Rapporto paziente medico

Buongiorno,
ho letto qualcosa nel sito riguardo al mio problema, ma volevo un chiarimento diretto.
Io sono in terapia da poco più di 2 anni da una psicologa,in cura per un disturbo di personalità borderline, ve lo dico se magari può essere utile, però ora il vero probelma è l'attrazione che ho nei suoi confonti che si ripresenta ogni qual volta parliamo del nostro rapporto di medico-paziente, mi sento sempre come se gli volessi sempre più bene, questa notte l'ho sognata ancora dopo molte altre volte, devo dire che non ho mai avuto nessun sogno erotico solo che nella realtà l'impulso è molto forte... So benissimo che la cosa migliore sarebbe parlarne direttamente con lei ma non è proprio facile questo argomento, però lo farò, nel frattempo vorrei sapere un'opinione a riguardo, se può essere dannoso o meno. Fino a questo momento è rimasta "incatalogabile", mentre con questi avvicinamenti la sento sempre più "tutta buona" e questo so che può diventare molto pericoloso in quanto poi al minimo errore la situazione si capovolgerebbe inesorabilmente. Come ho già scritto, ne parlerò sicuramente con lei perchè so che è la cosa migliore, intanto vi ringrazio se mi date dei chiarimenti o suggerimenti su come gestire al meglio la situazione.
Grazie!!
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente, l'attribuzione di sentimenti positivi che possono essere elaborati come amore e attrazione verso il proprio terapeuta, fa parte del processo e viene definito tranfert.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Utente
Utente
Si avevo letto di questo transfert, so di non poter amare una persona che non conosco, quello che mi preoccupava è se poteva diventare un problema per il trattamento del mio disturbo.
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11
Gentile utente,
il transfert non diventa un "problema", ma anzi è uno dei fondamenti su cui si basa la terapia... l'importante è però è che lei ne possa parlare con la sua terapeuta, direttamente ed esaustivamente.

Solo così la collega potrà, insieme a lei, comprendere cosa sta succedendo e circoscrivere questo suo "volerle bene", utilizzandolo come importantissimo strumento all'interno della vostra relazione terapeutica.

Cordialità,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Dipende dalla situazione.

Provare una forte simpatia (ma anche antipatia!) per il terapeuta potrebbe diventare un problema solo se non si è in grado DA ENTRAMBE LE PARTI di gestire la relazione. Mi spiego meglio: se puntualmente bisogna riaggiustare le cose perchè si capisce che la relazione si sta sbilanciando e quindi si perdono di vista gli obiettivi terapeutici (e di conseguenza si utilizza il tempo a risistemare queste questioni, piuttosto che a lavorare per raggiungere gli obiettivi), allora c'è un problema.

E in quel caso, dopo averne parlato col terapeuta, si potrebbe decidere di cambiare terapeuta.

Ma solitamente, se non costituisce un problema nella terapia (ed è il terapeuta che deve essere capace di gestire i propri sentimenti e le proprie emozioni), avere una simpatia per il terapeuta non ostacola il buon esito della terapia.

Fa bene a parlarne con la terapeuta.

Buona giornata,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
In alcuni orientamenti psicoterapeutici, come quelli psicoanalitici, il transfert è usato dal terapeuta per perseguire gli obiettivi terapeutici stabiliti. Perciò se la terapeuta sa il fatto suo non dovrebbero esserci pericoli. Lei però può parlargli in ogni momento di ciò che sente.

Quello che sta sperimentando, per lei può essere una novità, per un terapeuta è argomento ben noto.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Edoardo Riva Psicologo, Psicoterapeuta 102 3
Mi sembra una buona relazione medico-paziente, anche perchè vedo che lei per primo ha la delicatezza di non volerla rompere o trasformare in una relazione sentimentale.
La sua terapeuta resterà la sua terapeuta e lei resterà il suo paziente. L'attrazione assumerà le caratteristiche di una fiducia nel lavoro che state facendo insieme.

Dr. Edoardo Riva
Psicologo, Psicoterapeuta

[#7]
Utente
Utente
Tutti molto gentili e tutto molto chiaro, restava solo una cosa ora che ho letto nella risposta della dottoressa Pileci, non riesco a capire come possa esserci (non è detto che ci sia) questa cosa anche da parte sua, cioè voglio dire io mi trovo bene con lei e vedo i benefici della terapia quindi diciamo che il mio volergli bene può essere giustificato, ma come fa un medico a sentire la stessa cosa? Penso che l'unico beneficio che possa dare a lei sia esclusivamente economico, io nel mio lavoro quando un cliente mi paga non mi sento di volergli bene!!!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Quello che io intendevo è che il terapeuta deve essere in grado (e anche su questo è formato e preparato) di gestire la relazione col paziente. Questo prevede in alcune occassioni di gestire la rabbia del paziente, in altre di gestire la svalutazione del paziente, ecc..., in altre ancora di gestire sentimenti di questo tipo (su cui non c'è assolutamente niente di male).

Non avevo preso in considerazione neppure io che potesse esserci in questa situazione un sentimento da parte della Sua terapeuta e probabilmente mi sono espressa male o sono stata fraintesa.

Tuttavia, qualora ci fosse da parte di un professionista una simpatia verso un certo paziente, questa deve essere gestita dal professionista stesso senza che il trattamento erogato al paziente ne sia in alcun modo compromesso e senza coinvolgere il paziente. Non credo che questa sia la circostanza che La riguarda.

Avevo ritenuto opportuno rimarcare il fatto che parlarne con la terapeuta potrà solo essere utile alla terapia. Non parlarne, al contrario, potrebbe lasciare delle ombre nella terapia.

Spero di essere stata chiara.

Cordiali saluti,

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