Mal di testa e depressione
Buongiorno, mi rivolgo a voi perchè sono preoccupata per mia sorella. Ha 16 anni e ultimamente lamenta spesso mal di testa, a volte è scontrosa, risponde male e si chiude ore e ore in camera per stare davanti al computer..ho notato che tutto questo si intensifica la mattina prima di andare a scuola e nelle ore dopo il suo ritorno a casa, per poi diminuire verso la sera. Questo accade almeno quando ci sono io a casa, dato che studio in un'altra città e purtroppo non riesco ad essere molto presente. Nostra madre è morta in un incidente stradale quando io avevo 12 anni e lei 6..io porto ancora questa sofferenza e dolore dentro, sono andata di mia volontà da una psicologa specialmente in alcune occasioni in cui mi sentivo molto fragile. Nostro padre ci vuole bene e ci dedica tanto del suo tempo, ma in casa non si parla mai della mamma. Non si nomina neppure. E io con mia sorella non ho più parlato di questo per paura di farla stare male. Ha un carattere difficile ma cerco sempre di coinvolgerla nelle attività che faccio quando torno da lei. Le amiche le ha, solo che da qualche mese non esce nemmeno tanto (quasi mai) con loro. Io sto male per lei perchè vorrei fare qualcosa ma non so cosa. Se le proponessi di andare da uno psicologo a parlare mi riderebbe in faccia..credo che debba partire da lei questa volontà. Ho l'impressione che stia lentamente cadendo in una fase di "depressione"..questo mal di testa che si ripresenta spesso può essere un sintomo in qualche modo? Adesso farà anche delle analisi più specifiche (quelle del sangue le ha già fatte e va tutto bene)...non so se sono io che mi sto facendo troppe paranoie o se davvero dovrei fare qualcosa per lei...mi sento in dovere di fare qualcosa, anche se non mi potrò mai sostituire a nostra madre..
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Lasciamo che siano gli esami medici a stabilire se c'è o meno qualcosa che richiede attenzione, da quel punto di vista.
Per il resto è noto che per alcuni ragazzi l'adolescenza può essere un periodo difficile e tormentato, quindi anche di questo si deve tener conto. Aver perso la mamma in tenera età certo può non aver aiutato.
Come definiresti il rapporto che c'è fra voi due? Vi fidate l'una dell'altra?
Cordiali saluti
Per il resto è noto che per alcuni ragazzi l'adolescenza può essere un periodo difficile e tormentato, quindi anche di questo si deve tener conto. Aver perso la mamma in tenera età certo può non aver aiutato.
Come definiresti il rapporto che c'è fra voi due? Vi fidate l'una dell'altra?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentilissima,
la vostra situazione familiare è delicata e sua sorella sta attraversando un'età che già normalmente è critica, e lo è ancora di più quando ci sono elementi oggettivi che la complicano ulteriormente.
E' possibile che la ragazza stai attraversando un pediodo di crisi legata alla scuola (ha provato a chiederle se qualcosa non va con lo studio e/o in classe), ma anche che stia riemergendo il lutto per la morte della mamma.
Non parlare più dell'argomento però è molto peggio che parlarne: le consiglio di conseguenza di iniziare a discutere con vostro padre della quesitone e successivamente di intavolare un discorso anche con sua sorella.
Cosa ne pensa?
la vostra situazione familiare è delicata e sua sorella sta attraversando un'età che già normalmente è critica, e lo è ancora di più quando ci sono elementi oggettivi che la complicano ulteriormente.
E' possibile che la ragazza stai attraversando un pediodo di crisi legata alla scuola (ha provato a chiederle se qualcosa non va con lo studio e/o in classe), ma anche che stia riemergendo il lutto per la morte della mamma.
Non parlare più dell'argomento però è molto peggio che parlarne: le consiglio di conseguenza di iniziare a discutere con vostro padre della quesitone e successivamente di intavolare un discorso anche con sua sorella.
Cosa ne pensa?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Ex utente
Il problema principale in casa nostra è il dialogo. Io sono quella che si apre di più se ha qualche problema. Vorrei potermi confidare con mia sorella, avere un rapporto più intimo con lei, ma il suo carattere e i suoi modi di fare mi frenano. Solo per chiederle cose semplici la situazione diventa complicata. Le ho chiesto se a scuola ha dei problemi, ma lei risponde sempre sul vago, non entra mai nei dettagli, non è mai venuta di sua volontà a raccontarmi quello che fa o quello che pensa. Ho provato allora a raccontarle di quello che faccio per vedere se si poteva in qualche modo "sbloccare", ma è stato tutti invano...è come se quello che ha dentro e quello che pensa siano intoccabili..e se uno insiste nel volere sapere di più lei si chiude e risponde male o, cosa che mi fa stare ancora peggio, mi ignora e se ne va. Con mio padre la situazione è più o meno la stessa. Se io mi apro con lui e confido le mie preoccupazioni lui mi dà dei consigli e mi aiuta, ma di sua volontà non viene a chiederti se hai dei problemi e sembra non accorgersi di quello che succede. Anche nella mia adolescenza ho passato brutti momenti ma è come se tutto ciò per lui fosse invisibile. Se vuole sapere qualcosa di più su mia sorella è a me che si rivolge per fare da "intermediaria", perchè ha quasi paura sembra...ha un carattere molto riservato e non si espone mai..non so mai se anche lui soffre o ha paura o ha dei problemi. Parla sempre di cose belle..come se il dolore fosse un tabù..ricordo che qualche mese dopo la morte di mamma mi piaceva trascorrere le mie ore nella sua camera ( i miei erano separati e a casa ognuno aveva una camera diversa) e mio padre mi diceva di venire via, che mi faceva male stare lì. Mia nonna materna mi ha anche detto che quando gli aveva proposto di portarci da uno psicologo lui ha cominciato a urlare che non c'era bisogno di questo...mi sento "sola" in questo mio dolore, perchè non ho mai potuto confrontarmi con loro..e ancora oggi a volte la notte piango. Se parlassi con mio padre so già come finirebbe..lui mi guarderebbe, farebbe spallucce e rimarebbe zitto a fissarmi.
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Sembra quindi che entrambe stiate soffrendo, ognuna a modo proprio. Essendo però tu la maggiore, è maggiormente tua la responsabilità di prenderti cura di tua sorella più piccola. E proprio per questo, ritengo, che almeno tu dovresti tornare da uno psicologo per farti aiutare direttamente, ma anche per ricevere suggerimenti su come poter aiutare tua sorella, o almeno gestire il periodo difficile che anche lei sta attraversando.
Probabilmente anche il babbo avrebbe bisogno di qualcuno che gli spieghi come comunicare in modo più produttivo con voi, dato che sembra non "esserci" molto su questo.
Iniziare ad andarci tu, da uno psicologo che si occupi anche di famiglie, potrebbe essere un primo passo per poi, con l'aiuto del collega, coinvolgere in qualche modo anche tua sorella e vostro padre.
Questo lutto che in tre vi state portando dentro, senza averlo ancora risolto del tutto, potrebbe effettivamente essere un ostacolo che vi sta impedendo di vivere più serenamente.
Probabilmente anche il babbo avrebbe bisogno di qualcuno che gli spieghi come comunicare in modo più produttivo con voi, dato che sembra non "esserci" molto su questo.
Iniziare ad andarci tu, da uno psicologo che si occupi anche di famiglie, potrebbe essere un primo passo per poi, con l'aiuto del collega, coinvolgere in qualche modo anche tua sorella e vostro padre.
Questo lutto che in tre vi state portando dentro, senza averlo ancora risolto del tutto, potrebbe effettivamente essere un ostacolo che vi sta impedendo di vivere più serenamente.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 22/03/2012.
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