Ansia o depressione o ...

Salve, richiedo per la prima volta un consulto.
Da qualche settimana è tornato a tormentarmi uno stato ansioso che si manifesta con tachicardia improvvisa. Dalla tachicardia e dal relativo stato di agitazione partono poi tutti quei pensieri negativi quali: paura di perdere il lavoro, paura di sbagliare sul lavoro (che mi porta a ricontrollare tutto moltissime volte), paura di un futuro negativo, ecc. ecc.
Ho avuto simili problemi anni fa. Non ho mai usato psicofarmaci e ho fatto solo qualche seduta psicologica. Poi l'ho superato fondamentalmente con la forza di volontà. Adesso che mi tormenta di nuovo e che la mia vita è più stressante non so se posso farcela da sola.
Un problema che fino a qualche settimana fa non mi preoccupava adesso mi procura ansia e mi tormenta. I miei colleghi che mi hanno sempre fatto i complimenti per il mio "sangue freddo" adesso che parlo di ansia sono sconcertati.
Mangio pochissimo, giusto il necessario per sopravvivere: mi si chiude la gola e mi viene la nausea. Riesco però a bere molto, così cerco di integrare con bevande ricche di vitamine e zuccheri. Ma sento che il mio organismo vorrebbe di più, infatti mi stanco facilmente.
Non è cambiato niente della mia vita che mi possa far capire perchè da un momento all'altro l'ansia è tornata.
Ho un buon lavoro, sempre più impegnativo e con mille responsabilità, ma mi è sempre piaciuto e per questo mi reputo fortunata (anche se a volte sogno di farne uno più semplice proprio per non avere tante responsabilità addosso).
Ho da quasi tre anni un fidanzato che amo, anche se sfortunatamente non vive in Italia e riusciamo a vederci solo tre settimane l'anno, anche se parliamo tutti i giorni. Purtroppo non abbiamo progetti per una futura vita insieme, solo sogni, perchè per il momento le nostre situazioni personali sono incociliabili.
E' vero che sono orfana, non ho fratelli o sorelle e che forse le mie ansie derivano dal fatto che so che posso contare solo sulle mie capacità, che se qualcosa nella mia vita va storto non posso chiedere aiuto a nessuno. Ma di questo sono consavole dal 2006, l'anno in cui morì anche mia madre.
Adesso vorrei che qualcuno mia aiutasse a comprendere perchè l'ansia è tornata, se è fisica o psicologica (ho fatto anche le analisi per la tiroide e tutti i valori sono nella norma) e che cosa posso fare per prima cosa: andare da uno psichiatra, uno psicologo, il medico di base?
Premetto che non voglio prendere ansiolitici o psicofarmaci, sarei più orientata magari su dei rimedi omeopatici che non danno dipendenza.
Non so se questa richiesta verrà pubblicata, alla fine rileggendola sembra più sfogo che una richiesta; comunque ringrazio anticipamente chi vorrà rispondere.

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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23
Gentile Utente,

La sua solitudine non l'aiuta. Il suo ragazzo lontano, la mancanza di buone amicizie, il lavoro impegnativo, promuovono tutti insieme uno stato di malessere e di disagio e la porta a vivere momenti di ansia con concomitanti organici come la tachicardia ed altro.
Fossi in lei ricomincerei un po' di psicoterapia. Troverà appoggio e comprensione. Troverà anche il modo per alleviare questo stato di insoddisfazione generale. Augurandole di poter riavvicinarsi al suo ragazzo, unica persona adatta a curare il suo attuale stato, le faccio i migliori auguri, sicuro che riuscirà a risolvere questo suo temporaneo modo di essere in poco tempo ritrovando allegria e vitalità.

Cordiali saluti.
[#2]
Utente
Utente
Gentile Dottore,
grazie per la sua pronta risposta. Proverò il suo consiglio.
Spero anche che il suo augurio di avvicinarmi al mio ragazzo si avveri!
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"...forse le mie ansie derivano dal fatto che so che posso contare solo sulle mie capacità, che se qualcosa nella mia vita va storto non posso chiedere aiuto a nessuno..."

Potrebbe essere così. Ma questi sono i significati che generano e mantengono gli stati ansiosi e che devono essere costruiti con l'aiuto di uno psicoterapeuta.

Il primo passo deve essere però quello di una diagnosi corretta che noi da qui non possiamo fare per ovvie ragioni.

Sia lo psichiatra che lo psicologo possono fare diagnosi. Magari, se decidesse di contattare uno psichiatra, si faccia spiegare bene anche il funzionamento dei farmaci perchè per alcuni disturbi potrebbero essere indicati ma contrastare con le idee che ha la persona che deve assumerli. In un lavoro psicologico anche il ruolo del farmaco e le idee che il paziente ha a riguardo sono molto importanti. Per esempio Lei dice di se stessa che in passato ce l'ha fatta da sola, senza l'aiuto del farmaco e con poche sedute. E' sempre questo il Suo modo di affrontare i problemi? Inoltre la scelta finale dell'impostazione di un trattamento spetta sempre al medico.

Come si era trovata con il precedente psicologo? Che cosa era emerso?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Utente
Utente
Ho fatto un paio di sedute psicologiche nel 1996 credo. Erano i primi anni in cui iniziavo a lavorare. Non ricordo molto, ma credo che con solo due o tre visite non emerse molto.
La psicologa mi consigliò di fare piccoli passi, ad esempio prendere la macchina invece dell'autobus. Sinceramene non ricordo altro.
Effettivamente si, io cerco di farcela sempre da sola, forse perchè in genere nella mia vita sono sempre gli altri che chiedono aiuto a me.
Sono sempre disponibile, anche sul lavoro faccio molto più del necessario caricandomi da sola di responsabilità e delegando molto poco.
Magari il mio corpo mi dice che ho esagerato...
Una cosa curiosa: da quando avevo 25 anni circa ho cominciato a soffrire di forti emicranie (per cui prendo farmaci anche pesanti). Nel corso degli ultimi anni fortunatamente le crisi sono dimunite in frequenza. Da quando è ricomparsa l'ansia l'emicrania non c'è più...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Magari il mio corpo mi dice che ho esagerato..."

Il corpo ci segnala sempre molto di noi, della nostra stanchezza fisica, ma anche dei nostri stati mentali (es. ansia o depressione).

Dal momento che Lei ha già fatto tutte le visite mediche necessarie per indagare il Suo disagio e che ha fatto solo tre colloqui molti anni fa, potrebbe prendere in considerazione l'idea di cercare di capire bene come mai, all'improvviso, viene la tachicardia. E poi, ovviamente, curarla.

Uno psicologo psicoterapeuta potrebbe fare al caso Suo.

Un cordiale saluto,
Ansia

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