Da tutta questa situazione sono saltati fuori gli attacchi di panico, che gestisco grazie allo
Gentilissimi,
Sono una ragazza di 25 anni, fidanzata da 5 e convivo da un anno e mezzo. Tra alti e bassi ho sempre cercato di affrontare serenamente il mio rapporto. Nell'ultimo anno ho cambiato lavoro, ho aperto un bar/ristorante e ho avuto modo di conoscere molte persone. Tra cui un uomo di 40 anni. Ho tradito il mio compagno con lui; se all'inizio questo era solo una scappatella, ora é diventato tutto più complicato perché me ne sono innamoeata. La facenda é complicata poiché di mezzo ci sono problemi familiari: ho un rapporto molto difficile con mio padre, anzi inesistente poiché ha portato al fallimento della mia famiglia (non spiego ora le varie motivazione perché forse non servono). In più a settembre ho avuto un incidente stradale. Alla guida c'era il mio compagno a cui é stata ritirata la patente. Dal giorno dell'incidente la mia vita é cambiata: il mio ragazzo é diventato una persona dolcissima (lui stesso mi ha detto che aveva paura di perdermi, visto che quella notte mi ha vista semi morta sull'asfalto). Io mi sento in colpa del ritiro della sua patente (mi sento responsabile perché se non fossi stata male non sarebbe intervenuta l'ambulanza e non gli avrebbero ritirato la patente). Mio padre é tornato a vivere con mia mamma dopo 4 anni che é stato all'estero, portando con sé debiti e poiché la mia nuova l'attività la gestisco con mia mamma, sono "costretta" a dare soldi a mio padre finché non trova un nuovo lavoro. In più esco sempre più frequentemente con l'altro ragazzo e ovviamente mi sento in colpa nei confronti del mio compagno. Mi sento in colpa anche nei confronti della mia famiglia poiché a nessuno di loro piace questa persona. Io non credo di amare più il mio attuale ragazzo, ma non ho il coraggio di lasciarlo, forse per paura di restare da sola. Eppure vorrei vivere la storia con l'altro alla luce del sole. Da tutta questa situazione sono saltati fuori gli attacchi di panico, che gestisco grazie allo Xanax al bisogno alla Setralina, una pastiglia al dì e grazie a degli incontri di gruppo presso il centro di psicosomatica della mia città, dove insegnano a controllare gli attacchi di panico e l'ansia. Il punto che mi preme maggiormente é il rapporto col mio compagno che mi fa tanta tenerezza, a cui voglio molto bene ma che non riesco a lasciare. Non so più cosa fare ed ogni volta che penso a tutta sta storia mi sale l'ansia e mi sento incastrata, anche se certe situazioni me le sono cercate. So che la decisione finale spetta solo a me, mi piacerebbe però ricevere un consiglio da una persona che magari mi possa dire qualcosa in più.
Ringrazio anticipatamente,
Cordiali Saluti.
Sono una ragazza di 25 anni, fidanzata da 5 e convivo da un anno e mezzo. Tra alti e bassi ho sempre cercato di affrontare serenamente il mio rapporto. Nell'ultimo anno ho cambiato lavoro, ho aperto un bar/ristorante e ho avuto modo di conoscere molte persone. Tra cui un uomo di 40 anni. Ho tradito il mio compagno con lui; se all'inizio questo era solo una scappatella, ora é diventato tutto più complicato perché me ne sono innamoeata. La facenda é complicata poiché di mezzo ci sono problemi familiari: ho un rapporto molto difficile con mio padre, anzi inesistente poiché ha portato al fallimento della mia famiglia (non spiego ora le varie motivazione perché forse non servono). In più a settembre ho avuto un incidente stradale. Alla guida c'era il mio compagno a cui é stata ritirata la patente. Dal giorno dell'incidente la mia vita é cambiata: il mio ragazzo é diventato una persona dolcissima (lui stesso mi ha detto che aveva paura di perdermi, visto che quella notte mi ha vista semi morta sull'asfalto). Io mi sento in colpa del ritiro della sua patente (mi sento responsabile perché se non fossi stata male non sarebbe intervenuta l'ambulanza e non gli avrebbero ritirato la patente). Mio padre é tornato a vivere con mia mamma dopo 4 anni che é stato all'estero, portando con sé debiti e poiché la mia nuova l'attività la gestisco con mia mamma, sono "costretta" a dare soldi a mio padre finché non trova un nuovo lavoro. In più esco sempre più frequentemente con l'altro ragazzo e ovviamente mi sento in colpa nei confronti del mio compagno. Mi sento in colpa anche nei confronti della mia famiglia poiché a nessuno di loro piace questa persona. Io non credo di amare più il mio attuale ragazzo, ma non ho il coraggio di lasciarlo, forse per paura di restare da sola. Eppure vorrei vivere la storia con l'altro alla luce del sole. Da tutta questa situazione sono saltati fuori gli attacchi di panico, che gestisco grazie allo Xanax al bisogno alla Setralina, una pastiglia al dì e grazie a degli incontri di gruppo presso il centro di psicosomatica della mia città, dove insegnano a controllare gli attacchi di panico e l'ansia. Il punto che mi preme maggiormente é il rapporto col mio compagno che mi fa tanta tenerezza, a cui voglio molto bene ma che non riesco a lasciare. Non so più cosa fare ed ogni volta che penso a tutta sta storia mi sale l'ansia e mi sento incastrata, anche se certe situazioni me le sono cercate. So che la decisione finale spetta solo a me, mi piacerebbe però ricevere un consiglio da una persona che magari mi possa dire qualcosa in più.
Ringrazio anticipatamente,
Cordiali Saluti.
[#1]
Gentilissima,
è possibile che nel corso dei 5 anni di fidanzamento lei (ma magari anche il suo compagno, soprattutto se siete coetanei) sia cambiata e che anche i sentimenti si siano modificati nel tempo, così come le aspirazioni e le aspettative.
Forse se ne è resa conto solo nel momento in cui questo è stato possibile, e cioè quando ha avuto l'occasione di intraprendere una relazione "clandestina" con un altro uomo grazie alla natura dell'attività che ha aperto, che le consente di entrare in contatto con molte persone e quindi di esplorare ulteriori possibilità rispetto alla sua attuale situzione sentimentale.
Il fatto che lei abbia iniziato a soffrire di attacchi di panico indica che la situazione si è fatta probabilmente molto difficile da sostenere e soffocante.
Ha fatto bene a cercare un aiuto, ma nel caso in cui gli incontri di gruppo non fossero sufficienti tenga presente anche la possibilità di farsi seguire individualmente da uno psicologo, magari presso il centro che già conosce.
Sarebbe molto utile che lei riuscisse a tenere separati i due discorsi, e cioè la presa di coscienza sui sentimenti per il suo compagno da quello che può provare per l'altra persona che sta frequentando, perchè in ogni caso la decisione di lasciare il suo ragazzo dovrebbe essere indipendente dalla presenza o meno di qualcuno che riempia il vuoto che lascerebbe - e questo qualcuno non potrà essere solo un rimpiazzo, se vuole che l'eventuale nuova relazione porti a qualcosa.
Dovrebbe insomma cercare di decidere indipendentemente dall'altro potenziale partner.
In ogni caso, come mai l'uomo che frequenta non piace alla sua famiglia?
Pensa che potreste avere un futuro assieme?
è possibile che nel corso dei 5 anni di fidanzamento lei (ma magari anche il suo compagno, soprattutto se siete coetanei) sia cambiata e che anche i sentimenti si siano modificati nel tempo, così come le aspirazioni e le aspettative.
Forse se ne è resa conto solo nel momento in cui questo è stato possibile, e cioè quando ha avuto l'occasione di intraprendere una relazione "clandestina" con un altro uomo grazie alla natura dell'attività che ha aperto, che le consente di entrare in contatto con molte persone e quindi di esplorare ulteriori possibilità rispetto alla sua attuale situzione sentimentale.
Il fatto che lei abbia iniziato a soffrire di attacchi di panico indica che la situazione si è fatta probabilmente molto difficile da sostenere e soffocante.
Ha fatto bene a cercare un aiuto, ma nel caso in cui gli incontri di gruppo non fossero sufficienti tenga presente anche la possibilità di farsi seguire individualmente da uno psicologo, magari presso il centro che già conosce.
Sarebbe molto utile che lei riuscisse a tenere separati i due discorsi, e cioè la presa di coscienza sui sentimenti per il suo compagno da quello che può provare per l'altra persona che sta frequentando, perchè in ogni caso la decisione di lasciare il suo ragazzo dovrebbe essere indipendente dalla presenza o meno di qualcuno che riempia il vuoto che lascerebbe - e questo qualcuno non potrà essere solo un rimpiazzo, se vuole che l'eventuale nuova relazione porti a qualcosa.
Dovrebbe insomma cercare di decidere indipendentemente dall'altro potenziale partner.
In ogni caso, come mai l'uomo che frequenta non piace alla sua famiglia?
Pensa che potreste avere un futuro assieme?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Buona sera,
In risposta alla sua domanda le dico che l'uomo che frequento non ha una buona reputazione. Diciamo che gli piace frequentare il bar. Io l'ho conosciuto al di fuori di quel contesto e ho capito quanto sia una persona speciale. Credo che con lui potrebbe funzionare, perché ritengo che abbia bisogno di una persona che gli stia vicino. La mia famiglia e i miei amici hanno paura invece che non cambierà mai, sopratutto se non é cambiato fino ad ora. Io mi fido di lui.
Questa sera ho parlato col mio fidanzato attuale che mi ha detto forse é meglio chiudere. Giustamente ha sottolineato il fatto che non possiamo stare insieme da amici. Sinceramente sono quattro mesi che non ho rapporti sessuali con lui. Io non ne sento il bisogno. In realtà con lui sto bene, ma forse é davvero un legame di amicizia e non più d'amore. Come ha detto lei é probabile che i miei sentimenti e la mia personalità con gli anni siano cambiati.
In risposta alla sua domanda le dico che l'uomo che frequento non ha una buona reputazione. Diciamo che gli piace frequentare il bar. Io l'ho conosciuto al di fuori di quel contesto e ho capito quanto sia una persona speciale. Credo che con lui potrebbe funzionare, perché ritengo che abbia bisogno di una persona che gli stia vicino. La mia famiglia e i miei amici hanno paura invece che non cambierà mai, sopratutto se non é cambiato fino ad ora. Io mi fido di lui.
Questa sera ho parlato col mio fidanzato attuale che mi ha detto forse é meglio chiudere. Giustamente ha sottolineato il fatto che non possiamo stare insieme da amici. Sinceramente sono quattro mesi che non ho rapporti sessuali con lui. Io non ne sento il bisogno. In realtà con lui sto bene, ma forse é davvero un legame di amicizia e non più d'amore. Come ha detto lei é probabile che i miei sentimenti e la mia personalità con gli anni siano cambiati.
[#3]
Gentile ragazza,
riporta un cambio lavoro, problemi familiari, un incidente stradale e la difficoltà sentimentale come "punto che mi preme maggiormente".
Forse la decisione è in parte presa "io non credo di amare più il mio attuale ragazzo, ma non ho il coraggio di lasciarlo, forse per paura di restare da sola" "mi fa tanta tenerezza, a cui voglio molto bene ma che non riesco a lasciare": non ho il coraggio e non riesco ma vorrei? Come la Collega, la invito a rifletterci a prescindere da "vorrei vivere la storia con l'altro alla luce del sole". Afferma più volte "mi sento in colpa": forse è questo che la porta a non attuare la decisione sentendosi "incastrata" e, almeno in parte, potrebbe derivare dal fatto che dice "dal giorno dell'incidente la mia vita è cambiata".
Il suo aggiornamento riporta uno sblocco della situazione precedente ("ho parlato col mio fidanzato attuale che mi ha detto forse é meglio chiudere" anche se dice "in realtà con lui sto bene"). La invito a riflettere sulle sue parole "credo che con lui potrebbe funzionare, perché ritengo che abbia bisogno di una persona che gli stia vicino" e a cosa cerca in una relazione sentimentale.
Un saluto.
riporta un cambio lavoro, problemi familiari, un incidente stradale e la difficoltà sentimentale come "punto che mi preme maggiormente".
Forse la decisione è in parte presa "io non credo di amare più il mio attuale ragazzo, ma non ho il coraggio di lasciarlo, forse per paura di restare da sola" "mi fa tanta tenerezza, a cui voglio molto bene ma che non riesco a lasciare": non ho il coraggio e non riesco ma vorrei? Come la Collega, la invito a rifletterci a prescindere da "vorrei vivere la storia con l'altro alla luce del sole". Afferma più volte "mi sento in colpa": forse è questo che la porta a non attuare la decisione sentendosi "incastrata" e, almeno in parte, potrebbe derivare dal fatto che dice "dal giorno dell'incidente la mia vita è cambiata".
Il suo aggiornamento riporta uno sblocco della situazione precedente ("ho parlato col mio fidanzato attuale che mi ha detto forse é meglio chiudere" anche se dice "in realtà con lui sto bene"). La invito a riflettere sulle sue parole "credo che con lui potrebbe funzionare, perché ritengo che abbia bisogno di una persona che gli stia vicino" e a cosa cerca in una relazione sentimentale.
Un saluto.
Dr.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Psicoterapeuta
www.centropianetapsicologia.com
www.psicologasestosangiovanni.com
[#4]
Gentile utente,
potrebbe anche essere che la sessualità sia "assopita" anche per le eventuali correlazioni psicofarmacologiche.
Chi la segue da questo punto di vista le ha illustrato i possibile effetti collaterali?
La diagnosi quale è?
La segue uno specialista in psichiatria?
Tutto ciò potrebbe fare la differenza anche a livello "relazionale"...
potrebbe anche essere che la sessualità sia "assopita" anche per le eventuali correlazioni psicofarmacologiche.
Chi la segue da questo punto di vista le ha illustrato i possibile effetti collaterali?
La diagnosi quale è?
La segue uno specialista in psichiatria?
Tutto ciò potrebbe fare la differenza anche a livello "relazionale"...
Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com
[#5]
Utente
In questo momento sono seguita dalla dottoressa che coordina il gruppo; a livello individuale non ho appoggi dal punto di vista psicologico. Potrei sempre richiederli al centro dove faccio la terapia di gruppo.
Per quanto riguarda le informazioni sugli effetti collaterali non sono stata informata. Che relazione possono avere gli antidepressivi con la sessualità?!
La diagnosi che mi era stata fatta sono attacchi di panico. A dicembre addirittura un inizio di depressione. La psicologa che mi seguiva ha ritenuto che a febbraio stessi meglio, quindi ha sospeso gli incontri individuali indirizzandomi solamente verso quelli di gruppo. Tenendo sempre presente che in caso di "ricadute" lei ci sarebbe sempre stata.
Per quanto riguarda le informazioni sugli effetti collaterali non sono stata informata. Che relazione possono avere gli antidepressivi con la sessualità?!
La diagnosi che mi era stata fatta sono attacchi di panico. A dicembre addirittura un inizio di depressione. La psicologa che mi seguiva ha ritenuto che a febbraio stessi meglio, quindi ha sospeso gli incontri individuali indirizzandomi solamente verso quelli di gruppo. Tenendo sempre presente che in caso di "ricadute" lei ci sarebbe sempre stata.
[#6]
Teniamo separati i due discorsi.
Ha fatto bene a parlare con il suo fidanzato e a chiarire quello che sta succedendo, e mi pare di capire che anche lui si rendesse già conto del fatto che col tempo siete diventati più amici che compagni di vita.
Indipendentemente da questa situazione però mi preme farle notare che quello che dice dell'altro uomo è preoccupante:
"Credo che con lui potrebbe funzionare, perché ritengo che abbia bisogno di una persona che gli stia vicino".
Stia molto molto attenta a non iniziare una relazione con l'idea di essere d'aiuto a questa persona che - se ho capito bene - dovrebbe mettere la testa a posto e a 40 anni non l'ha ancora fatto.
Attenzione a pensare di cambiarlo e/o di essere una sorta di soccorritrice che gli potrà fornire quello che lui non ha avuto da nessun'altra, perchè con lei sarebbe diverso, perchè ha problemi che gli altri non hanno capito e lei invece sì eccetera.
Se quest'uomo (molto più grande di lei e quindi con molta più esperienza e capacità di farle credere quello che vuole) ha dei problemi di tipo psicologico/relazionale, magari perchè gli è mancato l'affetto di una famiglia o perchè ha avuto un passato difficile, lo può indirizzare ad uno psicologo e/o psichiatra perchè lo aiutino, ma non può pensare di fare la "crocerossina" ed essere in grado di aiutarlo da sola.
Lo stesso discorso vale se è considerato uno sbandato o un fannullone o
peggio: non sarà certo lei a farlo cambiare se non ne ha la volontà.
Attenta quindi a non imbarcarsi in una storia molto difficile che non sa dove potrebbe portarla.
Ha fatto bene a parlare con il suo fidanzato e a chiarire quello che sta succedendo, e mi pare di capire che anche lui si rendesse già conto del fatto che col tempo siete diventati più amici che compagni di vita.
Indipendentemente da questa situazione però mi preme farle notare che quello che dice dell'altro uomo è preoccupante:
"Credo che con lui potrebbe funzionare, perché ritengo che abbia bisogno di una persona che gli stia vicino".
Stia molto molto attenta a non iniziare una relazione con l'idea di essere d'aiuto a questa persona che - se ho capito bene - dovrebbe mettere la testa a posto e a 40 anni non l'ha ancora fatto.
Attenzione a pensare di cambiarlo e/o di essere una sorta di soccorritrice che gli potrà fornire quello che lui non ha avuto da nessun'altra, perchè con lei sarebbe diverso, perchè ha problemi che gli altri non hanno capito e lei invece sì eccetera.
Se quest'uomo (molto più grande di lei e quindi con molta più esperienza e capacità di farle credere quello che vuole) ha dei problemi di tipo psicologico/relazionale, magari perchè gli è mancato l'affetto di una famiglia o perchè ha avuto un passato difficile, lo può indirizzare ad uno psicologo e/o psichiatra perchè lo aiutino, ma non può pensare di fare la "crocerossina" ed essere in grado di aiutarlo da sola.
Lo stesso discorso vale se è considerato uno sbandato o un fannullone o
peggio: non sarà certo lei a farlo cambiare se non ne ha la volontà.
Attenta quindi a non imbarcarsi in una storia molto difficile che non sa dove potrebbe portarla.
[#7]
Gentile utente,
ritengo che sarebbe importante essere seguita da uno psichiatra al fine di ottimizzare la terapia psicofarmacologica.
In quella sede potrà anche considerare l'eventuale collateralità dei farmaci sulla sfera sessuale (molto genericamente si può assistere a disturbi del desiderio sessuale, alterazioni dell'eccitamento e dell'orgasmo).
ritengo che sarebbe importante essere seguita da uno psichiatra al fine di ottimizzare la terapia psicofarmacologica.
In quella sede potrà anche considerare l'eventuale collateralità dei farmaci sulla sfera sessuale (molto genericamente si può assistere a disturbi del desiderio sessuale, alterazioni dell'eccitamento e dell'orgasmo).
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.8k visite dal 25/03/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.