Ho deciso di lasciare e ora mi tormento
Per lui provavo un odio/amore. A volte detestavo il suo modo di pensare, le sue opinioni sulle persone e sul mondo, che reputavo a volte grette e ristrette. ma soprattutto detestavo il suo dover sempre e per forza guardare le belle ragazze, anche se io mi ero vestita e pettinata come piaceva a lui per fargli piacere...in queste occasioni mi sentivo profondamente umiliata. Gliene avevo parlato, ma niente: aveva reso più rapidi gli sguardi, ma continuavo a notarli. Di tutte le mie amiche faceva commenti sull'aspetto. Mi dichiarava come se niente fosse di aver passato magari un pomeriggio intero a cercare su internet il video hard di una nota donna di spettacolo. Amavo la sua attenzione per i dettagli, il fatto che fosse un grande lettore e cinefilo, il fatto che mi aprisse dei mondi intellettuali. Abbiamo iniziato a soffrire di solitudine: lui preferiva fare amicizia con un certo tipo di persone, io con altre...risultato: io rinuncio alle persone che mi vanno a genio, lui coltiva le sue "nuove amicizie" da solo. Poco a poco la mia autostima scende: inizio a sentirmi brutta e inutile, vivo in un'ansia continua di tradimento (anche perché lui ha tradito 2 sue ex su 3, di cui la più importante per mesi). Lo lascio e poco dopo scopro che lui aveva intrapreso una corrispondenza via email con una ragazza della quale io ero gelosissima, anche se ammettevo che era una paranoia mia, e gli chiedevo aiuto per riuscire a superarla. Non solo. Scopro che LEi aveva subodorato qualcosa di strano in questo suo mandarle email e aveva voluto mettere le cose in chiaro, dicendo che sapeva che che lui era fidanzato...e aquel punto lui si era dilungato in grandi dichiarazioni d'amore per me, ma allo stesso tempo mi portava nei locali dove "casualmente" la incontravamo (ho il forte sospetto che lui si informasse via email di dove lei andava e poi casualmente capitavamo lì)...insomma tutta una serie di cose simili. Ora mi sento tradita, mi sento malissimo, lo odio e allo stesso tempo mi colpevolizzo. Sto malissimo
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Gentile Signora,
Il,guazzabuglio che abita il suo sentire, credo andrebbe analizzato a fondo .
Le differenze tra i partners, quando rappresentano un valore aggiunto al legame, sono le ben venute, ma quando sono piu' le cose che tolgono, rispetto a quelle che danno, dovrebbero far rilettere.
Una consulenza psicologica, credo sarebbe indicata, al fine di far luce tra le ambivalenze del suo sentire e per poter fare un lavoro su di se', sulla sua autostima e sul suo volere, a prescindere dal suo lui.
Saluti
Il,guazzabuglio che abita il suo sentire, credo andrebbe analizzato a fondo .
Le differenze tra i partners, quando rappresentano un valore aggiunto al legame, sono le ben venute, ma quando sono piu' le cose che tolgono, rispetto a quelle che danno, dovrebbero far rilettere.
Una consulenza psicologica, credo sarebbe indicata, al fine di far luce tra le ambivalenze del suo sentire e per poter fare un lavoro su di se', sulla sua autostima e sul suo volere, a prescindere dal suo lui.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Ex utente
Gentili dottori,
posto ancora qui un consulto perché si riferisce ancora a questa relazione. Ho iniziato un lavoro su di me, e proprio grazie a questo sto scoprendo di essere una persona rigida e che tende a giudicare gli altri. Ci sto lavorando e piano piano sto anche migliorando da questo punto di vista. Tuttavia ora vedo chiaramente anche le mie responsabilità nella fine della mia relazione. Mi rendo conto che io non riuscivo ad accettare il mio ex, i suoi atteggiamenti e vedevo tutto come una mancanza d'amore verso di me, anche quando altri fatti mi smentivano. Soffrivo moltissimo. Credo di averlo lasciato, non perché non provassi più sentimenti, ma solo per smettere di soffrire. Dopo alcuni mesi senza contatti e abbastanza sereni (nonostante la nostalgia di lui) l'ho incontrato per caso (credo che abbia un'altra) e sono sprofondata in un vortice di infelicità. Il senso di colpa per aver condotto la nostra relazione alla fine, mi risulta insopportabile e continuo a piangere. Lui ha sbagliato molto, è vero, ma ha anche fatto di tutto affinché lo perdonassi...e io non ne sono stata capace! Mi detesto per questo...Quello che chiedo a Voi, gentili dottori, è di aiutarmi a vedere la cosa da un altro punto di vista in modo da liberarmi da questa atroce sensazione di aver sbagliato tutto, di essere una persona orribile, chiusa in una torre d'avorio dalla quale sputare sentenze su come dovrebbero essere il mondo e le persone
posto ancora qui un consulto perché si riferisce ancora a questa relazione. Ho iniziato un lavoro su di me, e proprio grazie a questo sto scoprendo di essere una persona rigida e che tende a giudicare gli altri. Ci sto lavorando e piano piano sto anche migliorando da questo punto di vista. Tuttavia ora vedo chiaramente anche le mie responsabilità nella fine della mia relazione. Mi rendo conto che io non riuscivo ad accettare il mio ex, i suoi atteggiamenti e vedevo tutto come una mancanza d'amore verso di me, anche quando altri fatti mi smentivano. Soffrivo moltissimo. Credo di averlo lasciato, non perché non provassi più sentimenti, ma solo per smettere di soffrire. Dopo alcuni mesi senza contatti e abbastanza sereni (nonostante la nostalgia di lui) l'ho incontrato per caso (credo che abbia un'altra) e sono sprofondata in un vortice di infelicità. Il senso di colpa per aver condotto la nostra relazione alla fine, mi risulta insopportabile e continuo a piangere. Lui ha sbagliato molto, è vero, ma ha anche fatto di tutto affinché lo perdonassi...e io non ne sono stata capace! Mi detesto per questo...Quello che chiedo a Voi, gentili dottori, è di aiutarmi a vedere la cosa da un altro punto di vista in modo da liberarmi da questa atroce sensazione di aver sbagliato tutto, di essere una persona orribile, chiusa in una torre d'avorio dalla quale sputare sentenze su come dovrebbero essere il mondo e le persone
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Cara Utente,
quando dice: <<Ho iniziato un lavoro su di me>> intende che ha iniziato una psicoterapia? Se si, di che tipo?
Quello che scrive sembrerebbe far pensare che, oltre ad essere rigida e giudicante con gli altri, forse lo è anche con se stessa.
Dalla sua torre d'avorio trova il modo di sputare sentenze anche sul suo comportamento, su ciò che ha fatto; ma il passato ormai è andato e non si può tornare indietro per rimettere a posto le cose nè vivere di sensi di colpa.
Quello che invece si può fare è provare a guardare avanti.
<<l'ho incontrato per caso (credo che abbia un'altra) e sono sprofondata in un vortice di infelicità. >>
Si è chiesta da cosa nasce questo vortice di infelicità? Quanto incide il fatto che lui abbia un'altra?
Fatte queste brevissime considerazioni tenga conto che, se sta seguendo un percorso di psicoterapia, il riferimento per i suoi dubbi è giusto che sia e continui ad essere il terapeuta; questo anche per non perdere elementi utili al percorso in atto.
Un caro saluto
quando dice: <<Ho iniziato un lavoro su di me>> intende che ha iniziato una psicoterapia? Se si, di che tipo?
Quello che scrive sembrerebbe far pensare che, oltre ad essere rigida e giudicante con gli altri, forse lo è anche con se stessa.
Dalla sua torre d'avorio trova il modo di sputare sentenze anche sul suo comportamento, su ciò che ha fatto; ma il passato ormai è andato e non si può tornare indietro per rimettere a posto le cose nè vivere di sensi di colpa.
Quello che invece si può fare è provare a guardare avanti.
<<l'ho incontrato per caso (credo che abbia un'altra) e sono sprofondata in un vortice di infelicità. >>
Si è chiesta da cosa nasce questo vortice di infelicità? Quanto incide il fatto che lui abbia un'altra?
Fatte queste brevissime considerazioni tenga conto che, se sta seguendo un percorso di psicoterapia, il riferimento per i suoi dubbi è giusto che sia e continui ad essere il terapeuta; questo anche per non perdere elementi utili al percorso in atto.
Un caro saluto
Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
In molte relazioni dove la sofferenza ed il dolore hanno la meglio sui bei momenti la questione principale non è la mancanza d'affetto o amore, ma la sofferenza.
Cioè il fatto di essere attratti da relazioni all'interno delle quali stiamo male. Di sentirsi responsabili ed in colpa per aver troncato una relazione che causa sofferenza e infelicità.
Oggi dovrebbe dedicarsi alla ricerca di relazioni meno scivolose, dove il partner sia più adeguato ai suoi bisogni e necessità.
Ovviamente non è così semplice, poichè certi dolori sono davvero intensi, ma dato che lei ha intrapreso un percorso le potrebbe essere d'aiuto affrontare certi temi col suo terapeuta.
[#7]
Ex utente
Gent. Dott. Callina,
grazie per la sua risposta.
"ha iniziato una psicoterapia? Se si, di che tipo?" sì, ma non saprei dire di che tipo
"Si è chiesta da cosa nasce questo vortice di infelicità? Quanto incide il fatto che lui abbia un'altra?" Non sono sicura che ne abbia un'altra, è solo un sospetto. Non riesco assolutamente a capire perché sto reagendo in maniera così esagerata...il peggio è iniziato quando gli ho mandato un sms in cui ammettevo le mie colpe e dichiaravo di essere dispiaciuta per le cose negative che c'erano state tra di noi (quando stavamo insieme lo accusavo sempre) e che gli auguravo di essere felice La sua risposta è stata bella...e il tutto aveva un sapore "conclusivo". Forse per questo mi sento così infelice, perché ora ho davvero la percezione che è tutto finito e non sopporto il senso di colpa.
"se sta seguendo un percorso di psicoterapia, il riferimento per i suoi dubbi è giusto che sia e continui ad essere il terapeuta; questo anche per non perdere elementi utili al percorso in atto". Lei a perfettamente ragione, e mi son trattenuta a lungo dallo scrivere, ma in questo periodo chi mi segue non c'è, e il dolore in alcuni momenti mi risulta insopportabile, tanto più che sono costretta a lavorare da casa, quindi con poche distrazioni.
grazie per la sua risposta.
"ha iniziato una psicoterapia? Se si, di che tipo?" sì, ma non saprei dire di che tipo
"Si è chiesta da cosa nasce questo vortice di infelicità? Quanto incide il fatto che lui abbia un'altra?" Non sono sicura che ne abbia un'altra, è solo un sospetto. Non riesco assolutamente a capire perché sto reagendo in maniera così esagerata...il peggio è iniziato quando gli ho mandato un sms in cui ammettevo le mie colpe e dichiaravo di essere dispiaciuta per le cose negative che c'erano state tra di noi (quando stavamo insieme lo accusavo sempre) e che gli auguravo di essere felice La sua risposta è stata bella...e il tutto aveva un sapore "conclusivo". Forse per questo mi sento così infelice, perché ora ho davvero la percezione che è tutto finito e non sopporto il senso di colpa.
"se sta seguendo un percorso di psicoterapia, il riferimento per i suoi dubbi è giusto che sia e continui ad essere il terapeuta; questo anche per non perdere elementi utili al percorso in atto". Lei a perfettamente ragione, e mi son trattenuta a lungo dallo scrivere, ma in questo periodo chi mi segue non c'è, e il dolore in alcuni momenti mi risulta insopportabile, tanto più che sono costretta a lavorare da casa, quindi con poche distrazioni.
[#8]
Ex utente
Grazie anche a lei Dott. Giusti.
MI rendo conto che il lavoro psicoterapeutico è lungo e doloroso, perché emergono tanti dolori lontani e sopiti...poi a volte un dolore più recente "scoppia" all'improvviso e nonostante il buon lavoro fatto ci si sente ancora perduti.
Quello che mi chiedo è se io sono capace di essere felice in una relazione, se il problema è la "relazione scivolosa", il "partner sbagliato", o sono io. Quando penso che il problema è il tipo di relazione, mi sento meglio, quando invece penso che sia colpa mia, allora mi tomento e non riesco ad accettare il peso di questa responsabilità.
So che per superare tutto questo devo fare riferimento al mio terapeuta, ma anche queste vostre riflessioni mi sono d'aiuto.
MI rendo conto che il lavoro psicoterapeutico è lungo e doloroso, perché emergono tanti dolori lontani e sopiti...poi a volte un dolore più recente "scoppia" all'improvviso e nonostante il buon lavoro fatto ci si sente ancora perduti.
Quello che mi chiedo è se io sono capace di essere felice in una relazione, se il problema è la "relazione scivolosa", il "partner sbagliato", o sono io. Quando penso che il problema è il tipo di relazione, mi sento meglio, quando invece penso che sia colpa mia, allora mi tomento e non riesco ad accettare il peso di questa responsabilità.
So che per superare tutto questo devo fare riferimento al mio terapeuta, ma anche queste vostre riflessioni mi sono d'aiuto.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 8.7k visite dal 13/03/2012.
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