Guerra contro virus e batteri

Cari Dottori,
Ho 30 anni,pratico attività fisica e amo nutrirmi in modo sano.
Sono una ragazza indipendente,solare, adoro relazionarmi con gli altri,ma quando alcuni pensieri cominciano ad occuparmi la mente divento cupa e triste.
Nel 2003 mi fu riscontrato l’hpv. Il ginecologo al quale chiesi un consulto sulle possibili modalità di trasmissione del virus, sconvolse le poche idee che avevo, già molto confuse affermando, senza alcun tatto e senza evidentemente conoscermi, che potevo aver contratto il virus durante rapporti sessuali avuti con diversi uomini in un breve lasso di tempo, facendomi così sentire sporca e amorale, incalzando dicendo che il mio ragazzo poteva aver contratto il virus mentre già ci frequentavamo (adducendo ad un possibile tradimento),ma anche frequentando palestre, piscine, wc pubblici, utilizzando asciugamani o oggetti infetti ecc.
Si può facilmente immaginare come il rapporto con gli altri, ma soprattutto con me stessa sia cambiato molto da quel giorno. Sono diventata fragile sotto alcuni aspetti diventando esageratamente attenta alla pulizia personale e insicura;mi lavo spesso le mani, non utilizzo wc pubblici, evito di toccare maniglie o qualsiasi altro oggetto in luoghi praticati da altri. Tutta questa attenzione richiede un dispendio di energie davvero elevato, che mi creano nervosismo e stanchezza.
A seguito di ciò anche nel rapporto con il mio ragazzo, lo stesso di quel periodo,si creò una frattura. Nonostante l'amore, il suo corpo era diventato un nemico per me. Non abbiamo avuto rapporti sessuali per diverso tempo, ripresi solo da poco; abbiamo lavorato molto sulla comunicazione in questi anni, mi ha aiutata a buttar giù quel muro che si era creato tra noi, a riscoprire il piacere dell’intimità tra due persone che stanno insieme da 12 anni, che si amano e si rispettano e tutto questo grazie al suo sostegno, alla sua pazienza e alla fiducia reciproca. Ma il problema si riflette ancora nella quotidianità.
Per lavoro e per passione viaggio spesso, e se da un lato questo diventa per me un modo per mettermi alla prova, per cercare di contrastare tutte le ansie che ciò mi provoca, dall’altro i pensieri negativi prendono il sopravvento, paralizzandomi e facendo perdermi quella spontaneità che mi ha sempre caratterizzata, non riuscendo a rilassarmi e più semplicemente a “godermi il momento”.
Vivo ancora a casa dei miei genitori, ma a breve dovrò decidere se accettare una importante proposta lavorativa all’estero, ma il fatto di vivere in una casa non mia e soprattutto dover utilizzare i servizi igienici utilizzati da sconosciuti, mi crea un fortissimo disagio,tanto da rinunciare in questi anni ad altre opportunità. Non posso di certo far sostituire tutti i vasi sanitari dei posti che frequento!E’ più forte la paura di poter contrarre qualche infezione che essere 15.000 km lontano da casa. Voglio superare questo stato di cose.E’ l’ultimo ostacolo, so che posso farcela, mi servono solo gli strumenti giusti.
Grazie
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentiel ragazza, gli strumenti può trovarli, forse, cominciando un percorso psicologico con l'aiuto di un professionista orientato a modificare quella percezione delle cose che ha e che la porta a vivere i suoi timori. Un problema come il suo, tra l'altro più frequente di quello che immagina, può portare a scatenare vissuti ipocondiraci e ossessivi che necessitano di intervento specialisitico
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
È chiaro che sapere d'aver contratto un virus può rendere più sensibili e vulnerabili a tutto ciò che ruota attorno all'argomento. Il medico può effettivamente aver usato poco o nessun tatto per darle quelle spiegazioni, oppure la sua sensibilizzazione, dovuta alla brutta notizia, può averle fatto percepire in tal modo i discorsi del medico.

A parte questo, che comunque non è poco, il medico ha dovuto darle quelle informazioni, fa parte del suo compito. Non credo abbia insinuato, nemmeno involontariamente, che lei potesse essere una persona promiscua o amorale, ma semplicemente che le abbia elencato i modi in cui può essere contratto quel virus.

Fra l'altro le ha detto chiaramente che lo si può contrarre anche nei luoghi pubblici, per cui, non conoscendola, non poteva aver modo di sospettare che lei sia una persona promiscua. Neanche volendo.

L'essere riusciti a ristabilire una vicinanza fisica con il suo ragazzo, dopo tanto tempo, è un traguardo importante, che mostra quanto dev'essere salda la vostra relazione.

Che prognosi e prospettive di cura le ha dato il medico?

Per la fobia delle infezioni che ne è derivata, si può risolvere, ma deve rivolgersi di persona a uno psicologo psicoterapeuta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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