Comportamento aggressivo

Buonasera, scrivo per sottoporre un problema che inizio a reputare grave e probabilmente sarò giudicata come una violenta. Inizio con alcuni cenni dell'infanzia: è normale a 6 anni voler morire? Minacciare di uccidersi? E' normale non reagire alle violenze subite finchè poi qualcuno ti sprona a reagire e tu lo graffi in faccia? E' normale che io che amo i gatti e gli animali perdo il senno e la capacità di capire, la capacità di intendere e volere e ne picchio uno senza motivo? perchè non mi rendo + conto di cosa sto facendo? non so più cosa fare, sono distrutta, mi sento un mostro e un pericolo per me e per gli altri.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentilissima,

la situazione che lei tratteggia brevemente con le domande che ci pone sembra essere decisamente delicata e configurare un disagio molto significativo.

Gli elementi che ci fornisce sono però troppo scarsi perchè le possiamo rispondere compiutamente.

Può descrivere in maniera più estesa cosa le è successo tanti anni fa e come si sente in questo periodo?
Ha già parlato con qualcuno di tutto ciò, o è la prima volta che ne fa cenno?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Non so cosa è successo, mi ricordo solo questi flash di quando ero piccola, poi a 16 anni ho iniziato a tagliarmi senza intenzione di ammazzarmi, però il desiderio di morire l'ho sempre avuto ma ne ho paura. sono stata da una psicologa nel 2008 circa ma non è che abbia ricevuto una risposta o capito la radice del problema.. tornando ai 16 anni c'è stato un altro episodio in cui una persona adulta mi ha baciata e io sono rimasta assente, lo stesso atteggiamento qualche anno fa quando ho lasciato a due persone fare di me quello che volevano senza reagire, mi sentivo come una marionetta, non ho reagito e poi mi sono rifugiata a cercare coccole perchè mi sentivo sporca, marchiata. non ero più responsabile del mio corpo. non ho mai capito perchè. ma da qual giorno reagisco in maniera forte a qualsiasi stimolo esterno. ora sto male perchè mi sento sola, non che lo sia davvero ma tendo a evitare la gente alle volte. sto bene sola ma alle volte questa solitudine mi opprime e poi se non va come voglio penso sempre che gli altri siano l'errore e che di me non gli intressa nulla in fondo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Senza conoscerla non è possibile darle una risposta certa, ma immagino che le possa essere successo qualcosa che l'ha traumatizzata e segnata, determinando il senso di disagio che ci descrive.

E' però anche possibile che non le sia successo nulla di particolare, e che il forte malessere che sta vivendo abbia altre cause.

Di sicuro non è "normale" che un bambino di 6 anni desideri morire, ma esistono bambini depressi che tentano il suicidio anche in tenerissima età.

Ci può dire qualcosa di più sui colloqui che ha sostenuto con la psicologa 4 anni fa?
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Utente
Utente
Di quello che ricordo la psicologa mi disse che non avevo nulla di patologico, all'epoca influenzata dal film ragazze interrotte credevo di essere borderline, sa quando uno si sente a disagio e sente di non essere proprio "normale" come gli altri inizia a cercare su internet e forse fa male a farlo. (questo del borderline nasce da una domanda della psicologa che mi ha chiesto quale secondo me era il mio problema) di per certo so di avere un problema ma quale non lo so. riprendendo il discorso della psicologa mi disse anche che alcune relazioni che ho avuto facevano parte di una sorta di autolesionismo e di un buttarmi via non solo i tagli quindi ma anche delle relazioni basate solo su sesso e basta che andavano e venivano (a oggi vedo questo mio modo di comportarmi in un ottica negativa e sono felice di aver superato questa fase "promiscua"). dei tagli mi disse che erano un modo per sentirmi viva, ma io in realtà mi tagliavo perchè provavo un sollievo poi, col taglio passava anche la tristezza. ho smesso di tagliarmi in seguito a "minacce" di chi mi stava vicino (la delicatezza di chi ti dice che ti fa rinchiudere o ti lascia solo perchè i pazzi non li vuole vicino). ora scrivendo e sentendomi "ascoltata" sto meglio, mi sento non capita quando parlo con le persone che mi sono accanto, e mi sento giudicata e sotto osservazione, come i malati infettivi. questa situazione non mi piace perchè so che c'è qualcosa ma non riesco a correggerlo nonostante ci provi. i primi tempi riesco bene e sono tranquilla poi però mi riprendono queste crisi, che non voglio nemmeno dire in giro perchè sennò mi lasciano a me stessa. so che è difficile capirci qualcosa anche perchè sto mischiando di tutto, ma è tutta una gamma di pensieri e ricordi che ho in testa che quando sto male riaffiorano tutti insieme e ne parlo per farli uscire, ma lasciano sempre una traccia.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Con la psicologa ha sostenuto solo dei colloqui di sostegno o si trattava di una psicoterapia?
Come mai ha interrotto le sedute?

Se non ho capito male la mia collega non ha stabilito una diagnosi precisa, ma al di là di ciò è innegabile che lei vive un disagio non da poco.

"so che c'è qualcosa ma non riesco a correggerlo nonostante ci provi"

Non può riuscirci, perchè si tratta di questioni delicate che possono essere sistemate solo con l'aiuto di un professionista.

Prenda in considerazione di iniziare o riprendere la psicoterapia, che le servirà sicuramente a costruire un'esistenza più serena di quella che ci sta descrivendo.
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Utente
Utente
Io sono stata da una psicologa di un consultorio perchè non ho moltissimi soldi col lavoro che faccio, diciamo che i miei disturbi aumentano con le circostanze esterne, litigi, lavoro e paura di perderlo. Tornare a casa dai miei (che per me sarebbe una sconfitta, non che li odi o ci stia male, ma ci tengo alla mia indipendenza). Non è che ho interrotto le sedute ma ho smesso di andare dopo il periodo di supporto che il consultorio offre, in più non rilevando nulla di patologico sono stata invitata a tornare qualora ne avessi avuto effettivo bisogno. poi ho attraversato periodi abbastanza sereni fino a qualche mese fa.

grazie mille per le Sue risposte!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile ragazza,
il modo migliore che ha a disposizione per sentirsi ascoltata, capita, non giudicata e affrontare in modo efficace i suoi disagi è quello di rivolgersi direttamente a uno psicologo/psicoterapeuta per una valutazione in presenza ed un eventuale trattamento terapeutico.

Le suggerisco di leggere questi articoli ai link
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Molti auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ma io in realtà mi tagliavo perchè provavo un sollievo poi, col taglio passava anche la tristezza
>>>

Esistono prove del fatto che, proprio a livello cerebrale, le sensazioni di dolore fisico inibiscono quelle del dolore emotivo:

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=274

Ecco perché spesso ci si taglia: è un anestetico, non un modo per sentirsi più vivi.

Fra l'altro mi sembra strano che la psicologa abbia concluso che lei non avrebbe "nulla di patologico". Il consiglio è di rivolgersi a un diverso collega per avere un'altra valutazione.

In questo momento lei ha una relazione stabile, oppure no?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Beh sembrerà strano ma sapevo che la risposta era quella che mi sta dando lei.. è un po' come quando ti fa male un piede poi magari sbatti il ginocchio allora il dolore si concentra nel punto in cui fa più male.. comunque si ho una relazione da due anni, ogni tanto ci sono discussioni per via del mio modo di fare, ossia il mio buttarmi giù perenne oppure quando capisco quello che voglio io ma non quello che mi sista dicendo. trovo strano però l'essere consapevole di avere un problema, ma forse è una cosa positiva. Ringrazio lei e la Sua collega di prima, avevo risposto ma evidentemente la ma risposta non è stata pubblicata.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Se presso il consultorio non può accedere ad un percorso adeguato al suo caso può valutare la possibilità di rivolgersi ad un'altra struttura:
http://psicologiaeterapia.it/ospedali%20cliniche/psichiatria_csm.htm

L'importante è che si attivi per risolvere quanto prima il problema, per evitare di trascinarlo ulteriormente e di farlo cronicizzare.
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