Fiducia.

Salve,

non mi sono mai considerata come una persona che ha fiducia negli altri, nel senso che non mi fido completamente delle persone ma sono consapevole che in un modo o nell'altro tutti abbiamo le nostre imperfezioni e queste si ripercuotono nel bene e nel male sugli altri. Quindi se mi capitava di subire un piccolo torto, pensavo che era del tutto prevedibile e fa' parte della vita e che allo stesso modo anche io posso non avere sempre un "atteggiamento corretto".

Ultimamente, però, mi è capitata una cosa che mi ha veramente fatto perdere la fiducia, anche quel minimo, quindi evidentemente ad alcune persone attribuisco un valore in più, appunto, la fiducia. Alcuni amici mi nascondevano dei fatti da oltre un anno e, nonostante i miei continui dubbi e il fatto che io esprimessi loro tutte le mie perplessità, nessuno, in un anno, si è degnato di parlarmi di questa cosa. Io capisco benissimo che possano esserci delle questioni di cui non si voglia parlare ed io non sono nessuno per poter pretendere qualcosa. Però, mi da' un gran fastidio.

Mi sento senza amici, presa in giro e non capisco la necessità di nascondere questo "fatto", e il giustificarsi dicendo "bè, io pensavo che lo sapessi", però, ora capisco il motivo per il quale erano cambiati.

Io non sono arrabbiata. Sono delusa. E non capisco come facciano le persone a fare finta di niente, nel senso che, anche io posso farlo, però non mi sento a mio agio e non mi sento nel giusto perché reputo fondamentale parlare e spiegare i motivi che sono alla base di un dissapore. Io i miei li ho espressi, ma dall'altra parte non ho ricevuto niente. Quindi ho considerato amici quelli che in realtà non erano niente. E ora mi ritrovo a sentirmi sola, ma di quella solitudine "fisica", come se già non bastasse quella "mentale".
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Puoi accennare a qualcuno dei contenuti che ti sarebbero stati "nascosti"?

Parlando così in astratto è difficile aggiungere qualcosa, se non che almeno ti è chiara la distinzione fra sapere che un certo atteggiamento è poco funzionale, e d'altra parte sentire che ti dà un gran fastidio non riuscire a fidarti degli altri.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Hanno omesso un piccolo dettaglio. Come ho già detto, nessuno deve sentirsi in dovere di parlarmi ed espormi la propria vita ma, in questo caso, sarebbe stato un gesto forse più nobile. Hanno lasciato che io continuassi ad aggrapparmi ad un barlume di speranza, quando tutti sapevano che la persona alla quale io tenevo particolarmente era da tempo in una relazione più che stabile. E ripeto che io, dopo periodi di "perdizione", ho cominciato a parlare a tutti in modo aperto, compresa la persona interessata. In modo aperto, sincero e con serenità! Erano soprattutto delle persone di cui mi fidavo veramente, tutte. Probabilmente non ispiravo la stessa fiducia.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Ti ha mai sfiorato l'idea che potrebbero avertelo taciuto perché non volevano vederti soffrire?

Cordiali saluti
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Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Si, sicuramente. Ci ho pensato. Ma veramente non vedo la necessità di prendere un'accortezza di questo tipo. Anzi, portare avanti una bugia, una omissione, in questo caso, la vedo una cosa peggiore. Non avrei voluto scoprire squallidamente come ho scoperto. Sono convinta che la trasparenza, in ogni situazione, sia sempre il meglio che si possa avere, qualsiasi cosa comporti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Ok, ma tu potresti dire di sentirti pronta e attrezzata ad affrontare la realtà?

A giudicare da ciò che scrivi qui, e da ciò che hai scritto nelle precedenti richieste di consulto, appari come una persona fragile, ansiosa, ipersensibile.

Ecco perché quelli che consideravi amici, e che ora consideri niente, potrebbero tutti quanti essere arrivati alla stessa conclusione.

Cordiali saluti
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Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Non credo che ci si possa sentire pronti ad affrontare la vita. La si affronta e basta, non si può fare altrimenti. Io ero consapevole di non poter vivere un rapporto con lui diverso dall'amicizia e questo lo avevo chiarito io stessa, mi fa, ovviamente un certo effetto saperlo ma mi colpisce di più il fatto di averlo scoperto da sola.

Al di là di quello che io scrivo qui, dove mi apro a livelli esponenziali, dove riesco ad esporre le mie paure e debolezze così come mi vengono, io ero veramente serena e tranquilla perché credevo (dopo aver parlato apertamente) di aver agito in modo da creare rapporto di reciproca fiducia. Io esagero dicendo che sono niente, ma provo veramente a mettermi nei loro panni e capisco che fosse una situazione difficile, ma continuo a credere che prima o poi la verità viene a galla e che parlare sia sempre la soluzione migliore, anche quando è una situazione "scomoda", anche perché ci troviamo in un'epoca in cui in un modo o nel'altro alcune cose si vengono a sapere con molta più facilità. Loro invece sono fuggiti, proprio fisicamente!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> continuo a credere che prima o poi la verità viene a galla e che parlare sia sempre la soluzione migliore
>>>

Non sempre. Un livello minimo di reticenza, anche d'ipocrisia, è necessario per far funzionare i rapporti umani. Quando la gente si saluta con un sorriso, per strada, credi davvero che siano sempre sinceri? No, è solo una forma codificata di riconoscersi e dichiarare: "Non ti sono ostile". A volte c'è dietro un genuino interessamento, ma mica sempre.

Alcuni autori sostengono che la specie umana è superiore agli altri animali perché è quella che sa mentire meglio. Ma "mentire" non va preso alla lettera: può anche significare immaginare, far finta che, fare progetti, sognare.

Come sognare un mondo perfetto, ad esempio, dove tutti dicono sempre la verità, costi quel che costi. Come fai tu, mentendo a te stessa.

È possibile che il tuo estremo bisogno di "verità" e "fiducia" non sia altro che il modo di esprimersi della tua estrema sensibilità, che vorrebbe, fortemente vorrebbe, che il mondo fosse perfetto per non rischiare nemmeno la più piccola ferita.

Per questo, forse, non sei ancora attrezzata ad affrontare la vita. La affronti comunque, certo, ma non in modo ottimale. Per questo forse ti farebbe bene parlare con uno psicologo. Qui online purtroppo dobbiamo limitarci a due-tre scambi e non possiamo fornire un aiuto reale.

Cordiali saluti
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Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Ma guardi che veramente io non volevo non rischiare, anzi, io non sto incolpando lui perché ha una vita, ci mancherebbe, non vorrei neanche discutere su ciò che sia giusto e ciò che non lo è. Ma con alcune persone viene naturale distinguerle dalle altre perché amici, dove non c'è bisogno di salutarsi con un sorriso finto se non si "sente" quel sorriso.Non sto parlando di persone conosciute la settimana scorsa. E non sto cercando un mondo perfetto, semplicemente perché non esiste. E non ho bisogno di mentire a me stessa. In che senso dovrei farlo? Potrei ipotizzare, fantasticare, e poi? E poi mi alzo al mattino e tutto è come prima prima. Veramente non vedo la necessità, non più. Nel senso di non fare di questo fantasticare una ragione di vita.

Non credere di cercare la verità e la fiducia per evitare ferite. Anche la verità può non essere piacevole.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> io non sto incolpando lui perché ha una vita
>>>

Di questo stai parlando di tua iniziativa, ma finora non avevo toccato questo punto. Ciò potrebbe significare che, siccome non vuoi incolpare lui della storia andata male, incolpi i tuoi ex-amici. Dopotutto gli amici servono anche a questo, a fare da capro espiatorio.

>>> E non sto cercando un mondo perfetto, semplicemente perché non esiste
>>>

Benissimo, allora dimostralo e non mentire a te stessa: non raccontarti che gli amici debbano comportarsi come vuoi tu, solo perché lo hai deciso tu.

Cordiali saluti
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Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
No, lui lo considero un amico, al di là di quello che provo io e che lui sa. Ma l'amicizia con lui per me è importante. Lui ha colpa, se così si può chiamare, tanto quanto gli altri. Anzi, forse di più.

Non parli di ex amici, sa benissimo che presa dal momento io possa lasciarmi andare e dire cose poco piacevoli. Non sto dicendo di essere una persona perfetta, non sono sempre sincera e sono anche bugiarda ed ho mille altri difetti. Non sto neanche decidendo come gli altri dovrebbero comportarsi con me, altrimenti non starei cercando di capire da giorni e non avrei scritto anche qui. Sono amareggiata, questo si, perché un anno sono tanti giorni e non c'è bisogno di nascondere qualcosa agli amici. Per me è condividere, il bello ed il brutto. Forse dovrei chiarire che non mi aspettavo niente più dell'amicizia da lui e che si parlava liberamente di tutto, anche di eventuali donne/uomini, tranquillamente.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Come puoi vedere, a distanza i fraintendimenti sono possibili come e più che di persona. Questo è il motivo per cui, se ritieni di avere una difficoltà psicologica da superare, dovresti rivolgerti a uno psicologo di persona.

Cordiali saluti