Ho bisogno di aiuto?

Buonasera.
Ho 18 anni ed è da circa due anni che mi sento molto affaticata mentalmente e fisicamente. Ho sempre bisogno di una vacanza, sono sempre molto annoiata e un po' troppo irritabile. Mi sono resa conto di due cose: 1.Sempre più spesso ho l'ansia di andare in macchine guidate da amici, nel senso che ho paura di fare incidenti gravi. 2.Mentre sono a piedi ferma al semaforo per un attimo mi immagino che una persona in auto a grande velocità perda il controllo del veicolo, faccia testacoda e mi investa. Poi dopo entrambe le fantasie mi vengono in mente mio padre e il mio ragazzo che piangono disperati e mi chiedo chi altro piangerebbe così tanto per me. Quando smetto di pensarci, prima mi sento in colpa per aver immaginato la mia morte che causava tanto dolore, poi mi impaurisco: se sono in auto mi agito, inizio a ossessionare chi guida dicendogli "Vai piano", se sono al semaforo faccio un passo indietro rispetto alla strada. Penso sia a causa di alcuni piccoli episodi in auto che mi hanno portato a questi pensieri. Un'altra cosa è il fatto di avere in mente tante cose da fare, tanti buoni propositi e alla fine non concludere niente, forse per pigrizia. Soprattutto con il fatto di studiare. Dall'anno scorso non ho più proprio la forza di studiare nulla, nonostante la volontà sia tanta. In seguito a un 2, la mia reazione è l'indifferenza e se vengo incitata a studiare, mi innervosisco. Quando poi riguardo i brutti voti tutti insieme rimpiango tutto il tempo perso e mi sento una nullità. Fino a due anni fa mi piaceva andare a scuola, ora è un'agonia ma non per i professori. Mi sono rivolta allo psicologo della scuola e dopo tre incontri pareva mi sentissi meglio. Mi vengono sempre in mente episodi brutti della mia vita, compresi quelli di quando avevo 6 o 7 anni. E quando ci ripenso, cosa di cui non riesco a farne a meno e non capisco perchè non riesco a superarli, ho una sensazione di odio e di volontà di vendetta con pestaggi violenti che fermo solo fumando. Se guardo film horror o con personaggi sinistri o se sento melodie che si ricollegano ad essi e mia madre è già a letto, quando giro per casa sono ansiosa, impaurita, mi sento osservata e inquieta. Piango spesso, sia quando il mio ragazzo è stressante, sia quando mi sento impotente a causa della situazione economica della mia famiglia, a volte quando mi sento irrealizzata. Tante volte vorrei rimanere a letto a dormire per un mese. L'unico momento in cui mi sento completamente calma è quando stuzzico il mio coniglietto domestico.
Tutto è iniziato quando a 12 anni mi sono trasferita da una cittadina, in cui ho iniziato a vivere a 5 anni, a un paesino di campagna di 2000 abitanti. Ho pianto per una settimana. Ho scritto tante volte (in social netowork, blog, diario) "Voglio tornare a casa". Ora sono tornata in città, ma esco solo con gli amici del mio ragazzo. Mi manca avere delle amiche sincere, da cui non subire violenze psicologiche. Mi sento un po' sola. E' una situazione grave?
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Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5 14
Gentile ragazza,
quello che emerge da ciò che scrivi è che ci sono una serie di questioni da affrontare. La noia, l'irritabilità, la mancanza di "voglia di fare", il bisogno di "rimanere a letto e dormire", il tuo vissuto ansioso circa l'andare in macchina che leghi ad alcuni brutti episodi della tua vita ecc
Cosa è emerso dai tre incontri che hai fatto con lo psicologo scolastico? Di norma è difficile che con soli 3 incontri si riesca a risolvere realmente il problema, forse è il caso di riprendere gli incontri o chiedere al professionista che hai incontrato di indicarti una strada, un percorso che possa essere risolutivo.

Ti faccio un grande in bocca al lupo

Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com

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Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Buonasera dottoressa,
innanzitutto la ringrazio per la sua risposta immediata.
Dai tre incontri, di rilevante non è emerso niente, è probabile che durante l'ultimo, vedendomi più serena, oltre alla mia convinzione nel pensare e nel dire di esserlo, lo psicologo abbia pensato che ormai la questione fosse risolta. Inoltre si è limitato ad ascoltarmi e a chiedermi dei chiarimenti, senza indicarmi nessuna strada. Ricordo che durante il primo incontro ho pianto in continuazione mentre gli raccontavo tanti episodi specifici della mia vita e che alla fine mi sono sentita più sollevata. In effetti è da qualche settimana che penso di tornare dallo psicologo per un altro incontro, ma c'è anche da prendere in considerazione che il percorso che intreprenderei a scuola sarebbe costituito da 3 incontri e basta, e non so se sia consuetudine del professionista o se sia un regolamento scolastico, anche causato dal nuovo conteggio delle presenze in classe che invece di essere a giorni, è a ore.
La ringrazio di nuovo e le auguro una buona serata
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Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5 14
Carissima,
fatti consigliare dallo psicologo scolastico una struttura, magari pubblica, dove poter continuare il percorso intrapreso o cominciarne uno di natura differente.
Sentirsi meglio dopo sole tre sedute succede ma, se hai bisogno di una psicoterapia (e questo lo può valutare con accuratezza solo la persona che ti incontra) è verosimile che la strada sia un pò più lunga.
Mi raccomando non mollare!

un caro saluto

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza, anche a mio parere dovresti riprendere i consulti psicologici per comprendere l'origine del tuo malessere: ci sono doversi temi da esplorare. Esibisci una reazione di allarme che farebbe intuire uno stato di ansia libera. Bisogna approfondire cosa l'abbia prodotto. L'esperienza del trasferimento di residenza di per se' non avrebbe dovuto produrre grandi traumi, a meno che non abbia rivestito per te qualche significato particolare che non hai ancora compreso ed elaborato.
Dacci tue notizie, ci fara' piacere.
Cordiali saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2011 al 2012
Ex utente
Buonasera dottoresse,
vorrei chiarire il motivo per cui ho fatto riferimento al trasferimento. Ricordo che quando mi è stato detto che ci saremmo trasferiti era estate e per me quegli anni facevano parte di un periodo molto sereno, uscivo al pomeriggio con le amiche passando le giornate a divertirmi, ogni giorno facevo nuove amicizie al grest d'estate oppure, siccome iniziavano a formarsi le compagnie, facevo amicizia con amici di amici, era tempo delle prime "cotte". Mi piaceva, mi sentivo grande e soprattutto voluta bene da tutti perchè tutti mi cercavano spesso. I miei genitori mi avevano detto che ci saremmo trasferiti il febbraio successivo, mentre poi, con un preavviso di una settimana, a inizio dicembre mi sono ritrovata nella casa nuova. E' stato difficile anche perchè gli ultimi giorni erano tutti così attenti ad essere sicuri di dimostrarmi che mi volevano bene e che sarei mancata tanto. Mi hanno fatto tanti regali e tante letterine.
Nel nuovo paesino di campagna all'inizio sembrava andasse tutto bene, poi ho iniziato a scoprire che fingevano tutti di essermi amici solo per curiosare nella mentalità di "una di città". Giravano falsità sul mio conto, le quali sono state la causa per cui una ragazzina più grande, a cui ingenuamente mi ero già affezionata, mi ha messo le mani addosso umiliandomi davanti a tutti in una fiera di paese, e quindi ho iniziato a fidarmi sempre meno delle persone, ho iniziato ad essere sempre più insicura di me stessa, ogni tanto per strada mi sentivo urlare, scusate il linguaggio, "tr...!".
Quand'ero molto molto piccola mi sono trasferita spesso, quindi il fatto di andarmene da una cittadina in cui ho vissuto la maggior parte della mia vita e in cui stavo iniziando ad avere le prime esperienze con il mondo senza avere costantemente una guida mi è davvero dispiaciuto un sacco.
Scusate se sono stata prolissa, ma spero abbia chiarito qualcosina in più.
In ogni caso seguirò i vostri consigli, vi ringrazio davvero.
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Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5 14
Gentile ragazza,
ci sarebbero tante cose della tua vita di cui parlare, tanti momenti significativi da analizzare insieme ed è evidente che tu senti il bisogno di "affidare" questi eventi spiacevoli a qualcuno.
Sono contenta che tu abbia intenzione di riprendere i colloqui e prenderti davvero cura di te.
Ti faccio un enorme in bocca al lupo
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Mi associo alla collega negli auspici!
In adolescenza le amicizie e il proprio gruppo costituiscono una risorsa essenziale per individuarsi come soggetti autonomi che possono permettersi di lasciare l'appoggio sicuro della famiglia. Quindi e' importante che questo passaggio evolutivo avvenga in modo armonico e gioiso. Purtroppo nel tuo caso c'e' stata qualche difficolta' (passeggera ). Percio' auguriamoci che non lasci traccia neanche nei tuoi ricordi.
Fatti risentire se vuoi, ci fara' piacere!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
tre soli colloqui sono veramnete pochi, inoltre il lavoro fatto dallo psicologo, non è un sos, da adoperare come pillola del buon umore, ma un lavoro che si stabilisce di volta in volta con l'utente, se di fondo, di introspezione, di sostegno psicologico o altro.
Credo, che per far fronte a questi disagi, sia relazionali, che personali, ritornare in consultazione sia la strada più consona.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it