Problemi di autostima?

Buonasera. Sono una studentessa. Primo anno fuori corso in giurisprudenza e mancano ancora 5 esami. Negli ultimi mesi mi sento spossata..emotivamente diciamo. Non trovo alcuno stimolo o motivazione di sorta che mi sproni a studiare e finire. Anzi. Mi sento incapace, non credo di riuscire a portare a termine i miei studi e, in generale, di concludere qualcosa nella vita. Mi sento priva di ogni aspirazione. Ho sempre puntato molto sullo studio e pensavo di andare bene, fino a qualche mese fa. A giugno scorso sono stata bocciata ad un esame. La cosa che mi ha buttata completamente giù è stato il modo in cui il professore mi ha trattata. Mi ha umiliata (termine forte ma appropriato) davanti a tutti gli altri colleghi. Da quel momento è cambiato tutto per me. Ho incominciato a pensare di non essere all'altezza delle aspettative che i miei familiari hanno. Sono diventata più ansiosa e più nervosa. Non riuscirò a laurearmi a 25 anni come tutti si aspettavano. Non prenderò un bel 110 come tutti si aspettavano. Deluderò tutti e li deludo già, considerando che ho saltato un completo semestre di esami perchè paralizzata dalla paura di sostenerli.
Non faccio altro che lamentarmi e piangermi addosso e questo mi fa stare peggio. Anche altri colleghi avevano sostenuto senza successo quello stesso esame ma loro, brillantemente, ne sono usciti e hanno preparato e superato altri esami e arriveranno alla laurea mentre io starò a guardare.
E poi, rileggendo quello che ho scritto, mi sento anche stupida..questa autocommiserazione..
Spero di ottenere qualche risposta su come poter risolvere e superare questo momento che desidero fortemente, in quanto "momento", lasciarmi alle spalle.
Grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Le risposte che otterrà qui potranno fornirle qualche spunto di riflessione, ma non potranno risolvere né farle superare il brutto momento. Se ha bisogno di questo deve rivolgersi a uno psicologo di persona, per un consulto.

Svolgere un impegno gravoso come studiare all'università avendo in mente come preoccupazione principale il non deludere gli altri, rischia di trasformarsi in un boomerang. Lei deve studiare, eventualmente, perché è convinta di farlo *per sé*, non per gli altri. In psicologia si distingue fra motivazione intrinseca e motivazione estrinseca; solo la prima è in grado di far eccellere e ottenere risultati duraturi.

Per il resto, laurearsi significa imparare a superare anche situazioni dove si viene messi alla prova psicologicamente. Questo è vero in ogni facoltà e si deve essere pronti, arriverei a dire ben equipaggiati, per superare momenti come questi.

Probabilmente le farebbe bene parlare con uno psicologo, per verificare la sua motivazione e per farsi aiutare a reggere meglio la frustrazione, se del caso.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Ho sempre puntato molto sullo studio e pensavo di andare bene, fino a qualche mese fa. A giugno scorso sono stata bocciata ad un esame. Da quel momento è cambiato tutto per me. Ho incominciato a pensare di non essere all'altezza delle aspettative che i miei familiari hanno"

Cara Utente,

da quello che ci dice sembrerebbe che per la prima volta lei abbia avuto occasione di dubitare delle proprie capacità, e che trovarsi ad essere bocciata le abbia dato modo improvvisamente di riflettere su cosa è in grado di fare, ma anche (forse) su cosa vuole fare.

Ha deciso lei di studiare Giurisprudenza o è una scelta che è venuta da sè, magari caldeggiata dalla sua famiglia?

Se il suo investimento principale è stato finora lo studio immagino che non abbia puntato anche su altro, o che in generale le soddisfazioni della sua vita siano fin qui derivate dall'ambito scolastico.
E' così?

Mi colpisce che di quanto accaduto lei abbia sofferto soprattutto per un particolare:

"La cosa che mi ha buttata completamente giù è stato il modo in cui il professore mi ha trattata. Mi ha umiliata (termine forte ma appropriato) davanti a tutti gli altri colleghi."

Il docente ha detto qualcosa di preciso che l'ha colpita come se avesse rigirato in coltello in qualche piaga?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Utente
Utente
Gentile dottoressa Massaro, in effetti i miei successi scolastici sono stati motivo di soddisfazione per me e, in generale, sono la classica "brava ragazza". A parte lo studio non ho altri particolari interessi che vadano altre a semplici passatempi.
La scelta del corso di studi è stata mia, appoggiata dalla famiglia ma mia. Ero entusiasta della vita dell'avvocatessa in carriera ma durante gli studi, sopo essermi confrontata con le materie, ho cambiato un pò idea. Voglio dire che alcuni argomenti che pensavo fossero interessanti non mi sono piaciuti, a differenza di altre materie che ho apprezzato di più.
L'episodio con il professore mi ha turbata perchè essere presa per stupida e ottenere come consiglio quello di "cercarsi la strada più facile per fare qualcosa nella vita" (parafrasando) mi ha fatta sentire fallita. Non voglio essere una delusione per chi mi sostiene e mantiene, anche economicamente. Avrei voluto finire in corso, ma non ci sono riuscita proprio perchè quell'episodio mi ha lasciata molto scossa.
Grazie per la Sua risposta.

Gentile prof. Santonocito, ringrazio anche Lei per la risposta.
Si. credo di aver lasciato prevalere la motivazione estrinseca, il non deludere, piuttosto che quella intrinseca. Ma io ho i miei tempi. Non so studiare 2 materie insieme e quindi, magari, mi ci vuole più tempo. E' questo che mi fa pensare di essere una delusione. Gli altri miei colleghi sono più avanti e più tranquilli. Altri affrontano meglio una bocciatura. Io no.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Ma io ho i miei tempi
>>>

Questo è un altro problema ancora, direi senz'altro secondario al primo: mettere a punto una modalità di studio adatta e sostenibile viene *dopo* la certezza di aver scelto un indirizzo di studi che è quello che si voleva davvero.

>>> Gli altri miei colleghi sono più avanti e più tranquilli. Altri affrontano meglio una bocciatura. Io no.
>>>

E questo è l'altro problema che dicevamo ieri, ossia l'essere ben equipaggiati a sostenere e sopportare la frustrazione. Si chiama resilienza.

Insomma, i problemi sono almeno tre, mi sembra materiale sufficiente per parlarne con un collega.
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
ogni individuo, nel tempo impara a conoscersi, a modulare le proprie esigenze, in funzione delle proprie capacità, forzarsi seguando percorsi e tempi altrui, compromette il piacere del percorso, facendo propendere l'ago della bilancia, soltanto verso la fatica.
Una consultazione con uno Psicologo-Psicoterapeuta, credo che potrebbe esserle utile per venire fuori da questo disagio, che sembra paralizzarla.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"essere presa per stupida e ottenere come consiglio quello di "cercarsi la strada più facile per fare qualcosa nella vita" (parafrasando) mi ha fatta sentire fallita"

Probabilmente per lei conta molto il giudizio altrui (oltre al desiderio di non deludere la sua famiglia) e finora non si era ancora scontrata con questo genere di docente che, invece di riservarle complimenti e bei voti, l'ha trattata come una che nella vita non combinerà nulla.

Quel professore però non sa nulla di lei e delle sue capacità, non crede?
Di conseguenza il suo parere è privo di valore, è fastidioso ma ininfluente.

Ci rifletta.
[#7]
Utente
Utente
Si, dott.ssa Massaro, dovrebbe essere solo una negativa esperienza dalla quale imparare qualcosa. Ma sa quale è il problema? Quella bocciatura ha innescato tutta una serie di paure (infondate?) di non essere in grado di fare niente, di non essere all'altezza. Troppo confronto non equo. Se mi paragono a qualcuno vedo i miei aspetti negativi e i suoi aspetti positivi (il mio cruccio è la laurea in tempi "ordinari"; io, che frequento un ciclo di 5/6 anni sulla carta, mi paragono a chi frequenta una triennale). Mi rendo conto di queste sfasature e mi riprometto di evitarle ma puntualmente la volta successiva lo rifaccio.
[#8]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Il mio invito a riflettere riguardava il fatto che lei si sta lasciando influenzare da una persona che non la conosce e che, con il suo inopportuno modo di fare, ha forse alzato il velo su insicurezze che lei già aveva, ma che non vedeva perchè non ne ha avuto occasione in precedenza.

Può essere che lei non si sia mai chiesta davvero quali sono le sue capacità perchè tutto le riusciva bene e non si è cimentata in campi "poco sicuri", che non le garantissero il successo.

Lei ci ha detto anche questo:
"Se mi paragono a qualcuno vedo i miei aspetti negativi e i suoi aspetti positivi"

Ha provato anche in precedenza a fare questo paragone?
Se sì, in quali ambiti? E con quali risultati?

Essendo passati parecchi mesi dall'episodio della bocciatura la situazione si è comprensibilmente complicata e lei ha preso a sviluppare pensieri su pensieri che probabilmente non le sarà possibile interrompere senza l'assistenza di uno psicologo.
Le consiglio di contattarne uno quanto prima per evitare che questo stato d'animo intralci ulteriormente la sua carriera universitaria.
[#9]
Utente
Utente
Si, ho sempre fatto dei paragoni ma non hanno mai avuto troppo peso, prima d'ora. Confronti di voti agli esami, di numero di fidanzati, di uscite in discoteca. Cose futili. Pensavo che ogni persona fosse diversa dall'altra e ognuno dovesse seguire il proprio percorso. Diciamo che lo penso ancora ma mi dico che è una magra consolazione.
[#10]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Come le dicevo all'inizio ogni individuo ha una storia a sè, capacità, limiti, risorse, emozioni, ecc...
I confronti, non portano mai buone cose, ma rendono vulnerabili o peggio omologabili.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Quella bocciatura ha innescato tutta una serie di paure (infondate?) di non essere in grado di fare niente, di non essere all'altezza
>>>

Credo sia proprio qui che si sbaglia. Il problema probabilmente c'è sempre stato, lo spiacevole episodio della bocciatura ha solo contribuito a portarlo in evidenza. Lei lo bolla come un'ingiustizia, qualcun 'altro lo avrebbe semplicemente preso come un segnale che occorreva prepararsi meglio.

Pensi al controllo qualità dei televisori che escono da una catena di montaggio. Lo si testa un po', e il televisore si rompe. È stato il test la causa di tutto? No, è che il televisore aveva qualcosa che non andava già da prima. Perciò il test è stato utile, perché sarebbe stato peggio se si fosse rotto nelle mani dell'utente.

Deve prima risolvere i suoi problemi personali, e poi decidere cosa fare e come farlo. Altrimenti continuerà a confondere le cause con gli effetti.
[#12]
Utente
Utente
<Lei lo bolla come un'ingiustizia, qualcun 'altro lo avrebbe semplicemente preso come un segnale che occorreva prepararsi meglio.>

Non sono mai stata una studentessa fissata con i 30 e lode e ho sempre sostenuto che in mancanza di una preparazione adeguata la bocciatura è dovuta. Ma non mi sono mai presentata ad un esame senza la certezza di una preparazione almeno sufficiente. La mia bocciatura non è stata dovuta solo alle risposte che ho dato in sede d'esame. L'intento era quello di imbarazzarmi e sminuirmi (lo so per certo). Sono state le modalità della stessa a irritarmi estremamente. La gogna in pubblica piazza è spiacevole, se si è messi lì solo per testare la resistenza psicologica dello studente di turno. La persona interrogata prima di me è stata penalizzata nella votazione perchè "aveva avuto un percettibile cedimento emotivo" (credo un attimo di smarrimento alla domanda del prof.). Ora, non voglio entrare nel merito dei parametri di valutazione ma se la risposta è corretta e l'esposizione lineare, non capisco come mai si deve subire una penalizzazione o si deve essere presi in giro in un'aula piena di gente per una espressione in reazione alla domanda. Non è mica scoppiata in lacrime. Ho assistito ad esami di altre discipline e ad altre bocciature ma mai in questo modo. So che non è un fatto tanto raro nell'università trovare docenti che si relazionano in questo modo. Non so, probabilmente ha ragione nel dire che l'episodio ha scatenato problemi prima latenti poichè tutto era filato liscio. Voglio appunto capire come superarlo e correggermi, se possibile.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Confronti di voti agli esami, di numero di fidanzati, di uscite in discoteca. Cose futili."

A me non sembrano cose futili, sono gli aspetti principali dell'esistenza di una persona della sua età: risultati scolastici/lavorativi, relazioni di coppia, vita sociale.

Se ha sempre fatto questi confronti significa che ha dato peso a tutte queste cose, pur dicendoci ora che sono futili, e che forse le piacerebbe pensare di non averne dato - ma in realtà la considerazione "Pensavo che ogni persona fosse diversa dall'altra e ognuno dovesse seguire il proprio percorso" è farina del suo sacco solo fino ad un certo punto.

Ad ogni modo, non si tratta di "correggersi" nel senso di individuare un atteggiamento sbagliato e cambiarlo.
Se fosse solo questo le basterebbe dirsi che non è il caso di prendersela così tanto a causa di un professore che si diverte a umiliare gli studenti nell'unico momento in cui ha il coltello dalla parte del manico, e può esercitare un po' di potere sugli altri, forse a compensazione di un'esistenza frustrante al di fuori del ruolo universitario.

Come le abbiamo detto, alla luce della dinamica che ci ha descritto si può ragionevolmente affermare che il problema c'era già prima e che l'episodio in questione è solo servito a farlo emergere: visto che stiamo parlando di una cosa successa nello scorso giugno, e che lei non è ancora riuscita a risollevarsi dall'accaduto, è piuttosto chiaro che per superare l'impasse dovrà lavorare su se stessa nel corso di un ciclo di sedute psicologiche.
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Utente
Utente
< significa che ha dato peso a tutte queste cose, pur dicendoci ora che sono futili >

Intendevo dire che il confronto era limitato alla semplice considerazione. Esempio " Tizia ha preso 30 e io 28 all'esame x..cavolo" oppure "oh ma quello trova il tempo di andare in palestra tutti i giorni e io no".. cose di questo genere. Per questo le definisco futili.
In ogni caso grazie. Terrò presenti le Vostre risposte e suggerimenti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non importa che fossero solo "considerazioni" e che non passasse il tempo a crucciarsi per l'esito dei confronti, ma a mio avviso quel che conta è che per lei è molto importante confrontarsi e forse quello che le è pesato di più dell'episodio è proprio il fatto che sia stata una pubblica umiliazione avvenuta "in un'aula piena di gente".

Spero che deciderà di lavorarci su con l'aiuto di uno psicologo e le faccio tanti auguri,