Ansia morte

Ho 22 anni e da qualche mese non faccio che pensare alla mia morte e a quella dei miei cari.ho delle sensazioni di vuoto e nausea che mi fanno piangere (nei peggiori dei casi piango ore intere).Se vedo qualcuno per strada penso “morirai”.ogni cosa è buona per pensare mia fine (che in questa visione equivale per me alla fine del mondo, in contraddizione con la consapevolezza che il mondo continuerà eccome).Tutti i miei sogni sono andati via con queste idee,ora fare lo spazzino o il governatore supremo del Mondo mi sembrano la stessa cosa. Essere felice o infelice, che differenza c’è se poi non sarò più nulla? Paradossalmente sto vivendo un periodo sereno, sto con un ragazzo meraviglioso da più di un anno e ogni giorno sento di amarlo ed essere amata sempre più.
non riesco a far andare via questi pensieri dalla mia mente, lavorano più velocemente rispetto a qualsiasi pensiero io abbia mai avuto.Prima pensavo al mio futuro,mentre ora l’idea di fare figli mi pare inutile (perché mettere al mondo altre creature destinate a morire?),non capisco chi corre dietro al denaro (che cosa ci dovete fare? Un cuscino per la vostra bara?), mi sembra inutile finire l'università. Accumuliamo tutto, credendo di stare su questo mondo per sempre, rimandiamo come se ci saranno infiniti domani.ho pensato di godermi questi istanti,ma l’idea fissa “tanto morirai, tanto moriremo tutti” mi preclude la gioia.
Non ho mai avuto un rapporto confidenziale con i miei genitori, forse la mia infanzia non è stata delle più serene (liti varie tra i miei genitori, sfuriate su qualsiasi cosa, mio senso d’inadeguatezza, acuito da giudizi negativi nei miei confronti, soprattutto da parte di mio padre). Se prima credevo di essere considerata e amata meno rispetto a mio fratello e ne soffrivo, ora non m’interessa più.Da piccola avevo spesso dei pensieri suicidi,mi svegliavo nel cuore della notte e correvo in cucina e impugnavo un coltello con la voglia di conficcarmelo nel petto. Non so perché. Poi è passato.
Non posso parlare di questo periodo che sto vivendo con mia madre, non capirebbe. Una volta disse: “Esiste per forza il Paradiso,ma nessuno ormai ce ne parla più. Se non esistesse tutto questo non avrebbe senso”. Io non credo in alcun Dio.
Un giorno, a pranzo, mentre vedevo il telegiornale, all’ennesima notizia di un uomo ucciso, ho iniziato a provare quest’ansia che mi divora.
Ci sono dei giorni in cui non ho appetito e non mangio quasi nulla,altri in cui mangio tantissimo pensando “potrebbe essere il tuo ultimo pasto”.è come se si fosse formata dentro di me un’altra mente, capace solo di farmi soffrire, che che si rivolge a me dandomi del tu. Non faccio altro che fare un conto alla rovescia per la morte mia e degli altri. Alle vorrei non essere nata, altre ancora ho voglia di gettarmi dalla finestra di camera mia.
Ho sempre saputo di dover morire, ma ho pensato a vivere, ora non più. Non so cosa mi sia successo. Questa paura mi blocca. Cosa posso fare?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Ragazza,
ci racconta di una situazione di sofferenza di lunga data, che non può certamente trovare soluzione tramite un consulto on line: ritengo sia opportuno che Lei cerchi di analizzare questa paura paralizzante, che la porta a non trovare più un senso negli scopi che si era posta nella vita, in un setting adeguato con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta in modo da trovare le strategie per fronteggiarla e, possibilmente, superarla.
Ha modo di parlare con il suo compagno di queste emozioni e questi pensieri che le causano notevole disagio? Quali progetti avete in comune?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Dottoressa,
il mio ragazzo è l'unica persona con cui ho parlato di questi problemi, mi è sempre stato accanto, anche se sono riuscita ad aprirmi con lui solo da un mese circa. Mi aiuta molto parlarne, anche solamente vederlo mi fa stare bene. Lui sostiene che non è un problema grave come credo, dice che sono una ragazza forte e che posso riuscire a superare questo momento. Mi dice che la morte è ciò che rende la nostra vita così bella, se non avessimo almeno un minimo di ansia e paura è come se non la rispettassimo per quel che è. Secondo lui arriverà un momento in ognuno di noi in cui staremo a posto con noi stessi e saremo liberi di morire serenamente, ora non dobbiamo fare altro che goderci quel che abbiamo qui, pensare a quel che accade giorno per giorno. I nostri progetti insieme? Alla fine siamo entrambi molto giovani, non abbiamo in mente matrimoni o convievenze, am cerchiamo sicuramente di vederci e stare insieme il più tempo possibile.
Secondo lei a che tipo di psicologo devo rivolgermi?
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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
Uno psicoterapeuta potrà esserle d'aiuto indipendentemente dal tipo di orientamento che ha.
In ogni caso, per linee generali, vi sono approcci più orientati alla risoluzione del sintomo e approcci che prevedono un trattamento basato più sulle emozioni, sulla personalità e sui sentimenti del paziente, e che solo in via secondaria affrontano il sintomo vero e proprio.

Ciò che però è essenziale è che lei stabilisca un adeguato livello di feeling con il terapeuta (la persona) non tanto (non solo) con la terapia che questi propone.

Per maggiori informazioni consulti questo articolo del collega De Vincentiis sui differenti approcci in psicoterapia e veda quale è più vicino al suo modo di sentire.

Cordialmente

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html



Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Bene, mi fa piacere sapere che ha questo confronto con il suo compagno, anche se mi par di capire che, nonostante le sue buone intenzioni, non riesca a rassicurarla e convincerla più di tanto. Resta comunque importante il fatto che lui ci sia e che esista un rapporto di confidenza e complicità tra voi, oltre naturalmente ai sentimenti che vi legano.
Dal momento che la problematica che riporta ha probabilmente una base ansiosa (ipotesi da verificare ovviamente di persona), mi sento di consigliarle uno psicologo specializzato in psicoterapia cognitivo comportamentale, di riconosciuta efficacia in tali situazioni.
Tenga però presente che ciò che è maggiormente importante per la riuscita di un percorso terapeutico è la motivazione a portarlo avanti da parte del paziente e l'alleanza che si viene a stabilire con il terapeuta: cerchi pertanto la persona che più le sembra adatta a Lei, senza troppa rigidità rispetto ad un orientamento o ad un altro.

Cordiali saluti.

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