Elaborazione separazione partner

Buon dì, la mia è una storia che, in 1 anno e 1/2, tanto è durata.., si è alternata tra momenti di profondo affetto e piacere a momenti di allontanamento fisico ed emozionale reciproco. Più volte, riprendendo le maglie della nostra relazione, abbiamo ripreso ripromettendoci che avremmo fatto tesoro dei nostri reciproci errori. Tutto ciò, purtroppo, non è accaduto. Un mese fa, infatti, dopo l'ennesimo lungo e cronico litigio, ho scoperto alcune 'cosette' che mi hanno fatto perdere definitivamente la fiducia in lei; qualità, questa (e la mia ex lo sa bene), per me alla base di ogni rapporto. Ho scoperto che frequenta social network sotto falso nome (aveva detto di non frequentarne alcuno), che ha un altro cellulare ed un'altra sim (diceva di possederne solo uno), che non vuole conoscere i miei in quanto teme che possano farsi in giudizio negativo sul suo conto perché ragazza madre (diceva invece: ..li conoscerò la prossima volta..), che non prende la pillola anticoncezionale perché riteneva i nostri approcci sessuali non frequenti _non ci vediamo infatti ogni sera e quando si litigava, ossia la 1/2 delle volte, risultava difficile avere rapporti sessuali senza prima chiarirsi_ (diceva di avere un'infezione vaginale e doveva prima curarla). A questo quadro si aggiunga che, in 1 anno e mezzo, non ho conosciuto nemmeno una sua amica. Eravamo io e lei, lei ed io. Ho avuto quindi sentore che mi stesse nascondendo qualcosa, era come se non mi volesse far entrare nella sua vita, come se io fossi il surrogato di qualcun altro, come se stessimo su lunghezze d'onda differenti, come se avessimo bisogni, speranze, valori, aspirazioni totalmente differenti. Abbiamo così capito, sebbene ci amassimo, che eravamo completamente diversi l'uno dall'altro. Io profondo e trasparente, lei superficiale e nebulosa. Lei, subito dopo averne parlato, mi ha chiesto di ritornare insieme. Io ho opposto un fermo rifiuto dicendole che qualcosa in me era cambiato, che l'amavo ancora ma l'amore era stato sepolto dalla fanghiglia che ho prima raccontato. A distanza di 20 gg però, cioè ieri, stavo malissimo, sono andato sotto casa sua e le ho parlato e lei mi ha dato una risposta speculare a quella che le avevo dato io 20 gg fa. Ora, posto che mi ha detto che è confusa, che vuole stare da sola, che non sente più per me le stesse cose, che non vuole prendermi in giro, etc, Vi chiedo: sapendo che siamo incompatibili caratterialmente, che lei non vuole più saperne di me, che ci sono state molte brutture nella nostra storia.., perché sto così male? Perché faccio così difficoltà ad accettare la fine di questa storia? Vi ringrazio per la risposta. Cordialità.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,

le storie tormentate come quella che ci ha descritto portano con sè un importante carico emotivo, dovuto anche agli alti e bassi che coinvolgono e smuovono le emozioni come se ci si trovasse su un ottovolante.

Lei ha più volte tentato di ricucire il rapporto, a seguito dei piccoli e grandi litigi avuti, e ha quindi investito parecchio nella riuscita di una relazione che, a ben vedere, non la convinceva fin dall'inizio, ma che ha comunque scelto di portare avanti e di impegnarsi per far funzionare.

"Perché faccio così difficoltà ad accettare la fine di questa storia? "

Alla luce di tutte queste ragioni non trova comprensibile il fatto che aver detto la parola "fine" porti con sè dolore e dispiacere?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Sognore,
Il dolore provato in funzione della fine di un amore, non si misura in funzione delle cattiverie subite, ma in funzione delle emozioni provate, delle fantasie residue ancora presenti e delle parti di se', che l' altro/a ancora contiene e fa vivere per e con lei.
Un' adeguata elaborazione del lutto e' , quel processo psichico, indispensabile per rassettare il passato ed immaginare di riappropriarsi di un nuovo presente e speranzoso futuro.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Una domanda più produttiva sarebbe: "Come fare a superare la fine di questa storia?"

La risposta semplice è che di solito questo avviene da sé, dopo un certo tempo. Si smette di soffrire, ci si alza un bel giorno come se nulla fosse successo.

Tuttavia, quando si hanno questioni irrisolte - ad esempio una vita sociale limitata e scarsità di opzioni - si può restare attaccati alla vecchia storia conclusa come un feticcio, perché si ha paura di non potersi permettere nulla di più.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Emanuele Petrachi Psicologo 32 2
Caro Signore,

Vedrà che il tempo l'aiuterà a comprendere meglio la situazione attuale e sopratutto quella passata, l'aiuterà a chiarire le idee su cosa era veramente il suo rapporto con questa ragazza.

Non conosco la qualità della sua vita sociale, ma sarebbe auspicabile che lei avesse l'opportunità di stare con amici, colleghi e, perché no, anche altre donne che possano aiutarla a distrarsi e superare il momento di difficoltà, a non rinchiudersi nel rapporto apparentemente esclusivo che aveva con la sua donna.

Per il resto, si faccia forza e pensi un po' a se stesso.

Dr. Emanuele Petrachi
Psicologo (Lecce)

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Dr.ssa Daniela Benedetto Psicoterapeuta, Psicologo 213 5
Buongiorno.
Una storia tormentata e confusa, poco trasparente ma soprattutto priva di quella base progettuale ed ideale che fanno di pe sè parte di una storia che nasce e si evolve.
Il rapporto che lei descrive non fa "sentire" il senso della relazione stessa.
E' nata più di un anno e mezzo fa con una ragazza madre. Mi pare di aver capito che non c'è stata convivenza, non c'erano amici in comune ma non leggo neanche di progetti, idee in costruzione...dov'è la storia? Da cosa si differenzia rispetto alle visite/contatti con i social network?
La storia che lei descrive non riesco ad immaginarmela come una storia affettiva e di relazione.
Qual'era il suo posto nella vita di questa ragazza? Che peso aveva la sua presenza? Ne ha mai avuto?
Lei dice di averla amata e io non ho dubbi ovviamente, come sul fatto che sia ora molto addolorato.
Sfrutterei, mi passi il termine, il momento e l'accaduto, per comprendere il motivo per cui la storia si è interrotta.
Consideri che una relazione per rimanere tale deve essere costruita su basi solide, e su queste crescere ed evolversi. questo è un processo che non deve arenarsi mai e la comunicazione è il primo elemento trasversale da alimentare in continuazione.
Io credo che non c'è stato fin dall'inizio un chiaro "contratto" di relazione nel quale vi siate potuti comunicare apertamente le vostre idee, le vostre aspettative, i vostri limiti e tutto ciò a cui eravate disposti a rinunciare ovvero a donare perchè il vostro amore fosse protetto ed alimentato.
Un cordiale saluto
Rimango a disposizione per approfondimenti
dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta a Roma
www.danielabenedetto.it

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Buongiorno. Nel ringraziare tutti i Medici che cortesemente e con solerzia hanno risposto al mio quesito, vorrei precisare che con la mia ex partner non vi è stata convivenza. Per ciò che concerne invece la vita sociale, beh.., gli amici sono pochi e sono quelli di sempre. Alcuni di questi sono via per lavoro, altri hanno costituito un nucleo famigliare ed hanno orari ed esigenze diverse rispetto a quelle di un single. Pur tuttavia, appena è possibile, cerchiamo di frequentarci. Altra nota dolente è la comunicazione nel rapporto. La mia ex non ne era tanto incline in quanto, a suo dire, agli uomini che mi avevano preceduto non la incoraggiavano a parlare. Ahimè, alla fine comunicavamo solo quando avevamo una questione da risolvere e, paradossalmente, si era quasi giunti a desiderare il litigio al fine di veder venir fuori il suo carattere. Riguardo alle basi progettuali del nostro rapporto, io, da subito, ho cercato di inserirmi attivamente nella sua vita, cercando di conoscere suo figlio, portandolo al mare con me et similia.. Ad un certo punto ho anche pensato di affittare una casa nel suo paese per poterle stare più vicino, ma sono stato subito congelato con scuse barbine, salvo poi scoprire.. con somma amarezza.. che riteneva la nostra relazione ancora insensibile alla convivenza. Tal chè mi sono un pò chiuso e non ne ho più parlato. Quando lei è ritornata sull'argomento, molto realisticamente l'ho invitata a cercarsi un lavoro (essendo disoccupata) aiutandola anche nella ricerca. Solo così, cioè senza l'assillo economico, ritenevo avremmo potuto costituire un nucleo famigliare libero dallo stato di bisogno economico. Il progetto, purtroppo, non è stato realizzato perché, da lì a poco, si è manifestata la bufera che ci ha travolto.. Quale posto avevo nella sua vita? Francamente non lo so proprio.. E, a questo punto, non credo neanche di averlo mai avuto.. Sento di avere impegnato tempo ed energie vanamente.. Di avere rinunciato, per starle accanto, ad altre occasioni personali e professionali.. E la domanda mi nasce spontanea: come posso fare per capitalizzare tutta questa energia negativa accumulata in modo più produttivo? Come me ne posso uscire? Lieto dell'incontro epistolare, e ringraziandoVi per eventuali ed auspicate risposte, porgo distinti saluti.
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Dr. Emanuele Petrachi Psicologo 32 2
Gentile utente,

Il fatto che lei abbia voglia di reindirizzare le sue forze verso pensieri e azioni più produttivi è già un ottimo punto di partenza per lei stesso.
Il consiglio più utile che io mi sento di darle per riuscire in questo è di rivolgersi ad uno psicologo che possa supportala.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
Caro Utente,

"come posso fare per capitalizzare tutta questa energia negativa accumulata in modo più produttivo? Come me ne posso uscire?"

credo che la risposta alle sue domande sia una sola: guardando avanti e non concentrandosi su tutta l'energia negativa di cui parla.
Dalla sua descrizione della storia sembra proprio che sia lei quello che ha maggiormente investito nella relazione ed è comprensibile il suo dolore, e forse anche il suo rammarico, per una storia finita in cui non è stato concretizzato nessun progetto; del resto, come lei stesso dice, non c'è stato alcun progetto condiviso e "contrattualizzato" nella relazione.

Provi a guardare avanti e, se sente di aver bisogno di aiuto nell'elaborazione di questo lutto, si rivolga ad uno psicologo psicoterapeuta di persona.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Daniela Benedetto Psicoterapeuta, Psicologo 213 5
Buonpomeriggio.
Ho letto con attenzione la sua integrazione di notizie e di "sentiti"
Sta già facendo molto sul "capire" cosa sia successo, ricostruire i passi che hanno poi portato al risultato finale.
Comprendere ed analizzare serve poi per impostare al meglio i rapporti futuri. Se non facesse questo passaggio si troverebbe poi nel futuro a camminare al buio e a sentirsi insicuro accontentandosi magari di rapporti superficiali che, come le riconosce, la lasciano poi una sensazione di vuoto.
Si deve mettere nelle condizioni di comprendere e conoscere al meglio le fasi passate, le illusioni, i tempi e le possibilità che ha "regalato" all'altra nel tentativo di salvare la relazione.
Metta a frutto tutto ciò e vedrà che poi affronterà il futuro più sicuro di sè e pieno di buoni propositi, riuscendo a scegliere la donna più adatta ai suoi desideri e alle sue aspettative, senza troppe sorprese.
Sarebbe anche auspicabile un percorso psicoterapeutico che lo indirizzi al meglio in questa lettura del suo percorso, sia pur breve, relazionale al fine anche di valutare eventuali modalità ripetitive che in passato siano state ancora oggetto di poca trasparenza e che ora potrebbero ancora affacciarsi con modalità copionali che impediscono la crescità e il cambiamento.
un caro saluto