Emozioni difficoltà a sentirle

da tempo sono in terapia, da quando mi ero reso conto di vivere una vita grigia priva di emozioni di passioni di interessi forti...in tanti anni per non sentire il dolore sono arrivato a tagliare le emozioni a non sentirle a gestire tutto con la testa, a trasformare le emozioni in pensieri e a lavorare su questi a cercare sempre e solo con la testa la via da seguire.Il mio terapeuta mi ha detto fin dall'inizio che questa era 1 forma di difesa dalla sofferenza che ormai in me scattava automaticamente e in modo indipendente dalla mia volontà senza che io nemmeno me ne accorgessi. Questo modo di comportarmi, di essere mi ha creato grossissimi problemi di relazione con le ragazze ed è stato questo che mi ha spinto da uno psicologo...non riuscivo a capire se ero innamorato o no e mi sembrava impossibile avere un simile dubbio. Il mio percorso va avanti e la mia vita in parallelo, recentemente dopo l'ennesimo litigio con una ragazza che "frequento" da anni ho deciso di chiudere una relazione che pur andando avanti da molto tempo non è mai "decollata" non mi sono mai lasciato andare completamente non l ho mai vista come la madre dei miei figli , perchè la vedo infantile, capricciosa...eppure la sua vicinanza riempie il vuoto che ho dentro come nessuna altra, e anche questa volta dopo un paio di settimane che non la vedo vorrei correre da lei, mi manca. Ho paura di rovinarle la vita e diperdere tempo anche io inseguendo i mulini a vento perchè è una situazione che si ripete ciclicamente, pensavo fosse colpa mia, che non mi capivo che non sapevo entrare in relazione con gli altri, io all'idea di sposami con lei e avere un figlio con lei resto pietrificato dalla paura eppure ho bisogno di lei. Se dipende dalla mia incapacità a lasciarmi andare, a fidarmi di tutto quello non viene dalla testa potrei tornare da lei e vedere come va, provare a vivere con lei senza pensare obbligatoriamente a matrimonio e figli; ma se a prescindere da me dalle mie difficoltà non c'è speranza di trasformare una storia di passione in una storia di amore, beh allora lasciarla andare mi farà soffrire di meno e scegliere di lasciarla andare sarà più facile
Mi rendo conto rileggendo che forse nessuno mi risponderà come vorrei io, al massimo mi direte " ma ne hai parlato col tuo psicolo?" in realtà mi ha già aiuìtato a mettere a fuoco alcune cose
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Mi rendo conto rileggendo che forse nessuno mi risponderà come vorrei io, al massimo mi direte " ma ne hai parlato col tuo psicolo?" in realtà mi ha già aiuìtato a mettere a fuoco alcune cose
>>>

Cercare una risposta "come vuoi tu" potrebbe essere un altro segno di rigidità.

Ma prima di chiedere pareri ad altri psicologi, è sempre meglio cercare di capire che risultati sta avendo, se ne sta avendo, la cura attuale.

Di che tipo di psicoterapia si tratta? Frequenza delle sedute, contenuti espressi in seduta, eventuali compiti ricevuti? Cos'altro ti ha detto lo psicologo, parlando in generale?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
non ho idea di che tipo di psicoterapia sia, frequenza 1 volta alla settimana , contenuti? Dalla storia della mia vita affettiva, agli episodi significativi della settimana.
compiti? esercizi volti a fidarmi della mia parte emotiva a trattarla bene a volerle bene
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Dr.ssa Emilia Sigillo Psicoterapeuta, Psicologo 29 2
Gentile ragazzo,
da quanto tempo vieni seguito dal collega? quali obiettivi sono stati fissati?
Hai scritto:
<in tanti anni per non sentire il dolore sono arrivato a tagliare le emozioni >
di quale dolore parli? è accaduto qualcosa di potenzialmente traumatico in passato?

<la sua vicinanza riempie il vuoto che ho dentro>
questo è un punto fondamentale: avere la possibilità di riempire con parti tue questo vuoto interiore, senza il bisogno di appoggiarsi all'esterno. Recuperare l'emozionalità, la sensibilità, la capacità di saper ascoltare ciò che si sente perché sono elementi essenziali della nostra identità. Insomma stare bene prima di tutto con se stessi per poter vivere autenticamente una relazione con l' altro.

Dr.ssa Emilia Sigillo - Psicologa e Psicoterapeuta - PESCARA
Insegnate Massaggio infantile AIMI
Perfezionata in Psicologia perinatale

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Utente
Utente
sono 2 anni. obiettivi? non li ho fissati. Mi sono sempre detto vado avanti fin che vedo che sto andando avanti se mi accorgessi di non vedere progressi mi fermerei.
Nessun trauma eccezionale. Fin da che ho memoria ho sempre provato fortissime le sensazioni negative, mi ricordo ancora la stretta allo stomaco quando mia mamma mi accompafnava all'asilo in auto, mi sentivo abbandonato..
Di che dolore parlo? Del dolore che ti dà illuderti e poi restare deluso da qualcuno/a genitori compresi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Apparentemente non sembra però che tu non le senta, le emozioni.

Con la tua ex ragazza litigavi spesso, l'hai lasciata, non resisti a non vederla per più di due settimane, riempie la tua vita, hai paura di rovinare la sua vita e la tua, lasciandotene coinvolgere di più.

Se non sono emozioni queste, non so cos'altro potrebbero essere.

Perciò il problema non è che non senti, ma forse che non riesci, effettivamente, a fare affidamento su ciò che senti.

Dicevi che la tua preoccupazione era di non ricevere una risposta "come vorresti tu". Come sarebbe la risposta che ti piacerebbe ricevere?

Cordiali saluti
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Utente
Utente
parlando col mio psicolo a volte a mi chiede "che effetto ti fa quello che ti sto dicendo?" e io rispondo "nessun effetto, non sento niente" poi con lui pian piano riesco a trovare cosa si nasconde dietro quel niente, magari rabbia che non sento legittima e la taglio all'istante prima ancora di sentirla, magari tristezza e ciò mi confonde perchè mi chiedo se7quante volte io credo di provare un'emozione e magari dietro c'è dell'altro che non sento. Ed è vero che quando sento qualcosa magari poi non riesco a fidarmi di quello che sento. O come nel caso di partenza non so quanto peso devo dare a quello che SENTO e quanto a quello che PENSO.
Che risposta volevo? Questa è perfetta per esempio! "Se non sono emozioni queste, non so cos'altro potrebbero essere.Perciò il problema non è che non senti, ma forse che non riesci, effettivamente, a fare affidamento su ciò che senti."
Perchè 1 qualcuno mi dice che quello che sento sono emozioni e non caos generato dal mio cervello
2 perchè dà un senso a quello che mi capita, l'idea che non mi fido delle mie emozioni

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> qualcuno mi dice che quello che sento sono emozioni e non caos generato dal mio cervello
>>>

Ma le emozioni SONO caotiche.

Il problema di accettare le emozioni è accettare che possono essere a volte previste, ma non controllate quando arrivano, cioè sono relativamente autonome. Ma non sono casuali: le emozioni sono un mezzo escogitato dall'evoluzione per aiutarci a interagire in modo più funzionale con l'ambiente. Sono segnali che ci indicano che è necessario agire - o non agire - in modo adeguato.

Perciò, se non sai usare le emozioni (la parola chiave è questa: usare) ti perdi metà della possibilità di vivere in modo pieno e completo.

>>> non so quanto peso devo dare a quello che SENTO e quanto a quello che PENSO
>>>

Il fatto stesso che tu faccia questa riflessione indica che il tuo tentativo sul quale hai puntato per tutti questi anni, perdendo, è probabilmente di cercare di ricondurre le emozioni al pensiero. Ossia, rendendoti conto che non potevi tagliare fuori le emozioni, hai fatto finta di poterle razionalizzare.

Ma le emozioni non fanno parte della razionalità. O meglio, hanno ragioni proprie che non sempre possono essere capite con la logica razionale.

La restituzione del tuo terapeuta è probabilmente corretta, ossia devi imparare a fidarti delle tue emozioni. Ma è un tipo di apprendimento, almeno dal punto di vista di una terapia come la breve strategica, che va fatto per esperienza. Le spiegazioni servono solo fino a un certo punto.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
grazie 1000 davvero per il suo punto di vista , mi aiuterà ne sono certo. Ho ancora 2 domande se ha ancora del tempo per me:
1 come si fa a capire che il terapeuta sta lavorando bene col paziente e su quali basi evntualmente ci si rivolge ad un altro professionista?
2 e questa è una domanda da giornale per donne rubriche centrali: ma è giusto rinunciare a un amore se la testa dice di no, o se poi ci si pentirà in eterno?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il criterio base per decidere se restare in una terapia è: stai facendo progressi nella direzione che desideri, alla velocità che desideri? Rifletti su questo e parlane con il tuo terapeuta.

Puoi aiutarti leggendo quest'articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html

quest'altro su cosa aspettarti da una terapia:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

e questo per informarti su alcuni dei più diffusi approcci psicoterapeutici:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Gli articoli contengono ulteriori link, che potrai esplorare per approfondire i temi.

Quanto alla seconda domanda, scegliere un amore è una cosa che va fatta sia con la testa che con il cuore. Ma se una delle due (o entrambi) sono confusi, la scelta non può essere ottimale. Perciò il consiglio è: sistema prima ciò che devi sistemare e rimanda a dopo la scelta dell'amore della tua vita. Quando si è sereni, si fanno scelte migliori.

Cordiali saluti