Pigrizia mentale
Ho letto di una forma di depressione che si manifesta principalmente con una sorta di pigrizia mentale. Ho un bimbo di quasi 7 anni e da circa un anno con mio marito si è cominciato a parlare seriamente della possibilità di avere il secondo. Purtroppo mio marito, da primi tentennamenti e tentativi di rinvio nell'ultimo periodo è arrivato a farmi capire in modo più fermo che in verità non lo desidererebbe e che pertanto non se la sente. Io ho 28 anni (lui 13 in più) e ammetto che per me è stato un discreto colpo. Negli ultimi mesi ho cominciato a perdere la voglia di fare e tutti gli stimoli che una volta mi spingevano a dare sempre il meglio di me e che mi hanno sempre resa una persona attiva. Ora non lo sono più. Anche lo sport che fino a quest'estate praticavo ininterrottamente per passione ora non mi attira più. Anzi l'idea di uscire di casa e stare con la gente mi attira sempre meno. Al lavoro sono sempre distratta e non riesco a concentrarmi. Per non parlare del mio stato d'animo quando incontro persone in stato di gravidanza. Questo mio stato è davvero conseguente alla delusione subita? Posso sperare con il tempo di ritornare quella che ero? Anche se ammetto che l'idea di rinunciare ad un secondo figlio mi sembra così impossibile da accettare. Come posso fare?
Grazie.
Grazie.
[#1]
<<l'idea di rinunciare ad un secondo figlio mi sembra così impossibile da accettare>>
Gentile Signora,
immagino che abbia affrontato il discorso con suo marito per comprendere più a fondo le sue motivazioni a non desiderare un secondo figlio. Mettendosi nei panni del suo compagno, ritiene condivisibile la sua posizione in merito?
Il fatto di desiderare di avere più di un bambino era un progetto condiviso nel tempo e poi suo marito ha cambiato idea, oppure non ne avevate parlato e ciascuno aveva in proposito un suo pensiero che non aveva condiviso con l'altro?
Attualmente per Lei, ancora così giovane, questo mutamento di "programma di vita" ha come conseguenza comprensibile un certo spaesamento, la necessità di adattarsi ad una situazione nuova e imprevista.
Si tratta di comprendere quanto sia davvero disposta a tale rinuncia o quanto suo marito sia irremovibile nella sua decisione.
Pensa che suo marito sarebbe disposto ad incontrare uno psicologo insieme a Lei per discutere dell'argomento e delle ripercussioni che una scelta o l'altra avrebbero sulla vostra coppia?
Gentile Signora,
immagino che abbia affrontato il discorso con suo marito per comprendere più a fondo le sue motivazioni a non desiderare un secondo figlio. Mettendosi nei panni del suo compagno, ritiene condivisibile la sua posizione in merito?
Il fatto di desiderare di avere più di un bambino era un progetto condiviso nel tempo e poi suo marito ha cambiato idea, oppure non ne avevate parlato e ciascuno aveva in proposito un suo pensiero che non aveva condiviso con l'altro?
Attualmente per Lei, ancora così giovane, questo mutamento di "programma di vita" ha come conseguenza comprensibile un certo spaesamento, la necessità di adattarsi ad una situazione nuova e imprevista.
Si tratta di comprendere quanto sia davvero disposta a tale rinuncia o quanto suo marito sia irremovibile nella sua decisione.
Pensa che suo marito sarebbe disposto ad incontrare uno psicologo insieme a Lei per discutere dell'argomento e delle ripercussioni che una scelta o l'altra avrebbero sulla vostra coppia?
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Ex utente
Premetto che di nostro figlio rimasi incinta dopo pochi mesi che ci frequentavamo.il rischio era stato corso con la volontà di entrambi e da entrambi era stato ben accolto.forse agli inizi non c'è stato il tempo di parlarne in modo chiaro ma come io non ho mai nascosto il mio desiderio lui non l'ha neppure mai scoraggiato pienamente.si è sempre limitato a rimandare la questione.fino a che io non ho cominciato a premere.all'ennesima mia insistenza ha sbottato dicendo che non posso imporglielo,per poi successivamente correggersi dicendo che devo rispettare i suoi tempi e che non è il momento.ma non so se devo ritenerlo l'ennesimo tentativo di rimandare il problema sperando in una mia rinuncia.non credo si possa parlare di "condividere" o meno.credo che le due posizioni diverse siano il risultato di esperienze di vita diverse:io ho un fratello e sono cresciuta in una famiglia "con fratelli",lui invece in una famiglia con la cognizione del figlio unico perché per loro fratello è sinonimo di problemi e litigi.lui insiste inoltre sul fatto che vuole godersi la vita potendosi cavare le sue voglie senza doversi trovare a fare sacrifici di tempo e denaro.è chiaro che ha paura anche se non ho ancora ben capito di che cosa in verità.e la cosa non mi aiuta di certo a zittire il mio desiderio e ad accettare questa triste eventualità.non saprei proprio dire se sarebbe disposto a parlarne con uno psicologo.credo che non percepisca una gravità nel problema.
[#3]
Gentile signora, quando i desideri dei coniugi rispetto ad una gravidanza non si accordano è il caso di provare a parlarne e, eventualmente, ad incontrarsi con la mente sufficientemente aperta per comprendere anche i sentimenti e le idee dell'altro.
Lei dice che il problema è grave e che l'eventualità di non avere un secondo figlio sia grave.
D'altra parte ci dice anche che Suo marito pensa le stesse cose: fratello significa litigi e problemi. Soprattutto il primo figlio ( e Lei era poco più che ventenne quando è diventata mamma) ci costringe ad un esame di realtà: le responsabilità, l'impegno, la fatica, la vita che cambia completamente. Suo marito come ha vissuto tutti questi cambiamenti nella vostra vita? e nella vita di coppia? che cosa rappresenterebbe adesso un altro figlio nella vostra vita?
Poichè la questione è importante non è escluso che una consulenza di coppia possa risultare molto utile per comprendere meglio la situazione e dare voce alle paure di Suo marito.
Saluti,
Lei dice che il problema è grave e che l'eventualità di non avere un secondo figlio sia grave.
D'altra parte ci dice anche che Suo marito pensa le stesse cose: fratello significa litigi e problemi. Soprattutto il primo figlio ( e Lei era poco più che ventenne quando è diventata mamma) ci costringe ad un esame di realtà: le responsabilità, l'impegno, la fatica, la vita che cambia completamente. Suo marito come ha vissuto tutti questi cambiamenti nella vostra vita? e nella vita di coppia? che cosa rappresenterebbe adesso un altro figlio nella vostra vita?
Poichè la questione è importante non è escluso che una consulenza di coppia possa risultare molto utile per comprendere meglio la situazione e dare voce alle paure di Suo marito.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Ex utente
Io gliene parlerei ma adesso ogni volta che si tocca l'argomento lui si "irrita".è il caso di proporglielo lo stesso (mi riferisco alla consulenza con uno specialista) oppure mi consiglia di attendere ancora un po'?grazie comunque per il suo aiuto dottoressa.mi è stato molto utile.
Saluti
Saluti
[#5]
Gentile Signora,
Non possiamo darle suggerimenti pratici sul da farsi.
Quando c' un disagio nella coppia, all' interno di essa, andrebbe affrontato e risolto.
Con un possibile aiuto di uno specialista, si potrebbe venire a capo delle dinamiche sottostanti, che regolamentano il sentire ed il volere di suo marito.
Forse fatica, forse responsabilita' , forse paura, forse la fatica del ricominciare, di non esse all' altezza, la paura che cambino de dinamiche di coppia....
Ci sono tanti forse, che andrebbero investigati e chiariti, ai fini, qualunque deisione prendiate, non ci siano latenti rancori e malumori.
Cari saluti
Non possiamo darle suggerimenti pratici sul da farsi.
Quando c' un disagio nella coppia, all' interno di essa, andrebbe affrontato e risolto.
Con un possibile aiuto di uno specialista, si potrebbe venire a capo delle dinamiche sottostanti, che regolamentano il sentire ed il volere di suo marito.
Forse fatica, forse responsabilita' , forse paura, forse la fatica del ricominciare, di non esse all' altezza, la paura che cambino de dinamiche di coppia....
Ci sono tanti forse, che andrebbero investigati e chiariti, ai fini, qualunque deisione prendiate, non ci siano latenti rancori e malumori.
Cari saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.1k visite dal 02/03/2012.
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