Gioco d'azzardo
Pochi giorni fa abbiamo scoperto che mio fratello, da un anno a questa parte, giocando alle macchinette, ha dilapidato una somma consistente( certamente non sua visto che non lavora ma dei miei genitori). Messo innanzi alle proprie responsabilità, piangendo, ha accettato di farsi aiutare. Abbiamo così contattato il centro di giocatori anonimi e consultato una psicologa con la quale mercoledì p.v. ha un appuntamento. Alla riunione dei giocatori anonimi ci è andato di buon grado anche se io e lui non abbiamo avuto modo di parlare del come si è svolto l'incontro nè di quali siano state le sue impressioni. Premetto che mi sono occupata personalmente di cercare l'associazione e di contattare la psicologo e che ieri, insieme con i miei genitori, anche noi abbiamo partecipato alla riunione per i familiari e gli amici dei giocatori. L'incontro è stato molto proficuo ma se devo essere sincera mi ha lasciato in dubbio il fatto che le persone lì presenti mi hanno chiaramente detto che in una situazione del genere lo psicologo serve a ben poco. Personalmente invece sono convinta del contrario e fortunatamente anche mio fratello è ben determinato ad incontrare lo specialista perchè vuole capire cosa lo ha spinto al gioco e soprattutto vuole capirsi. Capire perchè ogni volta in cui raggiunge un equilibrio debba arrivare a rovinare sistematicamente tutto. Dal canto mio sono abbastanza preoccupata anche perchè questa è l'ennesima cavolata che combina. é stato sempre una persona inconcludente e credo sia stata colpa dei miei genitori che gli hanno concesso di fare tutto quello che ha voluto. Devo riconoscere infatti di non aver avuto genitori di polso e vedo in mio fratello molti dei difetti che noto in loro. Soprattutto con lui non hanno mai saputo imporsi anzi in più di qualche occasione lui ha rinfacciato loro di non avere avuto niente( parlo proprio di cose materiali) a differenza mia e di mia sorella. Così non è perchè ha 36anni e vive ancora in famiglia, non ha un lavoro fisso e i miei lo "mantengono"anche per le spese che deve affrontare per la sua auto.Mi chiedo come si possa essere così irriconoscenti e come si possa fare a farlo responsabilizzare. Non sono ben sicura se sia "malato" di gioco d'azzardo o se è solo una delle sue tante "ragazzate". Mi sento di stargli vicina ma ho paura che continuare a compiatirlo possa essergli dannoso, che possa insomma continuare ad approfittare della nostra bontà non maturando mai. Ma in fondo si può maturare a 36 anni? Come si può spronarlo e stargli vicino in questo momento? o sarebbe meglio lasciargli fare il suo percorso da solo? Qual è la differenza fra un giocatore compulsivo e un viziato non maturo?Perdonate lo sfogo ma in due giorni ci è crollato il mondo addosso. Vi ringrazio e vi saluto cordialmente.
[#1]
<Personalmente invece sono convinta del contrario e fortunatamente anche mio fratello è ben determinato ad incontrare lo specialista perchè vuole capire cosa lo ha spinto al gioco e soprattutto vuole capirsi.>
Gentile Signora,
condivido la vostra opinione, consultare uno specialista è sicuramente una buona scelta, tanto più che suo fratello ne è motivato, fattore davvero importante.
<Perdonate lo sfogo...Come si può spronarlo e stargli vicino in questo momento?>> Il suo sfogo è comprensibile, ma il suggerimento che posso darle è quello di evitare giudizi e colpevolizzazioni e avere fiducia nell'eventuale percorso che intraprenderà.
Cordialmente
Gentile Signora,
condivido la vostra opinione, consultare uno specialista è sicuramente una buona scelta, tanto più che suo fratello ne è motivato, fattore davvero importante.
<Perdonate lo sfogo...Come si può spronarlo e stargli vicino in questo momento?>> Il suo sfogo è comprensibile, ma il suggerimento che posso darle è quello di evitare giudizi e colpevolizzazioni e avere fiducia nell'eventuale percorso che intraprenderà.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentilissima,
direi che avete affontato la situazione nel modo migliore e penso proprio che il percorso appena iniziato sarà di grande aiuto.
Dal momento che lei ci riferisce che questa non è la prima "cavolata" che combina si può pensare che la situazione sia frutto (anche) degli errori educativi dei vostri genitori, ma potrebbe anche trattarsi di un quadro un po' più complesso dal punto di vista clinico.
Ad ogni modo visto che ora siete in contatto con lo psicologo che conduce i gruppi potrete eventualmente esporre a lui il dubbio che suo fratello possa anche avere altri problemi, oltre alla tendenza a ripetere un determinato tipo di errore.
La sua domanda circa la natura del problema - disturbo o "vizio"- potrà essere analogamente affrontata con lo psicologo, ma penso proprio che se suo fratello è caduto nella trappola del gioco e ora si sta facendo aiutare ad uscirne si tratti di una compulsione più che di un comportamento immaturo.
In caso contrario avrebbe difficilmente accettato di partecipare al gruppo.
Capisco bene che avendo appena scoperto quello che ha combinato le sia caduto il mondo addosso, ma forse alla luce degli errori precedenti in fin dei conti potrebbe non sentirsi del tutto sorpresa.
Il modo migliore di stargli accanto è supportarlo durante il percorso che effettuerà: per altre indicazioni concrete dovrete far riferimento all'associazione che organizza i gruppi, che potrebbe richiedervi (o meno) di tenere con lui una determinate linea di condotta.
direi che avete affontato la situazione nel modo migliore e penso proprio che il percorso appena iniziato sarà di grande aiuto.
Dal momento che lei ci riferisce che questa non è la prima "cavolata" che combina si può pensare che la situazione sia frutto (anche) degli errori educativi dei vostri genitori, ma potrebbe anche trattarsi di un quadro un po' più complesso dal punto di vista clinico.
Ad ogni modo visto che ora siete in contatto con lo psicologo che conduce i gruppi potrete eventualmente esporre a lui il dubbio che suo fratello possa anche avere altri problemi, oltre alla tendenza a ripetere un determinato tipo di errore.
La sua domanda circa la natura del problema - disturbo o "vizio"- potrà essere analogamente affrontata con lo psicologo, ma penso proprio che se suo fratello è caduto nella trappola del gioco e ora si sta facendo aiutare ad uscirne si tratti di una compulsione più che di un comportamento immaturo.
In caso contrario avrebbe difficilmente accettato di partecipare al gruppo.
Capisco bene che avendo appena scoperto quello che ha combinato le sia caduto il mondo addosso, ma forse alla luce degli errori precedenti in fin dei conti potrebbe non sentirsi del tutto sorpresa.
Il modo migliore di stargli accanto è supportarlo durante il percorso che effettuerà: per altre indicazioni concrete dovrete far riferimento all'associazione che organizza i gruppi, che potrebbe richiedervi (o meno) di tenere con lui una determinate linea di condotta.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Gentile Signora,
Alla base di tutte le dipendendenze c'e' la ricerca del piacere. Purtroppo il raggiungimento di una certa quota di piacere crea assuefazione e per ottenerlo di nuovo bisogna rincarare le dosi.
Suo fratello si trova forse in una realta' di vita da cui non rIceve soddisfazioni ne' stimoli e a cui ha bisogno di dare un senso: ed ecco la ricerca di fonti di piacere.
Su questo si deve lavorare durante una psicoterapia a vari livelli, primo fra tutti stabilire "il senso del limite".
Ci tenga informati!
I migliori auguri.
Alla base di tutte le dipendendenze c'e' la ricerca del piacere. Purtroppo il raggiungimento di una certa quota di piacere crea assuefazione e per ottenerlo di nuovo bisogna rincarare le dosi.
Suo fratello si trova forse in una realta' di vita da cui non rIceve soddisfazioni ne' stimoli e a cui ha bisogno di dare un senso: ed ecco la ricerca di fonti di piacere.
Su questo si deve lavorare durante una psicoterapia a vari livelli, primo fra tutti stabilire "il senso del limite".
Ci tenga informati!
I migliori auguri.
[#4]
Gentile Signora,
la vera problematica di chi soffre di dipendenza è la conflittualità tra pulsione e limite.
Il gioco d'azzardo appartiene alle nuove forme di dipendenza dette "senza sostanza".
Una psicoterapia e talvolta un supporto farmacologico per regolamentare il tono dell'umore, potrebbe essere indicato.
Saluti
la vera problematica di chi soffre di dipendenza è la conflittualità tra pulsione e limite.
Il gioco d'azzardo appartiene alle nuove forme di dipendenza dette "senza sostanza".
Una psicoterapia e talvolta un supporto farmacologico per regolamentare il tono dell'umore, potrebbe essere indicato.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Ex utente
Dopo aver letto con attenzione ogni Vs singola risposta ed aver tratto da ognuna di esse preziose informazioni, volevo dirVi che oggi ho avuto una lunga chiacchierata con mio fratello. Mi ha raccontato come e perchè ha cominciato a giocare, del malessere interiore che lo ha spinto ad avvicinarsi al gioco, dicendomi di sentirsi, ora che questione è venuta fuori, più sollevato e leggero. Ha apprezzato molto l'incontro con i giocatori anonimi ma freme perchè vuole assolutamente fare una bella chiacchierata con la psicologa e non vede l'ora che arrivi il giorno dell'appuntamento. Mi ha riferito di essere stato ieri al bar dove di solito giocava alle macchinette ma di non aver giocato ed anzi, dopo aver fatto quattro chiacchiere con alcuni dei presenti,è andato via dicendosi che non valeva la pena continuare a restare lì.
Lo vedo abbastanza sereno probabilmente perchè è riuscito a tirar fuori questo grosso peso.So che non è tutto oro quello che luce anche perchè potrebbe avere delle ricadute. E' troppo presto per dirsi tranquilli ma so di avere ottenuto,insieme a lui e per lui, una grande vittoria. Vederlo motivato a continuare in questo percorso mi regala un pochino di tranquillità e per quello che mi è possibile cerco di essergli molto vicina chiedondogli di accompagnarmi anche nel mio lavoro. Credo che tenerlo impegnato sia importante per rompere quell'abitudinarietà fatta di bar,macchinette, gioco e quantaltro. Mi rendo conto che bisogna risolvere il problema all'origine ma credo serva anche distoglierlo e tenerlo impegnato il più possibile
Lo vedo abbastanza sereno probabilmente perchè è riuscito a tirar fuori questo grosso peso.So che non è tutto oro quello che luce anche perchè potrebbe avere delle ricadute. E' troppo presto per dirsi tranquilli ma so di avere ottenuto,insieme a lui e per lui, una grande vittoria. Vederlo motivato a continuare in questo percorso mi regala un pochino di tranquillità e per quello che mi è possibile cerco di essergli molto vicina chiedondogli di accompagnarmi anche nel mio lavoro. Credo che tenerlo impegnato sia importante per rompere quell'abitudinarietà fatta di bar,macchinette, gioco e quantaltro. Mi rendo conto che bisogna risolvere il problema all'origine ma credo serva anche distoglierlo e tenerlo impegnato il più possibile
[#6]
Gentile Signora,
E' molto fortunato Suo fratello ad avere intorno delle persone come Lei che gli vogliono bene in modo fattivo! Spero che se ne renda conto!
Indubbiamente avere aperto un dialogo su questo punto gli giovera' molto e anche la Sua iniziativa di creargli una occupazione che lo motivi e lo indirizzi verso altri interessi.
Condivido la Sua opinione: gli amici, il bar, le macchinette a portata di mano formano un insieme sinergicamente negativo e seducente per lui. Quindi allontanarlo da questo ambiernte puo' essere un aiuto non da poco!
Mi congratulo per le intelligenti inizative che sta realizzando!
I migliori auguri
E' molto fortunato Suo fratello ad avere intorno delle persone come Lei che gli vogliono bene in modo fattivo! Spero che se ne renda conto!
Indubbiamente avere aperto un dialogo su questo punto gli giovera' molto e anche la Sua iniziativa di creargli una occupazione che lo motivi e lo indirizzi verso altri interessi.
Condivido la Sua opinione: gli amici, il bar, le macchinette a portata di mano formano un insieme sinergicamente negativo e seducente per lui. Quindi allontanarlo da questo ambiernte puo' essere un aiuto non da poco!
Mi congratulo per le intelligenti inizative che sta realizzando!
I migliori auguri
[#7]
Ex utente
Le Sue parole mi spronano a fare sempre meglio e a cercare di indirizzare tutte le mie energie per il benessere di mio fratello ma anche per quello dei miei genitori che non hanno ancora ammortizzato(soprattutto mia madre) il colpo.
Vede Dott.ssa, io e mio fratello abbiamo avuto sempre un bel dialogo basti pensare al fatto che un paio di anni fa mi confidò ( approfitto dell'anonimato per scriverlo pubblicamente) di essere stato abusato all'età di 11 anni da una persona ( donna) a noi vicina. Lui non ha mai parlato con nessuno di quell'esperienza che ha sempre tenuto nascosta ma credo che la causa di ogni suo malessere, di ogni sua instabilità e fallimento debba essere ricercata in quella direzione oltre che nel fatto che i miei genitori non hanno mai avuto polso nella sua educazione concedendogli. Lui è sempre stato il jolly del gruppo ma dietro quella sua apparente spensieratezza e leggerezza si è sempre nascosta una persona piena di problemi, insicurezze e priva di autostima. Il suo non aver mai avuto costanza in tutte le cose intraprese credo sia dipeso dall'essere rimasto un pò bambino dentro o meglio dall'aver voluto conservare quella parte bambina di sè che è stata violata. Spero che la psicologa con la quale si rapporterà possa aiutarlo a superare questa che ritengo essere la causa principale dei suoi malesseri e insuccessi.
Ancora grazie per l'ascolto.
Vede Dott.ssa, io e mio fratello abbiamo avuto sempre un bel dialogo basti pensare al fatto che un paio di anni fa mi confidò ( approfitto dell'anonimato per scriverlo pubblicamente) di essere stato abusato all'età di 11 anni da una persona ( donna) a noi vicina. Lui non ha mai parlato con nessuno di quell'esperienza che ha sempre tenuto nascosta ma credo che la causa di ogni suo malessere, di ogni sua instabilità e fallimento debba essere ricercata in quella direzione oltre che nel fatto che i miei genitori non hanno mai avuto polso nella sua educazione concedendogli. Lui è sempre stato il jolly del gruppo ma dietro quella sua apparente spensieratezza e leggerezza si è sempre nascosta una persona piena di problemi, insicurezze e priva di autostima. Il suo non aver mai avuto costanza in tutte le cose intraprese credo sia dipeso dall'essere rimasto un pò bambino dentro o meglio dall'aver voluto conservare quella parte bambina di sè che è stata violata. Spero che la psicologa con la quale si rapporterà possa aiutarlo a superare questa che ritengo essere la causa principale dei suoi malesseri e insuccessi.
Ancora grazie per l'ascolto.
[#9]
Gentile signora,
esprime degli ottimi presupposti affinché suo fratello possa intraprendere un percorso efficace per affrontare le sue difficoltà.
Il buon rapporto che esiste tra voi, il suo personale impegno e motivazione unitamente a quelli di suo fratello, sono ottimi elementi in più.
Spero che lei possa raggiungere presto una condizione di ancora maggiore tranquillità, per poter pensare un po' di più anche a se stessa.
Ringraziandola per il riscontro, porgo i miei migliori auguri di serenità.
esprime degli ottimi presupposti affinché suo fratello possa intraprendere un percorso efficace per affrontare le sue difficoltà.
Il buon rapporto che esiste tra voi, il suo personale impegno e motivazione unitamente a quelli di suo fratello, sono ottimi elementi in più.
Spero che lei possa raggiungere presto una condizione di ancora maggiore tranquillità, per poter pensare un po' di più anche a se stessa.
Ringraziandola per il riscontro, porgo i miei migliori auguri di serenità.
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E' probabile che suo fratello in fondo non aspettasse altro che di poter parlare apertamente del proprio malessere lasciando che tutti voi lo riconosceste e poteste andare oltre la facciata di apparente spensieratezza che vi ha sempre mostrato.
Il fatto che sia riuscito a passare al bar senza giocare mi fa pensare che forse la perdita di denaro ha costituito una sorta di stratagemma per farvi accorgere dei suoi problemi, e quindi una richiesta d'aiuto, più che la conseguenza di una reale dipendenza (che non sarebbe certo superabile da un giorno all'altro).
La valutazione di questo aspetto sarà in ogni caso effettuata dalla psicologa che lo segue: se vuole ci faccia sapere che diagnosi porrà e se ci saranno novità.
Vi faccio tanti auguri,
Il fatto che sia riuscito a passare al bar senza giocare mi fa pensare che forse la perdita di denaro ha costituito una sorta di stratagemma per farvi accorgere dei suoi problemi, e quindi una richiesta d'aiuto, più che la conseguenza di una reale dipendenza (che non sarebbe certo superabile da un giorno all'altro).
La valutazione di questo aspetto sarà in ogni caso effettuata dalla psicologa che lo segue: se vuole ci faccia sapere che diagnosi porrà e se ci saranno novità.
Vi faccio tanti auguri,
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Ex utente
Vede Dott.ssa Massaro, se non fosse per la somma considerevole che si è giocato e che ha perso e per il modo in cui si è impossessato di quella somma, penserei anche io ad una richiesta di aiuto da parte sua più che ad una vera e propria dipendenza....Così non è purtroppo perchè se avesse compreso il disvalore morale di quello che ha fatto si sarebbe fermato in tempo....
[#13]
Non è detto che una "valutazione morale" lo avrebbe portato a fermarsi: siamo in un campo diverso da quello del bene e del male nel senso che il disagio psicologico (che in parte o del tutto può dipendere dall'abuso che suo fratello ha subito) può averlo portato a comportarsi così in maniera del tutto irrazionale, perchè magari (per motivi che non conosciamo, visto che di lui abbiamo solo notizie di seconda mano) non era in grado di fare altrimenti.
Ad ogni modo aspettiamo di sapere da lei che valutazione farà la nostra collega della situazione.
Ad ogni modo aspettiamo di sapere da lei che valutazione farà la nostra collega della situazione.
[#14]
Ex utente
Settimana scorsa mio fratello ha avuto l'incontro con la psicologa. L'ho accompagnato di persona e con noi è venuta anche la sua attuale fidanzata. Credevo che il colloquio paziente-dottore dovesse avvenire in maniera riservata ma così non è stato visto che la psicologa ha fatto sì che sia io che la ragazza di mio fratello fossimo presenti.Siamo uscite solo un attimo perchè io ho insistito a che mio fratello rimanesse solo con la psicologa ritenendo che magari c'erano delle cose che in nostra presenza avrebbe avuto imbarazzo a dire, come infatti è stato.
All'incontro successivo,gli sono stati somministrati dei test e domani dovremmo avere il "responso". Mi chiedevo se la diagnosi viene messa per iscritto( cosa che gradirei) oppure no....
All'incontro successivo,gli sono stati somministrati dei test e domani dovremmo avere il "responso". Mi chiedevo se la diagnosi viene messa per iscritto( cosa che gradirei) oppure no....
[#15]
Gentile Signora,
Le e' noto quali test sono stati utilizzati?
Di norma il risultato dei test viene messo per iscritto.
Tuttavia se la terapeuta che ha somministrato i test e stilato la relazione e' la stessa che prendera' Suo fratello in terapia potrebbe omettere questa modalita'.
In tal caso potreste farne esplicita richiesta.
Ci faccia sapere!
Cordiali saluti
Le e' noto quali test sono stati utilizzati?
Di norma il risultato dei test viene messo per iscritto.
Tuttavia se la terapeuta che ha somministrato i test e stilato la relazione e' la stessa che prendera' Suo fratello in terapia potrebbe omettere questa modalita'.
In tal caso potreste farne esplicita richiesta.
Ci faccia sapere!
Cordiali saluti
[#16]
Ex utente
No non so quali test siano stati somministrati, ad ogni modo, dal colloquio avuto con la dott.ssa in occasione della prima seduta la stessa ci disse che dopo i test mio fratello avrebbe dovuto decidere se continuare con lei o meno....quindi a questo punto ritengo porrà la diagnosi per iscritto. Le farò sapere.La ringrazio per le dritte.
[#17]
Come le ha detto la Collega, se la diagnosi non fosse messa per iscritto suo fratello potrà sempre chiedere alla dottoressa di scrivere una relazione.
Per quanto riguarda il fatto che al colloquio siete state presenti anche lei e la fidanzata di suo fratello penso che questo dipenda dal tipo di approccio utilizzato dalla psicologa e/o dall'associazione nella diagnosi e cura delle dipendenze.
In ogni caso se ha dei dubbi o delle domande si senta libera di parlargliene.
Per quanto riguarda il fatto che al colloquio siete state presenti anche lei e la fidanzata di suo fratello penso che questo dipenda dal tipo di approccio utilizzato dalla psicologa e/o dall'associazione nella diagnosi e cura delle dipendenze.
In ogni caso se ha dei dubbi o delle domande si senta libera di parlargliene.
[#18]
>>> L'incontro è stato molto proficuo ma se devo essere sincera mi ha lasciato in dubbio il fatto che le persone lì presenti mi hanno chiaramente detto che in una situazione del genere lo psicologo serve a ben poco.
>>>
Forse è servito a ben poco *a loro*, questo però non vuol dire che in generale le cose vadano così. C'è chi può beneficiare maggiormente di un lavoro di gruppo, così come chi può risolvere il problema solo attraverso la psicoterapia individuale.
Un modo semplice per dirimere la questione potrebbe essere affiancare i due percorsi, se i professionisti non rileveranno controindicazioni particolari.
>>> Qual è la differenza fra un giocatore compulsivo e un viziato non maturo?
>>>
La differenza importante non è questa, ma la motivazione di suo fratello a uscire dal problema.
>>> Siamo uscite solo un attimo perchè io ho insistito a che mio fratello rimanesse solo con la psicologa
>>>
La psicologa le è sembrato che abbia accolto di buon grado il suo insistere, oppure avrebbe preferito, secondo lei, continuare con tutti quanti in seduta?
Tenga presente che a seconda dell'approccio utilizzato dalla collega, può essere prassi comune vedere in seduta anche i familiari del paziente.
>>>
Forse è servito a ben poco *a loro*, questo però non vuol dire che in generale le cose vadano così. C'è chi può beneficiare maggiormente di un lavoro di gruppo, così come chi può risolvere il problema solo attraverso la psicoterapia individuale.
Un modo semplice per dirimere la questione potrebbe essere affiancare i due percorsi, se i professionisti non rileveranno controindicazioni particolari.
>>> Qual è la differenza fra un giocatore compulsivo e un viziato non maturo?
>>>
La differenza importante non è questa, ma la motivazione di suo fratello a uscire dal problema.
>>> Siamo uscite solo un attimo perchè io ho insistito a che mio fratello rimanesse solo con la psicologa
>>>
La psicologa le è sembrato che abbia accolto di buon grado il suo insistere, oppure avrebbe preferito, secondo lei, continuare con tutti quanti in seduta?
Tenga presente che a seconda dell'approccio utilizzato dalla collega, può essere prassi comune vedere in seduta anche i familiari del paziente.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#19]
Ex utente
Rieccomi per gli aggiornamenti del caso. Ieri sera, io e mio fratello, siamo stati dalla psicologa la quale ha commentato innanzi a noi il risultato dei test somministrati. Con riferimento al gioco d'azzardo è stata lapidaria:trattasi di giocatore patologico. A ciò ha aggiunto altre considerazioni sulla personalità di mio fratello: ha parlato di umore disforico dicendo anche che tale aspetto necessita di un adeguato trattamento onde evitare il peggiorare della situazione(!!?).
Sostenendo l'attendibilità dei test in quanto mio fratello ha risposto sinceramente,la psicologa ha anche parlato di una certa impulsività di carattere che, unitamente all'umore disforico,andrebbe tenuta sottocontrollo.
Dopo la valutazione,nella quale mio fratello si è pienamente riconosciuto, ci ha chiesto quali fossero le nostre intenzioni in proposito dicendo che, comunque, laddove mio fratello decidesse di continuare a seguire il gruppo di giocatori anonimi, ciò sarebbe incompatibile con l'eventuale trattamento terapeutico che inizierebbe lei. Quindi aut aut. A fronte di ciò, mio fratello chiedeva se fosse possibile,con riferimento al gioco d'azzardo continuare a seguire il gruppo ga ed essere seguito da lei per quanto riguarda l'umore disforico e l'impulsività. Anche qui è stata perentoria dicendo che non è possibile.Ci riserviamo quindi un attimo per decidere il da farsi anche perchè mio fratello è fortemente motivato a seguire il gruppo.
Per il Dott. Santonocito
Non so se la dott.ssa abbia accettato di buon grado il mio insistere, certo è che pensavo si potesse rendere conto del fatto che magari "alcuni scheletri" ,non riguardanti certamente il problema del gioco, uno fa fatica a tirarli fuori in presenza di altri. Io volevo che lui parlasse( come poi ha fatto) alla dott.ssa dell'esperienza dell'abuso subita da piccolo e non volevo che lo facesse innanzi alla fidanzata che di ciò è all'oscuro. Il risultato di ciò è stato che la dott.ssa ha liquidato la questione relativa all'abuso dicendo che nella situazione attuale non era rilevante perchè noi eravamo lì per il problema del gioco.(!!!!????). Ed io che ho sempre creduto che la causa prima del problema e di altri aspetti del carattere di mio fratello potesse essere ricercata anche in quella direzione!!. Da tecnico del diritto quale sono ho evidentemente un modo di ragionare diverso dal vostro!
Saluti.
Sostenendo l'attendibilità dei test in quanto mio fratello ha risposto sinceramente,la psicologa ha anche parlato di una certa impulsività di carattere che, unitamente all'umore disforico,andrebbe tenuta sottocontrollo.
Dopo la valutazione,nella quale mio fratello si è pienamente riconosciuto, ci ha chiesto quali fossero le nostre intenzioni in proposito dicendo che, comunque, laddove mio fratello decidesse di continuare a seguire il gruppo di giocatori anonimi, ciò sarebbe incompatibile con l'eventuale trattamento terapeutico che inizierebbe lei. Quindi aut aut. A fronte di ciò, mio fratello chiedeva se fosse possibile,con riferimento al gioco d'azzardo continuare a seguire il gruppo ga ed essere seguito da lei per quanto riguarda l'umore disforico e l'impulsività. Anche qui è stata perentoria dicendo che non è possibile.Ci riserviamo quindi un attimo per decidere il da farsi anche perchè mio fratello è fortemente motivato a seguire il gruppo.
Per il Dott. Santonocito
Non so se la dott.ssa abbia accettato di buon grado il mio insistere, certo è che pensavo si potesse rendere conto del fatto che magari "alcuni scheletri" ,non riguardanti certamente il problema del gioco, uno fa fatica a tirarli fuori in presenza di altri. Io volevo che lui parlasse( come poi ha fatto) alla dott.ssa dell'esperienza dell'abuso subita da piccolo e non volevo che lo facesse innanzi alla fidanzata che di ciò è all'oscuro. Il risultato di ciò è stato che la dott.ssa ha liquidato la questione relativa all'abuso dicendo che nella situazione attuale non era rilevante perchè noi eravamo lì per il problema del gioco.(!!!!????). Ed io che ho sempre creduto che la causa prima del problema e di altri aspetti del carattere di mio fratello potesse essere ricercata anche in quella direzione!!. Da tecnico del diritto quale sono ho evidentemente un modo di ragionare diverso dal vostro!
Saluti.
[#20]
"ha parlato di umore disforico dicendo anche che tale aspetto necessita di un adeguato trattamento onde evitare il peggiorare della situazione(!!?)."
E' più che plausibile che il gioco d'azzardo assuma i connotati di una dipendenza in soggetti che soffrono di disturbi depressivi.
Come mai se ne meraviglia?
In precedenza lei ci ha detto che "ha 36anni e vive ancora in famiglia, non ha un lavoro fisso e i miei lo "mantengono"anche per le spese che deve affrontare per la sua auto", quindi è possibile che si senta una nullità e che abbia iniziato a giocare spinto dall'idea che solo un colpo di fortuna potrebbe risolvere questa situazione, ritenendosi incapace di combinare qualcosa con le proprie forze.
Averlo viziato nel modo che lei ci ha detto, infatti, può averlo reso debole e incapace di provvedere a sè stesso, e la sua autostima ne ha sicuramente risentito.
"la dott.ssa ha liquidato la questione relativa all'abuso dicendo che nella situazione attuale non era rilevante perchè noi eravamo lì per il problema del gioco.(!!!!????)"
E' possibile che la nostra collega intendesse dire che è inutile mettere troppa carne al fuoco e che è meglio affrontare i problemi andando per gradi.
Riguardo all'aut-aut evidentemente l'associazione alla quale vi siete rivolti non contempla la possibilità di un trattamento di gruppo da affiancare alla psicoterapia individuale, nel caso in cui sia necessairo intraprenderne una.
Per decidere dovreste chiedere alla dottoressa cosa vi consiglia e se il quadro clinoco di suo fratello è tale da richiedere preferibilmente un trattamento individuale e se è pensabile che segua per un certo periodo il gruppo per poi iniziare in un secondo momento il lavoro su di sè come singolo.
E' più che plausibile che il gioco d'azzardo assuma i connotati di una dipendenza in soggetti che soffrono di disturbi depressivi.
Come mai se ne meraviglia?
In precedenza lei ci ha detto che "ha 36anni e vive ancora in famiglia, non ha un lavoro fisso e i miei lo "mantengono"anche per le spese che deve affrontare per la sua auto", quindi è possibile che si senta una nullità e che abbia iniziato a giocare spinto dall'idea che solo un colpo di fortuna potrebbe risolvere questa situazione, ritenendosi incapace di combinare qualcosa con le proprie forze.
Averlo viziato nel modo che lei ci ha detto, infatti, può averlo reso debole e incapace di provvedere a sè stesso, e la sua autostima ne ha sicuramente risentito.
"la dott.ssa ha liquidato la questione relativa all'abuso dicendo che nella situazione attuale non era rilevante perchè noi eravamo lì per il problema del gioco.(!!!!????)"
E' possibile che la nostra collega intendesse dire che è inutile mettere troppa carne al fuoco e che è meglio affrontare i problemi andando per gradi.
Riguardo all'aut-aut evidentemente l'associazione alla quale vi siete rivolti non contempla la possibilità di un trattamento di gruppo da affiancare alla psicoterapia individuale, nel caso in cui sia necessairo intraprenderne una.
Per decidere dovreste chiedere alla dottoressa cosa vi consiglia e se il quadro clinoco di suo fratello è tale da richiedere preferibilmente un trattamento individuale e se è pensabile che segua per un certo periodo il gruppo per poi iniziare in un secondo momento il lavoro su di sè come singolo.
[#21]
Ex utente
Dott.ssa Massaro,come al solito,Lei coglie nel segno.Vero è che mio fratello,per sua stessa ammissione, ha iniziato a giocare spinto dall'idea di un colpo di fortuna che potesse risolvere i suoi problemi. L'autostima che ha di sè in alcuni momenti è alta al punto da sentirsi un grande,in altri completamente assente. Nel fare le cose,il suo entusiasmo iniziale è forte ma scema inevitabilmente a "metà dell'opera" al punto da abbandonare ciò che ha iniziato.Credo manchi di motivazione.
Con riferimento all'abuso,quale possibile causa dei suoi mali,la dott.ssa è stata chiara nel sostenere che a noi interessa il problema non la sua causa che potrebbe anche non essere mai risolta! Sbaglio o i gli eventi si risolvono elaborandoli?Ma come si fa ad elaborare se non si capisce il perchè? A cosa serve curare il problema non curandosi delle possibili cause? Perdoni lo smarrimento!La ringrazio.
Con riferimento all'abuso,quale possibile causa dei suoi mali,la dott.ssa è stata chiara nel sostenere che a noi interessa il problema non la sua causa che potrebbe anche non essere mai risolta! Sbaglio o i gli eventi si risolvono elaborandoli?Ma come si fa ad elaborare se non si capisce il perchè? A cosa serve curare il problema non curandosi delle possibili cause? Perdoni lo smarrimento!La ringrazio.
[#22]
Gent.ma Signora,
Non tutti gli approcci si occupano della elaborazione delle cause. Il trattaento delle dipendenze e' spesso effettuato con un approccio sistemico che utilizza altri parametri.
Per caso la psicologa ha proposto anche a voi familiari di partecipare alla terapia?
Non tutti gli approcci si occupano della elaborazione delle cause. Il trattaento delle dipendenze e' spesso effettuato con un approccio sistemico che utilizza altri parametri.
Per caso la psicologa ha proposto anche a voi familiari di partecipare alla terapia?
[#23]
Come le ha risposto la d.ssa Esposito, esistono differenti approcci alla soluzione dei disturbi psicologici e alcuni di essi si occupano degli effetti senza dare particolare peso alle cause ma non nel senso che lo psicologo non se ne fa un'idea, ma che nel corso della terapia queste rimangono sullo sfondo.
Se lei è perplessa ma suo fratello non lo è eviti di trasmettergli la sfiducia che forse sta provando, perchè l'importante è che prima di tutto sia lui ad essere convinto che la persona che lo seguirà gli sarà utile a risolvere i suoi problemi.
Se perdesse la fiducia tutto sarebbe inutile.
Se lei è perplessa ma suo fratello non lo è eviti di trasmettergli la sfiducia che forse sta provando, perchè l'importante è che prima di tutto sia lui ad essere convinto che la persona che lo seguirà gli sarà utile a risolvere i suoi problemi.
Se perdesse la fiducia tutto sarebbe inutile.
[#24]
Ex utente
No, nessuna proposta in tal senso,Dott.ssa. Grazie per il chiarimento circa la mancata elaborazione della causa.
La aggiornerò sugli sviluppi.Per il momento però,posso solo dirLe che da quando abbiamo scoperto la questione,circa due settimane fa, mio fratello è in astinenza,ma la cosa bella è che sostiene di non sentire il bisogno di andare a giocare, riuscendo a controllare tale patologia nonostante,in qualche occasione, sia tornato nei famigerati posti! La scarsa disponibilità economica fa il resto! Ha ripreso a frequentare amici che aveva trascurato per via del gioco,dedicando maggior tempo a se stesso ed ai rapporti con gli altri.Questo è quello che mi ha riferito e non ho motivo di non credergli visto che, comunque,per il rapporto che abbiamo,mi avrebbe tranquillamente detto se la cosa continuava.
Sta facendo una sorta di bilancio della sua vita e cercando soluzioni su più fronti.Io incrocio le dita per lui e gli sono vicina.
La saluto cordialmente.
La aggiornerò sugli sviluppi.Per il momento però,posso solo dirLe che da quando abbiamo scoperto la questione,circa due settimane fa, mio fratello è in astinenza,ma la cosa bella è che sostiene di non sentire il bisogno di andare a giocare, riuscendo a controllare tale patologia nonostante,in qualche occasione, sia tornato nei famigerati posti! La scarsa disponibilità economica fa il resto! Ha ripreso a frequentare amici che aveva trascurato per via del gioco,dedicando maggior tempo a se stesso ed ai rapporti con gli altri.Questo è quello che mi ha riferito e non ho motivo di non credergli visto che, comunque,per il rapporto che abbiamo,mi avrebbe tranquillamente detto se la cosa continuava.
Sta facendo una sorta di bilancio della sua vita e cercando soluzioni su più fronti.Io incrocio le dita per lui e gli sono vicina.
La saluto cordialmente.
[#25]
Gentile Signora, se dovesse essere necessario fare una scelta e' bene avere informazioni sufficienti. Le e' noto se Il gruppo Giocatori Anonimi sia' un gruppo cosiddetto di "auto-aiuto" (non condotto da uno psicologo ma gestito dagli utenti stessi)?
[#28]
>>> Io volevo che lui parlasse( come poi ha fatto) alla dott.ssa dell'esperienza dell'abuso subita da piccolo
>>>
Sì, ma se vuole aumentare le possibilità che la psicologa possa svolgere al meglio il suo lavoro, deve lasciare a lei la decisione su cosa è opportuno fare o non fare, e quando farlo. Può darsi che la collega abbia valutato che nelle primissime sedute non fosse opportuno far parlare subito suo fratello di se stesso, da solo. In terapia il "quando" può essere importantissimo.
>>> Il risultato di ciò è stato che la dott.ssa ha liquidato la questione relativa all'abuso dicendo che nella situazione attuale non era rilevante perchè noi eravamo lì per il problema del gioco.(!!!!????).
>>>
È la prima impressione che ho avuto anch'io, sebbene a distanza ci si possa sbagliare facilmente.
Può darsi che l'abuso sia stato un fattore aggravante, ma può darsi anche di no. Se questa fosse una correlazione affidabile, dovremmo vedere che tutti o gran parte degli abusati finiscono per diventare giocatori patologici, il che però a me non risulta.
>>> Ed io che ho sempre creduto che la causa prima del problema e di altri aspetti del carattere di mio fratello potesse essere ricercata anche in quella direzione!!
>>>
Bene, ma il fatto che lei l'abbia sempre creduto non lo rende più reale. Lasci fare alla psicologa il suo lavoro, poi si vedrà come stanno davvero le cose. Spesso è la soluzione che spiega davvero il problema, non il contrario.
>>> Da tecnico del diritto quale sono ho evidentemente un modo di ragionare diverso dal vostro!
>>>
Beh, per fortuna. Come si dice: a ciascuno il suo.
>>> L'autostima che ha di sè in alcuni momenti è alta al punto da sentirsi un grande,in altri completamente assente.
>>>
>>> la cosa bella è che sostiene di non sentire il bisogno di andare a giocare, riuscendo a controllare tale patologia nonostante,in qualche occasione, sia tornato nei famigerati posti!
>>>
Queste cose probabilmente sono da ricondurre a delle oscillazioni dell'umore anch'esse correlate al problema. Perciò non fate molto affidamento né ai momenti in cui si sente al massimo, né quando vi dice "ho già smesso" dopo sole due settimane. In questi casi il rischio di ricadute è grande.
>>>
Sì, ma se vuole aumentare le possibilità che la psicologa possa svolgere al meglio il suo lavoro, deve lasciare a lei la decisione su cosa è opportuno fare o non fare, e quando farlo. Può darsi che la collega abbia valutato che nelle primissime sedute non fosse opportuno far parlare subito suo fratello di se stesso, da solo. In terapia il "quando" può essere importantissimo.
>>> Il risultato di ciò è stato che la dott.ssa ha liquidato la questione relativa all'abuso dicendo che nella situazione attuale non era rilevante perchè noi eravamo lì per il problema del gioco.(!!!!????).
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È la prima impressione che ho avuto anch'io, sebbene a distanza ci si possa sbagliare facilmente.
Può darsi che l'abuso sia stato un fattore aggravante, ma può darsi anche di no. Se questa fosse una correlazione affidabile, dovremmo vedere che tutti o gran parte degli abusati finiscono per diventare giocatori patologici, il che però a me non risulta.
>>> Ed io che ho sempre creduto che la causa prima del problema e di altri aspetti del carattere di mio fratello potesse essere ricercata anche in quella direzione!!
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Bene, ma il fatto che lei l'abbia sempre creduto non lo rende più reale. Lasci fare alla psicologa il suo lavoro, poi si vedrà come stanno davvero le cose. Spesso è la soluzione che spiega davvero il problema, non il contrario.
>>> Da tecnico del diritto quale sono ho evidentemente un modo di ragionare diverso dal vostro!
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Beh, per fortuna. Come si dice: a ciascuno il suo.
>>> L'autostima che ha di sè in alcuni momenti è alta al punto da sentirsi un grande,in altri completamente assente.
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>>> la cosa bella è che sostiene di non sentire il bisogno di andare a giocare, riuscendo a controllare tale patologia nonostante,in qualche occasione, sia tornato nei famigerati posti!
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Queste cose probabilmente sono da ricondurre a delle oscillazioni dell'umore anch'esse correlate al problema. Perciò non fate molto affidamento né ai momenti in cui si sente al massimo, né quando vi dice "ho già smesso" dopo sole due settimane. In questi casi il rischio di ricadute è grande.
Questo consulto ha ricevuto 31 risposte e 4.3k visite dal 15/03/2012.
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