Ansia visita psicologo
vi scrivo perché a poche ore dal mio ennesimo appuntamento con la psicologa, non mi sento pronta ad affrontare quello che devo.
Da Novembre ormai mi vedo settimanalmente con la mia psicologa, sono arrivata da lei in una situazione di acuto disagio e col passare del tempo la situazione è migliorata, ma non del tutto, anzi, covo continuamente la situazione di ansia che mi ha portato ad arrivare da lei.
Ho effettuato i test (test della personalità e test del 'periodo' mi pare si chiami) e la scorsa settimana ho avuto i 'riscontri' di questi primi mesi passati insieme ed è emersa una situazione di ansia di tratto con accentuazioni in ansia di stato in momenti più stressanti.
Mi ha informato anche che non riesco a 'cogliere' quello che la vita mi da ricercando sempre quello che io ritengo mi dia soddisfazione senza pensare che anche le altre cose che mi si presentino mi diano soddisfazione. Tendo a prendere il comando delle situazioni e ad avere poca autostima di me e sfiducia continua nel prossimo.
Mi ha detto che il percorso sarà lungo e difficile e se la settimana scorsa mi sentivo sicura, ora come ora non sono sicura che sarò in grado oltre a volerlo fare.
Perché?!? Sono sicura che farlo mi aiuterà, ma non voglio farlo o meglio, non mi sento in grado e non so cosa mi aspetta.
Ovviamente, sto passando tutta la giornata con un enorme peso allo stomaco, la sensazione di qualcosa di brutto mi stia per accadere.
Ho avuto molte crisi di panico negli ultimi periodi e mi è stato prescritto dal medico di base lo xanax (inizialmente per 4 giorni 2 volte al giorno ed ora lo tengo solo per le grosse crisi) e nient'altro. Non lo prendo da 2 settimane in quanto non ho avuto crisi da 15gg a questa parte.
quale percorso sta seguendo con la sua curante?
Le ha riferito quello che espone qui a noi?
Per quanto concerne il trattamento farmacologico, non va sospeso di propria volontà, ma occorre riferirsi al medico.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
per il momento ci siamo limitate solo ad incontri in cui io esponevo quello che mi capitava o che pensavo. Mi ha chiesto un po' della mia vita e mi ha dato i test da fare. Praticamente da oggi dovrei iniziare il percorso vero e proprio per riuscire a 'capirmi' e a migliorare la mia vita.
Vedendola oggi ovviamente le esporrò questo mio 'volere ma non ne sono sicuta' ma già lei aveva intuito che io avrei avuto questo tipo di pensieri perché lo faccio praticamente con tutto, sono entusiasta quando mi viene proposto e poi ci penso continuamente fino a combattere con me stessa sul fare o non fare le cose (anche cose semplicissime o impegni banali).
Per il trattamente farmacologico, il medico di base mi aveva dato 4 giorni non di più con l'ultimo giorno una dose minore degli altri. Ho ripreso xanax solo in altre 3 occasioni seguendo le indicazioni della mia terapeuta. Se posso, cerco di evitare, ma ci sono certi attacchi di ansia che non mi fanno stare bene per intere giornate.
Gentile Ragazza,
capita che piuttosto che affrontare l'ansia dell'ignoto, si decida di restare a navigare nelle acque di una sofferenza che, seppur dolorosa, è almeno conosciuta.
Vero è anche che in un percorso terapeutico la motivazione del paziente è l'ingrediente fondamentale per sperare nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il "cambiamento" frequentemente segue un andamento oscillatorio, con miglioramenti seguiti da eventuali ricadute e poi da nuovi passi avanti, e questo va messo in conto in partenza.
Perché sottolinea in particolare l'idea di temere di non essere in grado di portare avanti la terapia che le è stata proposta?
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
gentile utente la terapia necessita di obiettivi e strategie, le strategie sono di competenza dello psicologo, gli obiettivi vengono stabiliti sia dallo psicologo che dal paziente. Inquadri con la terapeuta gli obiettivi onde evitare di vagare alla ricerca di qualche autoconoscenza senza scopi precisi.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
la sua reazione alla restituzione da parte della collega psicologa è assolutamente comprensibile: iniziare un percorso di conoscenza e di ricerca di cambiamento è faticoso, e implica il fatto di accettare di fidarsi nel lavorare con un'altra persona, per raggiungere obiettivi importanti per sé, passando atterro momenti di sollievo e altri di necessaria difficoltà.
Ma la sua psicologa è lì con lei proprio per questo: per accogliere le sue preoccupazioni e affrontarle insieme a lei, rendendola progressivamente in grado di affrontarle da sola. In tutto questo, i tempi sono necessariamente dettati da lei, da come si sente, da quanto sente di riuscire a mettersi in gioco: non potrà succedere qualcosa di improvviso e completamente nuovo, in maniera "magica".
Porti alla collega questo suo peso sullo stomaco, e insieme potrete capire in che direzione muovervi.
Cordialità,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
L' ambivalenza del percorso e' normale ed appartiene spesso al percorso stesso.
L' introspezione, la conoscenza di se' , la risoluzione dei disagi, spaventa e rende vulnerabili e spauriti.
Consideri che la sintomatologia, spesso si difende al possibile cambiamento.
Pur vivendo nel disagio e malessere, e' un a condizione conosciuta; il possibile percorso, non solo contiene in se' incognite ma la mettera' in contatto con parti di se' , che fino ad adesso si sono espresse con la sintomatologia.
Condivida cola sua psicologa, vedra' che le perplessita', apriranno la strada ad una valida alleanza terapeutica.
Salui
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
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