuoi genitori potreste fare granché.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
Al dottor Calì:
intanto la ringrazio molto per le sue precisazioni. Ho prestato particolare attenzione alle parole "sicurezza e l'integrità psico-fisica", perchè davvero non saprei quantificare quanto è grave la situazione di questo bambino. Io studio, ma d'estate sono solita fare l'animatrice a dei bambini che hanno pressapoco l' età del bimbo sopracitato, e le assicuro che un bambino così non l'ho mai conosciuto. SECONDO ME, ma le ripeto che so di non aver nessuna facoltà di giudizio, questo bambino avrebbe seriamente bisogno dei Servizi Sociali.
Come si può contattarli? Secondo lei, è di mia competenza?
intanto la ringrazio molto per le sue precisazioni. Ho prestato particolare attenzione alle parole "sicurezza e l'integrità psico-fisica", perchè davvero non saprei quantificare quanto è grave la situazione di questo bambino. Io studio, ma d'estate sono solita fare l'animatrice a dei bambini che hanno pressapoco l' età del bimbo sopracitato, e le assicuro che un bambino così non l'ho mai conosciuto. SECONDO ME, ma le ripeto che so di non aver nessuna facoltà di giudizio, questo bambino avrebbe seriamente bisogno dei Servizi Sociali.
Come si può contattarli? Secondo lei, è di mia competenza?
[#4]
Utente
Al dottor Santonocito:
ringrazio molto anche lei per la sua risposta. Ne ho già parlato con i miei genitori, e anche loro credono che la situazione sia molto problematica. Spesso l'argomento di quella famiglia viene a galla: a volte sembra di essere dentro ad un film, da quanto stravaganti sono! A loro ho anche già detto che vorrei chiamare qualcuno, e non hanno giudicato la mia idea, ma nemmeno hanno proposto alternative.
Per quanto riguarda quello che mi ha consigliato lei, cioè di parlare prima con i genitori, le assicuro che non è una cosa fattibile. A parte che credo che comunque si infastidirebbero (come qualsiasi altra persona, penso); credo anche sarebbe completamente inutile. Non sono una famiglia come tutte le altre, glielo posso assicurare.
Comunque sia, grazie ancora per il suo consiglio :-)
ringrazio molto anche lei per la sua risposta. Ne ho già parlato con i miei genitori, e anche loro credono che la situazione sia molto problematica. Spesso l'argomento di quella famiglia viene a galla: a volte sembra di essere dentro ad un film, da quanto stravaganti sono! A loro ho anche già detto che vorrei chiamare qualcuno, e non hanno giudicato la mia idea, ma nemmeno hanno proposto alternative.
Per quanto riguarda quello che mi ha consigliato lei, cioè di parlare prima con i genitori, le assicuro che non è una cosa fattibile. A parte che credo che comunque si infastidirebbero (come qualsiasi altra persona, penso); credo anche sarebbe completamente inutile. Non sono una famiglia come tutte le altre, glielo posso assicurare.
Comunque sia, grazie ancora per il suo consiglio :-)
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>>> Per quanto riguarda quello che mi ha consigliato lei, cioè di parlare prima con i genitori, le assicuro che non è una cosa fattibile. A parte che credo che comunque si infastidirebbero (come qualsiasi altra persona, penso)
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Dipende. Da chi ci parlasse e del modo in cui lo facesse.
Certo, se si parte dall'idea che "qualsiasi persona s'infastidirebbe", si rischia di mettere in atto ciò che noi psicologi chiamiamo profezia che si autoavvera: partiresti prevenuta e porresti tu stessa le condizioni per una comunicazione improduttiva e conflittuale.
Questo è il motivo per cui ti stavo suggerendo che a parlarci non fossi tu di persona, dato che forse ti senti un po' troppo coinvolta, ma eventualmente i tuoi o qualcun altro. Le cose si possono dire in molti modi. Dette nel modo giusto, il peggio che potreste ottenere sarebbe un: "Si faccia i fatti suoi".
Valutate bene il da farsi, perché chiamando i servizi sociali o chiunque altro *senza prima* aver tentato un approccio diretto con gli interessati, a mio avviso potreste creare risentimenti e in definitiva problemi maggiori di quelli che vorresti risolvere.
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Dipende. Da chi ci parlasse e del modo in cui lo facesse.
Certo, se si parte dall'idea che "qualsiasi persona s'infastidirebbe", si rischia di mettere in atto ciò che noi psicologi chiamiamo profezia che si autoavvera: partiresti prevenuta e porresti tu stessa le condizioni per una comunicazione improduttiva e conflittuale.
Questo è il motivo per cui ti stavo suggerendo che a parlarci non fossi tu di persona, dato che forse ti senti un po' troppo coinvolta, ma eventualmente i tuoi o qualcun altro. Le cose si possono dire in molti modi. Dette nel modo giusto, il peggio che potreste ottenere sarebbe un: "Si faccia i fatti suoi".
Valutate bene il da farsi, perché chiamando i servizi sociali o chiunque altro *senza prima* aver tentato un approccio diretto con gli interessati, a mio avviso potreste creare risentimenti e in definitiva problemi maggiori di quelli che vorresti risolvere.
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Psicologo, Psicoterapeuta
>>davvero non saprei quantificare quanto è grave la situazione di questo bambino.
Allora forse potrebbe chiedere a qualche persona più grande e con più esperienza.
Prima, le suggerivo eventualmente di coinvolgere un "adulto autorevole" per aiutare questa famiglia.
"Aiutare" questa famiglia non significa "punire i cattivi genitori", ma valutare se, con i dovuti modi, un adulto sensato e capace di entrare in rapporto con gli altri può farsi un'idea della situazione in modo più posato di una giovane di 19 anni, con esperienza da animatrice e disponibilità nei confronti del prossimo, ma forse con strumenti ancora insufficienti per sbrigare "piccole rogne" come questa.
Che ne pensa?
Allora forse potrebbe chiedere a qualche persona più grande e con più esperienza.
Prima, le suggerivo eventualmente di coinvolgere un "adulto autorevole" per aiutare questa famiglia.
"Aiutare" questa famiglia non significa "punire i cattivi genitori", ma valutare se, con i dovuti modi, un adulto sensato e capace di entrare in rapporto con gli altri può farsi un'idea della situazione in modo più posato di una giovane di 19 anni, con esperienza da animatrice e disponibilità nei confronti del prossimo, ma forse con strumenti ancora insufficienti per sbrigare "piccole rogne" come questa.
Che ne pensa?
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Psicologo, Psicoterapeuta
>>Sì concordo, ma non saprei a chi passare la patata bollente.
Forse può impegnarsi a risolvere questo problema, che mi sembra adatto ad una persona della sua età.
Se lo desidera, ci faccia sapere come ha affrontato la questione "a chi passare la patata bollente".
Cordiali saluti
Forse può impegnarsi a risolvere questo problema, che mi sembra adatto ad una persona della sua età.
Se lo desidera, ci faccia sapere come ha affrontato la questione "a chi passare la patata bollente".
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3.3k visite dal 18/04/2012.
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