Somatizzazione o no?
Gentili dottori, ho un problema da diversi mesi. Premetto che sono emetofobico, e credo sia questa la causa di tutto (poi non so se questo è solo un mascheramento di un disagio di cui non sono consapevole,sta di fatto che c'è questa fobia che mi attanaglia)...ora, verso fine dicembre, ho avuto dei problemi di reflusso abbastanza forte (soffro di reflusso) che mi hanno portato a crisi di panico, con tremori degli arti, respiro veloce e, sempre e costantemente, la paura di vomitare. In questo periodo c'è un fattore di stress che io vorrei volentieri evitare ma che sono costretto a seguire, anche per non deludere i miei genitori che credono in me: sarà questo il motivo di tanto disagio? Io praticamente sto male ogni giorno, mi sveglio con nausea e necessità di fare dei rutti (scusate gli argomenti,ma mi succede così), uno stato di agitazione che in certi momenti diventa insostenibile e tanta paura. Quando sto male poi mi capita di avere tanta aria nell'intestino. Io non credo che si tratti di sintomi prettamente fisici perché qualche volta in questi ultimi 2 mesi mi è capitato di svegliarmi sapendo di dover fare qualcosa di bello, che mi entusiasmava:ecco, in quei giorno io non ho avvertito alcun problema di salute, stavo bene...però gli altri giorni mi alzo con una sfiducia assurda verso la giornata,perché ormai sto quasi sempre male....inoltre, a riprova del fatto che si tratta di somatizzazione da ansia, c'è il fatto che quando vado a letto, mi rilasso e riesco a dormire tutto sommato bene (a volte mi sveglio durante la notte per 2 o 3 volte, ma è questione di pochi minuti)...la domanda è: che percorso devo seguire per guarire? Io voglio guarire da quest'ansia, e soprattutto dalla mia fobia che non mi dà tregua...grazie mille dottori
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Ansie e fobie vengono trattate molto bene e in tempi relativamente stretti dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Quelli che Lei descrive sembrerebbero sintomi d'ansia. E' sensato che l'ansia funzioni in questo modo e che si esprima sul corpo. Serve per segnalarLe qualcosa. E' tipico di chi soffre d'ansia avere un monitoraggio costante sul proprio corpo. E' meno "normale" che ci sia attivazione quando Lei è in un luogo tranquillo, ma è proprio questo che descrive un disturbo d'ansia e che va quindi diagnosticato dallo psichiatra o dallo psicologo e poi curato dallo psicoterapeuta.
Saluti,
Quelli che Lei descrive sembrerebbero sintomi d'ansia. E' sensato che l'ansia funzioni in questo modo e che si esprima sul corpo. Serve per segnalarLe qualcosa. E' tipico di chi soffre d'ansia avere un monitoraggio costante sul proprio corpo. E' meno "normale" che ci sia attivazione quando Lei è in un luogo tranquillo, ma è proprio questo che descrive un disturbo d'ansia e che va quindi diagnosticato dallo psichiatra o dallo psicologo e poi curato dallo psicoterapeuta.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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<<sono emetofobico, e credo sia questa la causa di tutto>>
Gentile Ragazzo,
e se invece essere emetofobico fosse la conseguenza di tutto?
Ritengo sia importante che si rivolga di persona ad uno psicologo, come già le era stato consigliato il mese scorso, per una valutazione della situazione e per iniziare eventualmente un percorso terapeutico. Gli obiettivi da raggiungere li deciderete insieme e vedrà che la strada verso il miglioramento non sarà così lunga come magari si immagina.
Condivido il parere della dott.ssa Pileci rispetto all'orientamento suggerito per il tipo di problematica da Lei descritta.
Se non lo ha già fatto, può intanto leggere il seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/700-emetofobia-la-paura-del-vomito.html
Cordialità.
Gentile Ragazzo,
e se invece essere emetofobico fosse la conseguenza di tutto?
Ritengo sia importante che si rivolga di persona ad uno psicologo, come già le era stato consigliato il mese scorso, per una valutazione della situazione e per iniziare eventualmente un percorso terapeutico. Gli obiettivi da raggiungere li deciderete insieme e vedrà che la strada verso il miglioramento non sarà così lunga come magari si immagina.
Condivido il parere della dott.ssa Pileci rispetto all'orientamento suggerito per il tipo di problematica da Lei descritta.
Se non lo ha già fatto, può intanto leggere il seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/700-emetofobia-la-paura-del-vomito.html
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Utente
Grazie mille per le risposte...Dott.ssa Scalco, cavolo come mi ci riconosco in quell'articolo! Sono stato spinto a chiedere questo consulto perché oggi sono stato davvero male, soprattutto dalla tarda mattinata in avanti...oggi dovevo lavare il mio cane assieme a mio padre e, mentre lo lavavamo, avvertivo sempre questa sensazione di nausea, di dover fare dei rutti...però è peggiorata, anche se sono riuscito a mangiare quasi normalmente. La cosa strana è che stavo male fino a 2 ore fa,poi quando i miei genitori sono usciti (ora mentre scrivo sono solo in casa) ho iniziato a sentirmi stranamente meglio;non bene,ma meglio...almeno qualcosa di positivo ma mi chiedo: perché quando sto da solo sto meglio? e' la seconda volta che mi capita così.
Grazie ancora.
Grazie ancora.
[#4]
<<perché quando sto da solo sto meglio? e' la seconda volta che mi capita così>>
A distanza sarebbe possibile solamente fare ipotesi generiche, mentre all'interno di una terapia potrebbe ricercare tali risposte in modo più efficace e soprattutto iniziare a comprendere quali strategie possano aiutarla a star meglio.
Provi a telefonare o a consultare il sito della sua ASL per verificare quali possibilità esistono nel suo territorio per incontrare uno psicologo (Servizio di Psicologia, Servizio di Salute Mentale, Consultorio.....) e non attenda oltre.
Auguri.
A distanza sarebbe possibile solamente fare ipotesi generiche, mentre all'interno di una terapia potrebbe ricercare tali risposte in modo più efficace e soprattutto iniziare a comprendere quali strategie possano aiutarla a star meglio.
Provi a telefonare o a consultare il sito della sua ASL per verificare quali possibilità esistono nel suo territorio per incontrare uno psicologo (Servizio di Psicologia, Servizio di Salute Mentale, Consultorio.....) e non attenda oltre.
Auguri.
[#5]
Utente
ringrazio nuovamente per la sua risposta...sto tardando ad andare dal mio medico per farmi prescrivere una visita psicologica perché, nonostante lui mi conosca da tempo, quando sono di fronte a un medico qualsiasi, sto male: sudorazione fredda, nausea, nodo alla gola pazzesco...però prima o poi dovrò andarci...circa un mese fa ho preso appuntamento privatamente con uno psichiatra che mi ha diagnosticato stato d'ansia e crisi di panico, ma le sue rassicurazioni non mi sono bastate: fra l'altro secondo lui non c'era nemmeno bisogno di una terapia a base di ansiolitici (xanax) e ha detto che lo potevo comunque prendere al momento del bisogno (5 gocce)...vorrei porvi una domanda: è possibile che l'ansia faccia risvegliare dal sonno e si presenti con tutti i sintomi che ho descritto sopra? stanotte ad esempio, mi sono addormentato senza problemi, poi dopo 3 ore mi sono svegliato con nausea anche abbastanza forte, tanto che mi son preso una cpr di plasil, nonostante non volessi e poi ho dormito male fino a stamattina.
Grazie per la vostra pazienza!
Grazie per la vostra pazienza!
[#6]
Utente
avrei poi un'altra domanda: ho letto un po' della terapia cognitivo-comportamentale. Dopo quanto tempo fa effetto? Da quel che ho capito prevede un'esposizione graduale all'oggetto della fobia, ma nel caso dell'emetofobia questo cosa significa? Non vi nascondo che ho un po' di timore a pensare al tipo di esposizione al mio problema...
ps una volta dal medico, devo richiedere la prescrizione di una visita psicologica o psicoterapeutica o è la stessa cosa?
ps una volta dal medico, devo richiedere la prescrizione di una visita psicologica o psicoterapeutica o è la stessa cosa?
[#7]
La durata di una terapia è difficilmente prevedibile con precisione all'inizio, perché dipende da vari fattori, primo tra tutti il fatto che ogni persona ha i suoi tempi che vanno rispettati. Genericamente si può dire che risultati già buoni si ottengono comunque nel giro di alcuni mesi.
Nella terapia di tipo comportamentale può essere prevista un'esposizione graduale (a piccoli passi, con obiettivi via via più circoscritti) che verrà concordata tra paziente e terapeuta dopo una prima fase valutativa del problema.
Nella terapia di tipo cognitivista, invece, si lavorerà più sui significati, sui pensieri automatici e su quelli irrazionali, in modo da imparare a gestire meglio l'ansia e i suoi eventiuali sintomi.
Il medico dovrà richiederle una visita psicologica: starà poi allo psicologo decidere con Lei se ci sono i presupposti e le indicazioni per intraprendere una psicoterapia.
Non perda questa motivazione e questa iniziativa: prenda il coraggio necessario per iniziare e vedrà che il resto verrà da sé.
Cari auguri.
Nella terapia di tipo comportamentale può essere prevista un'esposizione graduale (a piccoli passi, con obiettivi via via più circoscritti) che verrà concordata tra paziente e terapeuta dopo una prima fase valutativa del problema.
Nella terapia di tipo cognitivista, invece, si lavorerà più sui significati, sui pensieri automatici e su quelli irrazionali, in modo da imparare a gestire meglio l'ansia e i suoi eventiuali sintomi.
Il medico dovrà richiederle una visita psicologica: starà poi allo psicologo decidere con Lei se ci sono i presupposti e le indicazioni per intraprendere una psicoterapia.
Non perda questa motivazione e questa iniziativa: prenda il coraggio necessario per iniziare e vedrà che il resto verrà da sé.
Cari auguri.
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Gentile Ragazzo,
solitamente le fobie sono la conseguenza di altri disagi, i sintomi che lei vede e e percepisce le vogliono dire che "altro" non va.
Chieda una consulenza presso uno psicologo, poi valuti unitamente al clinico di riferimento, l'opportunità di un perocrso psicoterapico, che a mio avviso potrebbe essere indicato.
Vivere all'insegna della paura, rende scadente la qualità di vita e compromette molte scelte, la psicoterapia è un valore aggiunto al percorso di vita, da cui trarre conoscenza, coscienza di sè e delle proprie paura.
Ci faccia sapere se crede.
Saluti
solitamente le fobie sono la conseguenza di altri disagi, i sintomi che lei vede e e percepisce le vogliono dire che "altro" non va.
Chieda una consulenza presso uno psicologo, poi valuti unitamente al clinico di riferimento, l'opportunità di un perocrso psicoterapico, che a mio avviso potrebbe essere indicato.
Vivere all'insegna della paura, rende scadente la qualità di vita e compromette molte scelte, la psicoterapia è un valore aggiunto al percorso di vita, da cui trarre conoscenza, coscienza di sè e delle proprie paura.
Ci faccia sapere se crede.
Saluti
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#9]
Gentile Utente, come Le ha già indicato la dr.ssa Scalco non è possibile dire a priori quanto dura la psicoterapia: ci sono troppi fattori in gioco per dirlo.
Ad esempio la diagnosi e i tempi, che sono sempre quelli del paziente. Rientra tra questi anche la motivazione del paziente.
Può leggere questo articolo sulla durata della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1731-quanto-dura-la-psicoterapia.html
Sulle modalità della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale Le suggerisco invece la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html
Per quanto riguarda le Sue perplessità è importante condividerle nel percorso psicoterapico: il terapeuta cognitivo-comportamentale che le prescrive dei compiti tra una seduta e l'altra ne terrà conto. Ribadisco tuttavia che a fronte del problema da Lei indicato qui questo tipo di trattamento è, secondo le evidenze empiriche, il più adatto.
Se vuole ci faccia sapere in futuro come procede la terapia.
Buona giornata,
Ad esempio la diagnosi e i tempi, che sono sempre quelli del paziente. Rientra tra questi anche la motivazione del paziente.
Può leggere questo articolo sulla durata della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1731-quanto-dura-la-psicoterapia.html
Sulle modalità della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale Le suggerisco invece la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html
Per quanto riguarda le Sue perplessità è importante condividerle nel percorso psicoterapico: il terapeuta cognitivo-comportamentale che le prescrive dei compiti tra una seduta e l'altra ne terrà conto. Ribadisco tuttavia che a fronte del problema da Lei indicato qui questo tipo di trattamento è, secondo le evidenze empiriche, il più adatto.
Se vuole ci faccia sapere in futuro come procede la terapia.
Buona giornata,
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Gentile Utente,
Non abbia fretta..... Voler guarire e subito è l'aspirazione di tutti, ma qualche volte, se i sintomi che appaiono sono causati da problemi psicologici, il percorso di cura e quindi di guarigione può essere abbastanza lungo. Anche perché i sintomi possono nascondere un malessere diffuso che prende il soggetto in tutta la sua persona. I sintomi possono rappresentare gli eventi esterni, i più noti e sensibilmente percepibili, ma dietro di questi si possono nascondere altre forme di sofferenza che sono nascoste e sono da scoprire.
Ha mai fatto, e passo ad altra disciplina, degli accertamenti medici?
Un gastroenterologo potrebbe visitarla e consigliarle una gastroscopia, o una colonscopia (il gas nel ventre>) o altro, penserà lui al da farsi, per appuarare sia il perché del reflusso esofageo, mi pare di aver capito, o altra serie di concomitanti organici che potrebbe avere. (Badi bene, si tratta di cose di normale "amministrazione", niente di straordinario).
Che si tratti di problemi psicologici ne sono abbastanza convinto. Ma se associati ci fossero dei disturbi organici, anche combattendo questi con opportuni mezzi e metodi che il gastroenterologo le saprà suggerire, potrà favorire il suo percorso di guarigione.
Condivido e lodo la prudenza espressa dallo psichiatra nell’evitare di darle farmaci che non servono, tranne quello che le ha suggerito per casi di urgente bisogno.
Cordiali saluti e molti auguri
Non abbia fretta..... Voler guarire e subito è l'aspirazione di tutti, ma qualche volte, se i sintomi che appaiono sono causati da problemi psicologici, il percorso di cura e quindi di guarigione può essere abbastanza lungo. Anche perché i sintomi possono nascondere un malessere diffuso che prende il soggetto in tutta la sua persona. I sintomi possono rappresentare gli eventi esterni, i più noti e sensibilmente percepibili, ma dietro di questi si possono nascondere altre forme di sofferenza che sono nascoste e sono da scoprire.
Ha mai fatto, e passo ad altra disciplina, degli accertamenti medici?
Un gastroenterologo potrebbe visitarla e consigliarle una gastroscopia, o una colonscopia (il gas nel ventre>) o altro, penserà lui al da farsi, per appuarare sia il perché del reflusso esofageo, mi pare di aver capito, o altra serie di concomitanti organici che potrebbe avere. (Badi bene, si tratta di cose di normale "amministrazione", niente di straordinario).
Che si tratti di problemi psicologici ne sono abbastanza convinto. Ma se associati ci fossero dei disturbi organici, anche combattendo questi con opportuni mezzi e metodi che il gastroenterologo le saprà suggerire, potrà favorire il suo percorso di guarigione.
Condivido e lodo la prudenza espressa dallo psichiatra nell’evitare di darle farmaci che non servono, tranne quello che le ha suggerito per casi di urgente bisogno.
Cordiali saluti e molti auguri
[#11]
Utente
Gentili dottori, vi scrivo per informarvi che ho intrapreso un percorso di cura presso uno psichiatra che è anche psicoterapeuta...per il momento ha impostato una terapia farmacologica a base di xanax 0,50 mg (mezza cpr al mattino e mezzogiorno e una la sera) e cipralex (una cpr 10mg al giorno)....sono in cura da una settimana;lo psichiatra ha detto che poi è opportuno associare alla cura farmacologica un percorso psicoterapeutico per risolvere questi problemi d'ansia e la mia emetofobia.
Ho iniziato la cura da 7 giorni, sto avendo degli effetti indesiderati (sonnolenza, leggere vertigini, NAUSEA) però stavolta voglio resistere e andare avanti.
Voi che ne pensate? Credete che questo percorso possa veramente farmi guarire?
Grazie mille!
Ho iniziato la cura da 7 giorni, sto avendo degli effetti indesiderati (sonnolenza, leggere vertigini, NAUSEA) però stavolta voglio resistere e andare avanti.
Voi che ne pensate? Credete che questo percorso possa veramente farmi guarire?
Grazie mille!
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 3.4k visite dal 25/02/2012.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.