Sessualità che non si è sviluppata correttamente
Salve a tutti.
Sono un ragazzo di 24 anni e dai primi anni della mia infanzia ricordo di aver avuto un brutto rapporto con la sessualità.
Uno dei miei primi ricordi in proposito risale all'asilo. Ricordo che un giorno, guardando delle bambine pensai: "Io un domani dovrò stare con una di loro. Bah..."
Durante le elementari il mio interesse per le bambine non è aumentato ed io pensavo che si sarebbe sviluppato dopo. Alle medie ed al liceo quantomeno. In compenso, ho iniziato a provare attrazione verso alcuni miei amici maschi. Nessuno di questi era gay ed il fatto che fossero eterosessuali era NECESSARIO affinchè potessero attrarmi.
Io a questa cosa davo poco peso e pensavo che con il tempo sarebbe cambiata. Ho iniziato a frequentare una ragazza. Un giorno le chiesi di metterci insieme seriamente, lei mi disse di si, io mi avvicinai per baciarla e provai un blocco enorme. Una voce dentro di me mi diceva: "Tuo non vuoi farlo". Ho iniziato a provare un senso di (passate il francesismo) schifo e la lasciai il giorno dopo.
Successivamente non sono mai riuscito a fare di meglio. Con tutto che sono un ragazzo veramente carino e la gente attorno a me non si capacità del perché io sia single.
Poichè ritenevo che questo fosse un limite psicologico, ho iniziato a farmi una serie di violenze, affrontando ogni mia paura e cercando di sviluppare una personalità fortissima: se avevo problemi di inserimento in un gruppo, lottavo fino ad entrarci; mi facevano schifo i serpenti e quindi andavo a cercarli e li seguivo; avevo paura dei cani e quindi lasciamo che si avvicinassero, ecc...
In più, mi sono sottoposto anche a sforzi fisici, come scalare montagne cammiando per ore e ore; correre fino allo stremo, ecc. Poi ho iniziato a controllare il cibo, ad esempio rinunciando al cioccolato di cui vado ghiotto.
Dopo tutte violenze ero diventato davvero "uno duro". Ho riprovato a uscire con qualche ragazza, ma niente, sento un senso proprio di repulsione.
L'unica cosa che mi attrae sessualmente sono ragazzi del mio stesso sesso, ma con una elevata virilità.
Io non ho mai avuto rapporti omosex, anche se ho avuto un'amicizia molto intensa che poi è sfociata in un vero e proprio innamoramento. C'era molta fisicità, ma mai sesso.
Io, facendomi un'autoanalisi, ritengo di essere attratto da modelli virili in cui cerco di identificarmi (io non sono molto macho) e chissà quale credenza ancestrale del mio subconscio forse ritiene che il rapporto sessuale possa passarmi questa "personalità".
Negli ultimi tempi sto cercando di rivivere le "tappe mancate". Ho iniziato a fare cose che non avevo fatto in passato: giocare a calcetto, parlare di calcio, ascoltare musica rap, ubriacarmi con gli amici.
Sinceramente, non sto ottenendo granchè.
In tutta questa storia l'unico vantaggio è che sono molto centrato e non mi identifico più con le mie emozioni/paure. Unico difetto: le donne mi fanno senso. L'unica volta che sono riuscito a baciarne una ero ubriaco e nemmeno me lo ricordo.
Sono un ragazzo di 24 anni e dai primi anni della mia infanzia ricordo di aver avuto un brutto rapporto con la sessualità.
Uno dei miei primi ricordi in proposito risale all'asilo. Ricordo che un giorno, guardando delle bambine pensai: "Io un domani dovrò stare con una di loro. Bah..."
Durante le elementari il mio interesse per le bambine non è aumentato ed io pensavo che si sarebbe sviluppato dopo. Alle medie ed al liceo quantomeno. In compenso, ho iniziato a provare attrazione verso alcuni miei amici maschi. Nessuno di questi era gay ed il fatto che fossero eterosessuali era NECESSARIO affinchè potessero attrarmi.
Io a questa cosa davo poco peso e pensavo che con il tempo sarebbe cambiata. Ho iniziato a frequentare una ragazza. Un giorno le chiesi di metterci insieme seriamente, lei mi disse di si, io mi avvicinai per baciarla e provai un blocco enorme. Una voce dentro di me mi diceva: "Tuo non vuoi farlo". Ho iniziato a provare un senso di (passate il francesismo) schifo e la lasciai il giorno dopo.
Successivamente non sono mai riuscito a fare di meglio. Con tutto che sono un ragazzo veramente carino e la gente attorno a me non si capacità del perché io sia single.
Poichè ritenevo che questo fosse un limite psicologico, ho iniziato a farmi una serie di violenze, affrontando ogni mia paura e cercando di sviluppare una personalità fortissima: se avevo problemi di inserimento in un gruppo, lottavo fino ad entrarci; mi facevano schifo i serpenti e quindi andavo a cercarli e li seguivo; avevo paura dei cani e quindi lasciamo che si avvicinassero, ecc...
In più, mi sono sottoposto anche a sforzi fisici, come scalare montagne cammiando per ore e ore; correre fino allo stremo, ecc. Poi ho iniziato a controllare il cibo, ad esempio rinunciando al cioccolato di cui vado ghiotto.
Dopo tutte violenze ero diventato davvero "uno duro". Ho riprovato a uscire con qualche ragazza, ma niente, sento un senso proprio di repulsione.
L'unica cosa che mi attrae sessualmente sono ragazzi del mio stesso sesso, ma con una elevata virilità.
Io non ho mai avuto rapporti omosex, anche se ho avuto un'amicizia molto intensa che poi è sfociata in un vero e proprio innamoramento. C'era molta fisicità, ma mai sesso.
Io, facendomi un'autoanalisi, ritengo di essere attratto da modelli virili in cui cerco di identificarmi (io non sono molto macho) e chissà quale credenza ancestrale del mio subconscio forse ritiene che il rapporto sessuale possa passarmi questa "personalità".
Negli ultimi tempi sto cercando di rivivere le "tappe mancate". Ho iniziato a fare cose che non avevo fatto in passato: giocare a calcetto, parlare di calcio, ascoltare musica rap, ubriacarmi con gli amici.
Sinceramente, non sto ottenendo granchè.
In tutta questa storia l'unico vantaggio è che sono molto centrato e non mi identifico più con le mie emozioni/paure. Unico difetto: le donne mi fanno senso. L'unica volta che sono riuscito a baciarne una ero ubriaco e nemmeno me lo ricordo.
[#1]
L'ipotesi dell'identificazione potrebbe avere un senso. Ma un conto è sentire bisogno d'identificarsi, altra cosa è provare voglia di avere rapporti sessuali con un'altra persona.
Per lei direbbe che si tratta più dell'una o dell'altra cosa?
Cordiali saluti
Per lei direbbe che si tratta più dell'una o dell'altra cosa?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Il mio corpo reagisce come se fosse eccitato. Tachicardia, erezione, crampo allo stomaco.
Mentalmente non riesco ad immaginare un rapporto completo. Però l'idea di abbracciarlo o baciarlo c'è.
Il fatto è che se poi si mostra "disponibile", io lo etichetto come gay e l'interesse mi passa quasi del tutto.
Conosco molti ragazzi gay e non mi è mai accaduto di esserne attratto.
Solo eterosessuali mi fanno questo effetto. E solo verso uomini eterosessuali provo attrazione, donne mai.
Di solito l'attrazione non è legata molto alla bellezza (anche se questa influisce), ma alle loro capacità: se sanno fare qualcosa meglio di me. Per esempio se giocano bene a calcio, se disegnano bene; se scrivono bene; se prendono voti alti all'università, qualsiasi cosa, anche la più banale.
In un certo senso, se mi sento "vinto" psicologicamente si scatena l'eccitazione.
Non ci vuole molto tempo, basta anche la loro postura. Se sono più dominanti di me, ne rimango attratto.
Ho parlato di questa cosa con i miei genitori, loro mi hanno detto che dei dubbi ce li avevano da sempre. L'hanno presa bene, in ogni caso.
La cosa che mi sta sconvolgendo un po' è appurare che il 70% delle persone che mi conosce pensa che io sia gay.
Ok, magari sarà pure così, ma io ho sempre pensato che fosse una cosa rilegata nella mia mente.
Ho preso un appuntamento con uno psicologo, comunque. Pensavo di venirne a capo da solo, ma qui la vedo dura.
Vorrei vivere una vita affettiva.
Mentalmente non riesco ad immaginare un rapporto completo. Però l'idea di abbracciarlo o baciarlo c'è.
Il fatto è che se poi si mostra "disponibile", io lo etichetto come gay e l'interesse mi passa quasi del tutto.
Conosco molti ragazzi gay e non mi è mai accaduto di esserne attratto.
Solo eterosessuali mi fanno questo effetto. E solo verso uomini eterosessuali provo attrazione, donne mai.
Di solito l'attrazione non è legata molto alla bellezza (anche se questa influisce), ma alle loro capacità: se sanno fare qualcosa meglio di me. Per esempio se giocano bene a calcio, se disegnano bene; se scrivono bene; se prendono voti alti all'università, qualsiasi cosa, anche la più banale.
In un certo senso, se mi sento "vinto" psicologicamente si scatena l'eccitazione.
Non ci vuole molto tempo, basta anche la loro postura. Se sono più dominanti di me, ne rimango attratto.
Ho parlato di questa cosa con i miei genitori, loro mi hanno detto che dei dubbi ce li avevano da sempre. L'hanno presa bene, in ogni caso.
La cosa che mi sta sconvolgendo un po' è appurare che il 70% delle persone che mi conosce pensa che io sia gay.
Ok, magari sarà pure così, ma io ho sempre pensato che fosse una cosa rilegata nella mia mente.
Ho preso un appuntamento con uno psicologo, comunque. Pensavo di venirne a capo da solo, ma qui la vedo dura.
Vorrei vivere una vita affettiva.
[#3]
Da ciò che aggiunge mi sentirei di affermare che è sufficientemente lucido e mentalmente aperto da poter beneficiare, con buone probabilità, di un lavoro psicoterapeutico. Da qui non si può dirle se si tratta di omosessualità, di un forte bisogno d'identificazione o di uno sviluppo non ancora compiuto. Credo comprenderà che senza vedere né poter parlare con la persona è difficile esprimere pareri decisivi.
La frase:
>>> Il fatto è che se poi si mostra "disponibile", io lo etichetto come gay e l'interesse mi passa quasi del tutto.
>>>
evidenzia contraddizione fra il desiderio di avvicinamento e il successivo evitamento, scatenato dalla categorizzazione dell'altro come "gay".
Se ha già preso appuntamento con un collega è un'ottima cosa, in quella sede potrà approfondire i termini della questione e fare chiarezza.
Ci tenga aggiornati se crede.
Cordiali saluti
La frase:
>>> Il fatto è che se poi si mostra "disponibile", io lo etichetto come gay e l'interesse mi passa quasi del tutto.
>>>
evidenzia contraddizione fra il desiderio di avvicinamento e il successivo evitamento, scatenato dalla categorizzazione dell'altro come "gay".
Se ha già preso appuntamento con un collega è un'ottima cosa, in quella sede potrà approfondire i termini della questione e fare chiarezza.
Ci tenga aggiornati se crede.
Cordiali saluti
[#5]
gentile Utente,
La sua storia emozionale sembra esse centrata su un conlito tra pulsione e limite, gli uomini perdono interesse se li percepisce omosessuali, come se la loro omosessualita' confermasse la sua.
Da qui' sono soli ipotesi e per di piu' senza conoscerla., ma un lavoro di tipo Psicoterapico , credo possa aiutarla a vivere a pieno la sua emozionalite' e sessualita' , oltre il possibile orientamento sessuale.
Saluti
La sua storia emozionale sembra esse centrata su un conlito tra pulsione e limite, gli uomini perdono interesse se li percepisce omosessuali, come se la loro omosessualita' confermasse la sua.
Da qui' sono soli ipotesi e per di piu' senza conoscerla., ma un lavoro di tipo Psicoterapico , credo possa aiutarla a vivere a pieno la sua emozionalite' e sessualita' , oltre il possibile orientamento sessuale.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Utente
Dr. Randone ringrazio anche lei per il suo intervento.
Guardi io sono un ragazzo mentalmente aperto e guardo il mondo senza giudicarlo più di tanto. Per me non sarebbe un problema enorme essere gay se si trattasse di una condizione, chessò genetica.
Il dubbio che ho, ovvero che possa essere legata, nel mio caso, a delle "tappe mancate" da bambino/adolescente, è il mio vero cruccio. Perché in quel caso, mi infastidirebbe l'idea di non aver saputo gestire e vincere questa cosa.
Magari esagero in questa mia posizione, ma vorrei che la mia vita non fosse regolata solo da stimoli esterni o dalle situazioni che ho vissuto; mi piacerebbe riuscire ad esprimere e portare avanti la mia volontà.
In questa storia, io non ho "voluto" nulla, mi ci sono trovato.
Forse però dovrei smetterla di voler controllare ogni cosa ed iniziare a lasciar fluire quello che sento.
Sono convinto che andare da uno psicologo mi potrà servire,
Grazie mille.
Guardi io sono un ragazzo mentalmente aperto e guardo il mondo senza giudicarlo più di tanto. Per me non sarebbe un problema enorme essere gay se si trattasse di una condizione, chessò genetica.
Il dubbio che ho, ovvero che possa essere legata, nel mio caso, a delle "tappe mancate" da bambino/adolescente, è il mio vero cruccio. Perché in quel caso, mi infastidirebbe l'idea di non aver saputo gestire e vincere questa cosa.
Magari esagero in questa mia posizione, ma vorrei che la mia vita non fosse regolata solo da stimoli esterni o dalle situazioni che ho vissuto; mi piacerebbe riuscire ad esprimere e portare avanti la mia volontà.
In questa storia, io non ho "voluto" nulla, mi ci sono trovato.
Forse però dovrei smetterla di voler controllare ogni cosa ed iniziare a lasciar fluire quello che sento.
Sono convinto che andare da uno psicologo mi potrà servire,
Grazie mille.
[#7]
>>> Perché in quel caso, mi infastidirebbe l'idea di non aver saputo gestire e vincere questa cosa.
>>>
Questa sembrerebbe più una preoccupazione ansioso-ossessiva, del tipo, "potrei essermi perso qualcosa d'importante", applicata alla sfera sessuale.
>>> Forse però dovrei smetterla di voler controllare ogni cosa ed iniziare a lasciar fluire quello che sento.
>>>
E questo sembrerebbe confermarlo, così come il suo riconoscere che dovrebbe smettere di controllare ogni cosa, che è proprio ciò che ci vuole per vincere l'ossessività.
Cordiali saluti
>>>
Questa sembrerebbe più una preoccupazione ansioso-ossessiva, del tipo, "potrei essermi perso qualcosa d'importante", applicata alla sfera sessuale.
>>> Forse però dovrei smetterla di voler controllare ogni cosa ed iniziare a lasciar fluire quello che sento.
>>>
E questo sembrerebbe confermarlo, così come il suo riconoscere che dovrebbe smettere di controllare ogni cosa, che è proprio ciò che ci vuole per vincere l'ossessività.
Cordiali saluti
[#8]
Gentile utente,
A prima vista sembra che dal punto di vista fisico i suoi comportamenti siano piuttosto chiari, il suo corpo si eccita quando vede quel tipo di uomini che descrive, anche se fino ad ora sembra che non si sia ancora concesso di far seguire un rapporto sessuale con un uomo ed il modo con cui se lo impedisce è di scartare i potenziali partner gay.
Mi hanno colpito molto le risorse sue (di apertura mentale e accettazione di sé) e anche dei suoi familiari, quindi credo che lei possa vivere serenamente questa terapia che vuole intraprendere per darsi delle risposte.
Ciò che ha descritto ha bisogno di essere meglio decodificato: l'omosessualità è fisiologica nell'adolescenza, quindi si tratta di sapere meglio se lei è in una fase (nonostante abbia 25 anni) o se è già maturo da quel punto di vista. Non pensi troppo a delle "tappe mancate", concetto che mi sembra un po' troppo da caso clinico e poco rispettoso verso di sè. La invito decisamente a prendersi per buono già così com'è, cosa che faciliterà la sua maturazione.
Cordialmente
A prima vista sembra che dal punto di vista fisico i suoi comportamenti siano piuttosto chiari, il suo corpo si eccita quando vede quel tipo di uomini che descrive, anche se fino ad ora sembra che non si sia ancora concesso di far seguire un rapporto sessuale con un uomo ed il modo con cui se lo impedisce è di scartare i potenziali partner gay.
Mi hanno colpito molto le risorse sue (di apertura mentale e accettazione di sé) e anche dei suoi familiari, quindi credo che lei possa vivere serenamente questa terapia che vuole intraprendere per darsi delle risposte.
Ciò che ha descritto ha bisogno di essere meglio decodificato: l'omosessualità è fisiologica nell'adolescenza, quindi si tratta di sapere meglio se lei è in una fase (nonostante abbia 25 anni) o se è già maturo da quel punto di vista. Non pensi troppo a delle "tappe mancate", concetto che mi sembra un po' troppo da caso clinico e poco rispettoso verso di sè. La invito decisamente a prendersi per buono già così com'è, cosa che faciliterà la sua maturazione.
Cordialmente
Dr. Edoardo Riva
Psicologo, Psicoterapeuta
[#9]
Utente
Salve a tutti, di nuovo.
Bon, oggi ho avuto il consulto presso una psicologa.
Se devo essere sincero, non mi è sembrato che la cosa abbia aggiunto molto alla mia situazione.
Le ho raccontato ciò che avevo raccontato a voi e dopo mezz'ora mi è sembrato che avessimo iniziato a "girare in tondo".
Il punto di vista di lei è:
1) ho un blocco emotivo
2) sono una persona molto controllata, che non lascia fluire le emozioni. Mi ha anche detto, in proposito, che la mia espressività del viso non cambia mai.
Io sono dell'idea che, ok, magari queste cose potrebbero giustificare un mancato comportamento sessuale, ma non credo che possano comportare un'attrazione per il proprio sesso.
Alla sua domanda: se le piacciono i ragazzi, perchè non ci va?
La mia logica risposta: perché non è proprio come un rapporto normale. Mi pare ovvio che il mio corpo non sia adatto e fatto per una cosa del genere. Quindi, comunque si tratterebbe di un compromesso, di una (in parte) violenza.
Non che io sia uno che si tira indietro dal farsi violenza, sia chiaro.
Le ho detto che vorrei provare ad andare a forza con una donna, magari una prostituta. Mi ha risposto che non cambierebbe nulla.
Non lo so, a fine seduta ho avuto l'impressione che lei non avesse avuto molta empatia.
le ho chiesto che tipo di opinione avesse lei verso questo argomento e la risposta non mi è piaciuta molto.
Mi ha detto che una componente omosessuale c'è in tutti, che duemila anni fa la si viveva in modo più libero, che ora non è più così, visto che si è cercato di canalizzare il sessoverso una sola direzione; ha aggiunto che ultimamente l'aumento degli omosessuali è dovuto ad una certa "moda".
Ora, sinceramente le cose che mi hanno scocciato solo due:
1) Dire che "oggi la situazione è diversa perché si è cercato di canalizzare la sessualità in una sola via", mi sembra come accettare che siamo tutti repressi.
2) Io di certo per moda non mi complico la vita.
Sinceramente, credo che il percorso dallo psicoterapeuta non faccia per me.
L'unica cosa che devo fare, a questo punto, è una scelta, mettendo sui piatti della bilancia una vita più facile ma meno appagante ed una più appagante ma complicata.
Un mio amico etero mi ha detto che lui sa di aver fatto una scelta e che volendo riesce ad eccitarsi anche con i maschi. Però dice di essere cresciuto in una famiglia normale, in una società come quella italiana e che quindi si è spinto verso la direzione tradizionale.
Io, a questo punto, devo solo fare delle valutazioni.
Non mi sento ne confuso, ne depresso, ne patologicamente afflitto da qualcosa.
P.S.
Una cosa che la psicologa ha notato e che sottolineava spesso è la mia mancanza di spontaneità e di abbandono alle emozioni.
Quello che cercavo di spiegare è che io non è che non mi abbandono alle emozioni; semplicemente non voglio esserne schiavo o condizionato.
Se si tratta di emozioni positive me le vivo a pieno, contrariamente tendo a distaccarmi da ansie e paure con cui invece evito l'identificazione.
La psicologa mi ha lasciato con un: "sei troppo razionale"
In definitiva, non credo che questa esperienza mi abbia cambiato qualcosa, né aperto alcuna strada.
Amen. Dovrò procedere a tentativi. Del resto questi attriti e queste aspettative per la scoperta di me stesso mi permettono di non perdere il contatto con la vita.
Semmai dovessi tornare da uno psicanalista, preferire che avesse una certa dimestichezza con queste tematiche.
P.S.2
Sto leggendo "Abbandonarsi al corpo", di Alexander Lowen
Bon, oggi ho avuto il consulto presso una psicologa.
Se devo essere sincero, non mi è sembrato che la cosa abbia aggiunto molto alla mia situazione.
Le ho raccontato ciò che avevo raccontato a voi e dopo mezz'ora mi è sembrato che avessimo iniziato a "girare in tondo".
Il punto di vista di lei è:
1) ho un blocco emotivo
2) sono una persona molto controllata, che non lascia fluire le emozioni. Mi ha anche detto, in proposito, che la mia espressività del viso non cambia mai.
Io sono dell'idea che, ok, magari queste cose potrebbero giustificare un mancato comportamento sessuale, ma non credo che possano comportare un'attrazione per il proprio sesso.
Alla sua domanda: se le piacciono i ragazzi, perchè non ci va?
La mia logica risposta: perché non è proprio come un rapporto normale. Mi pare ovvio che il mio corpo non sia adatto e fatto per una cosa del genere. Quindi, comunque si tratterebbe di un compromesso, di una (in parte) violenza.
Non che io sia uno che si tira indietro dal farsi violenza, sia chiaro.
Le ho detto che vorrei provare ad andare a forza con una donna, magari una prostituta. Mi ha risposto che non cambierebbe nulla.
Non lo so, a fine seduta ho avuto l'impressione che lei non avesse avuto molta empatia.
le ho chiesto che tipo di opinione avesse lei verso questo argomento e la risposta non mi è piaciuta molto.
Mi ha detto che una componente omosessuale c'è in tutti, che duemila anni fa la si viveva in modo più libero, che ora non è più così, visto che si è cercato di canalizzare il sessoverso una sola direzione; ha aggiunto che ultimamente l'aumento degli omosessuali è dovuto ad una certa "moda".
Ora, sinceramente le cose che mi hanno scocciato solo due:
1) Dire che "oggi la situazione è diversa perché si è cercato di canalizzare la sessualità in una sola via", mi sembra come accettare che siamo tutti repressi.
2) Io di certo per moda non mi complico la vita.
Sinceramente, credo che il percorso dallo psicoterapeuta non faccia per me.
L'unica cosa che devo fare, a questo punto, è una scelta, mettendo sui piatti della bilancia una vita più facile ma meno appagante ed una più appagante ma complicata.
Un mio amico etero mi ha detto che lui sa di aver fatto una scelta e che volendo riesce ad eccitarsi anche con i maschi. Però dice di essere cresciuto in una famiglia normale, in una società come quella italiana e che quindi si è spinto verso la direzione tradizionale.
Io, a questo punto, devo solo fare delle valutazioni.
Non mi sento ne confuso, ne depresso, ne patologicamente afflitto da qualcosa.
P.S.
Una cosa che la psicologa ha notato e che sottolineava spesso è la mia mancanza di spontaneità e di abbandono alle emozioni.
Quello che cercavo di spiegare è che io non è che non mi abbandono alle emozioni; semplicemente non voglio esserne schiavo o condizionato.
Se si tratta di emozioni positive me le vivo a pieno, contrariamente tendo a distaccarmi da ansie e paure con cui invece evito l'identificazione.
La psicologa mi ha lasciato con un: "sei troppo razionale"
In definitiva, non credo che questa esperienza mi abbia cambiato qualcosa, né aperto alcuna strada.
Amen. Dovrò procedere a tentativi. Del resto questi attriti e queste aspettative per la scoperta di me stesso mi permettono di non perdere il contatto con la vita.
Semmai dovessi tornare da uno psicanalista, preferire che avesse una certa dimestichezza con queste tematiche.
P.S.2
Sto leggendo "Abbandonarsi al corpo", di Alexander Lowen
[#10]
Un solo colloquio mi sembra veramente poco e riduttivo, per avere effetti benefici e di chiarimento emozionale e di orientamento sessuale.
Se non si è sentito accolto, può sempre cercare altrove, andare per tentativi o prove ed errori, potrebbe incrementare l'ansia.
Le letture aiutano, ma non sono teraputiche
Saluti
Se non si è sentito accolto, può sempre cercare altrove, andare per tentativi o prove ed errori, potrebbe incrementare l'ansia.
Le letture aiutano, ma non sono teraputiche
Saluti
[#11]
Non traiamo conclusioni troppo in fretta e soprattutto non facciamo confusione. È sicuro che si trattasse di una psicoanalista e non di una psicoterapeuta di altro orientamento?
Ogni psicologo psicoterapeuta può essere formato in diversi orientamenti psicoterapeutici. La differenza può manifestarsi nel modo di procedere, di condurre la seduta, della loquacità, della disponibilità a dare indicazioni pratiche.
Al di là di questo, una seduta potrebbe non essere abbastanza per trarre conclusioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html
Oppure potrebbe essere semplicemente che lei cercava qualcosa di diverso.
Legga qui e si documenti su alcuni dei più diffusi approcci terapeutici e su cosa aspettarsi da una psicoterapia, prima di mollare:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Poi se ha altre domande chieda pure.
Cordiali saluti
Ogni psicologo psicoterapeuta può essere formato in diversi orientamenti psicoterapeutici. La differenza può manifestarsi nel modo di procedere, di condurre la seduta, della loquacità, della disponibilità a dare indicazioni pratiche.
Al di là di questo, una seduta potrebbe non essere abbastanza per trarre conclusioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html
Oppure potrebbe essere semplicemente che lei cercava qualcosa di diverso.
Legga qui e si documenti su alcuni dei più diffusi approcci terapeutici e su cosa aspettarsi da una psicoterapia, prima di mollare:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Poi se ha altre domande chieda pure.
Cordiali saluti
[#12]
Utente
Mah, il punto è che la mia "confusione" è legata al fatto che su questo genere di problema si dice tutto ed il contrario di tutto.
Leggo che può essere dovuto a fenomeni ormonali durante la gestazione, come invece da sviluppi psicologici in età infatile o adolescenziale.
Nel caso in cui fosse qualcosa legato ad eventi precedenti alla mia nascita, me ne farei una ragione.
Se invece è legato ad un blocco psicologico, potrei essere più o meno intenzionato a scioglierlo.
Tra le altre cose, sono anche curioso di capire come diavolo sia possibile che le donne non suscitino in me il minimo interesse. La trovo quasi comica come cosa! Cioè, dal mio punto di vista è tragicomica: immaginatevi di vivere in un mondo in cui il 90% dei vostri simili non fa altro che parlare con entusiasmo di una cosa che su di voi esercita lo stesso fascino di un sasso.
Ecco, forse è il sentirsi outcast il problema. Mi sento un po' alieno, ma su questo non credo che possa fare nulla nessuno. Del resto non sarei di certo l'unico ad avere scheletri nell'armadio!
Adesso mi leggo con calma i link del dottor Santonocito.
Grazie mille a tutti, considero molto importanti le vostre direttive e rileggo spesso le risposte per assimilarle bene e capire come muovermi.
P.S. Certo che madre natura poteva risparmiarselo di farmi questo scherzo ahahaha
Leggo che può essere dovuto a fenomeni ormonali durante la gestazione, come invece da sviluppi psicologici in età infatile o adolescenziale.
Nel caso in cui fosse qualcosa legato ad eventi precedenti alla mia nascita, me ne farei una ragione.
Se invece è legato ad un blocco psicologico, potrei essere più o meno intenzionato a scioglierlo.
Tra le altre cose, sono anche curioso di capire come diavolo sia possibile che le donne non suscitino in me il minimo interesse. La trovo quasi comica come cosa! Cioè, dal mio punto di vista è tragicomica: immaginatevi di vivere in un mondo in cui il 90% dei vostri simili non fa altro che parlare con entusiasmo di una cosa che su di voi esercita lo stesso fascino di un sasso.
Ecco, forse è il sentirsi outcast il problema. Mi sento un po' alieno, ma su questo non credo che possa fare nulla nessuno. Del resto non sarei di certo l'unico ad avere scheletri nell'armadio!
Adesso mi leggo con calma i link del dottor Santonocito.
Grazie mille a tutti, considero molto importanti le vostre direttive e rileggo spesso le risposte per assimilarle bene e capire come muovermi.
P.S. Certo che madre natura poteva risparmiarselo di farmi questo scherzo ahahaha
[#13]
Il fatto che stia continuando a farci osservazioni e ad apprezzare le nostre risposte, significa che probabilmente un lavoro psicologico le sarebbe utile, magari si tratta solo di trovare la modalità e il professionista che fanno per lei.
È vero che in materia di orientamento sessuale, di omosessualità e di genere sessuale la scienza ancora non ha risposte nette, di quelle che si tagliano con il coltello, ma ciò è insito nel problema stesso, poiché la sessualità non sempre è così chiara e netta, non è questione di bianco o nero.
Se uno si fissasse, ad esempio, nel rammaricarsi perché le sue gambe non sono lunghe uguali esattamente al centesimo di millimetro, si starebbe mettendo in trappola da solo, perché è normale che ci siano piccole differenze in ogni essere umano. Per la sessualità è la stessa cosa, ma qual è la differenza? Che la nostra cultura considera IMPORTANTE che si capisca se uno è uomo o donna, straight o gay. È da questo che derivano le preoccupazioni. Il sesso è importante (anche) perché è la cultura di riferimento che lo dice.
Perciò è probabile che nel suo caso, indipendentemente dall'eventuale brutto scherzo che la natura possa averle giocato, sarebbe utile un lavoro psicologico per accettarlo, se necessario.
Ma prima di arrivare a parlare di accettazione è necessario capire. E per capire non basta un solo colloquio, e nemmeno le email.
Cordiali saluti
È vero che in materia di orientamento sessuale, di omosessualità e di genere sessuale la scienza ancora non ha risposte nette, di quelle che si tagliano con il coltello, ma ciò è insito nel problema stesso, poiché la sessualità non sempre è così chiara e netta, non è questione di bianco o nero.
Se uno si fissasse, ad esempio, nel rammaricarsi perché le sue gambe non sono lunghe uguali esattamente al centesimo di millimetro, si starebbe mettendo in trappola da solo, perché è normale che ci siano piccole differenze in ogni essere umano. Per la sessualità è la stessa cosa, ma qual è la differenza? Che la nostra cultura considera IMPORTANTE che si capisca se uno è uomo o donna, straight o gay. È da questo che derivano le preoccupazioni. Il sesso è importante (anche) perché è la cultura di riferimento che lo dice.
Perciò è probabile che nel suo caso, indipendentemente dall'eventuale brutto scherzo che la natura possa averle giocato, sarebbe utile un lavoro psicologico per accettarlo, se necessario.
Ma prima di arrivare a parlare di accettazione è necessario capire. E per capire non basta un solo colloquio, e nemmeno le email.
Cordiali saluti
[#15]
Ai fini di una buona qualit a' di vita, la sfera della sessulita', andrebbe conosciuta a fondo ed accettata, qualunque essa sia.
Credo che il tassello piu' importante sia conoscersi , piu' che capire l' etiologia, che solitamente e' poliedrica .
Il bisogno di capire solitamente correla con quote d' ansia e con la necessita' di far passare dal filtro della ragione, cio' che di razionale non ha.
Saluti
Credo che il tassello piu' importante sia conoscersi , piu' che capire l' etiologia, che solitamente e' poliedrica .
Il bisogno di capire solitamente correla con quote d' ansia e con la necessita' di far passare dal filtro della ragione, cio' che di razionale non ha.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 7.1k visite dal 27/02/2012.
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