Terapia individuale o di coppia?
Buongiorno,
ho 32 anni e ho una relazione da 3 anni e mezzo con un mio coetaneo, con il quale abbiamo convissuto gli ultimi 9 mesi. Il nostro è sempre stato un rapporto sereno, felice, molto complice, con tanta progettualità e caratterizzato da una nostra intima connessione in quanto ad interessi, stimoli e condivisione della vita quotidiana.
Poi un paio di mesi fa ho iniziato a vederlo più stanco, ma niente più, gli ho sempre chiesto cosa avesse e la sua risposta era sempre la medesima e cioè di non preoccuparmi che era solo stressato. Anche i rapporti sessuali ne hanno risentito, ma per il resto era la persona presente e amorevole di sempre.
Poi un bel giorno torno a casa dal lavoro e lo trovo con la valigia in mano che mi dice “non ce la faccio ad andare avanti”. Non riesce a darmi molte altre spiegazioni, e torna a casa dai genitori. Nei giorni immediatamente successivi torna a vedermi parlarmi, non fa altro che piangere e disperarsi, dicendo in sostanza che si è reso conto di aver fatto un “colpo di testa”, che si è comportato così non per problemi gravi tra di noi, non per mancanza di sentimento, ma perché gli avevano dato fastidio alcuni miei atteggiamenti, forse qualche risposta nervosa. Lui prima non mi aveva mai fatto notare questa cosa che gli creava disagio, non me ne aveva mai parlato.
Gli faccio notare che non è stato un comportamento maturo, che se ne avessimo parlato saremmo sicuramente riusciti a non arrivare a quel punto, e lui concorda. Dice che non è stata colpa mia, ma incapacità sua di riconoscere la situazione ed affrontarla consciamente.
Adesso lui vuole rimediare, rivorrebbe la nostra storia, poiché gli “manco da morire”, e si è reso conto che qualcosa nel suo modo di gestire le difficoltà, anche le più piccole, non va bene, e pensa di consultare uno psicologo. Ne abbiamo discusso assieme e si vedrebbe concorde anche ad affrontare una terapia di coppia.
A questo punto la domanda a voi è quale dei due percorsi scegliere: da un lato sono convinta che un percorso individuale possa essergli utile (per quanto mi riguarda penso che questa immaturità derivi dal rapporto coi genitori: sempre stato molto viziato in tutto e per tutto, mai avuta una difficoltà, coccolato da mamma e gestito da papà, tanto che io pensavo potesse avere difficoltà ad affrontare una convivenza, ma che pensavo comunque superabile..invece alla prima “difficoltà” scappa dai genitori), dall’altro penso che un percorso di coppia possa essere utile per aiutarci a gestire la situazione attuale, che è decisamente ambigua, poiché non stiamo ufficialmente “insieme”, ma ci comportiamo in tutto e per tutto da fidanzati, con la consapevolezza che non possiamo considerarci ancora tali poiché prima è necessario risolvere questa situazione.
Per me la situazione è molto dolorosa e complessa, ma sono assolutamente disposta a mettermi in gioco per tentare di recuperare questa relazione, che non manca di amore e sentimenti genuini, ma che forse ha bisogno di un aiuto.
ho 32 anni e ho una relazione da 3 anni e mezzo con un mio coetaneo, con il quale abbiamo convissuto gli ultimi 9 mesi. Il nostro è sempre stato un rapporto sereno, felice, molto complice, con tanta progettualità e caratterizzato da una nostra intima connessione in quanto ad interessi, stimoli e condivisione della vita quotidiana.
Poi un paio di mesi fa ho iniziato a vederlo più stanco, ma niente più, gli ho sempre chiesto cosa avesse e la sua risposta era sempre la medesima e cioè di non preoccuparmi che era solo stressato. Anche i rapporti sessuali ne hanno risentito, ma per il resto era la persona presente e amorevole di sempre.
Poi un bel giorno torno a casa dal lavoro e lo trovo con la valigia in mano che mi dice “non ce la faccio ad andare avanti”. Non riesce a darmi molte altre spiegazioni, e torna a casa dai genitori. Nei giorni immediatamente successivi torna a vedermi parlarmi, non fa altro che piangere e disperarsi, dicendo in sostanza che si è reso conto di aver fatto un “colpo di testa”, che si è comportato così non per problemi gravi tra di noi, non per mancanza di sentimento, ma perché gli avevano dato fastidio alcuni miei atteggiamenti, forse qualche risposta nervosa. Lui prima non mi aveva mai fatto notare questa cosa che gli creava disagio, non me ne aveva mai parlato.
Gli faccio notare che non è stato un comportamento maturo, che se ne avessimo parlato saremmo sicuramente riusciti a non arrivare a quel punto, e lui concorda. Dice che non è stata colpa mia, ma incapacità sua di riconoscere la situazione ed affrontarla consciamente.
Adesso lui vuole rimediare, rivorrebbe la nostra storia, poiché gli “manco da morire”, e si è reso conto che qualcosa nel suo modo di gestire le difficoltà, anche le più piccole, non va bene, e pensa di consultare uno psicologo. Ne abbiamo discusso assieme e si vedrebbe concorde anche ad affrontare una terapia di coppia.
A questo punto la domanda a voi è quale dei due percorsi scegliere: da un lato sono convinta che un percorso individuale possa essergli utile (per quanto mi riguarda penso che questa immaturità derivi dal rapporto coi genitori: sempre stato molto viziato in tutto e per tutto, mai avuta una difficoltà, coccolato da mamma e gestito da papà, tanto che io pensavo potesse avere difficoltà ad affrontare una convivenza, ma che pensavo comunque superabile..invece alla prima “difficoltà” scappa dai genitori), dall’altro penso che un percorso di coppia possa essere utile per aiutarci a gestire la situazione attuale, che è decisamente ambigua, poiché non stiamo ufficialmente “insieme”, ma ci comportiamo in tutto e per tutto da fidanzati, con la consapevolezza che non possiamo considerarci ancora tali poiché prima è necessario risolvere questa situazione.
Per me la situazione è molto dolorosa e complessa, ma sono assolutamente disposta a mettermi in gioco per tentare di recuperare questa relazione, che non manca di amore e sentimenti genuini, ma che forse ha bisogno di un aiuto.
[#1]
Gentile signora,
non conoscendo il suo fidanzato è davvero difficile sapere cosa si agiti in lui e se sia il caso di intraprendere un percorso individuale, una decisione che comunque spettterebbe a lui , ma da ciò che riferisce in merito alla situazione della vostra coppia e alle difficoltà di comunicazione in essere, potrebbe essere utile rivolgersi ad un terapeuta di coppia al fine di riuscire ad affrontarle in modo efficace in un contesto protetto.
Cordialmente
non conoscendo il suo fidanzato è davvero difficile sapere cosa si agiti in lui e se sia il caso di intraprendere un percorso individuale, una decisione che comunque spettterebbe a lui , ma da ciò che riferisce in merito alla situazione della vostra coppia e alle difficoltà di comunicazione in essere, potrebbe essere utile rivolgersi ad un terapeuta di coppia al fine di riuscire ad affrontarle in modo efficace in un contesto protetto.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Gentile Utente,
se vuole può cercare un professionista direttamente su questo sito:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
oppure nell'Albo degli Iscritti all'Ordine degli Psicologi della sua regione:
www.ordinepsicologiliguria.it
Cordiali saluti.
se vuole può cercare un professionista direttamente su questo sito:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
oppure nell'Albo degli Iscritti all'Ordine degli Psicologi della sua regione:
www.ordinepsicologiliguria.it
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#4]
<e poi se necessario sarà il terapeuta ad indirizzarci verso la situazione migliore, suppongo.>
Certamente, si inizia con il chiedere un consulto, lo specialista valutando la situazione saprà indirizzarvi.
Grazie per il cortese riscontro.
Cordiali saluti
Certamente, si inizia con il chiedere un consulto, lo specialista valutando la situazione saprà indirizzarvi.
Grazie per il cortese riscontro.
Cordiali saluti
[#5]
Gentile Signorina,
quando la coppia si ammala, è la coppia che necessita di amorevoli cure.
Le carezze verbali della terapia, aiuteranno la coppia a venir fuori dal disagio ed a trasformare la crisi in risorsa.
Il lavoro terapeutico con le coppie,ripristina quell’alchimia iniziale,insegnando loro strategie terapeutiche per una “manutenzione” continua del loro legame,dentro e fuori dal letto.
Ridare la parola al corpo sia sessuale,che emotivo,è uno degli obiettivi principali della terapia di coppia.
quando la coppia si ammala, è la coppia che necessita di amorevoli cure.
Le carezze verbali della terapia, aiuteranno la coppia a venir fuori dal disagio ed a trasformare la crisi in risorsa.
Il lavoro terapeutico con le coppie,ripristina quell’alchimia iniziale,insegnando loro strategie terapeutiche per una “manutenzione” continua del loro legame,dentro e fuori dal letto.
Ridare la parola al corpo sia sessuale,che emotivo,è uno degli obiettivi principali della terapia di coppia.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Utente
Grazie ancora per le Vostre risposte.
Dottoressa Randone, la mia perplessità sulla via da intraprendere deriva da qualcosa di diverso, a mio parere: tra noi alchimia, legame emotivo e molti altri aspetti piacevoli del nostro rapporto non sono morti, anzi, sono ancora contro ogni previsione e logica presenti forse addirittura in modo più forte di prima, stanno però "subendo" le necessarie e dovute conseguenze di un gesto improvviso e fatto quasi inconsapevolmente, che pare si origini proprio in un disagio che la persona sente tutt'ora e non sa da cosa derivi.
In parole povere, nel nostro caso, non credo che la nostra coppia si sia "ammalata", ma che abbia somatizzato e subìto quanto "esploso" in lui.
Ad ogni modo seguiremo il vostro consiglio e ci faremo indirizzare adeguatamente dal terapeuta
Cordialità
Dottoressa Randone, la mia perplessità sulla via da intraprendere deriva da qualcosa di diverso, a mio parere: tra noi alchimia, legame emotivo e molti altri aspetti piacevoli del nostro rapporto non sono morti, anzi, sono ancora contro ogni previsione e logica presenti forse addirittura in modo più forte di prima, stanno però "subendo" le necessarie e dovute conseguenze di un gesto improvviso e fatto quasi inconsapevolmente, che pare si origini proprio in un disagio che la persona sente tutt'ora e non sa da cosa derivi.
In parole povere, nel nostro caso, non credo che la nostra coppia si sia "ammalata", ma che abbia somatizzato e subìto quanto "esploso" in lui.
Ad ogni modo seguiremo il vostro consiglio e ci faremo indirizzare adeguatamente dal terapeuta
Cordialità
[#7]
Valutate unitamente allo specialista il da farsi, all' interno di una consulenza , avra' sicuramente maggiori elementi.
Da quello che leggo, se la coppia somatizza, e' la coppia che necessita di cure, ma questo e' un mio parere personale ed a distanza
Da quello che leggo, se la coppia somatizza, e' la coppia che necessita di cure, ma questo e' un mio parere personale ed a distanza
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.1k visite dal 23/03/2012.
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