Non riesco a studiare
Salve sono una ragazza,frequento l'università di giurisprudenza e sto per entrare nel primo anno fuori corso,sono rimasta indietro e purtroppo mi mancano più di dieci esami alla fine tra cui ovviamente ,i più lunghi e pesanti.
Avevo cominciato quest anno,a settembre,con tutte le buone intenzioni,infatti il mio problema in realtà non sta nello svegliarmi ed andare a seguire i corsi all'universita',bensì nella seconda fase quella della preparazione degli esami.
Ogni mattina mi siedo ,inizio a studiare,faccio dieci pagine e poi inizio a pensare,penso che sono indietro, che tutti i miei amici hanno già finito,che sto deludendo i miei,che sto deludendo me stessa,che avrei potuto fare altre mille cose se avessi già finito l'università in tempo,che sto buttando la mia vita etc etc(tutti pensieri molto poco costruttivi,lo so,ma non riesco ad evitarli)
Dopo di che chiudo il libro e comincio a non fare un bel niente,e come se cadessi in una sorta di catalessi,e penso che riprenderò a studiare dopo,faccio il programma di come e quanto devo studiare ogni singolo giorno per arrivare all'esame ma non lo rispetto,non esco,non parto con gli amici perche' "devo studiare" ma poi non lo faccio!
Prima tutto ciò mi dava ansia,crisi di pianto e nervosismo insomma,mi faceva impazzire ora invece è come se l'avessi subconsciamente accetto,non credo di esserne capace,oppure penso che avrei bisogno di una persona che stesse seduta affianco a me ogni giorno e mi incitasse a studiare,e credo che a 24 anni non sia proprio il caso.
Con i miei genitori mento,dico loro che vado a fare l'esame,ma ovviamente non è vero,e al ritorno racconto di essere stata bocciata..
Ho una buona media,ma sono lenta nello studio,purtroppo non trovo nessuno con cui studiare e sono sempre pronta a rimandare la prossima sessione esami...Mi sento vuota stanca e incapace di reagire,e soprattutto sono mola delusa da me stessa.
Avevo cominciato quest anno,a settembre,con tutte le buone intenzioni,infatti il mio problema in realtà non sta nello svegliarmi ed andare a seguire i corsi all'universita',bensì nella seconda fase quella della preparazione degli esami.
Ogni mattina mi siedo ,inizio a studiare,faccio dieci pagine e poi inizio a pensare,penso che sono indietro, che tutti i miei amici hanno già finito,che sto deludendo i miei,che sto deludendo me stessa,che avrei potuto fare altre mille cose se avessi già finito l'università in tempo,che sto buttando la mia vita etc etc(tutti pensieri molto poco costruttivi,lo so,ma non riesco ad evitarli)
Dopo di che chiudo il libro e comincio a non fare un bel niente,e come se cadessi in una sorta di catalessi,e penso che riprenderò a studiare dopo,faccio il programma di come e quanto devo studiare ogni singolo giorno per arrivare all'esame ma non lo rispetto,non esco,non parto con gli amici perche' "devo studiare" ma poi non lo faccio!
Prima tutto ciò mi dava ansia,crisi di pianto e nervosismo insomma,mi faceva impazzire ora invece è come se l'avessi subconsciamente accetto,non credo di esserne capace,oppure penso che avrei bisogno di una persona che stesse seduta affianco a me ogni giorno e mi incitasse a studiare,e credo che a 24 anni non sia proprio il caso.
Con i miei genitori mento,dico loro che vado a fare l'esame,ma ovviamente non è vero,e al ritorno racconto di essere stata bocciata..
Ho una buona media,ma sono lenta nello studio,purtroppo non trovo nessuno con cui studiare e sono sempre pronta a rimandare la prossima sessione esami...Mi sento vuota stanca e incapace di reagire,e soprattutto sono mola delusa da me stessa.
[#1]
Gentilissima,
da come parla della situazione sembrerebbe che il problema sia legato alla sua motivazione rispetto allo studio, e forse a quegli studi in particolare.
Ha scelto lei quel corso di laurea?
Se sì, con quale aspettativa?
Immagino che qualcosa sia andato diversamente da quello che lei immaginava prima di cominciare l'università: cosa?
da come parla della situazione sembrerebbe che il problema sia legato alla sua motivazione rispetto allo studio, e forse a quegli studi in particolare.
Ha scelto lei quel corso di laurea?
Se sì, con quale aspettativa?
Immagino che qualcosa sia andato diversamente da quello che lei immaginava prima di cominciare l'università: cosa?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
Si certo,l'ho scelto io,inoltre so già cosa vorrei fare da "grande",è un sogno che ho sempre avuto ma in che questo momento mi sembra lontano e irraggiungibile..
Cosa È andato storto non saprei dirle..nel senso che non è successi nulla di così eclatante che mi possa aver portato a ciò
Cosa È andato storto non saprei dirle..nel senso che non è successi nulla di così eclatante che mi possa aver portato a ciò
[#3]
"Ogni mattina mi siedo ,inizio a studiare,faccio dieci pagine e poi inizio a pensare,penso che sono indietro, che tutti i miei amici hanno già finito,che sto deludendo i miei,che sto deludendo me stessa,che avrei potuto fare altre mille cose se avessi già finito l'università in tempo,che sto buttando la mia vita etc etc"
Gentile ragazza,
posso comprendere lo scoraggiamento e la delusione del non riuscire a fare una cosa che tanto si vorrebbe. L'impressione, però, è che stia caricando il suo successo nello studio e la sua carriera universitaria di significati eccessivi. E' come se sul terreno di gioco del successo universitario si stesse giocando il suo valore personale, è come se lei si stesse dicendo "dal momento che fallire in quest'impresa vuol dire perdere la stima di me stessa e dunque la posta in gioco è troppo alta, allora rinuncio e smetto di giocare" e in effetti lei abbandona il campo e non si impegna a sufficienza.
Forse se riuscisse a riflettere sul fatto che essere "veloci" nello studio e chiudere il percorso universitario in maniera brillante sono cose importanti ma che nulla hanno a che vedere col suo valore, allora probabilmente la "partita" sarebbe più leggera e meno difficile da giocare.
Ha mai pensato di parlare di queste difficoltà e di raccontare a uno psicologo le cose che ha raccontato a noi oggi?
un caro saluto e in bocca al lupo
Gentile ragazza,
posso comprendere lo scoraggiamento e la delusione del non riuscire a fare una cosa che tanto si vorrebbe. L'impressione, però, è che stia caricando il suo successo nello studio e la sua carriera universitaria di significati eccessivi. E' come se sul terreno di gioco del successo universitario si stesse giocando il suo valore personale, è come se lei si stesse dicendo "dal momento che fallire in quest'impresa vuol dire perdere la stima di me stessa e dunque la posta in gioco è troppo alta, allora rinuncio e smetto di giocare" e in effetti lei abbandona il campo e non si impegna a sufficienza.
Forse se riuscisse a riflettere sul fatto che essere "veloci" nello studio e chiudere il percorso universitario in maniera brillante sono cose importanti ma che nulla hanno a che vedere col suo valore, allora probabilmente la "partita" sarebbe più leggera e meno difficile da giocare.
Ha mai pensato di parlare di queste difficoltà e di raccontare a uno psicologo le cose che ha raccontato a noi oggi?
un caro saluto e in bocca al lupo
Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com
[#4]
Non deve per forza essere successo qualcosa di eclatante.
Forse si è semplicemente resa conto che il "sogno" (immagino di diventare avvocato o magistrato) è diverso dalla "realtà" degli sforzi necessari per concretizzarlo.
La materia l'annoia?
Pensava che occorresse meno impegno per laurearsi?
Sente molto le pressioni della famiglia, che teme di deludere?
Forse si è semplicemente resa conto che il "sogno" (immagino di diventare avvocato o magistrato) è diverso dalla "realtà" degli sforzi necessari per concretizzarlo.
La materia l'annoia?
Pensava che occorresse meno impegno per laurearsi?
Sente molto le pressioni della famiglia, che teme di deludere?
[#5]
Gentile utente, il "sogno" di cui parla è legato in qualche modo ai suoi studi?
Ne può parlare?
Inoltre, lei dice di aver iniziato a settembre senza particolari problemi e che da allora le cose non vanno come lei aveva immaginato. Sono passati pochi mesi da settembre e andare fuori corso può succedere (in verità capita a moltissimi studenti), crede che questo possa essere un momento di stallo transitorio o avverte un disagio più profondo?
Ha provato a parlarne con uno psicologo della sua zona?
Cordiali saluti.
Ne può parlare?
Inoltre, lei dice di aver iniziato a settembre senza particolari problemi e che da allora le cose non vanno come lei aveva immaginato. Sono passati pochi mesi da settembre e andare fuori corso può succedere (in verità capita a moltissimi studenti), crede che questo possa essere un momento di stallo transitorio o avverte un disagio più profondo?
Ha provato a parlarne con uno psicologo della sua zona?
Cordiali saluti.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#8]
Gentile ragazza,
utilizziamo una similitudine: se una persona decide di correre una maratona ma si dice "posso permettermi solo arrivare al primo posto, il secondo o il terzo sono inaccettabili e sarebbero un fallimento personale,avrei minor valore se questo accadesse!", secondo lei è più facile/probabile che questa persona si alleni per la sua maratona o abbandoni la gara?
Io opterei per la seconda ed è esattamente quello che lei sta facendo.
Non c'è il suo valore in gioco,lo ricordi.
Perchè non prova a condividere queste considerazioni nel contesto di una consultazione psicologica. Le nostre risposte la possono aiutare ma probabilmente non saranno, ahimè, risolutive.
Un caro saluto e ancora in bocca al lupo
utilizziamo una similitudine: se una persona decide di correre una maratona ma si dice "posso permettermi solo arrivare al primo posto, il secondo o il terzo sono inaccettabili e sarebbero un fallimento personale,avrei minor valore se questo accadesse!", secondo lei è più facile/probabile che questa persona si alleni per la sua maratona o abbandoni la gara?
Io opterei per la seconda ed è esattamente quello che lei sta facendo.
Non c'è il suo valore in gioco,lo ricordi.
Perchè non prova a condividere queste considerazioni nel contesto di una consultazione psicologica. Le nostre risposte la possono aiutare ma probabilmente non saranno, ahimè, risolutive.
Un caro saluto e ancora in bocca al lupo
[#10]
Come mai pensa di aver bisogno di una psicoterapia?
A mio avviso può essere sufficiente una consulenza che le consenta di chiarire come mai è giunta a lasciare indietro proprio la parte più faticosa del cammino (i 10 esami più pesanti), esplorando le sue motivazioni ed aspettative rispetto sia allo studio sia al futuro, e che l'aiuti a "sbloccare" la situazione.
A mio avviso può essere sufficiente una consulenza che le consenta di chiarire come mai è giunta a lasciare indietro proprio la parte più faticosa del cammino (i 10 esami più pesanti), esplorando le sue motivazioni ed aspettative rispetto sia allo studio sia al futuro, e che l'aiuti a "sbloccare" la situazione.
[#11]
Può leggere questi articoli, per informarsi:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Gli articoli parlano di psicoterapia, ma grosso modo le indicazioni valgono anche per la consulenza psicologica.
Cordiali saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Gli articoli parlano di psicoterapia, ma grosso modo le indicazioni valgono anche per la consulenza psicologica.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#12]
Cara ragazza,
legga e si documenti sulla scelta del professionista al quale rivolgersi e con il quale intraprendere il cammino ma tenga a mente che, al di là dell'orientamento, dovrà essere una persona con la quale lei si sente a suo agio e sente di potersi aprire, questo è un criterio fondamentale.
un caro saluto
legga e si documenti sulla scelta del professionista al quale rivolgersi e con il quale intraprendere il cammino ma tenga a mente che, al di là dell'orientamento, dovrà essere una persona con la quale lei si sente a suo agio e sente di potersi aprire, questo è un criterio fondamentale.
un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 49.1k visite dal 14/03/2012.
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