Crisi depressive-adolescenziali
Buona sera a tutti gli specialisti che saranno così gentili da rispondermi.. Cercherò di essere il più sintetica possibile: ho problemi di relazione sia con mia madre (credo sia il problema principale) sia con il mio ragazzo (infatti ci siamo lasciati da pochissimo un pò a causa anche di mia madre ma continuiamo a sentirci poichè non riesco a separarmi da lui).
Questo pomeriggio ho avuto l'ennesima forte litigata con mia madre e mi ha fatta molto alterare. Quando litigo con lei non riesco a contenere la rabbia, inizio propriamente a sbraitare come se pensassi di far uscire tutta la rabbia dalla bocca! Lei mi ha sempre imposto limiti molto severi e abbiamo litigato un pò per questo ma soprattutto per il fatto che mi paragonava ad una ragazza che vive con noi da un paio di mesi (scambio culturale) dicendo che lei è migliore di me. (grazie! è di cultura thailandese, quindi e' sempre chiusa in casa, non ha il ragazzo e non le interessa altro oltre lo studio!) Io sono una ragazza abbastanza posata, non faccio stupidaggini, non fumo non mi drogo e rispetto i limiti che mia madre mi da, anche se spesso me ne lamento. Altri ragazzi, al posto mio, l'avrebbero fatta dannare non rispettando minimamente i limiti! Comunque arrivo al punto: sono rimasta sola a casa e ho iniziato a piangere molto forte, una vera e propria crisi. Mille pensieri negativi mi balenavano in testa, ad esempio il fatto che cerco sempre di essere la migliore ma la verità è che non sono altro che mediocre in tutto. Vado da una psicologa e mi vergognerei enormemente di riferirle quello che ho pensato o fatto; mi sono leggermente graffiata un braccio con delle forbicine (quando ancora ero molto nervosa per la litigata), dopodichè non smettevo di piangere e fare questi pensieri e sono andata a cercare tra le medicine con molta calma, ho tirato fuori la prima cosa che capitava (novalgina) e ho pensato "non ho mai il coraggio di fare niente, nè ribellarmi nè andare via. vediamo se questo ho il coraggio di farlo" ho preso e mi sono ingoiata qualche goccia.. tre niente di chè. Ho continuato a cercare tra le medicine. Ho messo tutto a posto ho preso e sono andata a mangiarmi delle caramelle. Tutto con molta calma ma sempre continuando a piangere. Sono salita in bagno e ho vomitato tutto. ho scritto al mio ragazzo che stavo male. Dopo mezz'ora che mi aveva chiesto cosa avevo gli ho risposto "niente, è passato" .. e lui non ha capito niente! Mi fa "cosa è successo nel passato?" ............... Non gli ho detto nulla e ho cambiato discorso. o meglio: ex ragazzo. ... Cosa mi succede? Mi sento una bambina e forse lo sono, anzi sicuro, ed è per questo che provo vergogna anche a riferire l'accaduto alla mia psicologa... Cosa mi sta accandendo? Non è la prima volta che succede una cosa del genere ma è la prima che provo a bermi delle medicine! Ormai è un anno e mezzo che va avanti sta storia...
Questo pomeriggio ho avuto l'ennesima forte litigata con mia madre e mi ha fatta molto alterare. Quando litigo con lei non riesco a contenere la rabbia, inizio propriamente a sbraitare come se pensassi di far uscire tutta la rabbia dalla bocca! Lei mi ha sempre imposto limiti molto severi e abbiamo litigato un pò per questo ma soprattutto per il fatto che mi paragonava ad una ragazza che vive con noi da un paio di mesi (scambio culturale) dicendo che lei è migliore di me. (grazie! è di cultura thailandese, quindi e' sempre chiusa in casa, non ha il ragazzo e non le interessa altro oltre lo studio!) Io sono una ragazza abbastanza posata, non faccio stupidaggini, non fumo non mi drogo e rispetto i limiti che mia madre mi da, anche se spesso me ne lamento. Altri ragazzi, al posto mio, l'avrebbero fatta dannare non rispettando minimamente i limiti! Comunque arrivo al punto: sono rimasta sola a casa e ho iniziato a piangere molto forte, una vera e propria crisi. Mille pensieri negativi mi balenavano in testa, ad esempio il fatto che cerco sempre di essere la migliore ma la verità è che non sono altro che mediocre in tutto. Vado da una psicologa e mi vergognerei enormemente di riferirle quello che ho pensato o fatto; mi sono leggermente graffiata un braccio con delle forbicine (quando ancora ero molto nervosa per la litigata), dopodichè non smettevo di piangere e fare questi pensieri e sono andata a cercare tra le medicine con molta calma, ho tirato fuori la prima cosa che capitava (novalgina) e ho pensato "non ho mai il coraggio di fare niente, nè ribellarmi nè andare via. vediamo se questo ho il coraggio di farlo" ho preso e mi sono ingoiata qualche goccia.. tre niente di chè. Ho continuato a cercare tra le medicine. Ho messo tutto a posto ho preso e sono andata a mangiarmi delle caramelle. Tutto con molta calma ma sempre continuando a piangere. Sono salita in bagno e ho vomitato tutto. ho scritto al mio ragazzo che stavo male. Dopo mezz'ora che mi aveva chiesto cosa avevo gli ho risposto "niente, è passato" .. e lui non ha capito niente! Mi fa "cosa è successo nel passato?" ............... Non gli ho detto nulla e ho cambiato discorso. o meglio: ex ragazzo. ... Cosa mi succede? Mi sento una bambina e forse lo sono, anzi sicuro, ed è per questo che provo vergogna anche a riferire l'accaduto alla mia psicologa... Cosa mi sta accandendo? Non è la prima volta che succede una cosa del genere ma è la prima che provo a bermi delle medicine! Ormai è un anno e mezzo che va avanti sta storia...
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<vado da una psicologa e mi vergognerei enormemente di riferirle quello che ho pensato o fatto; >
Gentile ragazza,
ci racconta relazioni difficili e una rabbia verso sua madre difficile da gestire, tanto che è arrivata a farsi del male.
E' veramente importante però che lei riferisca ciò che ha esposto qui alla sua curante, non abbia timori, non è lì per giudicarla, ma per aiutarla. Come si trova con lei?
Da quanto tempo è seguita e che tipo di percorso sta facendo?Quali gli obiettivi?
Le è stata fatta una diagnosi?
Ha ottenuto benefici?
Gentile ragazza,
ci racconta relazioni difficili e una rabbia verso sua madre difficile da gestire, tanto che è arrivata a farsi del male.
E' veramente importante però che lei riferisca ciò che ha esposto qui alla sua curante, non abbia timori, non è lì per giudicarla, ma per aiutarla. Come si trova con lei?
Da quanto tempo è seguita e che tipo di percorso sta facendo?Quali gli obiettivi?
Le è stata fatta una diagnosi?
Ha ottenuto benefici?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile Ragazza,
All' interno del rapporto terapeutico, non ci dovrebbero essere ne' vergogna, ne' sentimenti di inadeguatezza, ma chiarezza e confidenza, consideri che chi ha il nostro lavoro, si pone in totale assenza di giudizio.
Il dolore fisico, spesso necessita per non sentire quello psichico, che a volte e' insopportabile.
Prosegua con fiducia, il lavoro iniziato, trovera' gli aiuti che le necessitano.
Saluti
All' interno del rapporto terapeutico, non ci dovrebbero essere ne' vergogna, ne' sentimenti di inadeguatezza, ma chiarezza e confidenza, consideri che chi ha il nostro lavoro, si pone in totale assenza di giudizio.
Il dolore fisico, spesso necessita per non sentire quello psichico, che a volte e' insopportabile.
Prosegua con fiducia, il lavoro iniziato, trovera' gli aiuti che le necessitano.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Pensa questo: se alla psicologa non dici le cose veramente importanti, a che serve andarci? Chi potrà aiutarti?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 17/03/2012.
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