Timidezza e inibizione
Gentili Dottori,
sono una ragazza di 25 anni che da sempre ha "sofferto" di timidezza e inibizione..ma negli ultimi tempi (2-3 anni) ho notato che questo problema si è maggiormente accentuato. Infatti anche a seguito di esperienze probabilmente "troppo forti" e non adeguate alla mia persona il problema è diventato difficile da gestire. Mi vedo sempre molto rigida e inibita, testa, collo e occhi sempre rigidi (anche quando dormo!) e quasi sempre non riesco a concentrarmi su quelle che le persone dicono. Inoltre se mi trovo a partecipare ad una discussione di 4-5 persone faccio molta fatica a capire il senso generale del discorso e focalizzarmi su una persona per volta. E' come se le persone parlassero ma non riesco a concentrarmi su quello che loro dicono e mi vedo sempre "dal di fuori". C'è una soluzione a questo problema oppure dovrò imparare a convivere con questo disagio oramai diventato cronico??
sono una ragazza di 25 anni che da sempre ha "sofferto" di timidezza e inibizione..ma negli ultimi tempi (2-3 anni) ho notato che questo problema si è maggiormente accentuato. Infatti anche a seguito di esperienze probabilmente "troppo forti" e non adeguate alla mia persona il problema è diventato difficile da gestire. Mi vedo sempre molto rigida e inibita, testa, collo e occhi sempre rigidi (anche quando dormo!) e quasi sempre non riesco a concentrarmi su quelle che le persone dicono. Inoltre se mi trovo a partecipare ad una discussione di 4-5 persone faccio molta fatica a capire il senso generale del discorso e focalizzarmi su una persona per volta. E' come se le persone parlassero ma non riesco a concentrarmi su quello che loro dicono e mi vedo sempre "dal di fuori". C'è una soluzione a questo problema oppure dovrò imparare a convivere con questo disagio oramai diventato cronico??
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Gentile ragazza,
come le è stato suggerito in un consulto precedente, per prudenza si sottoponga agli accertamenti che le ha prescritto il medico, per escludere eventuali componenti organiche al suoi disagi.
Successivamente sarebbe utile consultasse uno psicologo/psicoterapeuta per una valutazione in presenza e un eventuale trattamento terapeutico.
Da ciò che descrive i suoi disagi potrebbero essere di origine psichica, ma occorre che siano valutati direttamente per poi trovare la soluzione terapeutica più adeguata affinché lei possa ritrovare una condizione di migliore benessere.
Se vuole aggiungere qualcosa per illustrarci un po' più in dettaglio ciò che ci ha esposto, la ascoltiamo
Molti auguri
come le è stato suggerito in un consulto precedente, per prudenza si sottoponga agli accertamenti che le ha prescritto il medico, per escludere eventuali componenti organiche al suoi disagi.
Successivamente sarebbe utile consultasse uno psicologo/psicoterapeuta per una valutazione in presenza e un eventuale trattamento terapeutico.
Da ciò che descrive i suoi disagi potrebbero essere di origine psichica, ma occorre che siano valutati direttamente per poi trovare la soluzione terapeutica più adeguata affinché lei possa ritrovare una condizione di migliore benessere.
Se vuole aggiungere qualcosa per illustrarci un po' più in dettaglio ciò che ci ha esposto, la ascoltiamo
Molti auguri
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Cara ragazza di 25 anni, dalla sua descrizione sembrerebbe che il suo disagio si manifesti sia quando si trova tra la gente che quando si trova da sola. Descrive, infatti, un vissuto di timidezza, di riservatezza nelle relazioni amicali, accentuato in presenza di più interlocutori, e scrive anche di un vissuto che si potrebbe definire di natura "ansiosa" (si sente rigida, inibita anche quando dorme). I due aspetti, apparentemente slegati, sembrerebbero tuttavia ricondurre a un suo sentimento di insicurezza, di inadeguatezza; forse il tentativo, più o meno consapevole, di compensare tale sentimento si traduce in una reazione ansiosa che accentua la sua insicurezza innescando un circolo vizioso che si concretizza nella sua insoddisfazione e nella sua perdita di concentrazione.
Emerge un aspetto interessante nella sua esposizione; sembra che lei abbia chiare quali siano le motivazioni che hanno, negli ultimi anni, accentuato il suo malessere; parla infatti di "esperienze forti e non adeguate". Sarebbe forse utile partire da queste esperienze per valutare quale significato specifico possano aver avuto sul suo modo di rapportarsi. Una riflessione profonda su tali esperienze potrebbe aiutarla a fare collegamenti con altri episodi emozionali della sua vita e a mettere ordine nella gestione delle sue emozioni che si traducono in una modalità relazionale che non la fa stare bene.
L'aiuto di un professionista della sua zona potrebbe essere utile per accompagnarla in un cammino di maggiore consapevolezza.
Un caro saluto
Emerge un aspetto interessante nella sua esposizione; sembra che lei abbia chiare quali siano le motivazioni che hanno, negli ultimi anni, accentuato il suo malessere; parla infatti di "esperienze forti e non adeguate". Sarebbe forse utile partire da queste esperienze per valutare quale significato specifico possano aver avuto sul suo modo di rapportarsi. Una riflessione profonda su tali esperienze potrebbe aiutarla a fare collegamenti con altri episodi emozionali della sua vita e a mettere ordine nella gestione delle sue emozioni che si traducono in una modalità relazionale che non la fa stare bene.
L'aiuto di un professionista della sua zona potrebbe essere utile per accompagnarla in un cammino di maggiore consapevolezza.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#3]
Utente
Innanzitutto grazie per le vostre tempestive risposte.
Premetto che ho già prenotato una RMN all'encefalo e tronco encefalico (senza contrasto) per maggio così da poter escludere qualsiasi patologia organica.
Infatti, come ha suggerito il dr. Callina il mio sembrerebbe un disagio generale che esprimo probabilmente molto con il corpo (sempre in allerta e bisogno estremo di controllare tutto ciò che accade attorno a me,..) anche quando probabilmente non c'è n'è bisogno.. Ma la mia mente mi riporta continuamente al controllo di tutto (pensiero, espressioni facciali mie ed altrui) e spesso voglia di non far nulla..Ormai sembra quasi che abbia adottato questa "strategia" (controllo eccessivo) per essere cosciente (troppo!!) di ciò che accade attorno a me.
Ho già contattato uno psicologo anche se il dover raccontare queste cose ad una persona esterna mi fa vergognare e soprattutto penso che ormai le mie difese siano talmente alte (e circoli viziosi che ormai ho adottato) da fare molta fatica ad uscirne.
Grazie in anticipo.
Premetto che ho già prenotato una RMN all'encefalo e tronco encefalico (senza contrasto) per maggio così da poter escludere qualsiasi patologia organica.
Infatti, come ha suggerito il dr. Callina il mio sembrerebbe un disagio generale che esprimo probabilmente molto con il corpo (sempre in allerta e bisogno estremo di controllare tutto ciò che accade attorno a me,..) anche quando probabilmente non c'è n'è bisogno.. Ma la mia mente mi riporta continuamente al controllo di tutto (pensiero, espressioni facciali mie ed altrui) e spesso voglia di non far nulla..Ormai sembra quasi che abbia adottato questa "strategia" (controllo eccessivo) per essere cosciente (troppo!!) di ciò che accade attorno a me.
Ho già contattato uno psicologo anche se il dover raccontare queste cose ad una persona esterna mi fa vergognare e soprattutto penso che ormai le mie difese siano talmente alte (e circoli viziosi che ormai ho adottato) da fare molta fatica ad uscirne.
Grazie in anticipo.
[#4]
Gentile Ragazza,
Prima di pensare come uscire, sarebbe utile comprendere di cosa si tratta.
Una diagnosi psicologica, diventa indispensabile , solo dopo si potra' stabilire il da farsi.
Trovato il clinico adatto a lei, vedra' che non sara' difficile aprirsi ed abbandonare i meccanismi di difesa.
Prima di pensare come uscire, sarebbe utile comprendere di cosa si tratta.
Una diagnosi psicologica, diventa indispensabile , solo dopo si potra' stabilire il da farsi.
Trovato il clinico adatto a lei, vedra' che non sara' difficile aprirsi ed abbandonare i meccanismi di difesa.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#7]
>>> il mio sembrerebbe un disagio generale che esprimo probabilmente molto con il corpo (sempre in allerta e bisogno estremo di controllare tutto ciò che accade attorno a me,..) anche quando probabilmente non c'è n'è bisogno.. Ma la mia mente mi riporta continuamente al controllo di tutto (pensiero, espressioni facciali mie ed altrui) e spesso voglia di non far nulla..Ormai sembra quasi che abbia adottato questa "strategia" (controllo eccessivo) per essere cosciente (troppo!!) di ciò che accade attorno a me.
>>>
Questa è la miglior descrizione possibile che avrebbe potuto darci sul suo stato di paralisi, a noi ben nota. La risposta è "se ne può uscire", ma deve farlo rivolgendosi a uno psicologo psicoterapeuta, magari esperto in disturbi d'ansia.
Può leggere qui per informarsi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=383
>>>
Questa è la miglior descrizione possibile che avrebbe potuto darci sul suo stato di paralisi, a noi ben nota. La risposta è "se ne può uscire", ma deve farlo rivolgendosi a uno psicologo psicoterapeuta, magari esperto in disturbi d'ansia.
Può leggere qui per informarsi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=383
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.4k visite dal 07/04/2012.
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