Bambino al nido che graffia e morde...
buonasera sono un educatrice di asilo nido, e mi trovo ad affrontare per la prima volta un caso particolare; nella mia classe ho un bambino di 2 anni che è affidato ai servizi sociali, questo bambino passa la maggiorparte del suo tempo con il nonno che ha 82 anni, la mamma ogni tanto lo viene a prendere ma credo che abbia dei problemi con la droga, la nonna soffre di esaurimento e il padre non esiste, io non so precisamente quello che vive a casa, ma l'ho visto una volta con dei graffi profondi sulle braccia, che ora sono diventati delle cicatrici, e qualche graffio sul viso, sono molto preouccupata perche questo bambino a settembre durante l'inserimento tirava i capelli a due bambine in particolare(bionde tutte e due come la mamma), poi piano piano questa fase è passata, si è calmato iniziava a parlarmi e sembrava tutto a posto...poi ha fatto un lungo periodo di assenza e quando è tornato(con quei graffi sulle braccia) si è trasformato graffia e morde in continuazione non parla non piange non si esprime in nessun modo solo usando quegli atteggiamenti...mentre io sono li insieme a loro è un bambino tranquillissimo nel momento che io mi assento un attimo per portare in bagno un bambino lasciando la classe alla mia collega parte e inizia a graffiare i bambini senza loro che gli facciano niente, solo due in particolare (biondi come la mamma) e quando torno lui mi guarda impaurito consapevole di quello che ha fatto...ho provato a prestargli piu attenzioni a coccolarlo e lui adora i momenti che io sono li per lui perche giustamente ne ha bisogno, approfitto soprattutto nei momenti del cambio e del riposo cosi cerco di non trascurare gli altri...ho provato a sgridarlo mettendolo in punizione...ma non so se è giusto so solo che per evitare questi avvenimenti devo portarmelo dietro in continuazione, con la mamma non ne ho parlato perche secondo ha problemi gravi anche lei...ho parlato con l'assistente sociale ma dice che sta tutto nelle mani del tribunale...io ho bisogno di un consiglio, sapere come devo comportarmi con questo bambino se potessi me lo porterei a casa...ho preso questa situazione molto a cuore e non riesco a trovare una soluzione...attendo sua risposta grazie
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"ho parlato con l'assistente sociale ma dice che sta tutto nelle mani del tribunale..."
Cara Utente,
ha spiegato bene all'assistente sociale la situazione e il cambiamento che ha riscontrato nel piccolo?
Se "ha fatto un lungo periodo di assenza e quando è tornato(con quei graffi sulle braccia) si è trasformato graffia e morde in continuazione non parla non piange non si esprime in nessun modo" può essere successo qualcosa che i servizi sociali dovrebbero appurare.
Ha parlato con la responsabile del nido per stabilire come regolarvi nel caso in cui il bambino si presentasse nuovamente all'asilo con evidenti segni di maltrattamento sul corpo?
Cara Utente,
ha spiegato bene all'assistente sociale la situazione e il cambiamento che ha riscontrato nel piccolo?
Se "ha fatto un lungo periodo di assenza e quando è tornato(con quei graffi sulle braccia) si è trasformato graffia e morde in continuazione non parla non piange non si esprime in nessun modo" può essere successo qualcosa che i servizi sociali dovrebbero appurare.
Ha parlato con la responsabile del nido per stabilire come regolarvi nel caso in cui il bambino si presentasse nuovamente all'asilo con evidenti segni di maltrattamento sul corpo?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile Educatrice,
innanzitutto a mio avviso sarebbe il caso (se non l'ha già fatto) che lei chiedesse spiegazioni dei graffi alle persone che si occupano di lui (lo faccia anche se è passato tempo, non fa niente), in questo caso il nonno se è lui a venirlo a prendere, e in ogni caso è utile convocare la madre per una colloquio. Anche se la signora ha problemi personali non credo sia corretto evitare di far presente la situazione del figlio a scuola, come si comporta, le sue manifestazioni problematiche, gli stessi graffi. La madre deve essere responsabilizzata e avvisata rispetto al fatto che socialmente c'è un attenzione alla situazione.
Per quanto riguarda il bambino è ancora molto piccolo e io ritengo che le punizioni possano essere controproducenti, in genere non pagano nemmeno con i bambini più grandi. Ciò che può essere utile è la distrazione e il metodo del time-out (si fa sedere su una sedia vicino a lei per un paio di minuti per fermare l'escalation di aggressività, spiegando con dolcezza che quel comportamento non va bene).
Il suo attaccamento e preoccupazione per il bambino sono comprensibili, ma il fatto che lei dia molte attenzioni a lui e che debba approfittare dei momenti del cambio o quando dorme "per non trascurare gli altri" può essere un arma a doppio taglio per lei e per il piccolo. Il rischio è che lui possa sentirsi "speciale" per lei e soffrire di gelosia (quindi aggredire gli altri per questo) quando lei rivolge attenzioni ad altri bambini, o potrebbe confondere (se è particolarmente trascurato in famiglia) i ruoli affettivi. Inoltre ritengo non sia corretto nei confronti degli altri bambini.
Ovviamente qualsiasi manifestazione "strana", tipo evidenti lividi o graffi o altro, vanno prontamente denunciati alle autorità competenti. Se il bambino vive una situazione di abuso o violenze in famiglia va tutelato adeguatamente.
Cordialmente
innanzitutto a mio avviso sarebbe il caso (se non l'ha già fatto) che lei chiedesse spiegazioni dei graffi alle persone che si occupano di lui (lo faccia anche se è passato tempo, non fa niente), in questo caso il nonno se è lui a venirlo a prendere, e in ogni caso è utile convocare la madre per una colloquio. Anche se la signora ha problemi personali non credo sia corretto evitare di far presente la situazione del figlio a scuola, come si comporta, le sue manifestazioni problematiche, gli stessi graffi. La madre deve essere responsabilizzata e avvisata rispetto al fatto che socialmente c'è un attenzione alla situazione.
Per quanto riguarda il bambino è ancora molto piccolo e io ritengo che le punizioni possano essere controproducenti, in genere non pagano nemmeno con i bambini più grandi. Ciò che può essere utile è la distrazione e il metodo del time-out (si fa sedere su una sedia vicino a lei per un paio di minuti per fermare l'escalation di aggressività, spiegando con dolcezza che quel comportamento non va bene).
Il suo attaccamento e preoccupazione per il bambino sono comprensibili, ma il fatto che lei dia molte attenzioni a lui e che debba approfittare dei momenti del cambio o quando dorme "per non trascurare gli altri" può essere un arma a doppio taglio per lei e per il piccolo. Il rischio è che lui possa sentirsi "speciale" per lei e soffrire di gelosia (quindi aggredire gli altri per questo) quando lei rivolge attenzioni ad altri bambini, o potrebbe confondere (se è particolarmente trascurato in famiglia) i ruoli affettivi. Inoltre ritengo non sia corretto nei confronti degli altri bambini.
Ovviamente qualsiasi manifestazione "strana", tipo evidenti lividi o graffi o altro, vanno prontamente denunciati alle autorità competenti. Se il bambino vive una situazione di abuso o violenze in famiglia va tutelato adeguatamente.
Cordialmente
Sarah Cervi
www.psicologadellosviluppo-roma.blogspot.it
www.comunitalaquiete.blogspot.it
[#3]
Utente
per la prima dottoressa: ho ritelefonato all'assistente sociale oggi e mi ha detto che martedi avremo un incontro con lei e le insegnanti...per la seconda dottoressa: lei ha ragione ho chiesto piu vole sia al nonno che alla mamma sui graffi e loro hanno risposto una volta che se li è fatti da solo e un altra volta che la nonna col riprenderlo per sbaglio gli ha fatto un graffio ( risposte secondo me un po strane). Sulla punizione ha ragione ma è stato una strategia che ho attuato dopo averci parlato tanto e avergli spiegato che quelle sono cose brutte e che non si fanno come lei mi ha suggerito...sicuramente il bambino si è affezionato molto a me e forse come dice lei è diventato geloso infatti per attaccare aspetta il momento che io non ci sono...ma l'unica soluzione per evitare che faccia male ad altri bambini è portarmelo dietro ogni volta che mi sposto...oggi con la scusa di portarmelo dietro mi facevo aiutare a prendere quello che mi serviva...perche se l'ho lascio con un altra collega lui fa lo stesso...cerco sempre di non trascurare gli altri ma mi creda ho 13 bambini in classe e non è semplice...martedi comunque ho il colloquio con l'assistente sociale e mi faro spiegare che situazione vive a casa..comunque vi ringrazio delle risposte e se sapete consigliarmi altre strategie da attuare ne sono felice
cordiali saluti
cordiali saluti
[#4]
Capisco, la situazione non è affatto semplice e mi sembra che lei si stia muovendo bene. Anche sviluppare una relazione significativa col bambino non è sbagliato,anzi ...Ciò che le suggerivo è di evitare di farlo sentire un bambino "speciale" (sia in senso positivo, voglio più bene a te ti coccolo di più ti dò più attenzioni che agli altri- sia in senso negativo, sei un bambino sfortunato quindi devo aiutarti o hai dei comportamenti problematici e quindi devo tenerti sempre sotto'occhio). Anche se non ce ne rendiamo conto, come lei ben saprà facendo questo lavoro, certi nostri pensieri passano e i bambini sono abili interpreti dei comportamenti e atteggiamenti degli adulti.
Le volevo chiedere una cosa: ma il padre "non esiste" in che senso? Perchè sarebbe utile convocare entrambi i genitori a un colloquio con la direttrice del nido.
Le volevo chiedere una cosa: ma il padre "non esiste" in che senso? Perchè sarebbe utile convocare entrambi i genitori a un colloquio con la direttrice del nido.
[#5]
Gentile educatrice,
mi sembra importante innanzitutto distinguere due piani fondamentali: quello del suo lavoro al nido come professionista che si occupa dei bambini - e nel caso specifico del bimbo per cui è così preoccupata - e quello dei rapporti che può/deve intrattenere con i parenti stretti del piccolo e con i servizi sociali.
Se c'è un affido all'Ente, questo significa che lei deve capire bene (nei limiti del segreto professionale cui sono tenuti i titolari del caso) in che situazione vive questo bimbo e come muoversi nei suoi confronti rispetto alle altre figure adulte coinvolte. Cioè: non è detto che sia la scelta migliore - in situazioni poco chiare come questa - andare a riferire a un genitore o a un nonno che ci si è accorti dei graffi o di altro sul corpo del bambino. Ma sicuramente vanno tempestivamente avvisati i Servizi Sociali competenti, con i quali è necessario instaurare un rapporto di dialogo e collaborazione molto stretto. In questo senso sarebbe anche opportuno venisse coinvolto il responsabile della struttura in cui lei lavora, evidentemente.
Quando si lavora in situazioni in cui potrebbe esser ecoinvolto il Tribunale per i Minorenni, è sempre bene lavorare molto all'interno della rete di operatori, confrontandosi attivamente e costantemente.
Riguardo poi alla sua relazione diretta con il piccolo, si tratta di una questione molto delicata. Bene l'idea di coinvolgerlo, nel limite del possibile, cona ttività alternative: si tratta spesso di bambini che necessitano di un rapporto 1 a 1 con gli adulti, e che possono trarre grande giovamento da figure di riferimento stabili e sufficientemente affidabili (anche come valida alternativa da interiorizzare se i rapporti a casa sono così complessi). Però bisogna anche fare attenzione a non eccedere, perchè non dobbiamo dimenticare che il piccolo trascorre solo una parte della sua vita al nido, e quindi bisogna evitare di fornirgli esperienze troppo "alternative" e saturanti i suoi bisogni, altrimenti rischia di patire ancora di più quando portato in altri contesti (cioè nelle ore in cui non è al nido, nelle vacanze, o durante le assenze per malattia).
La difficoltà maggiore sta quindi proprio nell'istaurare e mantenere una giusta distanza, calibrandola in maniera affettiva e stabile per il piccolo.
Cordialità,
mi sembra importante innanzitutto distinguere due piani fondamentali: quello del suo lavoro al nido come professionista che si occupa dei bambini - e nel caso specifico del bimbo per cui è così preoccupata - e quello dei rapporti che può/deve intrattenere con i parenti stretti del piccolo e con i servizi sociali.
Se c'è un affido all'Ente, questo significa che lei deve capire bene (nei limiti del segreto professionale cui sono tenuti i titolari del caso) in che situazione vive questo bimbo e come muoversi nei suoi confronti rispetto alle altre figure adulte coinvolte. Cioè: non è detto che sia la scelta migliore - in situazioni poco chiare come questa - andare a riferire a un genitore o a un nonno che ci si è accorti dei graffi o di altro sul corpo del bambino. Ma sicuramente vanno tempestivamente avvisati i Servizi Sociali competenti, con i quali è necessario instaurare un rapporto di dialogo e collaborazione molto stretto. In questo senso sarebbe anche opportuno venisse coinvolto il responsabile della struttura in cui lei lavora, evidentemente.
Quando si lavora in situazioni in cui potrebbe esser ecoinvolto il Tribunale per i Minorenni, è sempre bene lavorare molto all'interno della rete di operatori, confrontandosi attivamente e costantemente.
Riguardo poi alla sua relazione diretta con il piccolo, si tratta di una questione molto delicata. Bene l'idea di coinvolgerlo, nel limite del possibile, cona ttività alternative: si tratta spesso di bambini che necessitano di un rapporto 1 a 1 con gli adulti, e che possono trarre grande giovamento da figure di riferimento stabili e sufficientemente affidabili (anche come valida alternativa da interiorizzare se i rapporti a casa sono così complessi). Però bisogna anche fare attenzione a non eccedere, perchè non dobbiamo dimenticare che il piccolo trascorre solo una parte della sua vita al nido, e quindi bisogna evitare di fornirgli esperienze troppo "alternative" e saturanti i suoi bisogni, altrimenti rischia di patire ancora di più quando portato in altri contesti (cioè nelle ore in cui non è al nido, nelle vacanze, o durante le assenze per malattia).
La difficoltà maggiore sta quindi proprio nell'istaurare e mantenere una giusta distanza, calibrandola in maniera affettiva e stabile per il piccolo.
Cordialità,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
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Utente
vi ringrazio tantissimo dei consigli che mi state dando in questi due giorni ho notato alcuni miglioramenti...cerco di renderlo utile facendomi aiutare in alcune attività (ad esempio mettere a posto le stanza insieme agli altri bambini, oppure me lo metto vicino per compilare il registro delle presenze etc...) e devo dire che è molto contento, certo continuo a portarmelo dietro in ogni mio spostamento ma dicendogli che mi deve accompagnare a prendere ad esempio le salviette per pulire il viso dei suoi amici, oppure mi accompagna a prendere la tempera per fare un bellissimo lavoro...ho spiegato agli altri bambini che lui per un po di giorni mi fara da aiutante...e che poi tocchera anche a loro...funziona e oggi addirittura cercava di dirmi qualcosa sottovoce, anche se non riuscivo a capire bene cosa, e ho notato addirittura che si avvicinava ai bambini che aveva gia graffiato...facendogli le carezze e mi guardava dicendomi "cosi devo fare?" e io gli dicevo "bravo cosi devi fare le carezze"...ora continuero cosi per un po poi gradualmente cerco di allontanarmi lasciandolo con un altra collega per vedere come si comporta...speriamo bene....!!!grazie ancora per i preziosi consigli...
il padre non esiste nel senso che non ne vuole sapere nulla....non ha mai conosciuto il figlio cmq mi faro spiegare bene dall'assistente sociale come vive a casa e gli lascero una mia valutazione del bambino.
il padre non esiste nel senso che non ne vuole sapere nulla....non ha mai conosciuto il figlio cmq mi faro spiegare bene dall'assistente sociale come vive a casa e gli lascero una mia valutazione del bambino.
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Cara educatrice,
mi fa piacere sapere che va meglio. Probabilmente il piccolo sta ritrovando una stabilità e il suo approccio affettuoso e che valorizza le sue caratteristiche positive (poter dare aiuto, accarezzare gli altri) è vincente. Anche il fatto di renderlo maggiormente autonomo e che lei stimoli l'instaurarsi di una relazione significativa anche con le altre educatrici credo sia molto positivo. Infatti, le potrebbe capitare di doversi assentare dal lavoro e in questo caso lui rimarebbe comunque sereno.
Ma quindi il padre non lo ha riconosciuto? ha il cognome della madre? Comunque a breve avrà l'incontro con A.S. quindi potrà comprendere meglio la situazione.
Saluti
mi fa piacere sapere che va meglio. Probabilmente il piccolo sta ritrovando una stabilità e il suo approccio affettuoso e che valorizza le sue caratteristiche positive (poter dare aiuto, accarezzare gli altri) è vincente. Anche il fatto di renderlo maggiormente autonomo e che lei stimoli l'instaurarsi di una relazione significativa anche con le altre educatrici credo sia molto positivo. Infatti, le potrebbe capitare di doversi assentare dal lavoro e in questo caso lui rimarebbe comunque sereno.
Ma quindi il padre non lo ha riconosciuto? ha il cognome della madre? Comunque a breve avrà l'incontro con A.S. quindi potrà comprendere meglio la situazione.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 7.1k visite dal 11/04/2012.
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