studio all'università bloccato problemi familiari

Sono una ragazza di 28 anni.
Da circa 6 anni non riesco a superare nemmeno un esame all'università. I primi anni di università sono stati brillanti, superavo senza problemi almeno 5 esami l'anno. Poi a causa della malattia di mia madre sono rientrata nella mia casa natale per assistere mia madre e mia sorella che soffre di insufficienza mentale e da li è iniziato il blocco.
Ora convivo da 4 anni (lontano da casa) e lavoro part time. Ho cercato in tutti i modi di riprendere lo studio in questi anni, cambiando materia, libri prof ed esami ma nulla. Mai un successo.O mi bloccavo prima dell'esame, o mi ritiravo il giorno stesso oppure mi sedevo ma puntualmente venivo sbattuta fuori. Un anno e mezzo fa poi c'è stata un altra tragedia nella mia vita. Mio fratello si è tolto la vita spezzando in parte anche la mia.
Ora al solo pensiero di studiare mi viene l'angoscia. Dovrei studiare appena venti pagine al giorno per arrivare tranquillamente al prossimo esame ma nulla, leggo le pagine a vuoto e mi sembra di non memorizzare e ciò mi fa sentire molto giù perchè vorrei davvero laurearmi, ma per me è come una scalata. Mi mancano solo 7 esami.
Come posso fare?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

di che cosa soffriva Sua madre quando Lei è tornata a casa?
Che cosa è cambiato negli ultimi 6 anni?
Quali sono le difficoltà che incontra mentre studia (ha difficoltà di concentrazione)?
Per quale ragione viene bocciata all'esame?
Vuole dirci qualcosa di più sulla morte di Suo fratello?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
scusatemi sono stata molto sintetica.. Ho iniziato a smettere di studiare poco prima di tornare a casa perchè sapevo che sarei dovuta tornare a casa (vivevo in un alloggio per studenti ma sapevo che sarebbe stato l'ultimo anno) mia madre si è ammalata di insufficienza renale cronica durante il mio primo anno di università.
Quando sono tornata a casa la situazione era davvero pesante e anche nei momenti liberi mi era davvero pesante, sentivo il peso della famiglia sulle mie spalle anche se avevo solo 22 anni. In questo periodo ho scoperto di essere omosessuale e mi sono innamorata della persona con cui convivo tutt'ora.
Da quel momento in poi ho avuto difficoltà di concentrazione e essendo fuori sede non avevo possibilità di frequentare le lezioni o studiare nelle aule studio dell'università.
La mia forte insicurezza agli esami e il poco studio di sicuro non mi hanno aiutato.
Ho deciso in parte di accantonare per un po lo studio, di allontanarmi da casa, vivendo con la mia ragazza nella seconda casa dei miei e lavorando li. Anche quest'abitazione però è lontana dall'università quindi non ho modo di andarci.
Poco dopo essermi trasferita mia madre è stata trapiantata (e sta meglio tutt'ora) ma è iniziato il calvario di mio fratello. Separato, con un figlio di 10 anni e lavoro instabile. Ha iniziato una nuova relazione ma secondo me non ha mai smesso di pensare alla prima. Ha dato a mia madre tutte le colpe. Ha spesso minacciato il suicido ma in famiglia forse solo io avevo capito la gravità della situazione. Gli ho dato i numeri di alcuni psicologi, ho messo degli annunci per lui di lavoro ma credo che lui gli abbia sempre ignorati. Mi diceva sempre di scappare lontano dalla mia famiglia finchè ne ero in tempo. Una notte è piombato in casa alle due di notte, era stranito, non riusciva quasi a parlare. Mi ha fatto paura. Da quel punto non sono riuscita più ad aiutarlo, avevo paura di rimanere sola con lui. Un anno e mezzo fa, dopo aver chiamato mia madre per l'ultima volta si è suicidato impiccandosi nella sua camera da letto. L'ha ritrovato mio padre.. inutile dire che è stato il periodo più brutto della mia vita. Non c'è un giorno che trascorra senza che io pensi al suo gesto. A volte lo sogno e mi sveglio di soprassalto...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara ragazza,
Credo che la sua dolorosa storia familiare, contenga tutte le risposte alle sue domande.
Un possibile percorso di psicoterapia, anche presso una struttura pubblica, per arginare i costi, potrebbe aiutarla a mettere ordine alll'interno del suo mondo interiore, passato e progettualita' di vita futura.
Le auguro di riuscire a riprendere a studiare, riprendendosi cosi' la sua vita in mano.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Valentina Nappo Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 90
Gentile utente,

purtroppo non esistono formule magiche per liberarsi di simili pesi che, in modo comprensibile, gravano sul suo presente. Prendere in considerazione l'idea di iniziare seriamente un percorso di psicoterapia può esserle sicuramente di aiuto.Volevo farle però una domanda: DEVE per forza portare a termine gli studi ORA?

Cordialmente

Dr.ssa Valentina Nappo - Terapia individuale, di coppia e familiare a Napoli

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Utente
Utente
Vi ringrazio per le vostre risposte.
Dottoressa Nappo, io sono rimasta iscritta per sei anni, purtroppo sto spendendo dei soldi senza concludere nulla e mi dispiacerebbe interrompere il mio percorso di studi. Ho pensato anche di ritirarmi ma non ci sono mai riuscita, lo vedo come un fallimento, per questo periodicamente ho sempre cercato di riprendere gli studi ma senza avere successo..studio giurisprudenza e per il mio futuro ritengo sia importante la laurea per questo vorrei laurearmi quanto prima
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Se il significato che Lei attribuisce alla rinuncia agli studi è di fallimento, potrebbe esserLe utile un percorso di orientamento (che può fare anche presso lo psicologo all'università, se presente) per comprendere non solo le Sue motivazioni ma anche per capire che cosa non va nel Suo metodo di studio e che cosa Le impedisce, da ben 6 anni, di non superare gli esami.

Ha provato a fare un elenco di fattori che potrebbero ostacolarLa nella riuscita di un esame?

Questo per rispondere alla prima parte della Sua richiesta.
Per quanto riguarda la morte di Suo fratello, se il Suo gesto Le appare ancora oggi privo di un significato leggibile, sarebbe opportuno chiedere aiuto a uno psicologo.

Non so dirLe, senza conoscerLa, se la strada percorribile potrà essere una psicoterapia; ma se ogni giorno si riapre una ferita non curata, potrebbe dare voce a questa sofferenza per cercare di elaborarla.

Un cordiale saluto,
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23

Gentile Utente,

Provi a seguire un percorso psicoterapeutico. L'aiuterà a riprendere stima di se stessa, a calmare gli stati ansiosi che l'assalgono, a riprendere gli studi interrotti. A dimenticare, o meglio ad accettare con rassegnazione tutte le esperienze negative che ha vissuto in famiglia.

Glielo auguro di cuore.
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Utente
Utente
Vi ringrazio per le numerose risposte. Proverò a rivolgermi allo psicologo del mio ateneo.
Grazie.

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Molto bene, ci faccia sapere in futuro, se vuole.

Buona giornata,