Avere un 'idea fissa e non riuscire a non pensarci...
Buonasera, è la prima volta che scrivo e che chiedo un consulto in generale.
Cercherò di essere il piu' diretta possibile,
Sono una professionista affermata sul lavoro, con 2 bimbi deliziosi, e vista dall'esterno con un marito piacente.
Ma ultimamente facendo il bilancio della mia vita mi sono scoperta a vivere di desideri che non posso appagare, repressa e delusa e arrabbiata.
Il problema principale è mio marito. E' una persona sterile e anche priva a volte di tatto e intelligenza anche con i bambini. E sono 3 anni che non abbiamo rapporti perchè non ne sente il bisogno. Anche messo alle strette dice che va tutto bene e che sono i bambini piccoli a bloccarlo e che non siamo mai da soli... Non ha un'altra donna e sembra piu' che il compagno di stanza che un marito...
Invece di soffrire di questa cosa, dal momento che anche io sento di non desiderarlo piu, questa negazione che dapprima mi ha un pò creato confusione adesso mi da la forza di dedicare altrove le mie energie.(lavoro, figli, associazioni) Non cerco conferme dal punto di vista sessuale, perchè sono una bella donna e volendo potrei cercare ripiego, Cerco piu' gratificazione personale, dei dialoghi, la condivisione di quello che sono, ... in tutto questo è arrivata l'incognita... mi sono innamorata di un altro uomo con cui lavoro. Lui non lo sa e io evito di farglielo sapere, è sposato, ma sopratutto atteggiamenti del genere potrebbero danneggiare la mia carriera. Il problema è che su di lui sto incentrando tutte le mie fantasie, aspettative, è il mio rifugio ai problemi. Siamo amici e quando passo del tempo con lui io mi sento bene al punto che immagino come sarebbe diversa la vita con lui, anche per i miei figli. Sua moglie è una persona che è stufa del matrimonio e di lui, ma che stà con lui per via della sua posizione.. quando li vedo litigare io mi attacco alla speranza che il matrimonio di lui finisca e io possa farmi avanti...Al mattino non vedo l'ora di vederlo... e faccio tardi in ufficio con mille scuse, togliendo tempo al resto, in quanto è l'unico modo che ho per viverlo un po...
Mi rendo conto che è un delirio che mi sono cucita addosso, ma non riesco a pensare che a lui e a come è sbagliata la mia vita se la continuo così. Non so cosa fare anche perchè le scelte in caso sarebbero definitive e non permetterebbero di tornare indietro.
Ovviamente questo mi spaventa e mi fa vivere in una situazione di stasi, in cui però non sono felice... E' normale perdersi così dietro a sogni che si sa che non si possono concretizzare? o è solo una via di fuga per non esaurirsi? Certa in un vostro parere vi ringrazio
S.
Cercherò di essere il piu' diretta possibile,
Sono una professionista affermata sul lavoro, con 2 bimbi deliziosi, e vista dall'esterno con un marito piacente.
Ma ultimamente facendo il bilancio della mia vita mi sono scoperta a vivere di desideri che non posso appagare, repressa e delusa e arrabbiata.
Il problema principale è mio marito. E' una persona sterile e anche priva a volte di tatto e intelligenza anche con i bambini. E sono 3 anni che non abbiamo rapporti perchè non ne sente il bisogno. Anche messo alle strette dice che va tutto bene e che sono i bambini piccoli a bloccarlo e che non siamo mai da soli... Non ha un'altra donna e sembra piu' che il compagno di stanza che un marito...
Invece di soffrire di questa cosa, dal momento che anche io sento di non desiderarlo piu, questa negazione che dapprima mi ha un pò creato confusione adesso mi da la forza di dedicare altrove le mie energie.(lavoro, figli, associazioni) Non cerco conferme dal punto di vista sessuale, perchè sono una bella donna e volendo potrei cercare ripiego, Cerco piu' gratificazione personale, dei dialoghi, la condivisione di quello che sono, ... in tutto questo è arrivata l'incognita... mi sono innamorata di un altro uomo con cui lavoro. Lui non lo sa e io evito di farglielo sapere, è sposato, ma sopratutto atteggiamenti del genere potrebbero danneggiare la mia carriera. Il problema è che su di lui sto incentrando tutte le mie fantasie, aspettative, è il mio rifugio ai problemi. Siamo amici e quando passo del tempo con lui io mi sento bene al punto che immagino come sarebbe diversa la vita con lui, anche per i miei figli. Sua moglie è una persona che è stufa del matrimonio e di lui, ma che stà con lui per via della sua posizione.. quando li vedo litigare io mi attacco alla speranza che il matrimonio di lui finisca e io possa farmi avanti...Al mattino non vedo l'ora di vederlo... e faccio tardi in ufficio con mille scuse, togliendo tempo al resto, in quanto è l'unico modo che ho per viverlo un po...
Mi rendo conto che è un delirio che mi sono cucita addosso, ma non riesco a pensare che a lui e a come è sbagliata la mia vita se la continuo così. Non so cosa fare anche perchè le scelte in caso sarebbero definitive e non permetterebbero di tornare indietro.
Ovviamente questo mi spaventa e mi fa vivere in una situazione di stasi, in cui però non sono felice... E' normale perdersi così dietro a sogni che si sa che non si possono concretizzare? o è solo una via di fuga per non esaurirsi? Certa in un vostro parere vi ringrazio
S.
[#1]
Cara S.,
comprendo il suo stato d'animo e questo mi fa leggere tra le righe una voglia di dipanare dei dubbi che esulano un po' dalla sue domande dirette che pone in chiusura della sua narrazione.
In merito a queste ultime credo che inseguire un sogno, o forse solo una fantasia, che le fa provare emozioni dimenticate da tempo non sia di per se patologico.
Le è venuta a mancare la passione, la complicità e forse anche la sola stima ("E' una persona sterile e anche priva a volte di tatto e intelligenza anche con i bambini") nei confronti di un marito che è il padre dei suoi figli. Come biasimarla per cercare altrove, anche solo con la fantasia, una compensazione a queste mancanze.
La soddisfazione professionale, evidentemente, non è una compensazione sufficiente a farla sentire una donna completa, una mamma, una moglie; tutti aspetti che si dovrebbero integrare in una individualità appagante.
Non possiamo sapere da qui, non conoscendola, se questo meccanismo sia solo una "via di fuga per non esaurirsi" come lei chiede.
Sembrerebbe saggio voler salvaguardare il suo matrimonio, non fosse altro per il bene dei vostri 2 bimbi meravigliosi; tuttavia ci sarebbe anche da chiedersi dove si posiziona il suo benessere in tutta questa situazione.
Il fatto di non avere più un'intesa sessuale non può che aumentare il suo senso di frustrazione e la vostra reciproca distanza.
Il consiglio, se la decisione fosse congiunta e la sua intenzione quella di salvaguardare la vostra unione, sarebbe quello di un consulto di coppia per valutare insieme i punti critici del vostro rapporto e provare a trovare una soluzione.
In alternativa può pensare a consultare individualmente uno psicologo psicoterapeuta della sua zona per una consulenza individuale che l'aiuti a fare chiarezza sui suoi stati d'animo.
Un caro saluto
comprendo il suo stato d'animo e questo mi fa leggere tra le righe una voglia di dipanare dei dubbi che esulano un po' dalla sue domande dirette che pone in chiusura della sua narrazione.
In merito a queste ultime credo che inseguire un sogno, o forse solo una fantasia, che le fa provare emozioni dimenticate da tempo non sia di per se patologico.
Le è venuta a mancare la passione, la complicità e forse anche la sola stima ("E' una persona sterile e anche priva a volte di tatto e intelligenza anche con i bambini") nei confronti di un marito che è il padre dei suoi figli. Come biasimarla per cercare altrove, anche solo con la fantasia, una compensazione a queste mancanze.
La soddisfazione professionale, evidentemente, non è una compensazione sufficiente a farla sentire una donna completa, una mamma, una moglie; tutti aspetti che si dovrebbero integrare in una individualità appagante.
Non possiamo sapere da qui, non conoscendola, se questo meccanismo sia solo una "via di fuga per non esaurirsi" come lei chiede.
Sembrerebbe saggio voler salvaguardare il suo matrimonio, non fosse altro per il bene dei vostri 2 bimbi meravigliosi; tuttavia ci sarebbe anche da chiedersi dove si posiziona il suo benessere in tutta questa situazione.
Il fatto di non avere più un'intesa sessuale non può che aumentare il suo senso di frustrazione e la vostra reciproca distanza.
Il consiglio, se la decisione fosse congiunta e la sua intenzione quella di salvaguardare la vostra unione, sarebbe quello di un consulto di coppia per valutare insieme i punti critici del vostro rapporto e provare a trovare una soluzione.
In alternativa può pensare a consultare individualmente uno psicologo psicoterapeuta della sua zona per una consulenza individuale che l'aiuti a fare chiarezza sui suoi stati d'animo.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#2]
Cara S., a me sembra che lei abbia bloccato la sua vita
in un sogno adolescenziale che le permette di reggere almeno a livello di facciata.
Comprendo il suo vissuto fatto di rabbia, tristezza e sogni, ma forse sarebbe opportuno oltre che farsi seguire a livello individuale da uno psicoterapeuta, almeno riflettere se non c'è, da parte sua una eccessiva centratura sul sè, sui suoi pensieri, sul suo dolore.. davvero suo marito si può definire solo "sterile, poco intelligente"? non sarà magari infelice, chiuso, anche deluso.. e questo collega, possibile che non si domandi come mai lei lavora sempre oltre l'orario, è sempre disponibile a star lì con mille scuse e "due deliziosi bambini"? Anche gli uomini sono intuitivi se vogliono.
A volte è difficile guardare davvero il mondo affettivo in cui si è immersi, ma credo che questo sia l'unico modo per non bruciare il proprio tempo e cercare davvero la soluzione.
Le auguro di avere coraggio e cercare di uscire da questa situazione immobile..
in un sogno adolescenziale che le permette di reggere almeno a livello di facciata.
Comprendo il suo vissuto fatto di rabbia, tristezza e sogni, ma forse sarebbe opportuno oltre che farsi seguire a livello individuale da uno psicoterapeuta, almeno riflettere se non c'è, da parte sua una eccessiva centratura sul sè, sui suoi pensieri, sul suo dolore.. davvero suo marito si può definire solo "sterile, poco intelligente"? non sarà magari infelice, chiuso, anche deluso.. e questo collega, possibile che non si domandi come mai lei lavora sempre oltre l'orario, è sempre disponibile a star lì con mille scuse e "due deliziosi bambini"? Anche gli uomini sono intuitivi se vogliono.
A volte è difficile guardare davvero il mondo affettivo in cui si è immersi, ma credo che questo sia l'unico modo per non bruciare il proprio tempo e cercare davvero la soluzione.
Le auguro di avere coraggio e cercare di uscire da questa situazione immobile..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Gentile Sognora,
Il calo del desiderio o meglio il silenzio dei sensi nella sessualita' di una coppia e' sempre un semaforo rosso, davanti al quale bisognerebbe fermarsi a riflettere, per decodificarlo e, soprattutto per riaccendere le luci rosse nella camera da letto della coppia silente e dormiente.
Le sue sane proiezioni su altro da suo marito, rappresentano una via di fuga dalla noia, infelicita' e delusione.
Le relazioni altre, pero' si nutrono dell' attesa, del tendere verso, del vivere la distanza, dell' assenza del quotidiano e del potente immaginario, che tutto nutre!
Anche l' investire sull' attivita' lavorativa, erotizzandola, rappresenta un meccanismo di difesa dal dolore dell'anima, quella che noi clinici, chiamiamo " intimita' sostitutiva" .
Aspettare che naufraghi il matrimonio del suo collega, raccoglie i pezzi e, sperare in un amore nuovo, sembra quasi aspettare il principe azzurro.
Forse una consulenza specialistica, che possa dipanare la matassa emozionale e sensoriale, sarebbe indicata, al fine di comprendere il da farsi
Il calo del desiderio o meglio il silenzio dei sensi nella sessualita' di una coppia e' sempre un semaforo rosso, davanti al quale bisognerebbe fermarsi a riflettere, per decodificarlo e, soprattutto per riaccendere le luci rosse nella camera da letto della coppia silente e dormiente.
Le sue sane proiezioni su altro da suo marito, rappresentano una via di fuga dalla noia, infelicita' e delusione.
Le relazioni altre, pero' si nutrono dell' attesa, del tendere verso, del vivere la distanza, dell' assenza del quotidiano e del potente immaginario, che tutto nutre!
Anche l' investire sull' attivita' lavorativa, erotizzandola, rappresenta un meccanismo di difesa dal dolore dell'anima, quella che noi clinici, chiamiamo " intimita' sostitutiva" .
Aspettare che naufraghi il matrimonio del suo collega, raccoglie i pezzi e, sperare in un amore nuovo, sembra quasi aspettare il principe azzurro.
Forse una consulenza specialistica, che possa dipanare la matassa emozionale e sensoriale, sarebbe indicata, al fine di comprendere il da farsi
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Gentile utente,
sognare di poter investire su un altro rapporto di coppia può essere considerato piuttosto fisiologico in una situazione di stallo come quella da lei descritta. L'importante è che la fuga attraverso il sogno non diventi l'unico modo di affrontare la realtà, di fatto dividendola completamente in due: ciò che sembra non funzionare (ed è reale) e ciò che potrebbe essere bellissimo (ed è fantasia).
In ogni fase della vita c'è bisogno di nuove sfide, di sentirsi appagati in modo inedito, ma questo non significa necessariamente andare a cercare dell'altro. Soprattutto se si è già costruito tanto insieme a una persona.
Questo lo scrivo non pensando a eventuali correlati "morali" riguardanti un'eventuale infatuazione fuori dal matrimonio, ma focalizzandomi invece sulle complesse dinamiche che si scatenano in fase di separazione e di rielaborazione del lutto. Sentire di aver fatto il tutto per tutto - soprattutto quando ci sono dei figli - può aiutare ad affrontare la cosa in modo diverso, più consapevole e saldo.
Provi a convidere con suo marito lo stato d'animo di prostrazione che ha portato qui a noi, anche mettendolo di fronte alla realtà di una sua messa in discussione del vostro rapporto. E insieme potrete decidere se affrontare la questione insieme o meno e come farlo.
Un aiuto professionale potrebbe essere utile, anche solo per una breve consultazione, valutando in seguito se e quali risorse mettere in campo.
Cordialità,
sognare di poter investire su un altro rapporto di coppia può essere considerato piuttosto fisiologico in una situazione di stallo come quella da lei descritta. L'importante è che la fuga attraverso il sogno non diventi l'unico modo di affrontare la realtà, di fatto dividendola completamente in due: ciò che sembra non funzionare (ed è reale) e ciò che potrebbe essere bellissimo (ed è fantasia).
In ogni fase della vita c'è bisogno di nuove sfide, di sentirsi appagati in modo inedito, ma questo non significa necessariamente andare a cercare dell'altro. Soprattutto se si è già costruito tanto insieme a una persona.
Questo lo scrivo non pensando a eventuali correlati "morali" riguardanti un'eventuale infatuazione fuori dal matrimonio, ma focalizzandomi invece sulle complesse dinamiche che si scatenano in fase di separazione e di rielaborazione del lutto. Sentire di aver fatto il tutto per tutto - soprattutto quando ci sono dei figli - può aiutare ad affrontare la cosa in modo diverso, più consapevole e saldo.
Provi a convidere con suo marito lo stato d'animo di prostrazione che ha portato qui a noi, anche mettendolo di fronte alla realtà di una sua messa in discussione del vostro rapporto. E insieme potrete decidere se affrontare la questione insieme o meno e come farlo.
Un aiuto professionale potrebbe essere utile, anche solo per una breve consultazione, valutando in seguito se e quali risorse mettere in campo.
Cordialità,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
[#5]
Ex utente
Buonasera Dottori,
intanto grazie.
scrivo dopo aver meditato su quanto da voi scritto.
Dr. Roberto Callina; lei mi scrive:
Come biasimarla per cercare altrove, anche solo con la fantasia, una compensazione a queste mancanze.- questo mi consola, mi toglie in parte il senso di inadeguatezza che questa situazione mi lascia dentro.Vero anche che tutti gli atteggiamenti visibili o percettibili di mio marito mi lasciano un senso di inadeguatezza, ma solo all'interno del nucleo famigliare, che anzichè essere un naturale rifugio è il lento divenire di un contesto per alcuni versi ostile o fasullo dal momento che entrambi ci comportiamo con naturalezza.All'esterno io mi sento felice e realizzata e non solo al lavoro.(amici, sport etc)
Dott.ssa. Magda Muscarà: lei mi dice:da parte mia una eccessiva centratura sul sè, sui miei pensieri, sul mio dolore.. davvero suo marito si può definire solo "sterile, poco intelligente"? non sarà magari infelice, chiuso, anche deluso.. sicuramente sto incentrando se ben interpreto il tutto su di me, ma in fondo do piu' importanza a me come indivduo che al rapporto marito e moglie e la mia ricerca di felicità personale è molto forte in questo momento. Sento proprio un campanello di allarme dentro di me che suona e dice di riprendermi in mano la mia vita, di rendermi felice.
Non so se mio marito si senta infelice e deluso, (non avrebbe apparenti o gravi motivi a parte i giorni no che il quotidiano ci puo regalare) chiuso lo è, ma io mi sono resa disponibile in moltissime situazioni e sono tuttora aperta ad un dialogo che lui evita. Non mi sento piu' in grado di gestire il muro che si crea davanti a discorsi fatti senza avere risposte. In sostanza ho aggirato questo muro e vado oltre, ritengo che non si puo' continuare a sbatterci addosso.
Per quanto riguarda il collega, puo' darsi che si renda benissimo conto che mi fermi li per lui, e manipoli questa cosa per forse sua gratificazione o narcisismo, ma vede a me va bene che in qualche modo se ne accorga, questo potrebbe aumentare o diminuire le distanze, ma dare corpo comunque ad una fantasia.Se si svegliasse un po lo apprezzerei.Se invece si gongola delle mie attenzioni o le usa a scopo lavorativo , per ora bene lo stesso, è sempre un qualcosa che al momento irrazionalmente mi appaga.
Dott.ssa Cacioppo:In ogni fase della vita c'è bisogno di di sentirsi appagati in modo inedito, ma questo non significa necessariamente andare a cercare dell'altro. vero, ma questa è una mia reazione inaspettata. e anche io non penso solo a eventuali correlati "morali" ma sono ben conscia del dopo, pertanto cerco di evitare al momento complicazioni che potrebbero impoverire ulteriormente la mia autostima.
Per quanto riguarda la Dott,ssa Randone, il riaccendere le luci rosse nella camera da letto, è l'ultimo dei miei pensieri che ho quando penso a mio marito Dopo tanto implorare attenzione sono io ora a evitare intimità, anche se lui non la richiede, e anche dovessimo ricostruire qualcosa non sarebbe che un giocattolo rotto... In sostanza io credo che potrei rendere felice un altro uomo, e non solo dal punto di vista sessuale, non accontentarmi di bricioline. Le luci rosse le accenderei ben volentieri ma con il mio collega.
Sto iniziando a valutare di consultare individualmente uno psicologo psicoterapeuta per una consulenza individuale che mi aiuti a fare chiarezza sul mio stato d'animo.
Voglio assolutamente uscire da questa situazione immobile. Ma in maniera meditata e intelligente senza colpi di testa. Un caro saluto
S.
intanto grazie.
scrivo dopo aver meditato su quanto da voi scritto.
Dr. Roberto Callina; lei mi scrive:
Come biasimarla per cercare altrove, anche solo con la fantasia, una compensazione a queste mancanze.- questo mi consola, mi toglie in parte il senso di inadeguatezza che questa situazione mi lascia dentro.Vero anche che tutti gli atteggiamenti visibili o percettibili di mio marito mi lasciano un senso di inadeguatezza, ma solo all'interno del nucleo famigliare, che anzichè essere un naturale rifugio è il lento divenire di un contesto per alcuni versi ostile o fasullo dal momento che entrambi ci comportiamo con naturalezza.All'esterno io mi sento felice e realizzata e non solo al lavoro.(amici, sport etc)
Dott.ssa. Magda Muscarà: lei mi dice:da parte mia una eccessiva centratura sul sè, sui miei pensieri, sul mio dolore.. davvero suo marito si può definire solo "sterile, poco intelligente"? non sarà magari infelice, chiuso, anche deluso.. sicuramente sto incentrando se ben interpreto il tutto su di me, ma in fondo do piu' importanza a me come indivduo che al rapporto marito e moglie e la mia ricerca di felicità personale è molto forte in questo momento. Sento proprio un campanello di allarme dentro di me che suona e dice di riprendermi in mano la mia vita, di rendermi felice.
Non so se mio marito si senta infelice e deluso, (non avrebbe apparenti o gravi motivi a parte i giorni no che il quotidiano ci puo regalare) chiuso lo è, ma io mi sono resa disponibile in moltissime situazioni e sono tuttora aperta ad un dialogo che lui evita. Non mi sento piu' in grado di gestire il muro che si crea davanti a discorsi fatti senza avere risposte. In sostanza ho aggirato questo muro e vado oltre, ritengo che non si puo' continuare a sbatterci addosso.
Per quanto riguarda il collega, puo' darsi che si renda benissimo conto che mi fermi li per lui, e manipoli questa cosa per forse sua gratificazione o narcisismo, ma vede a me va bene che in qualche modo se ne accorga, questo potrebbe aumentare o diminuire le distanze, ma dare corpo comunque ad una fantasia.Se si svegliasse un po lo apprezzerei.Se invece si gongola delle mie attenzioni o le usa a scopo lavorativo , per ora bene lo stesso, è sempre un qualcosa che al momento irrazionalmente mi appaga.
Dott.ssa Cacioppo:In ogni fase della vita c'è bisogno di di sentirsi appagati in modo inedito, ma questo non significa necessariamente andare a cercare dell'altro. vero, ma questa è una mia reazione inaspettata. e anche io non penso solo a eventuali correlati "morali" ma sono ben conscia del dopo, pertanto cerco di evitare al momento complicazioni che potrebbero impoverire ulteriormente la mia autostima.
Per quanto riguarda la Dott,ssa Randone, il riaccendere le luci rosse nella camera da letto, è l'ultimo dei miei pensieri che ho quando penso a mio marito Dopo tanto implorare attenzione sono io ora a evitare intimità, anche se lui non la richiede, e anche dovessimo ricostruire qualcosa non sarebbe che un giocattolo rotto... In sostanza io credo che potrei rendere felice un altro uomo, e non solo dal punto di vista sessuale, non accontentarmi di bricioline. Le luci rosse le accenderei ben volentieri ma con il mio collega.
Sto iniziando a valutare di consultare individualmente uno psicologo psicoterapeuta per una consulenza individuale che mi aiuti a fare chiarezza sul mio stato d'animo.
Voglio assolutamente uscire da questa situazione immobile. Ma in maniera meditata e intelligente senza colpi di testa. Un caro saluto
S.
[#6]
Cara S.,
la sua consapevolezza è quasi disarmante.
Continuo a empatizzare il suo stato d'animo e credo di comprendere come possa sentirsi.
Sembra chiaro, se già non lo fosse stato prima, che sente di aver già messo in campo tutte le sue forze per poter rimettere in carreggiata il rapporto con suo marito.
Ora sembrerebbe aver deposto le armi, aver rinuciato, tanto da vivere la vostra distanza come una scelta ormai condivisa; un cammino che non sembra voler ripercorrere.
E' evidente, dalle sue parole, che ormai il desiderio si è spento anche in lei, forse in modo reattivo, ma comunque spento.
Per tali ragioni credo che potrebbe esserle utile un consulto individuale che possa aiutarla a mettere a fuoco le sue "nuove priorità" (che non necessariamente debbano tradursi in una conferma della distanza ormai creata da suo marito).
L'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta potrebbe essere utile per "maneggiare" con maggiore consapevolezza la sua situazione.
Un caro saluto.
la sua consapevolezza è quasi disarmante.
Continuo a empatizzare il suo stato d'animo e credo di comprendere come possa sentirsi.
Sembra chiaro, se già non lo fosse stato prima, che sente di aver già messo in campo tutte le sue forze per poter rimettere in carreggiata il rapporto con suo marito.
Ora sembrerebbe aver deposto le armi, aver rinuciato, tanto da vivere la vostra distanza come una scelta ormai condivisa; un cammino che non sembra voler ripercorrere.
E' evidente, dalle sue parole, che ormai il desiderio si è spento anche in lei, forse in modo reattivo, ma comunque spento.
Per tali ragioni credo che potrebbe esserle utile un consulto individuale che possa aiutarla a mettere a fuoco le sue "nuove priorità" (che non necessariamente debbano tradursi in una conferma della distanza ormai creata da suo marito).
L'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta potrebbe essere utile per "maneggiare" con maggiore consapevolezza la sua situazione.
Un caro saluto.
[#7]
"All'esterno io mi sento felice e realizzata e non solo al lavoro.(amici, sport etc)"
vorrei anche aggiungere che, in merito alla sua frase sopra evidenziata, credo sia legittimo, e anche fondamentale, avere una realizzazione anche tra le mura domestiche... con o senza un compagno al fianco.
Un caro saluto
vorrei anche aggiungere che, in merito alla sua frase sopra evidenziata, credo sia legittimo, e anche fondamentale, avere una realizzazione anche tra le mura domestiche... con o senza un compagno al fianco.
Un caro saluto
[#8]
Ex utente
Gentile dott. Callina,
ritengo che stare bene dovrebbe essere l'obiettivo e il diritto principale di ogni persona.
Il meccanismo che si innesca per questo ricercare è dissimile per ognuno di noi.
Non deve per forza corrispondere alla conferma di un uomo, o alla sfera lavorativa o alla dedizione verso i figli e la famiglia.
Deve partire da dentro e dare beneficio di riflesso a tutto cio' che ci circonda.
Il lavoro per ora è la mia attenzione dominante, mi permette come strumento di arrivare a gestirmi autonomamente, a dare la possibilità a me ed ai bambini di crescere in maniera piu agiata, quindi fondamentale è il non perderlo. Ma non è un surrogato , un'intimità sostitutiva.
Il collega è una parentisi che in qualche modo mi gratifica,Tengo a mente che un qualsiasi intervento esterno tra me e lui più dominante (problema lavorativo, mogli,figli) il ns rapporto idilliaco e fatto di sguardi crollerebbe in 2 secondi e magari ci renderebbe l'un l'altro ostili...
Gratifica ma lo vedo anche nei suoi limiti, difetti, è uno scoglio troppo piccolo e incerto per potermi appoggiare, diciamo però che se fossi in mezzo al mare capirei che vicino a quello scoglio c'è la riva, in qualche modo irrazionale lui mi rassicura.
E questo che cerco , la riva, la solidità emotiva, il cercare come dice lei nuove piorità.
La felicità che cerco per capirmi è come oggetto d'un interesse puro,
d'una passione libera di spaziare tra segni, forme e colori per il piacere
unico di spaziare tra quei segni e quelle forme e quei colori. Con desiderio
di conquista, di possesso. E soddisfazione d'essere conquistati, posseduti.
Come si trattasse di una persona amata.
E comunque prioritario e vitale ora è mettere a fuoco le "nuove priorità" e"maneggiare" con maggiore consapevolezza la sua situazione.
ritengo che stare bene dovrebbe essere l'obiettivo e il diritto principale di ogni persona.
Il meccanismo che si innesca per questo ricercare è dissimile per ognuno di noi.
Non deve per forza corrispondere alla conferma di un uomo, o alla sfera lavorativa o alla dedizione verso i figli e la famiglia.
Deve partire da dentro e dare beneficio di riflesso a tutto cio' che ci circonda.
Il lavoro per ora è la mia attenzione dominante, mi permette come strumento di arrivare a gestirmi autonomamente, a dare la possibilità a me ed ai bambini di crescere in maniera piu agiata, quindi fondamentale è il non perderlo. Ma non è un surrogato , un'intimità sostitutiva.
Il collega è una parentisi che in qualche modo mi gratifica,Tengo a mente che un qualsiasi intervento esterno tra me e lui più dominante (problema lavorativo, mogli,figli) il ns rapporto idilliaco e fatto di sguardi crollerebbe in 2 secondi e magari ci renderebbe l'un l'altro ostili...
Gratifica ma lo vedo anche nei suoi limiti, difetti, è uno scoglio troppo piccolo e incerto per potermi appoggiare, diciamo però che se fossi in mezzo al mare capirei che vicino a quello scoglio c'è la riva, in qualche modo irrazionale lui mi rassicura.
E questo che cerco , la riva, la solidità emotiva, il cercare come dice lei nuove piorità.
La felicità che cerco per capirmi è come oggetto d'un interesse puro,
d'una passione libera di spaziare tra segni, forme e colori per il piacere
unico di spaziare tra quei segni e quelle forme e quei colori. Con desiderio
di conquista, di possesso. E soddisfazione d'essere conquistati, posseduti.
Come si trattasse di una persona amata.
E comunque prioritario e vitale ora è mettere a fuoco le "nuove priorità" e"maneggiare" con maggiore consapevolezza la sua situazione.
[#9]
Una consultazione individuale, e' una valida soluzione, almeno per fare chiarezza.
A volte i successi terapeutici di alcune terapie di coppia, sono paradossalmente le separazioni.
Mentre con un lavoro individuale lei lavorera' solo du di le, con un'eventuale terapia di coppia, non si incolla un giocattolo rotto, ma si fa un bilancio costi-benefici , e non sempre si riesce a risanare la coppia, ma almeno si fa luce sullle dinamiche.
A volte i successi terapeutici di alcune terapie di coppia, sono paradossalmente le separazioni.
Mentre con un lavoro individuale lei lavorera' solo du di le, con un'eventuale terapia di coppia, non si incolla un giocattolo rotto, ma si fa un bilancio costi-benefici , e non sempre si riesce a risanare la coppia, ma almeno si fa luce sullle dinamiche.
[#10]
Cara S.,
credo che abbia colto nel segno il messaggio che volevo darle.
L'unico aspetto che non riesco a capire, ma questo è forse il grosso limite dei consulti on line, è se abbia colto anche il senso della mia aggiunta al precedente consulto.
"credo sia legittimo, e anche fondamentale, avere una realizzazione anche tra le mura domestiche... con o senza un compagno al fianco."
Vorrei precisare che intendevo esattamente quello che lei ha sviluppato nella sua risposta e che sintetizzerei in poche parole: sarebbe utile un consulto individuale affinché lei possa riuscire a riprendere in mano la sua vita in tutti i suoi aspetti.
E concludo dicendole che questa sua frase che segue sembra tratta da un testo di Alfred Adler, padre fondatore della Psicologia Individuale, della cui scuola di pensiero faccio parte:
"Il meccanismo che si innesca per questo ricercare è dissimile per ognuno di noi."
Un caro saluto
credo che abbia colto nel segno il messaggio che volevo darle.
L'unico aspetto che non riesco a capire, ma questo è forse il grosso limite dei consulti on line, è se abbia colto anche il senso della mia aggiunta al precedente consulto.
"credo sia legittimo, e anche fondamentale, avere una realizzazione anche tra le mura domestiche... con o senza un compagno al fianco."
Vorrei precisare che intendevo esattamente quello che lei ha sviluppato nella sua risposta e che sintetizzerei in poche parole: sarebbe utile un consulto individuale affinché lei possa riuscire a riprendere in mano la sua vita in tutti i suoi aspetti.
E concludo dicendole che questa sua frase che segue sembra tratta da un testo di Alfred Adler, padre fondatore della Psicologia Individuale, della cui scuola di pensiero faccio parte:
"Il meccanismo che si innesca per questo ricercare è dissimile per ognuno di noi."
Un caro saluto
[#11]
Ex utente
Sicuramente Dott. Callina i consulti on line hanno un grosso limite. Non ci si vive e si entra meno in contatto con il proprio interlocutore. Non ci sono gesti o sguardi a sottolineare o contraddire quanto diciamo, è difficile entrare in contatto ed essere trasparenti, anche se mi sforzo di esserlo.
Si ho letto "credo sia legittimo, e anche fondamentale, avere una realizzazione anche tra le mura domestiche... con o senza un compagno al fianco."
Non ho dato risposta in quanto non ho metabolizzato.
so solo che per ora le mura entro cui devo essere realizzata sono quelle del mio animo, e al momento non è così. Il confronto con lei che io trovo molto empatico e per alcuni versi e anche confortante, mi sembra meno lontana è piu reale l'idea di farmi seguire da uno psicoterapeuta.Potrebbe davvero essere la chiave di svolta per uscire da questa situazione immobile. Non conosco Alfred Adler e non ho nessuna esperienza o conoscienza in materia, mi fido di lei , solamento trovo "Il meccanismo che si innesca per questo ricercare è dissimile per ognuno di noi." una valutazione logica.
Per quanto riguarda la terapia di coppia, suggerita dalla Dott.ssa Randone, pur ringraziandola credo che sia l'ultimo dei miei voleri, se non sono chiara con me stessa come chiarire un menage di coppia? Ho bisogno ora di pensare solo a me.
Si ho letto "credo sia legittimo, e anche fondamentale, avere una realizzazione anche tra le mura domestiche... con o senza un compagno al fianco."
Non ho dato risposta in quanto non ho metabolizzato.
so solo che per ora le mura entro cui devo essere realizzata sono quelle del mio animo, e al momento non è così. Il confronto con lei che io trovo molto empatico e per alcuni versi e anche confortante, mi sembra meno lontana è piu reale l'idea di farmi seguire da uno psicoterapeuta.Potrebbe davvero essere la chiave di svolta per uscire da questa situazione immobile. Non conosco Alfred Adler e non ho nessuna esperienza o conoscienza in materia, mi fido di lei , solamento trovo "Il meccanismo che si innesca per questo ricercare è dissimile per ognuno di noi." una valutazione logica.
Per quanto riguarda la terapia di coppia, suggerita dalla Dott.ssa Randone, pur ringraziandola credo che sia l'ultimo dei miei voleri, se non sono chiara con me stessa come chiarire un menage di coppia? Ho bisogno ora di pensare solo a me.
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Cara S.,
continui su questa strada, sono d'accordo con il suo sentire e con l'idea che un consulto individuale sia la cosa migliore per poter affrontare la sua vita con una mobilità più produttiva.
Nella sua città siamo in molti a poter accogliere la sua implicita "richiesta di aiuto".
Non esiti a ricontattarmi, se crede.
Un caro saluto
continui su questa strada, sono d'accordo con il suo sentire e con l'idea che un consulto individuale sia la cosa migliore per poter affrontare la sua vita con una mobilità più produttiva.
Nella sua città siamo in molti a poter accogliere la sua implicita "richiesta di aiuto".
Non esiti a ricontattarmi, se crede.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 6k visite dal 18/04/2012.
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