Sindrome di rebecca
Buongiorno,
sono una ragazza di 22 anni da 4 anni e mezzo sto insieme a un ragazzo dodici anni piu grande di me, con cui ho perso la mia verginità. Lui ha vissuto dodici anni in Germania e l'estate in cui ci siamo conosciuti era appena tornato. Iniziammo a frequentarci e dopo cinque uscite mi raccontò di un episodio per lui molto spiacevole. Per essere breve aveva avuto su in Germania una relazione di solo sesso con una ragazza tedesca la quale l'aveva chiamato una volta sceso in Italia per avvisarlo di una gravidanza in atto. Lui gli rispose di abortire xke non voleva un figlio con lei e lei gli rispose che avrebbe mandato avanti la gravidanza e lui gli ha risposto che se lo voleva tenere a lui non l'avrebbe più dovuto cercare, e così fù fino a un mese fa.
Io a lei l'ho cercata per 4 anni su facebook google e altri siti senza avere alcun esito per il semplice motivo che il mio ragazzo mi ha detto un nome di fantasia per far si che io non la cercassi. Siccome mi ero resa conto che lui mi aveva detto una bugia su quel nome, un giorno gli dissi:" io lo so che quello non è il vero nome della tua ex" e lui mi rispose che io non avevo fiducia in lui e che se non la smettevo mi avrebbe lasciato logicamente alzandomi la voce e facendomi sentire una nullità.
Un mese fa un amico di lui che si trova in Germania ha mandato un link su Facebook nel mio profilo dicendo: "questa è tua figlia", io ho reagito malissimo e gli ho detto dimmi la verità lo voglio sapere ora non puoi piu sfuggire e così mi mando la foto della sua pseudo bambina e della sua ex. Bè meno male che con questa persona mi sono messa in contatto perchè scoprimmo che non era lei e lui si era sbagliato. L'indomani mattina iniziammo insieme una ricerca e la trovammo. Quando la vidi mi venne un colpo il fatto di vederla storta mi ha dato ribrezzo e in quel momento mi fece schifo anche il mio ragazzo. Vidi la bambina e mi venne un dubbio, che forse c'era una piccola possibilità che non fosse sua. Mi misi in contatto con lei andando contro al mio fidanzato e gli chiesi quando l'avevano concepito perchè le date non mi risultavano, lei cambiava argomento e mi diceva che se lui aveva qualche dubbio doveva andare in Germania a fare il test di paternità. Poi mi disse che loro effettivamente stavano insieme e che lui gli invio anche una cartolina, e io gli dissi se è vero perchè non me la mandi o mi fai avere una prova del contrario? e lei minacciò che se non la finivo di stressarla sarebbe andata alla polizia a denunciare il mio ragazzo come il padre della bambina e sarebbe andata all'ufficio minori a richiedere il test di paternità. Da allora l'ho cancellata e non la sto più stressando. Ma vivo con l'agitazione che arrivi qualche lettera. A mia mamma è capitata la stessa cosa, si doveva sposare e mio padre l'ha abbandonata quando era incinta per una sua ex io a lui non l'ho mai conosciuto ma solo visto xke abita nella stessa città. vorrei solo un consiglio non miracoli.
sono una ragazza di 22 anni da 4 anni e mezzo sto insieme a un ragazzo dodici anni piu grande di me, con cui ho perso la mia verginità. Lui ha vissuto dodici anni in Germania e l'estate in cui ci siamo conosciuti era appena tornato. Iniziammo a frequentarci e dopo cinque uscite mi raccontò di un episodio per lui molto spiacevole. Per essere breve aveva avuto su in Germania una relazione di solo sesso con una ragazza tedesca la quale l'aveva chiamato una volta sceso in Italia per avvisarlo di una gravidanza in atto. Lui gli rispose di abortire xke non voleva un figlio con lei e lei gli rispose che avrebbe mandato avanti la gravidanza e lui gli ha risposto che se lo voleva tenere a lui non l'avrebbe più dovuto cercare, e così fù fino a un mese fa.
Io a lei l'ho cercata per 4 anni su facebook google e altri siti senza avere alcun esito per il semplice motivo che il mio ragazzo mi ha detto un nome di fantasia per far si che io non la cercassi. Siccome mi ero resa conto che lui mi aveva detto una bugia su quel nome, un giorno gli dissi:" io lo so che quello non è il vero nome della tua ex" e lui mi rispose che io non avevo fiducia in lui e che se non la smettevo mi avrebbe lasciato logicamente alzandomi la voce e facendomi sentire una nullità.
Un mese fa un amico di lui che si trova in Germania ha mandato un link su Facebook nel mio profilo dicendo: "questa è tua figlia", io ho reagito malissimo e gli ho detto dimmi la verità lo voglio sapere ora non puoi piu sfuggire e così mi mando la foto della sua pseudo bambina e della sua ex. Bè meno male che con questa persona mi sono messa in contatto perchè scoprimmo che non era lei e lui si era sbagliato. L'indomani mattina iniziammo insieme una ricerca e la trovammo. Quando la vidi mi venne un colpo il fatto di vederla storta mi ha dato ribrezzo e in quel momento mi fece schifo anche il mio ragazzo. Vidi la bambina e mi venne un dubbio, che forse c'era una piccola possibilità che non fosse sua. Mi misi in contatto con lei andando contro al mio fidanzato e gli chiesi quando l'avevano concepito perchè le date non mi risultavano, lei cambiava argomento e mi diceva che se lui aveva qualche dubbio doveva andare in Germania a fare il test di paternità. Poi mi disse che loro effettivamente stavano insieme e che lui gli invio anche una cartolina, e io gli dissi se è vero perchè non me la mandi o mi fai avere una prova del contrario? e lei minacciò che se non la finivo di stressarla sarebbe andata alla polizia a denunciare il mio ragazzo come il padre della bambina e sarebbe andata all'ufficio minori a richiedere il test di paternità. Da allora l'ho cancellata e non la sto più stressando. Ma vivo con l'agitazione che arrivi qualche lettera. A mia mamma è capitata la stessa cosa, si doveva sposare e mio padre l'ha abbandonata quando era incinta per una sua ex io a lui non l'ho mai conosciuto ma solo visto xke abita nella stessa città. vorrei solo un consiglio non miracoli.
[#1]
Gentilissima,
dal momento che ha vissuto in prima persona il tipo di situazione in cui ora si trova il suo compagno le sarà possibile comprendere che una figlia ha bisogno del proprio padre e che crescere con la consapevolezza che lui non ne voglia sapere nulla può esssere devastante e sicura fonte di grande sofferenza.
Se davvero quella donna ha avuto una bambina, che ovviamente non ha nessuna colpa per essere nata da una coppia che si era separata, è innegabile il fatto che la piccola ha il diritto di conoscere il proprio padre anche se questi vive lontano e rimarrà fisicamente lontano.
Penso che non ci sia bisogno di invitarla a riflettere su come si sentirà - o forse già si sente - la bambina sapendo che il proprio padre se n'è andato, perchè lei stessa ha vissuto in prima persona lo stesso tipo di abbandono.
A mio avviso da quanto ci dice non c'è nessuna possibilità che il suo compagno torni sui propri passi e intenda rimettersi con quella donna, ma è comprensibile che possa provare il desiderio e la curiosità di conoscere la propria figlia anche se all'epoca avrebbe preferito che la sua ex compagna abortisse.
Di conseguenza penso che la soluzione migliore possa essere che lei supporti il suo compagno se questi ha il desiderio di conoscere la propria figlia senza provare il timore di perderlo.
In questo modo la situazione potrebbe chiarirsi e sistemarsi, invece di rimanere così penosamente in sospeso per tutti voi.
Quali sono i suoi timori?
dal momento che ha vissuto in prima persona il tipo di situazione in cui ora si trova il suo compagno le sarà possibile comprendere che una figlia ha bisogno del proprio padre e che crescere con la consapevolezza che lui non ne voglia sapere nulla può esssere devastante e sicura fonte di grande sofferenza.
Se davvero quella donna ha avuto una bambina, che ovviamente non ha nessuna colpa per essere nata da una coppia che si era separata, è innegabile il fatto che la piccola ha il diritto di conoscere il proprio padre anche se questi vive lontano e rimarrà fisicamente lontano.
Penso che non ci sia bisogno di invitarla a riflettere su come si sentirà - o forse già si sente - la bambina sapendo che il proprio padre se n'è andato, perchè lei stessa ha vissuto in prima persona lo stesso tipo di abbandono.
A mio avviso da quanto ci dice non c'è nessuna possibilità che il suo compagno torni sui propri passi e intenda rimettersi con quella donna, ma è comprensibile che possa provare il desiderio e la curiosità di conoscere la propria figlia anche se all'epoca avrebbe preferito che la sua ex compagna abortisse.
Di conseguenza penso che la soluzione migliore possa essere che lei supporti il suo compagno se questi ha il desiderio di conoscere la propria figlia senza provare il timore di perderlo.
In questo modo la situazione potrebbe chiarirsi e sistemarsi, invece di rimanere così penosamente in sospeso per tutti voi.
Quali sono i suoi timori?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
Ho paura che sia sua.
Ieri ho parlato con lui e gli ho spiegato che non serve che mi dica delle bugie anche se per lui sono a fin di bene, perchè sono molto disincantata e peggiorerebbe solo le cose, io di mia natura penso prima al peggio e poi al bene. Lui mi ha promesso che se dovesse arrivare una lettera da parte del tribunale si presenterà a fare il test del Dna.
Dottore io non so cosa c'è nella sua testa so solo quello che mi dice lui, cioè che non vuole perdermi e non la sente sua quella bambina e sentirà sua un bambino fatto con me perchè sono stata il suo primo vero amore.
Lui non lo sa se è veramente sua figlia e per quello che io sto facendo tutto ciò perchè lui la sente come un peso, come qualcosa che possa ostacolare la sua felicità con me. Io non mi spiego come ha fatto a nascere il primo di aprile quella bambina se il mio ragazzo l'ultimo rapporto lo ha avuto il 10 giugno e poi lui è partito a luglio.
Ieri ho parlato con lui e gli ho spiegato che non serve che mi dica delle bugie anche se per lui sono a fin di bene, perchè sono molto disincantata e peggiorerebbe solo le cose, io di mia natura penso prima al peggio e poi al bene. Lui mi ha promesso che se dovesse arrivare una lettera da parte del tribunale si presenterà a fare il test del Dna.
Dottore io non so cosa c'è nella sua testa so solo quello che mi dice lui, cioè che non vuole perdermi e non la sente sua quella bambina e sentirà sua un bambino fatto con me perchè sono stata il suo primo vero amore.
Lui non lo sa se è veramente sua figlia e per quello che io sto facendo tutto ciò perchè lui la sente come un peso, come qualcosa che possa ostacolare la sua felicità con me. Io non mi spiego come ha fatto a nascere il primo di aprile quella bambina se il mio ragazzo l'ultimo rapporto lo ha avuto il 10 giugno e poi lui è partito a luglio.
[#3]
Ex utente
Ieri a mia madre gli ho detto che ha sbagliato a tenermi perchè non doveva pensare al fatto che voleva un figlio doveva pensare a non essere egoista e a pensare come si possa sentire ora mio padre con un peso sulle spalle e che da un momento all'altro posso bussare alla sua porta. Io lo so che poi le grandi sofferenze passano e ognuno si fa la sua vita. Io vorrei vivere serenamente con il mio compagno senza avere questi impicci che oltre a farmi male psicologicamente mi stanno facendo male alla mia malattia che ora mai non è più sotto il mio controllo (ho una rettocolite ulcerosa)
[#4]
Penso che lei si stia sentendo in competizione con l'ipotetica figlia del suo compagno, ma anche se la bambina fosse sua non penso che cambierebbe molto dal momento che vive in Germania.
Il chiarimento della situazione potrà solo fare bene a tutti.
E' possibile che lei si sia legata ad una persona così tanto più grande (lei aveva 17 anni, lui 29) proprio per la mancanza di un padre, e che per questo si sta sentendo così male all'idea che lui abbia una figlia.
La precedente esperienza di sua madre ("A mia mamma è capitata la stessa cosa, si doveva sposare e mio padre l'ha abbandonata quando era incinta per una sua ex ") le fa comprensibilmente temere che lo stesso acccada anche a lei, ma il timore non mi pare fondato e ci sono importanti differenza nelle due situazioni.
Immagino poi che sua madre abbia sfidato le convenzioni sociali e compiuto un grosso sacrificio nel portare a termine la gravidanza e occuparsi da sola di lei, senza l'aiuto di suo padre.
Dirle quelle cose può servire solo a creare ulteriori tensioni e non certo a risolvere la situazione con il suo compagno.
Lei inoltre immagina che suo padre viva nel timore che ad un certo punto lei rivendichi qualcosa da lui (immagino si riferisca a questioni materiali):
"pensare come si possa sentire ora mio padre con un peso sulle spalle e che da un momento all'altro posso bussare alla sua porta"
Non pensa che potrebbe invece sentirsi in colpa o comunque a disagio nel sapere di avere una figlia che non conosce e che forse vorrebbe avvicinare pur non sapendo cosa dirle?
Le faccio infine presente che la rettocolite ulcerosa è una patologia psicosomatica e che va curata come tale:
http://www.psychomedia.it/neuro-amp/02-03-sem/agresta.htm
Non so che terapia lei stia seguendo, ma le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta ed eventualmente anche ad uno psichiatra se vuole risolvere il problema.
Il chiarimento della situazione potrà solo fare bene a tutti.
E' possibile che lei si sia legata ad una persona così tanto più grande (lei aveva 17 anni, lui 29) proprio per la mancanza di un padre, e che per questo si sta sentendo così male all'idea che lui abbia una figlia.
La precedente esperienza di sua madre ("A mia mamma è capitata la stessa cosa, si doveva sposare e mio padre l'ha abbandonata quando era incinta per una sua ex ") le fa comprensibilmente temere che lo stesso acccada anche a lei, ma il timore non mi pare fondato e ci sono importanti differenza nelle due situazioni.
Immagino poi che sua madre abbia sfidato le convenzioni sociali e compiuto un grosso sacrificio nel portare a termine la gravidanza e occuparsi da sola di lei, senza l'aiuto di suo padre.
Dirle quelle cose può servire solo a creare ulteriori tensioni e non certo a risolvere la situazione con il suo compagno.
Lei inoltre immagina che suo padre viva nel timore che ad un certo punto lei rivendichi qualcosa da lui (immagino si riferisca a questioni materiali):
"pensare come si possa sentire ora mio padre con un peso sulle spalle e che da un momento all'altro posso bussare alla sua porta"
Non pensa che potrebbe invece sentirsi in colpa o comunque a disagio nel sapere di avere una figlia che non conosce e che forse vorrebbe avvicinare pur non sapendo cosa dirle?
Le faccio infine presente che la rettocolite ulcerosa è una patologia psicosomatica e che va curata come tale:
http://www.psychomedia.it/neuro-amp/02-03-sem/agresta.htm
Non so che terapia lei stia seguendo, ma le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta ed eventualmente anche ad uno psichiatra se vuole risolvere il problema.
[#5]
Gentile ragazza,
sinceramente mi risulta difficile leggere la storia che ha scritto come sindrome di Rebecca. A me l'attenzione è attratta dalla sua frase "A mia mamma è capitata la stessa cosa, [...]" per cui ha richiamato alla mente diverse letture di terapia familiare, specialmente quanto le storie familiari tendano a ripetersi e quanto questa "legenda" familiare influenzi la vita di ciascuno di noi.
A conferma di quanto la *sua storia personale* sia una parte molto importante in questa vicenda c'è il fatto che lei ha sentito la necessità di parlare con sua madre portando elementi riguardanti la *sua storia personale*.
C'è un ramo della psicologia che è la terapia familiare che studia proprio come la famiglia di origine sia importante nelle nostre scelte, ben al di là di quanto possiamo esserne consapevoli. Ed il dolore per le proprie vicende personali si manifesta anche attraverso il corpo, molto spesso attraverso l'apparato digerente, sensibile alle malattie psicosomatiche.
Ed il male psicologico deve essere altrettanto curato. Quanto poi effettivamente la rettocolite ulcerosa sia un sintomo di un disagio che nasce dalla sua infanzia e, attraverso la scelta di un compagno per molti versi *familiare*, arriva fino ai nostri giorni, questo lo può solo verificare grazie alla consulenza di uno psicologo, a mio parere, esperto in terapia familiare ed in terapia sistemico relazionale. È saper distinguere nelle vicende di questi giorni, quanto la sua carica emotiva, che porta a "[...] stressarla...[la possibile ex-compagna]" nasca dai fatti presenti e quanto invece nasca da un passato che in qualche modo torna, sia attraverso il corpo che attraverso le scelte relazionali.
sinceramente mi risulta difficile leggere la storia che ha scritto come sindrome di Rebecca. A me l'attenzione è attratta dalla sua frase "A mia mamma è capitata la stessa cosa, [...]" per cui ha richiamato alla mente diverse letture di terapia familiare, specialmente quanto le storie familiari tendano a ripetersi e quanto questa "legenda" familiare influenzi la vita di ciascuno di noi.
A conferma di quanto la *sua storia personale* sia una parte molto importante in questa vicenda c'è il fatto che lei ha sentito la necessità di parlare con sua madre portando elementi riguardanti la *sua storia personale*.
C'è un ramo della psicologia che è la terapia familiare che studia proprio come la famiglia di origine sia importante nelle nostre scelte, ben al di là di quanto possiamo esserne consapevoli. Ed il dolore per le proprie vicende personali si manifesta anche attraverso il corpo, molto spesso attraverso l'apparato digerente, sensibile alle malattie psicosomatiche.
Ed il male psicologico deve essere altrettanto curato. Quanto poi effettivamente la rettocolite ulcerosa sia un sintomo di un disagio che nasce dalla sua infanzia e, attraverso la scelta di un compagno per molti versi *familiare*, arriva fino ai nostri giorni, questo lo può solo verificare grazie alla consulenza di uno psicologo, a mio parere, esperto in terapia familiare ed in terapia sistemico relazionale. È saper distinguere nelle vicende di questi giorni, quanto la sua carica emotiva, che porta a "[...] stressarla...[la possibile ex-compagna]" nasca dai fatti presenti e quanto invece nasca da un passato che in qualche modo torna, sia attraverso il corpo che attraverso le scelte relazionali.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#6]
Ex utente
Il mio compagno non assomiglia neanche lontanamente a quello che rappresenta per me la figura paterna e tantomeno la cerco in lui. Io ho tre persone importanti: mia madre(la mia vita) mio nonno(mi ha cresciuto e fatto da padre) e mio patrigno e il mio compagno. Io e mia madre abbiamo un rapporto di simbiosi quando sto male io sta male anche lei, sembra strano a dirsi, però è così.
Riguardo alla rettocolite ulcerosa ho difficoltà a prendere le medicine con regolarità mi dicono tutti cosa ma ho il vizio di rimandare.verso dicembre ho preso il cortisone scalando regolarmente.
Anche l'endometriosi potrebbe essere legata a questa cosa?
Vorrei porgerle una domanda: è molto grave il mio disturbo?si può curare?
Io voglio vivere la mia vita serenamente.
La ringrazio per le risposte che mi ha dato.
Riguardo alla rettocolite ulcerosa ho difficoltà a prendere le medicine con regolarità mi dicono tutti cosa ma ho il vizio di rimandare.verso dicembre ho preso il cortisone scalando regolarmente.
Anche l'endometriosi potrebbe essere legata a questa cosa?
Vorrei porgerle una domanda: è molto grave il mio disturbo?si può curare?
Io voglio vivere la mia vita serenamente.
La ringrazio per le risposte che mi ha dato.
[#7]
A volte si prendono decisioni e si iniziano relazioni (di vario tipo) senza rendersi conto fino in fondo di tutte le motivazioni che sono alla base di queste scelte.
Ad ogni modo comunque l'abbandono da parte di suo padre non può non averla segnata ed è possibile che il suo corpo ragisca in questo modo ai conflitti irrisolti che la riguardano.
Non posso pronunciarmi sulla gravità o meno del suo quadro clinico, non conoscendola, ma se si rivolgerà di persona ad uno psicologo della sua zona potrà trovare tutte le risposte che cerca.
Ad ogni modo comunque l'abbandono da parte di suo padre non può non averla segnata ed è possibile che il suo corpo ragisca in questo modo ai conflitti irrisolti che la riguardano.
Non posso pronunciarmi sulla gravità o meno del suo quadro clinico, non conoscendola, ma se si rivolgerà di persona ad uno psicologo della sua zona potrà trovare tutte le risposte che cerca.
[#8]
In effetti, ora che porta l'attenzione su questo aspetto, In linea teorica anche l'endometrosi potrebbe essere collegata, dato che riguarda l'utero e, quindi, la sua capacità di generare figli.
Non è interessante il fatto che abbia deciso lei stessa di esplorare un possibile collegamento?
E qui concludo sottolineando l'ultima frase della collega Flavia.
Non è interessante il fatto che abbia deciso lei stessa di esplorare un possibile collegamento?
E qui concludo sottolineando l'ultima frase della collega Flavia.
[#9]
Ex utente
Bè forse ho capito quello che mi state dicendo in parole povere. Che il mio rapporto è malsano perchè deriva da cause esterne e non forse da un sentimento reale di amore verso il mio partner.
Io ho una teoria sull'endometriosi, secondo me è venuta perchè ho un forte desiderio di diventare mamma e dalla paura di non poterlo mai diventare concretamente a causa di questa storia.
Scommetto che reputate anche questo malsano.
Ma alla fine penso anche un altra cosa che siamo un po tutti patologici nessuno ha mai avuto un rapporto perfetto con i genitori e che un po per tutti la scelta del partner è stato influito dal passato.
Io ho una teoria sull'endometriosi, secondo me è venuta perchè ho un forte desiderio di diventare mamma e dalla paura di non poterlo mai diventare concretamente a causa di questa storia.
Scommetto che reputate anche questo malsano.
Ma alla fine penso anche un altra cosa che siamo un po tutti patologici nessuno ha mai avuto un rapporto perfetto con i genitori e che un po per tutti la scelta del partner è stato influito dal passato.
[#10]
"ho una teoria sull'endometriosi, secondo me è venuta perchè ho un forte desiderio di diventare mamma e dalla paura di non poterlo mai diventare concretamente a causa di questa storia"
Questo dovrebbe farla riflettere sulla natura della sua attuale relazione.
E' vero che le figure genitoriali influenzano in chiunque la scelta del partner, ma non per questo quando tale scelta provoca sofferenza dev'essere indiscutibile.
Se deciderà di lasciarsi aiutare per quanto riguarda gli aspetti problematici del suo passato e i sintomi psicosomatici potrà parlare anche di tutto questo.
Questo dovrebbe farla riflettere sulla natura della sua attuale relazione.
E' vero che le figure genitoriali influenzano in chiunque la scelta del partner, ma non per questo quando tale scelta provoca sofferenza dev'essere indiscutibile.
Se deciderà di lasciarsi aiutare per quanto riguarda gli aspetti problematici del suo passato e i sintomi psicosomatici potrà parlare anche di tutto questo.
[#11]
Gentile Utente,
non credo che le sue relazioni siano "malsane",
penso piuttosto che in questo momento della sua vita stia molto soffrendo psicologicamente e di conseguenza fisicamente.
Ha avuto una storia familiare che pensole abbia causato sofferenza.
A mio parere lei ha delle risorse a cui attingere, ma in questo momento molto difficile le risulta difficile indirizzarle da sola.
Le propongo quindi di riflettere l'opportunità di farsi aiutare da uno psicoterapeuta.
Condivido pienamente il consiglio del collega che la indirizzava verso una terapia sistemico familiare o sistemico relazionale, non perchè tutte le sue relazioni siano "malsane" ma perchè ciò potrebbe aiutarla a dare senso a quello che le sta accadendo e vivere in modo più sereno.
Senza sottovalutare il fatto che potrebbe trovare beneficio per la sua condizione psicosomatica.
Molti auguri
non credo che le sue relazioni siano "malsane",
penso piuttosto che in questo momento della sua vita stia molto soffrendo psicologicamente e di conseguenza fisicamente.
Ha avuto una storia familiare che pensole abbia causato sofferenza.
A mio parere lei ha delle risorse a cui attingere, ma in questo momento molto difficile le risulta difficile indirizzarle da sola.
Le propongo quindi di riflettere l'opportunità di farsi aiutare da uno psicoterapeuta.
Condivido pienamente il consiglio del collega che la indirizzava verso una terapia sistemico familiare o sistemico relazionale, non perchè tutte le sue relazioni siano "malsane" ma perchè ciò potrebbe aiutarla a dare senso a quello che le sta accadendo e vivere in modo più sereno.
Senza sottovalutare il fatto che potrebbe trovare beneficio per la sua condizione psicosomatica.
Molti auguri
Dr.ssa Giusi Daniela Ventimiglia
www.giusiventimiglia.altervista.org
[#12]
Gentile Ragazza,
la questione è un pò più complessa di così.
Personalmente sostituirei *malsano* con incompleto...
Diciamo che c'è un qualcosa che è rimasto a metà ed uno è insoddisfatto perchè non ha potuto provare a pieno quello che poteva provare.
È un qualcosa di incompiuto, e pertanto, va compiuto, va chiuso il cerchio.
Diciamo che uno prova fintanto che non riesce. Se poi si hanno le informazioni giuste, allora si riesce a completare con soddisfazione.
Non credo sia patologico, ma incompleto: se non riesco a completare il puzzle, non è perchè non sono capace, ma perchè mi manca qualche pezzo del puzzle, non di me.
la questione è un pò più complessa di così.
Personalmente sostituirei *malsano* con incompleto...
Diciamo che c'è un qualcosa che è rimasto a metà ed uno è insoddisfatto perchè non ha potuto provare a pieno quello che poteva provare.
È un qualcosa di incompiuto, e pertanto, va compiuto, va chiuso il cerchio.
Diciamo che uno prova fintanto che non riesce. Se poi si hanno le informazioni giuste, allora si riesce a completare con soddisfazione.
Non credo sia patologico, ma incompleto: se non riesco a completare il puzzle, non è perchè non sono capace, ma perchè mi manca qualche pezzo del puzzle, non di me.
[#13]
Ex utente
Oggi sono in crisi vorrei prendere un antidepressivo. La situazione sta degenerando ho in mente pensieri di suicidio. Oggi ho visto le foto del compleanno della bambina del mio fidanzato e sono impazzita mi viene il nervoso solo a pensare che gli assomiglia la odio sia a lei che la madre non lo posso sopportare. la cosa che mi fa più male e che lei è migliore di me, io non riuscirei a mantenere un figlio a mala pena riesco a uscire da sola di casa non riesco a fare la spesa non riesco a curare la mia camera e neanche me stessa. E' assurdo quanto questa situazione mi abbia traumatizzato, stavo benissimo, fino a due mesi fa ero felice perchè ero appena tornata in Italia con la mia soddisfazione più grande, che dopo quattro anni avevo trovato un lavoro in Germania come odontotecnico senza saper parlare neppure il tedesco ma solo dimostrando di avere buona volonta e tanta voglia di imparare; è stata una bella esperienza che ho vissuto con il mio fidanzato il quale mi ha stimolato tantissimo in questa cosa abbiamo passato due settimane bellissime insieme, poi appena arrivati la tristezza, gente che appena raccontavi questa cosa diventava scettica e invidiosa. Ora lui vuole rimanere qua e non lo biasimo visto quello che è successo, se adesso andiamo a trasferirci in germania quella opportunista e la prima a farci arrivare una lettera a casa per il riconoscimento di quella bambina e ormai è certo che è sua poi è poco affidabile la parola del mio fidanzato visto che nell'epoca in cui aveva questa scappatella faceva uso di sostanze stupefacenti.
La cosa che fa più strano e che da poco il mio fidanzato ha scoperto che al padre è capitata la stessa cosa solo che la ex del padre si era ammazzata e aveva ammazzato pure il bambino.
La cosa che fa più strano e che da poco il mio fidanzato ha scoperto che al padre è capitata la stessa cosa solo che la ex del padre si era ammazzata e aveva ammazzato pure il bambino.
[#14]
Penso che possa essere una buona idea quella di andare domani dal suo medico, parlargli di come si sente e chiedergli una prescrizione (o, meglio ancora, gli chieda di potersi rivolgere ad uno psichiatra, che è il medico specializzato in questo genere di problematiche).
Se pensa addirittura al suicidio e sente che la situazione sta degenerando potrà trarre un significativo beneficio dall'impiego del farmaco più adatto al suo caso per prevenire un peggioramento del suo stato psicologico.
Se pensa addirittura al suicidio e sente che la situazione sta degenerando potrà trarre un significativo beneficio dall'impiego del farmaco più adatto al suo caso per prevenire un peggioramento del suo stato psicologico.
[#15]
Ex utente
Dopo un mese la situazione è sempre la stessa. Non dormo bene la notte, quando sogno faccio degli incubi riguardo a questa bambina. Durante il giorno sto uscendo di piu sto facendo attività fisica sia da sola che in compagnia, ma non mi aiuta a stare meglio. Non capisco pperchè in tutte le risposte che mi avete dato avete puntato il dito sulla mia storia familiare, invece di suffermarvi realmente alla mia storia, che per me ha una grande importanza.
Ora al mio fidanzato l'ho messe alle strette: gli ho detto che deve capire se quella bambina è veramente sua, e lui mi rispondeva che non gliene frega nulla e che già sa che sarà sua e mi perderà il giorno che lo saprà.
Il mio istinto di protezione mi dice che per stare bene devo lasciarlo perchè è la sua situazione che mi sta facendo soffrire non riesco a superarlo, per me è un trauma, forse all'inizio della storia non ci pensavo perchè ero un po piu ragazzina e spensierata, ma ora che ho visto la realtà in faccia, mi porto un gran malessere. Mia mamma non mi vuole portare da nessuno perchè non vuole che io sia obbligata a prendere farmaci, perchè il medico per dolori che aveva e dei malessere gli aveva dato levopraid ma non la somministrazione corretta e aveva avuto una specie di dipendenza e io la vedevo quanto stava male e non voglio arrivare a quel punto. Non so più cosa fare e con chi parlare.
Ora al mio fidanzato l'ho messe alle strette: gli ho detto che deve capire se quella bambina è veramente sua, e lui mi rispondeva che non gliene frega nulla e che già sa che sarà sua e mi perderà il giorno che lo saprà.
Il mio istinto di protezione mi dice che per stare bene devo lasciarlo perchè è la sua situazione che mi sta facendo soffrire non riesco a superarlo, per me è un trauma, forse all'inizio della storia non ci pensavo perchè ero un po piu ragazzina e spensierata, ma ora che ho visto la realtà in faccia, mi porto un gran malessere. Mia mamma non mi vuole portare da nessuno perchè non vuole che io sia obbligata a prendere farmaci, perchè il medico per dolori che aveva e dei malessere gli aveva dato levopraid ma non la somministrazione corretta e aveva avuto una specie di dipendenza e io la vedevo quanto stava male e non voglio arrivare a quel punto. Non so più cosa fare e con chi parlare.
[#16]
Gentile Utente,
le parliamo della sua storia perchè noi tutti siamo il frutto della nostra storia, ed è in questo frangente che i nostri eventi odierni acquistano significato e senso.
E' vero il suo problema è nel qui ed ora, ma dare un senso alle cose può aiutarci a viverle in modo più sereno.
La sua sofferenza è ancora molto presente, ed in questo modo è davvero difficile per lei e per il suo fidanzato affrontare da soli tutto questo.
Il consiglio che mi sento di darle è di rivolgersi ad un professionista della sua zona per intraprendere una psicoterapia personale o di coppia, senza temere il ricorso ai farmaci, i quali possono essere solo una stampella da usare per un breve periodo di tempo.
Potrebbe parlarne con il terapeuta che la potrebbe aiutare ad affrontare il suo rapporto con il farmaco.
Le faccio i miei migliori auguri,
Cordialmente
Dott.ssa Giusi Daniela Ventimiglia
le parliamo della sua storia perchè noi tutti siamo il frutto della nostra storia, ed è in questo frangente che i nostri eventi odierni acquistano significato e senso.
E' vero il suo problema è nel qui ed ora, ma dare un senso alle cose può aiutarci a viverle in modo più sereno.
La sua sofferenza è ancora molto presente, ed in questo modo è davvero difficile per lei e per il suo fidanzato affrontare da soli tutto questo.
Il consiglio che mi sento di darle è di rivolgersi ad un professionista della sua zona per intraprendere una psicoterapia personale o di coppia, senza temere il ricorso ai farmaci, i quali possono essere solo una stampella da usare per un breve periodo di tempo.
Potrebbe parlarne con il terapeuta che la potrebbe aiutare ad affrontare il suo rapporto con il farmaco.
Le faccio i miei migliori auguri,
Cordialmente
Dott.ssa Giusi Daniela Ventimiglia
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 4.2k visite dal 26/03/2012.
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Approfondimento su Endometriosi
L'endometriosi consiste nella presenza di tessuto simile all'endometrio fuori dalla sua posizione anatomica, provocando forte dolore pelvico: sintomi e cure possibili.